E' finita (si spera...) come doveva finire la resistibile ascesa di Umberto Bossi, giunto immeritatamente alle più alte vette del potere e del governo in Italia e ora costretto alle umilianti dimissioni da "capo" della Lega, travolto da una valanga di scandalose accuse che mostrano la vera natura del castello di balle su cui aveva costruito la sua fama e il suo successo. Finito dunque ingloriosamente, come il suo socio e complice Berlusconi, e pochi mesi dopo di lui; e come quella specie di pseudogiornalista-maggiordomo di Emilio Fede, che reggeva loro il bordone con servile e interessata piaggeria dalla sua tribuna televisiva.
Fine di un'epoca, o almeno di un ventennio infelice della storia politica italiana? Magari fosse così. Certo, per chi come me questi due personaggi li ha sempre visti come il fumo negli occhi, come un pericolo pubblico portatore di malcostume e degrado morale e sociale, è già una buona soddisfazione vedere la loro uscita dai piani alti delle istituzioni; e mi regala un piccolo compiacimento nel poter dire che avevo visto giusto e che la mia diffidenza e ostilità erano più che giustificate.
Ma la mia soddisfazione finisce qui e si ferma davanti al triste spettacolo offerto dagli orfani del "caro leader" nostrano, del capo carismatico a cui tutto si perdona, attribuendo sempre le colpe dei misfatti agli altri, ai familiari e ai capetti opportunisti e interessati che l'hanno circondato e sostenuto facendo finta di non vedere incapacità, pasticci e illeciti, per trarne vantaggio. Così come giustificarono tutto gli innamorati di Mussolini che, anche dopo aver subito i danni immani da lui provocati all'Italia, lo assolvevano dando la colpa di tutto ai "gerarchi". Così come hanno pianto affranti sincere lacrime quei poveri sudditi dei regimi alla morte dei dittatori che li avevano sfruttati e ingannati senza che loro se ne rendessero conto.
Ma la mia tristezza non viene solo dallo spettacolo offerto dal piccolo popolo di fan leghisti della base, male informati e nutriti di slogan sempliciotti e assurdi; viene anche dallo spettacolo offerto da politici e giornalisti dei piani alti che ancora non hanno il coraggio di chiamare le cose col loro nome e galleggiano su una marmellata ambigua e ipocrita, arrivando quasi a rendere onore a Bossi perchè ha compiuto il gran gesto, raro in Italia, delle dimissioni. Facendo finta di non capire che si è dimesso per forza delle cose che sono venute alla luce e solo di fronte a contestazioni della magistratura grandi come una casa (anzi come una villa ristrutturata con denaro pubblico destinato ad altri usi...).
E' bene dunque che sia stata smascherata questa specie di Banda Bassotti della politica italiana. Ma rimane il tanto male in un tessuto sociale italiano che ha permesso, voluto e sostenuto questa Banda. Perchè senza un largo consenso di cittadini volutamente ciechi o miopi tutto questo non avrebbe potuto accadere. E quindi potrebbe accadere di nuovo.
Un Paese che si è lasciato governare per tanto tempo da questa gente è un paese molto malato e non vedo al momento i "dottori" giusti che lo possano guarire. Non lo vedo in un centrodestra ex maggioranza, già complice e ancora succube dei suoi squalificati leader; non lo vedo in un centrosinistra o in una sinistra divisi, incapaci di fornire un modello alternativo, impastoiati tra eterne tentazioni all'inciucio e al compromesso su valori e questioni ideali e sostanziali; con frange di opposizione fine a se stessa ad uso e consumo di leadership personali.
Senza dimenticare che i casi Lusi, Penati, Tarantini e dalemiani vari hanno mostrato quanto siano deboli e fragili gli ideali civici e sociali di tanta gente "di sinistra" di fronte al denaro, agli affari e alle possibilità di carriera.
Nè c'è da illudersi che il risanamento morale, ed economico, possa venire da "larghe intese" costituite dalle attuali forze politiche che sostengono il governo Monti e che pensino di poter continuare ancora negli anni prossimi a nascondersi dietro di lui, facendogli fare il "lavoro sporco" taglieggiando le classi più deboli e sfornando riforme capestro o fasulle. Chi ha provocato il disastro difficilmente saprà o vorrà porvi rimedio.
Con buona pace del nostro autorevole dispensatore di alti, e inutili, moniti bipartisan. Piaccia o no quel po' di "pulizia" che si è riusciti a fare finora lo si è dovuto all'azione della Magistratura. Quella Magistratura che il Capo dello Stato ha così spesso bacchettato e accusato di protagonismo, mentre dilagavano mafie e corruzione, con notevoli collusioni e favoreggiamenti di politici e amministratori pubblici.
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