mercoledì 28 ottobre 2020

2020 Annus horribilis che passerà alla storia insieme al Covid-19


Il primo ad essere definito “annus horribilis” fu l’anno 69 d.C. perché fu teatro di lotte feroci, guerra civile, grande crisi e caos a Roma, quando Nerone si trovò costretto al suicidio e dopo di lui si succedettero ben quattro imperatori. Poi vennero tanti altri anni bui e orribili, caratterizzati da eventi catastrofici naturali o politico sociali eccezionali, che restarono impressi nella memoria per generazioni e tramandati nei libri di storia.
Ne ricordo solo alcuni: il 1630 anno della peste; 1789, scoppio della Rivoluzione francese con tutto quel che ne seguì, in bene e in male; 1848 (o “Quarantotto”) anno di insurrezioni o rivolte popolari nelle capitali d’Europa contro gli imperialismi e l’assolutismo (e 1a Guerra di indipendenza per l’Italia); 1855 epidemia di colera; 1915-18 Prima guerra mondiale; 1917, Rivoluzione russa; 1918-20 epidemia ( o pandemia) di influenza detta “spagnola”; 1929, anno della Grande Depressione economica che dagli Stati Uniti si riversò anche in Europa; 1939-1945 Seconda Guerra Mondiale.
E mi fermo qui per i primi due millenni. Non è il caso di fare paragoni sulla portata, la gravità e le conseguenze, tra l’uno e l’altro anno orribile del passato, perché ogni situazione era diversa dall’altra.
Di certo non si può dire che “si stava meglio quando si stava peggio”… se si guarda ai numeri delle vittime e ai costi economici subiti e alle conseguenze subite poi per anni.
 

Entrando nel 2000, Giorgio Bocca aveva usato questa definizione per il titolo di un suo libro uscito nel 2010 e riferito al 2009, anno in cui vennero al pettine i tanti nodi e problemi sociali ed economici e il degrado politico-morale, innescati o provocati dal “berlusconismo” e da tante altre cause e crisi nazionali e internazionali. Ma né Bocca né altri avrebbero mai immaginato o previsto che il 2020 sarebbe stato molto peggio e avrebbe ben più meritato questo appellativo. E la causa scatenante per questa crisi è stato un virus nuovo, chiamato coronavirus e collocabile nella numerosa famiglia delle “influenze” con la sigla Sars-CoV-2, e poi etichettato come Covid-19 (perché scoperto nel 2019); virus che si è rapidamente diffuso in Italia e nel mondo intero, tanto da essere classificato dall’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità) nella categoria delle pandemie, provocando oltre un milione di morti accertati ( e forse tanti altri non registrati); mentre altri milioni di contagiati, pur guariti con rimedi e cure sperimentali, hanno sofferto lunghe o brevi degenze in ospedali non sempre adeguati o attrezzati in fretta e furia, con effetti collaterali debilitanti ancora in atto. 

 Mai avremmo immaginato di vedere folle di persone circolare per le strade  e in ogni luogo, anche di lavoro, con una mascherina sul volto, così come i capi di stato (e qualcuno ci si è pure ammalato prima di indossarla...) , deputati e senatori in Parlamento, medici e infermieri intabarrati e nascosti in tute, camicioni e visiere che li fanno sembrare personaggi da film di fantascienza (o horror), chini su letti di cura (e di tortura) dove giacciono povere persone intubate e prigioniere di un groviglio di fili, tubi e caschi di ventilazione. “Spettacolo” e immagini angoscianti, soprattutto per noi anziani che siamo le vittime predestinate e predilette del Covid-19.

Solo qualche dato complessivo, addì 25 ottobre, diffuso dal Dashboard by the Center for Systems Science and Engineering (CSSE) at Johns Hopkins University (JHU):
MORTI 1.159.425 nel mondo, di cui 37.479 in Italia
CONTAGIATI nel mondo 8.703.635, di cui 542.789 in Italia.
E l’elenco degli Stati toccati è lunghissimo, spazia nei 5 continenti, America, Europa, Asia, Africa e pure Oceania. E i numeri salgono ogni giorno
.
L’anno non è ancora terminato che già si piange nella vasta platea delle parti sociali che se ne considerano vittime, per le conseguenze sul piano economico, connesse alle chiusure di tutte le attività e ai divieti di spostamenti di persone e mezzi di trasporto.
Negli ultimi giorni poi sono scoppiati anche disordini in tante città d’Italia per protestare contro i provvedimenti del governo, che, per tentare di arginare la”seconda ondata” di contagi (dopo la prima tra febbraio/ marzo e maggio), ha imposto di nuovo un parziale “coprifuoco”, con la chiusura di ristoranti, bar, palestre, teatri, sale da ballo, da gioco e simili, e una fitta serie di restrizioni per tante manifestazioni pubbliche e attività economiche, culturali, sportive e scolastiche.
Già nel corso della prima ondata di contagi e di lockdown si segnalavano le perdite nell’ordine di miliardi nei settori del turismo, nel mondo delle produzioni manufatturiere e dei beni di consumo di lusso, commercio fisso e ambulante, piccole e medie imprese, il calo vendite di auto e tanto altro. E altri segnalavano la grande perdita di conoscenze e di rapporti umani e sociali per tutti i bambini, ragazzi e giovani, registrata nel mondo della scuola (dai nidi all’università) a causa della chiusura di tutte le strutture scolastiche per oltre 3 mesi.
 

 Il “libera tutti” estivo aveva fatto sperare in una ritirata del virus e in una ripresa dell’economia. E invece siamo tornati al punto di ripresa… dei guai, già da settembre ormai. Ora che siamo alle prese col trentesimo (più o meno, ma ho perso il conto) Decreto del governo, che impone nuove restrizioni con disposizioni non sempre comprensibili e chiare, o giustificate dall’andamento e dalla diffusione dei contagi, sta montando sempre più tra la gente l’insofferenza quando non la rabbia, per dover ricominciare da capo, con le mascherine obbligatorie dovunque e tante limitazioni di movimento e sacrifici, soprattutto per chi deve chiudere un’attività e perdere il lavoro e quindi i mezzi di sostentamento per sé e la propria famiglia. 

 Arrabbiati, se non disperati, i genitori con figli in età scolare, di fronte alla prospettiva di veder perdere un altro anno scolastico in una fumosa DAD, o Didattica a distanza, vissuta in casa e schiava di un arido computer.
Ci sono già stati vari scontri con manifestanti che rappresentavano varie categorie penalizzate, tra i quali si sono però infiltrati gruppi di professionisti del vandalismo e del saccheggio, giovani e meno giovani, con l’aggiunta di qualche immigrato poco integrato, aizzatisi via social autonomamente o dai soliti teppisti di Forza nuova, di destra estrema, e di certi Centri sociali di sedicente sinistra del tanto peggio tanto meglio.
Per tener calme le piazze è partita quindi da parte del governo la campagna di imbonimento, con promesse di “ristoro”, ovvero di risarcimento economico per le persone e le categorie più penalizzate dalle chiusure. Dove prenderà questi soldi (dall’Europa?!) solo Dio lo sa, ma di certo ci indebiteremo ancora di più e saranno tutti debiti da pagare per le prossime generazioni.
Quanto potrà o dovrà durare ancora questa situazione nessuno lo sa, né i politici , né i governanti a livello nazionale, regionale o locale, di maggioranza o opposizione, destra o sinistra; né le legioni di virologi, infettivologi, ed esperti a vario titolo, nazionali e internazionali, OMS compresa, che già hanno messo a dura prova la nostra pazienza e voglia di capire nei mesi scorsi, con le loro contraddittorie dispute, sentenze e profezie contrastanti; tanto da farci mettere in dubbio e offuscare non poco la nostra fiducia nella “scienza”, o quantomeno in tanti presunti “scienziati” (oltre a improvvisati ciarlatani) che ci bombardavano quotidianamente da giornali, tv e social media.
Anche se ci dobbiamo per forza aggrappare alla speranza e alla fiducia nelle capacità di cura dei nostri bravi medici e infermieri (sfruttati al massimo), e nella capacità dei ricercatori di inventare e produrre un nuovo vaccino efficace e sicuro, per debellare questa “bestia” immonda e tornare a vivere normalmente.

 Sui politici poi, meglio stendere un velo pietoso. Eravamo in tanti, credo, disposti a dare fiducia e sostenere chi aveva incarichi di governo e doveva prendere decisioni difficili e impopolari, per affrontare un nemico nuovo, micidiale, insidioso, imprevisto e imprevedibile nella sua diffusione. Ora anche questo piccolo capitale di fiducia e pazienza sta vacillando a fronte della constatazione che, al di là delle tante parole rassicuranti profuse quotidianamente e dei tanti decreti che hanno quasi sospeso la vita democratica e limitato tante libertà, si è fatto molto poco e con grave ritardo per prepararsi ad affrontare la prevedibile e prevista seconda ondata di contagi autunnale.
Non ci consola, anzi aggrava la preoccupazione, il detto “mal comune mezzo gaudio” che ci viene trasmesso dai mezzi di comunicazione a fronte del fatto che anche gli altri Stati, europei ed extraeuropei, coi governi più diversi, si trovano nella stessa situazione, se non peggio.
E infastidisce, e demoralizza non poco, il dover vedere che gli esponenti di governo, nazionale e regionali, sono preoccupati più di difendere la propria immagine e la propria permanenza in carica, distribuendo sussidi a pioggia, rattoppi modesti e contraddittori, scambiando lucciole per lanterne (e seggiolini a rotelle per banchi), senza una visione prospettiva di lungo termine e provvedimenti sanitari ed economici strutturali.
Mentre gli esponenti dell’opposizione sembrano voler solo soffiare sul fuoco del malcontento e della rivolta e cogliere l’occasione del disagio generale per far cadere un governo traballante, incerto, diviso al suo interno, e di vacillante maggioranza. Che in un frangente come questo, non credo sia una buona idea, costruttiva e utile per risolvere i problemi enormi che questo annus horribilis 2020 ci ha regalato (e che probabilmente lascerà in eredità al 2021).

** Coronavirus. La mappa del contagio. Aggiornamento del 20 dicembre 2020

Fonte: COVID-19 Dashboard by the Center for Systems Science and Engineering (CSSE) at Johns Hopkins University (JHU)

Totale dei casi di contagiati in tutto il mondo: 76.437.510

Totale dei morti nel mondo 1.688.362 di cui :

316.298 morti in USA - 186.356 in Brasile -145.477 India - 117.876 Mexico - 68.447 in Italia -67.177 Regno unito (Inghilterra) - 60.535 Francia - 53.625 Iran- 50.242 Russia - 48.926 Spagna - 41.763 Argentina - 40.268 Colombia - 37.034 Peru - 26.213 Germania - 25.397 Polonia - 24.539 SudAfrica - 19.880 Indonesia -18.545 Belgio -17.851 Turchia - 14.394 Romania -14.185 Canada - 10.578 Netherlands (Olanda) - 10.331 Cechia - 9.330 Pakistan - 8.099 Ungheria -7.993 Svezia - 7.280 Bangladesh - 7.069 Egitto - 6.909 Marocco - 6.618 Svizzera - 6.551 Bulgaria - 6.134 Portogallo- 6.122 Arabia Saudita - 5.351 Austria - 4.763 Cina - 4.126 Tunisia - 4.102 Grecia - 3.625 Bosnia Ezegovina - 3.545 Giordania - 3.527 Panama - 3.177 Croazia - 3.082 Israele - 2.778 Giappone - 2.353 Slovenia - 2.154 Irlanda - 908 Australia.

E mi fermo qui per ragioni di spazio perché mi è impossibile citare tutti i dati dei 191 Stati o territori in cui sono stati raccolti .


L’elenco completo è leggibile al link

https://www.corriere.it/speciale/esteri/2020/mappa-coronavirus/


E i dati dei contagiati e dei morti vanno poi elaborati in relazione al numero degli abitanti di ogni Stato, alla densità di popolazione e concentrazione abitativa, alle caratteristiche dei rispettivi territori, oltre che ai rispettivi diversi sistemi politici e sanitari ( e alla possibilità di avere dati veritieri...).