Comincio subito con l'inflazionato "vaffancu..." che è diventato il motto o il grido di battaglia del comico-guru politico Beppe Grillo e del suo Movimento che ha avuto gran successo alle ultime elezioni amministrative.
Ora, riconosciamo pure che è sempre meglio del "Dio lo vuole" di medioevale memoria che incitò i crociati a far stragi per portarsi a casa un po' di reliquie (fasulle). E sicuramente meglio è del "Dio è con noi" sulle insegne dei soldati nazisti che arrivarono al genocidio.
Ma mi auguro che adesso chi è stato eletto nelle liste del succitato "vaffa.." a "5 stelle" si occupi d'altro, sappia dire anche altre parole e sappia dare ai cittadini le risposte adeguate ai loro problemi, dimenticando gli assalti al didietro altrui e incitando a fare tante altre cose utili e interessanti.
Opportuno anche evitare di "dire caz..." e di infilare il nome "caz.." ogni tre parole, di qualsiasi argomento si parli serenamente o si discuta. Passi lo sfogo in un momento d'ira, che scappò al responsabile della Capitaneria di Porto De Falco contro il capitano Schettino che aveva vilmente abbandonato la sua nave e i passeggeri.
Ma che lo si tiri fuori come intercalare abituale in ogni conversazione mi pare un po' troppo e denota una fissazione eccessiva e quasi ossessiva verso una parte del corpo che ha pure le sue buone funzioni, ma che come livello di importanza e valore dovrebbe stare un po' più in basso e in subordine alla testa, visto che l'evoluzione della specie umana ha portato l'uomo in posizione eretta. E quando si diceva di uno che era una "testa di c..." non gli si faceva un complimento.
Una volta si diceva anche che l'Italia è "un popolo di eroi, santi, poeti e navigatori"; ed era certamente un'esagerazione o un luogo comune. Adesso siamo per molti , a cominciare da un noto ex capo di governo e dal suo sodale, "un paese di mer..". E anche questa mi pare una definizione da evitare, perchè diventata il simbolo di chi nella m... ci sguazza, usa la bandiera per pulirsi il c... e per salutare alza il dito medio, sempre fissato allo stesso indirizzo.
Se poi siamo arrabbiati e vogliamo insultare qualcuno che disprezziamo o ci ha fatto un torto, non ricorrerei al maleodorante "str..."; credo ci siano tanto altri vocaboli nella lingua italiana che possono esprimere i nostri sentimenti o risentimenti.
In conclusione, un invito: cari italiani, un po' di fantasia e di creatività espressiva; la nostra lingua è ricchissima e il nostro corpo è fatto di tanti organi; alziamo gli occhi dalle parti basse e guardiamo un po' più in alto. Si può fare, e si può dare, di più e comunicare meglio il nostro pensiero.
PS. Manco a farlo apposta, questa sera, nella seconda puntata della trasmissione, Luciana Litizzetto ha dedicato buona parte del suo intervento alla esaltazione delle succitate parole che io vorrei invece fossero messe in ombra. Evidentemente non abbiamo gli stessi gusti o partiamo da punti di vista diversi.
Lei deve far ridere e per una che di mestiere fa l'attrice comico-satirica, ci può stare. Da sempre si sa che per far ridere bisogna raccontare barzellette "sporche", con i classici riferimenti a organi genitali e pratiche sessuali.
Ma nel linguaggio comune quotidiano credo che questo insistere sulla coprolalia e sugli organi del lato A e del lato B, faccia piangere, o almeno sia una segno della decadenza di stile e buon gusto che si accompagna alla decadenza della società in tanti altri aspetti.
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