sabato 10 maggio 2014

Di compromesso in compromesso... si finisce così

A me  il termine "compromesso" in politica non è mai piaciuto. Non perchè voglia essere una integralista o idealista "dura e pura", che si spezza ma non si piega;  anzi,  mi sento una moderata, e mi accontento quasi sempre di risultati modesti e non all'altezza di quello che avrei voluto, se le circostanze non permettono di ottenere di più.
Ma  l'esperienza  mi ha convinto che i compromessi in politica non portano mai niente di buono, ma quasi sempre alla rinuncia  di  valori e ideali che  dovrebbero essere fondamentali e irrinunciabili se si vuol mantener fede all'impegno  per cui si è scelto di battersi o per cui si è stati eletti .

Non voglio andare troppo lontano nella storia, ma  comincio col ricordare l'infelice esito del "compromesso storico" tra DC e PCI,  nato pur con buone intenzioni collaborative e pacificatorie nel pensiero di personaggi come Moro e Berlinguer, e naufragato e travolto tra estremismi e stragi di brigate rosse e nere, irretito ad opera di maestri di oscure trame come Andreotti e Cossiga e infine impelagato in quella che fu poi  una sorta di spartizione  consensuale di cariche e di tangenti tra tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione. Pratica compromissoria che inquinò e infangò tutti, favorì un sempre maggior malgoverno  e un indebolimento ideale  di chi  avrebbe dovuto svolgere funzioni di  controllo e opposizione.

A poco  servì la bufera giudiziaria di "Mani pulite", perchè ormai la malattia si era propagata  in ogni  anfratto della società, politica e civile, come dimostrano  i ricorrenti e sempre nuovi   casi di corruzione emersi anche nelle ultime settimane.
Già nel 1992-1994, mentre i giudici indagavano e arrestavano corrotti e corruttori, emissari  o rappresentanti dello Stato intessevano trattative compromissorie  con esponenti della Mafia.
Della crisi delle forze politiche di quegli anni fu lesto ad approfittarne   un personaggio già ambiguo e discutibile fin dal suo esordio, dalle fortune misteriose, come Silvio Berlusconi, sul cui carro  da vincitore, guidato insieme a lui  da tal Marcello dell'Utri, oggi definitivamente condannato per le sue compromissioni con la mafia, salirono in tanti, riciclati di  ogni provenienza politica.
In tanti hanno chiuso gli occhi e non hanno voluto vedere  le tante infrazioni alle leggi che il Berlusconi compiva, in tanti nel suo partito (Alfano, per dirne uno) si sono prodigati per costruirgli le leggi ad personam . Mentre chi doveva far opposizione si lasciava  irretire in  pasticci compromissori come la bicamerale di D'Alema. 
Poi abbiamo assistito per decenni a esponenti del PDL e ex AN, maschi e soprattutto femmine, che  gridavano ogni giorno che Berlusconi era un "perseguitato dalla giustizia"  quando veniva inquisito e condannato. Ed erano quindi i giudici "di sinistra" da  condannare; si infangava quindi  tutto il sistema giudiziario per difendere il condannato eccellente e potente. E in tanti facevano buon viso, compreso in tante circostanze il Capo dello Stato Napolitano (ex PCI); che anzi di suo contribuiva a fare la guerra ai giudici che indagavano sulla trattativa Stato-mafia per far sparire le sue telefonate con l'ex DC Mancino  in cerca, pure lui , di un aiutino compromissorio che lo liberasse da indagini..
Poi abbiamo dovuto accettare che il ministro della giustizia Anna Maria Cancellieri intervenisse per  aiutare  a far scarcerare gli amici Ligresti.
Abbiamo sopportato un ministro dell'interno come Alfano che  chiudeva occhi e orecchi e lasciava che fosse  sequestrata e  portata in  Azerbaijan la Shalabaieva  con figlioletta, per compiacere  il satrapo  padrone dello Stato e del petrolio che  importiamo.
Abbiamo ancora assistito con disgusto alla sceneggiata dei poliziotti del SAP che applaudivano a lungo  come fossero eroi, i poliziotti condannati per l'omicidio di un ragazzo  arrestato, Stefano Aldrovandi.

A compimento  di tale discesa agli inferi del degrado compromissorio politico-morale italiano, abbiamo dovuto assistere alla performance di tal "Genny 'a carogna " facinoroso capo ultras della curva A del Napoli, che a Roma spadroneggiava una situazione tragica,  e dall'alto della transenna  dello stadio dava il via alla partita Fiorentina- Napoli, fino allora sospesa a causa di incidenti gravissimi  accaduti fuori dallo stadio, con spari e pestaggi culminati nel ferimento di un giovane  tifoso per mano di un altro facinoroso.
Il bellimbusto, arbitro e garante delle tifoserie  preso sul serio da dirigenti sportivi, politici e polizia, ostentava una maglietta con scritta "Speziale libero", che  inneggiava ad un altro omicida (uccisore del  poliziotto Raciti).

Il cerchio si chiude con gli ultimi arresti per corruzione intorno agli appalti dell'Expo e della Sanità di Milano, che vede tra gli arrestati lo storico inquisito ex PCI Primo Greganti e l'altro indagato storico ex DC Gian Stefano Frigerio, di nuovo con le mani in pasta a lucrare e spartirsi appalti come niente fosse.
Senza dimenticare il caso  abominevole di Claudio Scajola,  già noto alle cronache anche come lo smemorato di Imperia e altre vicende poco edificanti, in politica da sempre, prima come esponente  e boss ligure della DC, poi in Forza Italia, come uomo di fiducia di Berlusconi che lo ha fatto Ministro dell'Interno (!!!) tra 2001 e 2002, distintosi per la non esemplare gestione del G8 di Genova e del caso Biagi; poi sempre nelle alte sfere in altri ministeri berlusconiani e pure nella direzione del COPASIR (Comitato per la sicurezza nazionale!!!!). E oggi  in carcere per aver favorito la latitanza  di un'altra perla di ex deputato  berlusconiano, Amedeo Matacena già condannato per associazione mafiosa e latitante a Dubai; mentre è finita in carcere ora anche e la bella moglie di costui, protagonista di jet set e illeciti  maneggi milionari.


Non ci sono più parole per esprimere amarezza e sconforto  per un cittadino onesto che vorrebbe credere nella legalità, ma vede trionfare  ancora, dopo 20 anni (e, forse, qualche secolo...) i 3 vizi capitali del nostro tempo:

1) La "solidarietà" di casta, o clan, o partito, o gruppo, o categoria,  che, coprendo, giustificando  e avvallando reati  di un proprio consocio diventa complicità e omertà. Nella  serie  vanno comprese anche le autorità religiose che coprirono e coprono i preti pedofili. E, ovviamente , i parlamentari che  votano quasi sempre  per il non luogo a procedere contro un collega indagato, specie se dei "nostri".


2) La pratica dell'essere forti con i deboli e deboli con i forti, o comunque quelli che gridano più forte e fanno paura. Esempi ce ne sono a iosa, fino al caso non isolato  di Genny 'a carogna e dei suoi compari padroni incotrastati degli stadi,  spesso affratellati con clan camorristici e gruppi politici estremisti di destra.

3) La diffusione quasi universale, in ogni componente della società del ricorso alla corruzione, alla "mazzetta" o "tangente" o lucro extra legem che dir si voglia, praticato nella gestione degli appalti da politici,  imprenditori, dirigenti della Sanità; cui si aggiunge il sistema dei baroni universitari per gestire  e pilotare i concorsi. Il dio denaro è riverito da tutti, credenti e no

A prima vista uno potrebbe concludere che allora ha ragione Grillo a voler mandare tutti a casa. Il guaio è che nemmeno lui e le sue truppe improvvisate  potranno mai riuscirci, anche se raggiungessero il 51% dei voti (dio ce ne scampi, dopo aver subito per 20 anni Berlusconi  trovarci con l'Italia governata da Beppe Grillo!!), perchè già hanno in casa propria i germi delle stesse malattie che dicono di voler combattere in casa d'altri: nei metodi  e nei contenuti di movimento  dai caratteri settari, assolutistici, ideologicamente confusionari, dipendenti da un solo capo piuttosto paranoico, con l'unica idea fissa del mandare gli altri "affanc..." (e guarda caso pure lui pregiudicato per omicidio colposo di 3 persone..), che grida più forte  e minaccia sfracelli per incutere paura, con diritto di decidere per tutti e su tutti, per contratto fatto sottoscrivere agli ingenui o opportunisti adepti, persone spesso senza arte nè parte o merito o idee proprie, animate prevalentemente  da rancori e volontà  punitiva generalizzata, senza  sapere o volere distinguere  gli onesti dai disonesti, i meritevoli  dai fanatici, i valori  socialmente utili  e le proposte ragionevoli ed efficaci dalle teorie più sballate.
Grillo e il M5S non possono essere la soluzione dei problemi, ma ne sono l'effetto o il prodotto, che  si aggiunge e aggrava il processo di degradazione della società fino a darle il colpo di grazia.

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