mercoledì 14 luglio 2010

Barriere di stoffa che dividono

Anche se la situazione politica continua a sfornare fatti di malaffare di una tale gravità che in altri paesi democratici porterebbero alle dimissioni del Governo intero, oltre che di un Presidente del Consiglio che dimostra sempre nuove e imbarazzanti commistioni, amicizie e legami con personaggi sotto inchiesta per corruzioni di ogni genere, ho voluto prestare attenzione ad un' altra notizia, che arriva dalla Francia.

"L’Assemblea Nazionale francese - scrive Valentino Salvatore sul sito dell'UAAR- ha approvato con 335 voti e 1 solo contrario il divieto di indossare il velo integrale, anche nei luoghi pubblici come piazze o strade. Il Consiglio di Stato già aveva dato parere contrario al divieto assoluto (Ultimissima del 31 marzo), ma la maggioranza dell’Ump è andata avanti nell’iter legislativo e ha avuto il sostegno dei centristi. Le forze di sinistra, anche se contrarie al velo, non hanno partecipato al voto ritenendo che il bando sia di fatto un “regalo” ai fondamentalisti. Il testo approvato sarà votato in Senato a settembre. Jean-François Copè, capogruppo dell’Ump all’Assemblea Nazionale, si rivolgerà al Consiglio costituzionale per dirimere le questioni aperte a livello giuridico.

Le sanzioni, che entreranno in vigore solo 6 mesi dopo la promulgazione della norma, prevedono 150 euro di multa e all’occorrenza un corso di educazione civica per chi indosserà il velo integrale. Un anno di carcere e una multa di 30 mila euro per chi impone il velo; il doppio delle sanzioni se la donna è minorenne".

Tale notizia sembra incontrare commenti di segno opposto, tra favorevoli e contrari, non tanto perchè approvino il burka, quanto per l'ostilità di principio a leggi che limitino la libertà personale, e, secondo questi, il vietare ad una donna di indossare il burka costituirebbe una limitazione di questo diritto.

Premesso che distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato è sempre difficile. perchè il bene e il male non sono mai divisi così nettamente; ma poichè su tanti problemi vecchi e nuovi bisogna comunque scegliere e decidere , tenendo conto di valutazioni oggettive e soggettive e del contesto in cui ci si trova, personalmente io approvo la scelta che ha fatto la Francia. Come ho scritto altre volte, scelte religiose e tradizioni culturali vanno rispettate, ma fino ad un certo punto; e il punto, o il limite va fissato quando si infrangono diritti personali propri o altrui o esigenze sociali. Usi, costumi e tradizioni, religiose o folkloristiche che siano, non debbono mai diventare gabbie culturali inamovibili ed eterne, che imprigionano individui e società.

Burka e velo integrale che coprono il viso sono barriere che non solo limitano la esigenza di riconoscibilità di una persona, ma limitano anche la comunicazione libera tra le persone, la libertà di espressione della donna che lo porta e sostanzialmente la isolano dal contesto sociale in un paese occidentale, dove tutte le altre donne vestono come vogliono e circolano a viso scoperto.

Se giustamente si vuol difendere la laicità dello Stato democratico contro le invadenze dei prelati cattolici, dobbiamo essere molto attenti a non lasciare spazio alle invadenze dell’integralismo islamico, che ci potrebbe creare non pochi problemi. Senza aver paura di scadere negli estremismi leghisti e senza voler arrivare alle crociate "cristiani contro musulmani " avvallate dalla Oriana Fallaci. Ma anzi, proprio per non dover arrivare a queste deleterie deformazioni e degenerazioni, è bene che uno Stato fissi dei paletti che salvaguardino la civile convivenza e la coesione sociale, eliminando quelle barriere , anche banalmente di stoffa, che possono costituire ostacolo alla integrazione e alla emancipazione della donna.

* Foto da Wikipedia, alla voce burka - licenza CC

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