lunedì 19 dicembre 2011

Auguri di Buone Feste e Buon 2012


Un altro anno volge al termine, e ci impone un momento di riflessione e di bilancio.
Ma un nuovo anno sta per cominciare. Perciò, mettiamo alle spalle ciò che è stato, nel bene e nel male, e guardiamo avanti ancora con nuove speranze e rinnovata volontà di fare, di dare e di avere più fortuna e più felicità, nonostante le difficoltà del presente.
Come l'arcobaleno che risplende dopo l'acquazzone.
Tanti sentiti auguri di Buone feste di Natale e di un sereno 2012 a tutti  i malcapitati che entrano per sbaglio in questo blog; sperando che si soffermino un po' a leggere  anche le mie esternazioni.

martedì 6 dicembre 2011

Il cerino scotta chi lo tiene per ultimo

Adesso  la politica italiana  si sta dilettando col gioco del cerino, cerino acceso da tempo e quasi consunto che i partiti hanno furbescamente  e velocemente  passato  nelle mani di un "tecnico" che lo deve tenere per ultimo, naturalmente  bruciandosi le dita. Appare sempre più chiaro che l'austero e apparentemente imperturbabile nuovo capo del Governo, Mario Monti, ha di fatto un potere molto ridotto, e condizionato  non tanto, o non solo, dai cosiddetti poteri forti bancari e finanziari che alcuni vedono dietro o accanto a lui, ma è palesemente condizionato dal torvo ex premier Berlusconi e dai suoi pretoriani, decisi a rendergli la vita difficile,  difendendo la casta sociale di cui sono espressione e impedendogli di  realizzare quelle misure  che avrebbero potuto rendere più digeribile ed equa la manovra durissima che ha dovuto varare.

Manovra che penalizza  i ceti medio- bassi di lavoratori e pensionati e salva  i ceti più abbienti e gli evasori, appena sfiorati da  misure- buffetto, e la Chiesa, inattaccabile nei suoi  vasti beni.

I segnali che  avvallano queste considerazioni sono diversi;  e ne è emerso pubblicamente uno in particolare: le lacrime della neo ministra Elsa Fornero nell'annunciare  i sacrifici imposti ai pensionati   con ben modesta pensione.
Lacrime che hanno suscitato un coro di scherno e commenti irritati e anche offensivi nei suoi confronti da un nuovo popolo di arrabbiati di ogni colore, con punte massime che stanno tra i leghisti e i comunisti. In tanti hanno voluto interpretare quel pianto come una recita ipocrita,  o "lacrime di coccodrillo"  che prima ti  azzanna e poi piange.

Io invece - sarò troppo buona - ma l'ho visto come uno sfogo spontaneo, irrefrenabile, di una persona  stanca  e  probabilmente logorata da  discussioni estenuanti precedenti, che ha dovuto accettare di assumersi la responsabilità di provvedimenti che mai avrebbe voluto prendere. Diventare ministro  per tagliare le pensioni  a vecchietti che a malapena  arrivano a fine mese, non doveva essere il suo sogno segreto.

Peraltro, il ritardo con cui fu annunciata al Quirinale la nomina dei ministri, il ritardo  e certe scelte nella nomina di ministri e sottosegretari,  lo zelo eccessivo di Monti nell'elogiare Letta e  Berlusconi, fanno presumere una robusta dose di pressioni e ricatti da parte di quest'ultimo, che sicuramente non  dà e non darà gratis il suo appoggio e il suo voto in Parlamento. Voto di cui Monti ha bisogno per sopravvivere.

Già Berlusconi l'aveva dichiarato pubblicamente che lui poteva "staccare la spina" a questo governo quando voleva. E l'avvertimento di ieri sulla necessità di porre il voto di fiducia, la dice lunga  sullo stato d'animo e la prova di forza che  si svolge dietro e davanti le quinte.