Ci risiamo. Di nuovo in campagna elettorale con una situazione e un'offerta politica che più confusa di così non si può.
Credevamo di esserci liberati di Berlusconi, e invece no. Rieccolo più agitato che mai, terrorizzato dalla prospettiva dell'oblio e di una eventuale condanna per le sue pendenze giudiziarie, salta da una televisione all'altra, pubblica e privata, ogni santo giorno, convinto di avere ancora il carisma e il potere di affascinare le folle di telespettatori. Finto e ritinto e ripetitivo come un disco rotto ha ritrovato il sostegno delle sue amazzoni portate in Parlamento, ma il suo Pdl lo segue solo in parte e si è già diviso in vari pezzi.
Pdl diviso e osteggiato anche dalla Lega, ex alleata pure essa dilaniata e dimezzata dagli scandali, tra un Bossi ormai privo di ogni credibilità e un Maroni che si fa fatica a vedere come leader.
Credevamo di poterci liberare di Monti, presunto Cincinnato che avrebbe dovuto tornarsene alla Bocconi dopo aver assolto il suo compito di tecnico "salvatore dell'Italia" (strizzando gli italiani), e invece si è improvvisamente scoperto una vocazione per la politica, dopo vari tentennamenti, e si presenta a capo di una lista, o "Agenda" di Centro, aggregato a quel dinosauro ex Dc di Casini che da una vita ritenta, senza finora riuscirci, di rifondare la DC. E a Monti è spuntata l'idea di poter essere un nuovo De Gasperi, ringalluzzito dal plateale appoggio di alcuni leader europei e dello Stato del Vaticano, attraverso l'Osservatore Romano, organo del Papa.
Evidentemente anche per lui è scattata la "sindrome da attaccamento alla poltrona" che colpisce tutti gli italiani con qualche incarico di potere; e così anche il sobrio professore non se ne vuole più staccare, convinto di essere solo lui in grado di finire l'opera di salvatore dell'Italia, anche se finora è riuscito solo a salvare la propria immagine all'estero, senza risolvere alcuno dei gravi problemi economici dell'Italia (a parte, per ora, il famigerato spread), anzi, per qualche aspetto anche aggravandoli.
Che la Chiesa lo appoggi non stupisce, la Chiesa ha sempre gradito "gli uomini della Provvidenza" dagli antichi re e imperatori, a Mussolini, a Berlusconi, cui ha perdonato tutte le porcherie, pur di conservare privilegi e possibilità di intervento a gamba tesa sulla legislazione italiana, a scapito della laicità. Non potendo più sostenere Berlusconi, ormai indifendibile anche per i misericordiosi alti prelati, eccoli attaccarsi a Monti e Casini sperando di poter continuare a mantenere con loro lo stesso rapporto di favore. Il fatto che il programma di Monti preveda sacrifici più per le classi medio basse che per quelle alte, va benissimo; i sacrifici sono sempre stati il pane, anzi un dono divino per il popolo, per guadagnarsi il Paradiso. E poi con tanti poveri si può sempre far bella figura elargendo un po' di beneficenza (con il denaro ricevuto da privati e Stato).
Stando ai sondaggi, non sembra però che questo nuovo Centro, pieno di facce vecchie e con idee vecchie spacciate per moderne e innovative, possa avere molti consensi.
- Se guardiamo a sinistra, la situazione è ancora molto complicata e pure divisa.
Intanto c'è l'incognita del Movimento 5 Stelle dell'istrionico e funambolico Beppe Grillo, dato fino a poco fa in grande ascesa, ma un po' in frenata ora, dopo alcune performances del capo che hanno suscitato molti dubbi anche tra i suoi fan. Rappresenta una protesta allo stato puro, indistinta, in parte motivata e in parte rozza, senza porsi problemi di governabilità futura; guai a parlare di alleanze o assumersi responsabilità di scelte, puntando ad una comoda opposizione dura, non importa chi governerà; tanto peggio tanto meglio per il blog e i blogger perditempo.
A complicare le cose adesso si è aggiunto anche il neonato partito del magistrato Antonio Ingroia, che vuol rappresentare una "Rivoluzione civile" di sinistra antagonista, in concorrenza col PD, col quale si è già messo in polemica; anche perchè il Pd ha arruolato un altro magistrato importante, Pietro Grasso, col quale non corre buon sangue.
E adesso il povero Bersani leader riconosciuto e certificato del centrosinistra, col timbro autorevole della vittoria alle primarie, si trova come Amleto di fronte ad un dilemma esistenziale di portata storica.
Poichè anche vincendo, come pare probabile, le prossime elezioni del 24-25 febbraio 2013, difficilmente potrebbe raggiungere da solo la maggioranza in Parlamento, per assurgere al governo dovrebbe allearsi con qualche altra forza politica.
Col Centro o con la sinistra?
Se Grillo e Ingroia terranno le porte chiuse in sdegnoso isolamento e pregiudiziale ostilità, magari anche reciproca, resta solo praticabile l'alleanza con il Centro di Monti-Casini-cardinal Bertone.
Ma potrebbe essere questo per il centrosinistra di Bersani-Vendola, PD e SEl, un abbraccio mortale, che costringerebbe Bersani a vestire il loden, e a rinunce programmatiche e ideali sul piano delle politiche sociali, della laicità e delle riforme vere necessarie per la giustizia e contro la corruzione e i privilegi della varie e potenti caste che si stanno già aggrappando a Monti .
A meno che, a fronte di uno scarso successo elettorale, non sia Monti a mettersi il giaccone sportivo e a recitare la parte del "progressista". Pare stia facendo le prove. La scuola politica del trasformismo italiano non manca mai di allievi bravissimi a imparare in fretta.
Comunque sarà, auguri a Bersani perchè sappia fare la scelta giusto, e auguri all'Italia perchè riesca a risollevarsi da questa crisi economica, politica e morale.
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