domenica 13 novembre 2016

Umberto Veronesi, una vita e una fede per la scienza e la ragione

E' la foto con dedica-messaggio  che i famigliari di Umberto Veronesi hanno  diffuso ieri a mezzo stampa per ringraziare tutti gli italiani che hanno partecipato al loro cordoglio per la perdita del loro caro congiunto. Non posso esimermi dall'esprimere anch'io la mia stima e la mia gratitudine per  per questo grande italiano che ci ha lasciato ( a 90 anni, a pochi giorni dalla morte della cattolica Tina Anselmi); un grande laico che ha saputo mettere in pratica, a beneficio dell'umanità, e delle donne in particolare, la sua fede nella "scienza e ragione". Una fede di cui c'è tanto bisogno, oggi più che mai, in Italia e nel mondo.
Non sto a riportare qui tutta la sua biografia, che si può trovare su Wikipedia (*) e su tanti articoli di giornali rintracciabili dai motori di ricerca su internet, oltre che sulle decine di libri e pubblicazioni scientifiche da lui scritti.
In estrema sintesi voglio ricordare solo il ruolo fondamentale che ha avuto  nella lotta contro i tumori, terapia e ricerca, in particolare introducendo una pratica chirurgica innovativa e meno invalidante  nella asportazione del tumore al seno.
Laureato in medicina e chirurgia all’università statale di Milano nel 1952 e dopo alcuni soggiorni all’estero è entrato all’Istituto nazionale dei tumori come volontario, diventandone direttore generale nel 1975. Nel 1965 ha partecipato alla fondazione dell’Associazione italiana ricerca sul cancro (Airc) e ha fondato nel 1982 la scuola europea di oncologia. È stato anche socio fondatore dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). Tra i suoi numerosi incarichi, anche quello di presidente dell’Organizzazione europea per la ricerca e la cura del cancro dal 1985 al 1988. Nel 1991 ha fondato, diventandone direttore scientifico, l’Istituto europeo di oncologia (Ieo). Nel 2003 è stata anche istituita la Fondazione Umberto Veronesi. Numerosissimi i suoi studi relativi soprattutto al cancro al seno: Veronesi è infatti stato il primo a promuovere il rivoluzionario approccio della cosiddetta chirurgia conservativa per la cura dei tumori mammari, dimostrando come la tecnica della quadrantectomia garantisse livelli di sopravvivenza alle pazienti, purché abbinata alla radioterapia, analoghi a quelli ottenuti con l’intervento più invasivo di asportazione della mammella, la mastectomia. 

Ma non è mai mancato anche il suo impegno  di cittadino nella società, attivo per tanti altri aspetti. Dalla sua partecipazione giovanile alla Resistenza, alla sua adesione al partito socialista negli anni '80, fino al suo impegno come Ministro della Sanità nel 2000/2001 col governo Amato II, battendosi in particolare per la  approvazione di una legge contro il fumo nei luoghi pubblici; Senatore tra il 2008 e il 2011, eletto col Partitpo Democratico
Numerose le battaglie civili per sostenere  proposte in vari campi, soprattutto per la difesa di "diritti civili" secondo una ottica laica, avendo abbandonato presto la sua iniziale formazione cattolica, per dichiararsi apertamente agnostico.Vivendo quotidianamente a fronte della sofferenza di tanti e in particolare dei bambini malati di cancro, fu poi sempre convinto della "non esistenza di Dio" ; si è battuto, oltre che per curare, anche  per cercare di alleviare le sofferenze inutili  con opportune terapie  e anche appoggiando  le proposte per il diritto alla libera scelta di interrompere le cure quando non ci sia più speranza di guarigione e dignitosa sopravvivenza. Favorevole  a sottoscrivere un  "testamento biologico" e anche all'eutanasia; e coerentemente con le sue idee, negli ultimi giorni si è lasciato morire senza inutili prolungamenti terapeutici, avendo compreso di essere comunque alla fine

Tra i suoi libri in materia:
U.V. Il diritto di morire. La libertà del laico di fronte alla sofferenza, Milano, Mondadori, 2005
Umberto Veronesi, Alain Elkann, Essere laico, Milano, Bompiani, 2007,
U.V, Il diritto di non soffrire. Cure palliative, testamento biologico, eutanasia, Milano, Mondadori, 2011
Favorevole   a suo tempo alla promulgazione della legge 194 sull'aborto e poi alla introduzione della pillola RU 486,  ha preso posizione  anche  per sostenere i benefici di una alimentazione vegetariana e per la legalizzazione delle droghe leggere;  sul nucleare, gli Ogm, gli incenereitori ha espresso pareri non da tutti condivisi. Ma questo non significa nulla. Si può essere d'accordo in tutto o solo in parte con una persona; ma questo non deve  distogliere dall'apprezzare  i suoi grandi meriti, che prevalgono su ogni altra considerazione su aspetti secondari e discutibili.

martedì 8 novembre 2016

Tina Anselmi, o la solitudine dei "numeri primi"

Ecco un ritratto di donna impegnata in politica che ritengo doveroso ricordare in questo mio diario-blog: Tina Anselmi, morta nei giorni scorsi e  ricordata appena dalla grande stampa con qualche articolo commemorativo e poi subito relegata sulla stampa locale per il funerale a Castelfranco Veneto, sia pur alla presenza dei presidenti di Camera e Senato.
Tina Anselmi  aveva 89 anni, tutti ben spesi (fin quando fisicamente ha potuto) con capacità, onestà e spirito di servizio per il suo Paese.
È stata prima in tutto: staffetta partigiana a 17 anni, prima ministra donna nella storia italiana nel 1976, primo politico coraggioso a cercare di chiarire il groviglio di interessi e opacità della loggia P2. A lei è dedicato il francobollo emesso il 2 giugno giorno della festa della Repubblica...
Nella sua biografia* è scritto che, figlia di antifascisti, da ragazza entrò nella Resistenza operando da staffetta partigiana nella Brigata Cesare Battisti con il nome di "Gabriella", in seguito al sentimento di sdegno e condanna provato quando fu costretta dai fascisti ad assistere alla impiccagione di giovani partigiani. Si iscrisse alla Democrazia Cristiana nel 1944. Da sindacalista, prima con la Cgil e successivamente, dal 1950, con la Cisl, si è occupata dei lavoratori del tessile e della scuola, e nel 1959 entrò nel consiglio nazionale della Dc, di cui è stata deputata dal 1968 al 1992.
Dopo aver ricoperto la carica di ministro del Lavoro, Tina Anselmi fu ministro della Sanità nel quarto e quinto governo Andreotti e legò il suo nome alla riforma che introdusse il Servizio Sanitario Nazionale.

Nel 1981, nel corso dell'ottava legislatura, fu nominata presidente della Commissione d'inchiesta sulla loggia massonica P2, che termina i lavori nel 1985.
Negli ultimi due decenni il suo nome è circolato più volte, ma senza successo, per la presidenza della Repubblica: nel 1992 fu il settimanale Cuore a sostenerne la candidatura e il gruppo parlamentare La Rete a votarla, mentre nel 2006 un gruppo di blogger l'ha sostenuta attraverso una campagna mediatica che prendeva le mosse dal blog "Tina Anselmi al Quirinale".

Ma la sua carriera politica finì là, nel lontano 1985. E non è stato un caso, o per demerito, ma una probabile conseguenza delle inimicizie che si procurò con quella coraggiosa inchiesta sulla P2. Aveva aperto un armadio con troppi scheletri imbarazzanti e ancora potenti e quindi su di lei cadde il silenzio perchè fosse dimenticata e politicamente "pensionata" (oggi si direbbe "rottamata") .


Cito tra le cose che ha dichiarato in interviste successive:
Forse molte cose che continuano a succedere possono avvenire e ripetersi proprio perché non é stata fatta ancora piena luce su quanto avevamo scoperto con la Commissione parlamentare sulla P2. In questo senso le classi dirigenti politiche che si sono succedute in questi anni hanno una grandissima responsabilità. Spesso mi chiedo: Perché non hanno voluto andare a fondo? Perché nessuno ha voluto capire cosa c’era veramente dietro? Perché nessuno ha voluto vederci chiaro dopo che in alcuni articoli pubblicati (uno anche a firma del figlio di Gelli) si é sostenuto che gli affiliati alla Loggia P2 erano molti di più di quelli che la mia Commissione aveva scoperto? Chi sono? Credo che finché non si farà piena luce su quella drammatica vicende non capiremo fino in fondo chi trama dietro le quinte e se le intercettazioni di questi ultimi mesi sono collegate e collegabili a quel potere occulto che, ne sono convinta, c’è e attraversa tanti ambiti della nostra società…anche quelli più insospettabili …. anche quelli che dicono di volersi occupare solo di ideali o di spirito.”......

 
«Nessuna vittoria è irreversibile. Dopo aver vinto possiamo anche perdere, se viene meno la nostra vigilanza su quel che vive il Paese, su quel che c’è nelle istituzioni. Noi non possiamo abdicare, dobbiamo ogni giorno prenderci la nostra parte di responsabilità perchè solo così le vittorie che abbiamo avuto sono permanenti».

Parole di Tina Anselmi su cui meditare soprattutto oggi, a fronte di un generale e preoccupante abbassamento del livello etico e di spirito civico e del degrado e inconsistenza della  rappresentanza politica in Italia (e non solo qui).
Mi viene anche da pensare quasi con rimpianto (anche se non sono mai stata democristiana) alla capacità diabolica della vecchia DC di mettere insieme "il diavolo con l'acqua santa", personaggi oscuri, ambigui e intriganti come Andreotti e Cossiga e altri (pochi) limpidi come Tina Anselmi.



*Vedi anche online:
- http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/notizie/2016-11-01/il-rigore-una-vera-servitrice-stato-- 103911.shtml?uuid=AD1Pd8mB