domenica 22 maggio 2016

Due motivi semplici per votare NO: non mi piace la riforma, non mi piace Renzi

Viviamo in un mondo in cui  ormai al popolo è concesso di esprimersi soprattutto attraverso  un clic su piccole icone  che indicano il "mi piace" e  il "non mi piace". Ci aspetta un importante referendum su una legge di riforma  della nostra Costituzione che ci chiede di esprimere il nostro parere e il nostro gradimento (o non gradimento) con un SI', se ci piace, o con un NO, se non ci piace.
Se ne parla da tempo, e anche se mancano 5 mesi all'appuntamento, è già  iniziata la "campagna elettorale" dei sostenitori dei rispettivi schieramenti che hanno espresso ampiamente e pubblicamente le ragioni della loro scelta e futuro voto.
Ebbene, sentiti gli uni e gli altri, anch'io, semplice cittadino,  mi sono fatta una convinzione e dico: voterò NO, perchè "non mi piace" il contenuto della riforma e "non mi piace Renzi", il capo del governo che la propone e sostiene, legando la sua permanenza in carica al successo  del SI nel referendum, di fatto trasformando un quesito  sulla Costituzione in un improprio, per non dire illegittimo o quantomeno incostituzionale, plebiscito su se stesso e il suo governo.
Le motivazioni tecniche  di critica al contenuto della Riforma le hanno espresse molto meglio di quanto possa fare io Gustavo Zagrebelski e altri, in ampi interventi leggibili, ad esempio, ai link:


 


Di mio, con parole povere dico semplicemente che non mi piace il Senato che uscirebbe da questa riforma , un  pasticcio di organismo  composto da consiglieri regionali e sindaci che non potrà mai funzionare bene, se non nel garantire l'impunità  e la dignità senatoria  a  personaggi di fatto non democraticamente eletti, ma nominati grazie ad una pessima  legge elettorale, sia quella in vigore, sia quella proposta  con l"Italicum" che restringe  al minimo le possibilità di scelta per gli elettori.

Pasticcio che si aggiunge all'altro pasticcio della legge elettorale e della falsa abolizione delle Province, trasformate in quell'oggetto misterioso e farraginoso che sono le nuove "città metropolitane". 
Insomma si sta distruggendo un impianto istituzionale (bicameralismo, Regioni, Province, Comuni) fissato nella Costituzione da una benemerita Assemblea Costituente appositamente eletta; impianto che andava se mai  riformato  in modo più semplice, aggiornandolo per quegli aspetti di redistribuzione o limitazione di competenze e numero di eletti, che avevano rivelato nel tempo problemi di funzionamento e costi eccessivi; ma senza stravolgerlo e peggiorarlo.

 Non mi piace il clima che si è creato intorno a questo referendum, per responsabilità principale proprio del presidente del Consiglio Renzi, che sta forzando la mano per vincere a tutti i costi una consultazione refendaria  che spetta al popolo, non al Governo, mobilitando ministri e l'intero partito, il PD, di cui pure è il capo, con la pretesa del silenzio per la minoranza che è contraria fino alla data della consultazione. 
Ma è forse obbligatoria la disciplina di partito in un referendum costituzionale??!!
La consultazione popolare ne verrà fortemente condizionata e non sarà più libera,  se  chi governa userà tutti i suoi preponderanti poteri di propaganda  per far vincere la sua tesi. Basti vedere già in questi giorni la massiccia presenza dei comizi di Renzi e Boschi su giornali e Tv , e lo scarsissimo spazio lasciato agli esponenti dei comitati e delle voci più serie e argomentate a favore del NO, preferendo la Tv dare spazio alle estremistiche manifestazioni di Casa Pound o alle  rabbiose esternazioni di Brunetta, in questo modo volutamente squalificando o mettendo in cattiva luce le vere ragioni e motivazioni ideali e politiche di chi voterà NO, che non sono certo le stesse per tutti.

 Io non cerco poltrone nè inciuci, caro Renzi; le poltrone le stai occupando tutte tu coi tuoi fedelissimi e gli inciuci li hai fatti tu, con gli Alfano e i Verdini (e prima col patto del Nazareno berlusconiano) per concordare e fare approvare leggi discutibilissime; abbi quindi il pudore di non attribuirli agli altri.
Dico NO, perchè è una riforma che non serve a nulla per la soluzione dei veri e gravi problemi del Paese, corruzione, illegalità e mafie imperanti, difficoltà  economiche  e disoccupazione persistente, disagio sociale e sfiducia nella politica, massiccia e incontrollata immigrazione, terrorismo e sicurezza; ma crea altri problemi  alla tenuta della democrazia e alla possibilità di rappresentanza popolare.

La Monarchia  gli italiani l'hanno giustamente "rottamata" nel 1946 col primo referendum istituzionale  e io non ho nessuna nostalgia o voglia di riesumarla nella forma che sembri prediligere tu con le tue "riforme"e il tuo metodo di fare politica.

Non sono d'accordo con Massimo Cacciari che se ne esce con la contradditoria affermazione che la riforma "è una puttanata", ma che lui voterà ugualmente per il SI'. No caro filosofo, non ragioni bene, e tradisci quello che è lo scopo di un referendum  in materia costituzionale, che è fatto apposta perchè ogni elettore faccia sapere se ritiene che una riforma sia ben fatta o no, e se valga la pena cambiare la Costituzione vigente nel modo proposto. Se si ritiene che la riforma sia brutta e peggiorativa si ha l'obbligo morale di votare NO.

Non sono d'accordo con Eugenio Scalfari  che nel più recente articolo sull'Espresso si arrampica sugli specchi della dialettica  per  tappare la bocca ai giudici, visto che alcuni  hanno espresso critiche alla riforma  e manifestato l'intento di votare per il NO, arrivando a ipotizzare che questi giudici possano poi essere non imparziali nel giudicare lui stesso o altri cittadini a seconda di come abbiano votato al referendum...!!! Oltre che offensiva per l'intera categoria della magistratura, che dire e che fare allora di quei magistrati e costituzionalisti che hanno collaborato alla stesura della riforma o si sono espressi a favore? Dovevano farlo in clandestinità?

Infine, merita appena un cenno di biasimo la lettera dell'ondivago e ambiguo   Claudio Velardi indirizzata "ai militanti" del PD perchè si mobilitino per il SI' ,  "glissino" sulle pagine dei giornali "che vi spiegheranno male la riforma... scorrete fugacemente  le alate contestazioni dei 56 costituzionalisti" che si sono espressi per il NO. Insomma, fidatevi di noi e non perdete tempo ad ascoltare  le ragioni degli altri. Poco ci manca che concludesse col motto "credere, obbedire, combattere" . 

Già, perchè si è fatta strada e si spinge sull'idea che "dopo di noi, o senza di noi, il diluvio"; ovvero l'ingovernabilità dell'Italia, che, poverina, ha già avuto in 70 anni 63 governi e non arebbe altra scelta che tenersi il 64°, qualunque cosa faccia, bene o male.
Personalmente invece credo che qualunque sia l'esito del referendum  Renzi troverà il pretesto per restare comunque in carica (me lo chiede il Paese... me lo chiede l'Europa...me lo chiede Mattarella - dirà- magari  a seguito di qualche disgrazia o catastrofe naturale o di sicurezza nazionale che non mancano mai al momento opportuno).
In ogni caso, nell'evenienza di una vittoria del NO, anche se Renzi  tenesse fede alla parola data e ripetuta, e si dimettesse, dirò, come dice sempre lui: "ce ne faremo una ragione" .
Se l'Italia è sopravvissuta ai precedenti 63 governi (con 26 presidenti del Consiglio), tutto sommato sempre andando avanti, sia pure a zig zag, e mandando a casa  capi di governo anche un tantino più seri e preparati di lui, sopravviveremo anche  alle sue dimissioni.





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