"Le piu' profonde attese del mondo e le grandi certezze del Vangelo si incrociano nell'irrecusabile missione che ci compete, poiche' senza Dio l'uomo non sa dove andare e non riesce nemmeno a comprendere chi egli sia", ha rilevato papa Ratzinger nell'omelia della messa celebrata a Porto (il 15 maggio) per 120 mila fedeli (la seconda citta' del Paese e' stata il teatro di un ennesimo bagno di folla per questo Pontefice anziano che sembra quasi meravigliato di suscitare tanto calore e entusiasmo)....... Così riferiva il vaticanista Giacomo Galeazzi de La Stampa in un articolo intitolato "Ricetta etica anticrisi"".
Con tutto il rispetto per chi l'ha scritta, mi sembra che la ricetta etica del papa per la crisi economica sia un po' troppo debole e velleitaria. E non può essere diversamente perchè si vuol attribuire a Dio e a quanti si sono autoproclamati suoi portavoce sulla terra, compiti che sono di Cesare e degli uomini tutti, credenti e no.
Le preghiere del papa e dei fedeli per il mondo intero faranno anche sentire loro stessi più buoni ma non risolvono i problemi della fame e le ingiustizie sociali nel mondo, non danno lavoro onesto e non fermano le guerre. La carità può dar sollievo a una parte dei poveri, ma occorre però che ci sia chi produce ricchezza e chi la sa e la vuole distribuire. L'amore è un gran bel sentimento che aiuta a vivere meglio i rapporti umani. Ma se una società non è capace di organizzarsi in modo corretto e giusto e lascia imperversare corrotti e corruttori, nel cuore di molti l'odio può prendere il posto dell'amore.
E non si dica che la società di oggi ha tanti problemi perchè ha dimenticato o cacciato Dio. Ma quando mai Dio ha governato o influito sui governi? Come se nel Medioevo, o 3 o 4 secoli fa, prima del diffondersi del tanto deprecato illuminismo e dei principi di libertà di coscienza e laicità, le nazioni governate da Papi e principi assolutisti cristiani, cattolici o protestanti, ci fosse più pace, benessere, giustizia, amore e felicità!!!..
Sarò anche piena di pregiudizi, e appartengo alla categoria che un altro cronista di altro giornale ha definito sprezzantemente "degli osservatori intellettualoidi delle cose di Chiesa"; ma io mi ritengo in diritto di osservare e obiettare, essendo stata battezzata e inserita d'autorità fin da neonata nel popolo dei cattolici ed essendoci rimasta per motivazioni che diventano sempre più deboli.
Che il papa attuale sia più o meno popolare di quello precedente e riesca a far riempire le piazze, non mi importa un gran che, anzi è ininfluente. Quello che io mi ritengo in diritto di giudicare è se il papa e tutto il complesso delle gerarchie ecclesiastiche che pretendono di rappresentare Gesù Cristo, si comportano in modo coerente con la sua vita e il messaggio che ci è stato trasmesso attraverso i vangeli. E qui mi si permetta di avere grossi dubbi.
A chi accusa di pregiudizio gli osservatori critici come me, io replico che le traveggole del pregiudizio mi sembra le abbia chi non vuol vedere gli errori e le contraddizioni che ci sono nella Chiesa istituzionale e si accontenta di inebriarsi nella contemplazione del "Mistero"; che non mi sembra una gran risposta alle pressanti domande e ai perchè che nascono nelle nostre coscienze di fronte al male imperante.
Nè mi convincono le argomentazioni che si basano sulla "semplicità della gente comune" che accorre ad affollare le processioni e le adunate religiose. Dovremmo sapere tutti quanto sia ingannevole affidarsi al consenso delle folle, sapendo quante volte le folle hanno sbagliato ad accorrere e ad applaudire personaggi carismatici che hanno fatto tanti danni.
So bene che la maggior parte dei fedeli che accorrono alle cerimonie dei papi sono persone in buona fede e animate da buone intenzioni, ma diffido dell'uso che poi i papi vogliono fare di questo consenso e di questa fiducia.
Già mi sembra pericoloso affermare che quella rappresentata dai papi cattolici "vestiti di bianco" sia "l'unica speranza e l'unica giustizia" e "per tutti gli uomini"; o che "senza Dio l'uomo non sa dove andare e non sa nemmeno chi egli sia". Andiamoci piano. Qui la catechizzazione mi pare un po' troppo invasiva, o la si potrebbe definire "pubblicità ingannevole".
Io la speranza e la giustizia, la felicità e l'appagamento dell'umano desiderio di senso della vita vorrei restare libera di cercarli e trovarli anche altrove, senza sentirmi accusata di avere la testa indurita dal pregiudizio..
Dalla stampa di oggi, una statistica indicativa sul tema
Un’inchiesta di Demos & Pi, pubblicata oggi su Repubblica, mostra un forte calo nella fiducia che gli italiani accordano alla Chiesa cattolica. Per la prima volta da quando viene condotta la rilevazione (2000), chi dichiara di riporre “molta” o “moltissima” fiducia nella Chiesa non raggiunge la maggioranza: rappresenta infatti il 47,2% del campione, contro il 61,3% di cinque anni fa. La fiducia in Benedetto XVI si attesta sul 46,6%, contro il 77,2% raggiunto nel 2003 da Giovanni Paolo II. il 65,9% si dichiara “molto” o “abbastanza” d’accordo con la possibilità di sposarsi per i sacerdoti, mentre il 61,9% ritiene che la Chiesa abbia cercato di “minimizzare o nascondere” i casi di pedofilia tra i membri del clero: dal punto di vista della ‘fede’ politica, tale opinione è più diffusa tra gli elettori del PD (72,6%), seguiti da Lega Nord, IDV e PDL; solo la maggioranza degli elettori dell’UDC (60,1%) non è dello stesso avviso. E nell’anno orribile del Vaticano la fiducia nel Papa scende ai minimi è il commento del sociologo Ilvo Diamanti.
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