domenica 22 novembre 2009

Testamento biologico, una scelta di libertà personale

La legge detta del " testamento biologico", o per l'esattezza, quella che prevede una Dichiarazione anticipata sul trattamento di fine vita, sta per tornare in Parlamento per l'approvazione definitiva, dopo un anno di forti polemiche esplose intorno al caso drammatico di Eluana Englaro e dopo la sospensione del DDL Calabrò, che il governo e la sua maggioranza volevano e vogliono tuttora imporre.
Ci ritroveremo quindi con la riproposizione della solita contrapposizione tra "cattolici" obbedienti ai dettami della gerarchia ecclesiastica e impropriamente autoproclamatisi difensori della vita da una parte, e "laici", spregiativamente definiti "laicisti" e nemici della vita dall'altra . Contrapposizione sbagliatissima, fuorviante e mal posta, a mio parere.

Perché su questo tema, come su tutti gli altri di carattere definito "etico", la contrapposizione reale, e di sostanza, non è, o non dovrebbe essere, tra cattolici e laici, ma tra chi rispetta il principio della libertà di scelta dell'individuo nei problemi della sfera personale (non importa se credente o non credente in una religione) e chi vuole imporre una propria visione morale e religiosa a tutti i cittadini di uno Stato, per legge.

Tradotto in termini politici, si tratta di distinguere chi è democratico , nel senso ampio del termine, e chi democratico non è, perchè antepone i diktat delle gerarchie ecclesiastiche cattoliche italiane, o le sue convinzioni etiche e religiose personali, al dovere di rispettare in primo luogo la Costituzione italiana, e di fare leggi che non costringano una parte dei cittadini, maggioranza o minoranza che siano, a subire limitazioni o privazioni dei propri diritti inalienabili.

Purtroppo in questi ultimi tempi c'è stata da parte delle gerarchie ecclesiastiche italiane e vaticane una sorta di "chiamata alle armi" dei fedeli, e soprattutto dei politici cattolici, per indurli con pressioni pubbliche continue a non collaborare o consentire all'approvazione di leggi che non siano in linea con le loro prese di posizione su vari temi etici. Pressioni che hanno trovato terreno ben disposto nel centrodestra e nel governo , tra i cui capi molti hanno molte "marachelle" e politiche tutt'altro che cristiane da farsi perdonare, e usano queste leggi "etiche" (dei cui effetti sui cittadini probabilmente a loro non importa nulla) per ottenere la benevolenza della Chiesa e i voti dei parrocchiani.
Ma hanno trovato terreno cedevole anche a sinistra, dove pure sono in tanti a sentirsi, o dichiararsi, cattolici, e comunque non osano contraddire pubblicamente papa, cardinali e vescovi che sono sempre pronti all'anatema, alla minaccia di scomuniche, all'incitamento dell'obiezione di coscienza fino alla disobbedienza civile per contrastare le leggi sgradite.
Mentre invita ogni giorno genericamente i politici "al dialogo e alla pacificazione" (con chiaro intento di tener buona l'opposizione al governo), la Chiesa fa poi di tutto per dividere e contrapporre i cittadini tra fedeli e disobbedienti, militarizzando quelli fedeli, rispolverando gli anacronistici anatemi contro la libertà di pensiero e criminalizzando il relativismo religioso e i non credenti come fossero nemici di Dio e della vita.
Visione manichea, e tutt'altro che cristiana nella sostanza, che condanna l'Italia a subire lacerazioni e discriminazioni che in una società moderna non dovrebbero più esistere. In altri Stati, pur con popolazione a prevalenza cattolica o cristiana, gerarchie ecclesiastiche locali, politici e fedeli si sono pur trovati d'accordo per fare leggi che rispettano i diritti anche dei non credenti. Ma da noi questo pare impossibile.

Peccato, perchè se c'è un argomento che dovrebbe unire laici e cattolici, democratici, credenti e non credenti, di destra di sinistra e di centro, questo è proprio il cosiddetto testamento biologico. Perchè se c'è un progetto di legge che non danneggia o lede i diritti di nessuno, ma li tutela tutti, questo è rappresentato dalla proposta già presentata oltre un anno fa dal senatore dott. Ignazio Marino, firmato anche da un centinaio di parlamentari, e appoggiato da centomila firme di cittadini; proposta che è stata respinta dalla maggioranza e non sufficientemente difesa pure dal suo partito, il PD.

La proposta di legge governativa, firmata Calabrò, si è arroccata invece in difesa di un punto determinante: la pretesa di escludere l'alimentazione e l'idratazione artificiale dai trattamenti sanitari che un paziente in coma e senza più speranza di vita può rifiutare, con dichiarazione anticipata scritta quando consapevole.
In questo modo si vanifica ogni diritto alla libera scelta del paziente e lo si obbliga a subire anche contro la sua volontà dichiarata, un prolungamento di vita puramente vegetativa, ad oltranza, per induzione meccanica forzata. Se non è accanimento terapeutico questo, non so come altro lo si possa definire.

Non so perchè la Chiesa in Italia si sia incaponita per sostenere con tanta determinazione questo puntiglio. Da parte degli alti prelati ci si appiglia al principio astratto, della difesa della vita e della (presunta) volontà di Dio. Ma quando ci si ritrova in situazioni artificiosamente e mostruosamente create dagli uomini , come quella in cui si è trovata Eluana Englaro, come si può parlare di volontà di Dio e di difesa di una vita che vita non è più, perchè priva di ogni prerogativa e facoltà fisica e mentale propria di un essere umano?
Qualcuno può ragionevolmente sostenere che è stato Dio a volere che quella povera ragazza restasse in quelle condizioni per 17 anni?
Se si crede in quello che è scritto nel Vangelo, ci si dovrebbe ricordare che Dio lasciò suo figlio a soffrire sulla croce 3 ore, non 3 o 30 anni.
Per favore, non si nomini il nome di Dio invano, dove Dio non c'entra e dove tutti gli uomini hanno diritto di decidere per se stessi senza fare del male, o imporlo, a nessun altro.

La laicità, nel senso più ampio e alto del termine, non esclude ma include anche i cattolici, almeno quelli che rispettano in primo luogo la libertà di coscienza e di scelta di tutti i cittadini nelle questioni di carattere etico, senza pretendere di imporre le proprie convinzioni etiche o religiose a tutti per legge. E' giusto che si trovi il modo legittimo e corretto per dare la possibilità a chi lo vuole di fare una dichiarazione anticipata di trattamento sanitario, con valore legale. E sarebbe giusto che anche quanti si professano "cattolici" si battessero perchè si faccia una legge nazionale che legittimi questa libertà di scelta personale, includendo fra i trattamenti che si possono rifiutare anche l'idratazione e l'alimentazione forzata. Sarebbe una legge molto più umana e "cristiana" (oltre che costituzionale) di quella che vuol fare il Governo e la sua maggioranza ( a parte un piccolo gruppo che sembra si voglia dissociare...).

E' tanto difficile da capire e da accettare per la Chiesa questa idea? Perchè ci vuol far tornare ad una concezione medioevale della religione che sembra voler condannare l'uomo alla sofferenza obbligata, anche quando non necessaria, inutile e fine a se stessa??

Il Cardinale Biffi disse e scrisse qualche tempo fa che sono le pecore a dover seguire il pastore, e non il contrario. A parte il fatto che gli uomini, per stessa volontà del creatore, non sono pecore ma esseri pensanti, anche le pecore , se si accorgono che il pastore poco accorto le vuol guidare verso un precipizio, hanno il diritto di scegliere un'altra strada.




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