Bisogna pur riconoscere che il popolo delle primarie del PD merita un premio, per la fedeltà alla causa e alla speranza di costruire un Partito veramente Democratico e per trovare un leader che lo rappresenti con dignità ed efficacia. nonostante tutte le delusioni patite, i fallimenti, e i tradimenti dei leader scelti in precedenza.
E merita stavolta un premio speciale per aver decretato, con massiccia partecipazione e unanime determinazione, la vittoria di un giovane che si era presentato appena un paio di anni fa sulla scena della competizione politica per la segreteria, con la dirompente foga del "rottamatore" della "vecchia guardia" dei partiti, PCI-DS e DC, che avevano costituito sulla carta, ma non nei contenuti, un partito che doveva essere nuovo e finora non è stato .
Sconfitto da Bersani un anno fa, stavolta Matteo Renzi c'è riuscito ed ha vinto. Ed è davvero una svolta storica.
Premetto che Renzi non è mai stato il mio candidato ideale; ho diffidato di lui perchè agli inizi lo vedevo usare toni e metodi da "berluschino" e tuttora non mi è ben chiara la sua posizione su tanti problemi economici e strutturali che gravano sull'Italia. Ma riconosco anche che negli ultimi tempi mi è parso più maturo e consapevole, pur con qualche scivolata e passo falso. Ma nessuno è perfetto e a nuotare si impara nuotando.
Mi trovavo più in sintonia con i contenuti espressi da Pippo Civati, e per lui ho votato, pur sapendo che non avrebbe mai potuto vincere il confronto con un candidato dalla forza mediatica e comunicativa di Renzi sostenuto da grandi giornali e TV, e con un altro concorrente come Gianni Cuperlo, che ha la comunicativa di un ghiacciolo ma aveva dalla sua la mobilitazione di gran parte della nomenklatura e degli apparati, sezioni o circoli gestiti dagli ex DS.
Renzi ha stravinto col 68% dei voti e Civati ha dovuto accontentarsi del 14%, che resta comunque un risultato onorevole per uno che fino a poche settimane fa era uno sconosciuto per il grande pubblico, ed è stato sistematicamente e volutamente ignorato, snobbato e nascosto dalla stampa e dalle TV, da destra a sinistra.
Ma il risultato che più mi è stato di soddisfazione è il modesto 18% raccolto da Cuperlo, non tanto perchè mi stesse antipatico lui come persona, che ha fatto del suo meglio, ma per quel tipo di partito di "sinistra" da tavolino e retrobottega e sostanzialmente inciucista che lui rappresentava, e per lo sponsor, D'Alema, che aveva voluto a tutti i costi lanciare questo suo allievo fidato nella competizione per sbarrare la strada a Renzi e dimostrare a tutti quanto e quale peso lui poteva ancora avere nel partito.
E stavolta gli elettori, da nord a sud, se Dio vuole, gliele hanno suonate chiare e pesanti. D'Alema ha perso perfino a Foggia dove aveva voluto con la solita beffarda supponenza, candidarsi ancora una volta nella lista che sosteneva Cuperlo.
D'Alema è quindi il vero grande sconfitto di queste primarie e mi fa piacere che finalmente anche la base del partito più fedele nei secoli, gli abbia voltato le spalle, bocciando il suo candidato.
Naturalmente la strada per il neo eletto segretario PD è tutta in salita e la sua marcia sarà difficile, tra tanti ostacoli e problemi, interni ed esterni, dal dalemismo che, pur sconfitto, sarà duro a morire, ai "forconi" che invadono le piazze, mossi da una reale grave crisi economica e anche spinti e strumentalizzati da parsonaggi che non hanno nulla da perdere e tutto da guadagnare dal caos e dalla protesta, per convogliarla su binari eversivi.
E' apprezzabile e da incoraggiare pertanto il segnale positivo di volontà di rinnovamento con strumenti democratici, di speranza nuova e di fiducia che queste primarie hanno dato. Vedremo se Renzi e tutta la volonterosa pattuglia di giovani di cui si è ora circondato, riuscirà a dare a queste speranze uno sbocco concreto e qualche risposta efficace.
Sarebbe un grande risultato e una benedizione, visto quanto accade negli altri due grossi schieramenti, di destra e del M5S, abbarbicati a due dinosauri incattiviti e vendicativi come Berlusconi e Grillo, animati più dalla volontà di distruggere che di costruire, e che faranno di tutto per far fallire qualsiasi soluzione che giovi al Paese e che quindi possa ridurre il loro ruolo e potere personale di agitatori delle folle e capipopolo.
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