mercoledì 9 febbraio 2022

 

A PROPOSITO DI BRIVIDI SANREMESI, OMO ED ETERO, NAZIONALI E INTERNAZIONALI

Faccio parte di quel 40% di italiani che non hanno visto in diretta il Festival di San Remo ( non lo guardo più da anni perché troppo lungo e con musica non di mio gusto), se non per qualche minuto e per cambiare subito canale; ma lo sto vedendo , volente o nolente, in differita nei tanti spezzoni e video ritrasmessi in Tv e su internet da tutti i siti possibili, con relativi commenti e articoli di stampa. Ho visto che ha vinto la gara (vera o costruita a tavolino??) una canzone intitolata “Brividi”, interpretata da due pallidi ragazzi che paiono anche loro “costruiti a tavolino” per l’immagine e il significato che vogliono trasmettere: uno di pelle bianca e uno di pelle scura, uno vestito a metà “da uomo” con camicia bianca e cravatta, e metà “da donna”, con gonna nera e spacco; l’altro di bianco vestito, con pantalone e camicetta di pizzo trasparente, tipo signorina borghese anni ‘20.
Testo, mossette e ammiccamenti costruiti per fare intendere i brividi di un amore omosessuale. Appena un cenno per rilevare altre  presenze di giovani uomini (? si può ancora dire?) a torso nudo e tatuato, scalzi, di rosa o camicette trasparenti vestiti, occhi pesantemente truccati che neanche i clown ci provano ad avere un aspetto così emaciato, sofferente e poco “virile”.
Fatica sprecata quindi quella delle signorine che hanno tentato di mettere in mostra seni, schiene e gambe, per evidente puro autocompiacimento.

Sarò brutale e terra-terra. Questo Festival “della canzone italiana”, così osannato e magnificato, premiato da audience, incassi pubblicitari e telefonate del Presidente della Repubblica, mi è parso come il prodotto del più sfacciato consumismo di mode "culturali" (o pseudo tali) che spaziano dalla musica (quale?!) all'abbigliamento, al trucco, allo sfoggio dei luoghi comuni più banali del "politicamente corretto" del momento, con la pretesa addirittura di educare il popolo alla nuova indiscutibile “morale dell’immoralità di ieri”, inframmezzando alle canzoni (in gran parte insignificanti o scopiazzate da modelli più stranieri che italiani), predicozzi su temi serissimi (razzismo, omofobia, lotta alla mafia, disabilità...), espressi sempre in modo ambiguo, contraddittorio, debole e comunque fuori contesto e quindi banalizzati.

Insomma a me è parso una sorta di Circo Barnum (con tutto il rispetto per il Circo e che ci lavora e fa bene il suo mestiere), un polpettone confezionato furbescamente per accontentare tutti, fare audience ricorrendo allo sfolgorio di mille luci abbaglianti e all'ormai finta e abusata "trasgressione" di corpi seminudi, e di maschi che si atteggiano a omo o trans, mettendo insieme qualche artista e acrobata bravo con tanti improvvisati, saltimbanchi e clown.

Sì, qualche brivido l’ho provato anch’io, ascoltandoli, di freddo e di tristezza , perché di “canzone italiana” e di artisti veri ne ho visti pochi; ma tanti giovani illusi e braccia rubate all’agricoltura....

E non ho potuto fare a meno di pensare ai brividi che sentivo io quando ascoltavo artisti come Edit Piaf, Amalia Rodriguez, Ella Fitzgerald, Mahalia Jackson, Duke Ellington, Harry Belafonte, i Platters ( prima di diventare “razzista” e “omofoba “ stando ai canoni attuali…), Charles Aznavour, Frank Sinatra, Milva, Mina, Modugno e tanti altri , italiani e “stranieri” che avevano una voce che faceva davvero venire i brividi, e una personalità “unica”, autenticamente personale e non costruita o copiata da moda.

Vecchia nostalgica della musica del tempo che fu? Sì, lo ammetto. Ma di artisti, cantanti e musicisti bravi ce ne sono tantissimi ancora oggi, ma non si trovano al festival di San Remo. Anche stando in casa per gli impedimenti dirimenti da pandemia, basta andare in internet su You tube e Watch e sentire meravigliosi concerti da prestigiosi teatri, nazionali e internazionali, vedere stupendi balletti dal Bols’oj, al Royal Ballet , alla Zarzuela, alla Scala, danza classica e folklore, coreografie tradizionali e moderne; e sentire violinisti, pianisti, chitarristi, fisarmonicisti, flautisti o altri strumentisti bravissimi, spesso anche molto giovani, uomini e donne, persone che non hanno bisogno di mascherare, o dichiarare, la propria inclinazione sessuale per dimostrare di essere bravi..

Io ne ho sentiti parecchi in questi ultimi tempi in cui l’offerta televisiva è piuttosto scadente e le uscite sono quasi impossibili.

E sono i “brividi”, nazionali e internazionali, che preferisco.

 

Foto : Modugno mentre apre le braccia durante il ritornello di "Nel blu dipinto di blu" al Festival di Sanremo del 1958 – da wikipedia