Caro Renzi ti scrivo... non montarti la testa, non strafare e non straparlare.
Anche se nessuno mi legge ( e meno che mai mi leggerà Renzi) stamattina mi voglio dilettare a scrivere qui quel che mi piacerebbe poter dire al nostro trionfante Presidente del Consiglio.
Caro Renzi, va bene, da sindaco di Firenze hai vinto nel dicembre scorso le primarie che ti hanno legittimamente consacrato segretario del PD; poi sei riuscito, pochi mesi dopo, con un'operazione lampo, a farti nominare dal Capo dello Stato, con l'avvallo di una strana maggioranza parlamentare, Presidente del Consiglio; mentre il PD traccheggiava affannosamente con un precedente risultato elettorale del 2013 che era arrivato solo al 25%, accerchiato da altre due forze politiche quasi equivalenti, il M5S e l'allora PDL.
Il 25 maggio scorso, le elezioni europee hanno regalato al PD, di cui fino a ieri eri segretario, e mentre eri a capo del governo, un successo insperato, di proporzioni mai raggiunte finora, il 40% e rotti dei votanti.
Sono stata contenta, mi ha fatto piacere questo risultato, perchè, pur a Parlamento invariato nella sua composizione, ha contribuito a redistribuire il "peso" politico dei vari partiti, rafforzando il PD, ridimensionando notevolmente le mirabolanti pretese egemoniche del M5S, frammentando in vari pezzi minoritari il centrodestra, umiliando finalmente l'ex onnipotente Berlusconi e cancellando i partitini di Centro.
E' indubbio che questo risultato è dovuto soprattutto alla tua leadership e alla forza della speranza che hai saputo suscitare in larghi strati di popolazione che in altre elezioni non aveva votato PD, superando i vecchi schemi ideologici di contrapposizione tra elettori di "destra contro sinistra" , e viceversa.
Ma, attenzione, è adesso che viene il difficile, perchè alle speranze e alle promesse bisogna dare risposte concrete e in tempi abbastanza brevi, perchè il consenso popolare, oggi come non mai, è volubile come il vento; i vecchi "zoccoli duri" di ogni partito si assottigliano e possono scappare da un momento all'altro proprio perchè le vecchie ideologie non fanno più presa e le delusioni e i fallimenti sono stati tanti.
Già lo sai che ha votato poco meno meno del 50% degli elettori, quindi sai che il maggior partito, sempre in crescita, è quello dell'astensionismo.
Poi devi pur sapere che anche chi ha dato, per l'ennesima o per la prima volta, il voto al PD in queste recenti elezioni europee, non è detto che condivida al 100% le tue idee e il tuo modo di far politica; e se fallisci nella tua titanica impresa di rinnovamento o tradisci le aspettative più importanti, alle prossime elezioni, potrebbe dirigere altrove le proprie speranze deluse.
Il pericolo maggiore, caro Renzi, viene proprio da te stesso (e dai tuoi troppo servizievoli cortigiani e cortigiane), perchè il "decisionismo" frettoloso che ti contraddistingue è un'arma a doppio taglio, va bene per un verso e fino a un certo punto; se vai oltre, rovini tutto.
Se confondi il governare con il comandare, se soffochi il dibattito interno con atti autoritari, espulsioni e battute sprezzanti, se consideri a priori le proposte e le critiche di minoranze come "capricci", se pretendi il "pensiero unico" nel PD, ti metti su una brutta strada, quella già percorsa da Berlusconi e che sta percorrendo Grillo.
Il banco di prova, più difficile ma illuminante, sarà quello delle riforme istituzionali che hai messo in campo. In tanti, nel partito e fuori, in aree comunque di sostenitori o simpatizzanti autorevoli, ti stanno dicendo che contengono molti aspetti negativi e peggiorativi.
Se rifiuti di prenderle in considerazione per incaponirti nella chiusa difesa di vecchi progetti concordati con alleati che si sono rivelati inaffidabili e perdenti, deluderai molti, ma soprattutto non renderai un buon servizio al Paese.
Un vecchio proverbio dice "Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei"
Se preferisci ancora andare o dar retta a Berlusconi e Alfano invece che a Chiti, ai 14 senatori autosospesi, a Civati e ai vari "professoroni" costituzionalisti autorevoli, non fai una buona scelta.
Non basterà accontentare e tacitare una delle ex correnti minoritarie dalemiano-turca, dando la presidenza del partito a Matteo Orfini per garantire l'unità del partito e soprattutto garantire una reale democrazia interna.
Quest'ultima mossa mi sa tanto da vecchia politica democristiana, da compromessino storico, per tentare di assicurarti i pieni poteri nel partito e imporre i tuoi discutibili, e in parte ancora imperscrutabili, obiettivi .
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