Michela Murgia, scrittrice e attivista famosa per i suoi libri e le sue battaglie ideologiche, culturali e politiche, piuttosto dirompenti e divisive, è morta nei giorni scorsi a soli 51 anni a causa di un cancro che si è rivelato incurabile. La sua forte personalità e il suo sorriso accattivante hanno monopolizzato l’attenzione degli organi di stampa e di tutti i social e mezzi di comunicazione, che si sono profusi con foto, articoli e commenti tutti incentrati sulla sua persona e le sue idee, esaltate da tanti, e criticate da altri. Ma al di là delle sue idee, che lascio ai posteri valutare se fossero sagge, confuse o strampalate (famiglia "queer"? "schwa"?...), io invece sono rimasta colpita dal fatto più importante e più crudele che sta alla base: la morte di una persona ancora così giovane e apparentemente sana fino a poco tempo fa, e pur dotata dei mezzi economici per poter accedere a tutte le cure più aggiornate.
La morte di Michela Murgia infatti ci ha di nuovo fatto toccare con mano che il cancro è ancora una terribile “livella” che uccide senza guardare in faccia a nessuno, ricco o povero, giovane o vecchio, illustre o sconosciuto. E quindi non posso fare a meno di pensare anche ai tanti sconosciuti che stanno vivendo questo stesso dramma lontano dai riflettori, nel silenzio, e con il solo supporto di modeste famiglie “tradizionali” ( un marito, una moglie, i genitori, i figli, i parenti e gli amici da una vita...), e con tutti i dolorosi problemi fisici, psicologici, economici, professionali e pratici di vita quotidiana, da affrontare, per mesi o per anni, e ancora troppo spesso per finire poi con una sconfitta. E con servizi di supporto pubblico non sempre all’altezza delle necessità e corrispondenti a quanto promesso in teoria o sulla carta.
Una recente pubblicazione di statistiche e dati dell’Istituto superiore di sanità ci informa che “Nel 2022, in Italia, sono stimate 390.700 nuove diagnosi di cancro (nel 2020 erano 376.600), 205.000 negli uomini e 185.700 nelle donne. In due anni, l’incremento è stato di 14.100 casi. Il tumore più frequentemente diagnosticato, nel 2022, è il carcinoma della mammella (55.700 casi, +0,5% rispetto al 2020), seguito dal colon-retto (48.100, +1,5% negli uomini e +1,6% nelle donne), polmone (43.900, +1,6% negli uomini e +3,6% nelle donne), prostata (40.500, +1,5%) e vescica (29.200, +1,7% negli uomini e +1,0% nelle donne). La pandemia ha determinato, nel 2020, un calo delle nuove diagnosi, legato in parte all’interruzione degli screening oncologici e al rallentamento delle attività diagnostiche, ma oggi si assiste a una vera e propria epidemia di casi di cancro….”
Lo stesso Istituto raccomanda poi di migliorare gli “stili di vita scorretti” ed evitare tutti quei comportamenti che possono favorire l’insorgenza di un tumore; e cita fumo, alcol, obesità, sedentarietà. Oltre al fatto che l’aumento dell’età media e quindi del numero degli anziani, ne espone una forte percentuale alla maggior probabilità di contrarre una qualche forma di tumore.
Ma se è pur vero che si è constatato un legame di causa - effetto in questi fattori di rischio, è anche vero e affermato da fonti scientifiche che “non esiste quasi mai, tranne in alcune rare forme ereditarie, un’unica causa che possa spiegare l’insorgenza di una neoplasia. Al suo sviluppo concorrono diversi fattori, alcuni dei quali non sono modificabili, come i geni ereditati dai propri genitori o l’età, mentre su altri si può intervenire per ridurre il rischio di andare incontro alla malattia….”
In parole povere, il cancro può essere definito ancora oggi un “male oscuro” o quantomeno un male dalle origini oscure, a volte singole, a volte associate e molteplici, personali, naturali, ambientali, indotte da agenti chimici esterni, virus o infezioni che degenerano in patologia cancerosa.
Come “ridurre il rischio” è la grande scommessa del nostro tempo, che però non offre ancora ricette sicure per tutti, se non per generiche grandi linee e raccomandazioni. Oltre ai suddetti migliori “stili di vita” e alla eliminazione dall’ambiente e dal contatto umano di tutte quelle sostanze chimiche di cui si è conosciuta la tossicità, occorre potenziare tutti gli strumenti di prevenzione sanitaria con screening che facilitino il più possibile le diagnosi precoci .
E poi è necessario un maggior impegno pubblico e privato per sostenere finanziariamente la RICERCA SCIENTIFICA, per scoprire con maggior esattezza e sicurezza origine e cause dell’insorgenza di vari tipi di tumore, e quindi per scoprire nuovi farmaci più efficaci e mirati per sconfiggerli.
Diagnosi precoci e cure (chirurgia, chemioterapia e radioterapia) servono e possono salvare molte vite. I dati sulla sopravvivenza lo dimostrano .
A cinque anni dalla diagnosi di tumore è ancora in vita il 59,4 per cento degli uomini (la stima del 2020 era del 54 per cento) e il 65 per cento delle donne (63 per cento nel 2020). I dati mostrano che per alcuni tumori il tasso di sopravvivenza supera il 90 per cento (tiroide e melanoma nelle donne; testicolo, tiroide e prostata negli uomini) e che anche per i tumori abitualmente più difficili da curare (polmone, esofago, mesotelioma e pancreas) ci sono stati comunque miglioramenti superiori al 2 per cento. Per i tumori pediatrici il tasso di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è pari all’84,3 per cento, rispetto a una media europea del 78 per cento.
Inoltre, dall’analisi emerge l’importanza di un contesto di cura adeguato e della tempestività degli interventi di diagnosi e trattamento. “La probabilità di sopravvivere per almeno cinque anni al cancro sale notevolmente per chi supera il primo anno dalla diagnosi, e raggiunge il 77,7 per cento negli uomini e l’80,4 per cento nelle donne” ha spiegato Diego Serraino, del Centro di riferimento oncologico di Aviano e direttore del Registro tumori del Friuli-Venezia Giulia….
Per concludere: molto è stato fatto in questi ultimi decenni, ma molto resta ancora da fare per salvare tante vite e alleviare tante sofferenze, di pazienti illustri e sconosciuti.
E' compito difficile, lo sappiamo, ma necessario e doveroso da affrontare per chi ha responsabilità a livello istituzionale, politico o professionale, nel contesto del Servizio Sanitario
nazionale e regionale. Per non dover piangere ancora per la perdita di tante persone, umili o famose, che potevano dare ancora tanto alla società, ai loro cari, e a se stesse.
M.B.
*Fonti varie per approfondimenti
https://www.iss.it/-/tumori-nel-2022-in-italia-stimati-390.700-nuovi-casi-circa-14-mila-in-pi%C3%B9-in-2-anni (Istituto Superiore di Sanità)
https://www.airc.it/news/tumori-in-italia-i-numeri-aggiornati
https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/cose-il-cancro/numeri-del-cancro
https://www.aurobindoitalia.it/tumori-lincidenza-in-italia/
https://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/cards/ecco-perche-ci-si-ammala-tumore/cause-tumore-che-cosa-hsappiamo-oggi_principale.shtml