mercoledì 24 febbraio 2010

Travaglio e Santoro, per favore non tiratevi la zappa sui piedi

Leggo da il messaggero.it:
Annozero, strappo Travaglio-Santoro. Il giornalista minaccia l'addio poi resta
Tensione dopo la trasmissione rovente di giovedì scorso Il conduttore: te ne vuoi andare? Non sarà una tragedia
Travaglio: potrei lasciare, ma sarebbe una sconfitta ROMA (23 febbraio) - «Caro Marco»; «caro Michele». Botta e risposta su Il Fatto quotidiano tra Michele Santoro e Marco Travaglio, dopo le polemiche dell'ultima puntata di Annozero......
…......
Ai due giornalisti rivolgo quindi un appello:
Da lettore ed estimatore attento e quasi sempre d'accordo con voi, vi chiedo, per favore non litigate. Non fatevi prendere troppo la mano dal vostro pur comprensibile orgoglio personale. Anche se sentite la vostra professionalità minacciata o incrinata , soprattutto a causa del malcostume dei mastini berlusconiani che aggrediscono sempre sul piano personale quando non hanno argomenti per difendere il loro padrone, resistete, e continuate a fare giornalismo come lo avete sempre fatto. Se non ci foste voi bisognerebbe inventarvi, anche se certi aspetti del vostro carattere e del modo di esprimervi possono suscitare, oltre all'ammirazione di tanti fan, anche l'ostilità, quando non l'odio, da parte di chi vorrebbe tapparvi la bocca perchè siete bravi a scoprire gli altarini e le magagne che i potenti vorrebbero tener nascosti al popolo televisivo. Non mi interessa sapere in che albergo ha passato le vacanze il giornalista Marco Travaglio 10 anni fa; non mi interessa sapere se lui e il giornalista Santoro da piccoli hanno rubato la marmellata dalla credenza della zia. Anche se fosse vero, questo non li renderebbe meno attendibili quando denunciano e documentano fatti inconfutabili di ben altra gravità di cui si sono resi responsabili personaggi che hanno responsabilità istituzionali e doveri pubblici di legalità.
Giornalisti così, ormai ce ne sono rimasti pochi; quasi una specie in via di estinzione, da salvare per l'equilibrio, anzi la sopravvivenza, della democrazia.

sabato 6 febbraio 2010

Religione e ragione: separati in casa, alleati o nemici?

Lo scienziato Umberto Veronesi a Sky Tg24 pomeriggio:
«La religione impedisce di ragionare» «La religione, per definizione, è integralista, mentre la scienza vive nel dubbio, nella ricerca della verità»
Così era intitolato un breve articolo , tipo comunicato di agenzia, pubblicato sul Corriere online il 4 febbraio scorso, come sintesi di una intervista. Apriti cielo! Con un titolo così , fideisti e razionalisti, "ultras cattolici" e "laicisti" si sono scatenati. Nel giro di poche ore i commenti dei lettori sono arrivati a decine, chi con battute telegrafiche e chi con più estese argomentazioni. Il forum è poi stato chiuso, e l'articolo archiviato, la sera stessa con 417 commenti. Non sono riuscita a contare se fossero in prevalenza gli uni o gli altri.

Da una parte si andava da un "Bravo Veronesi, finalmente qualcuno che ha il coraggio di dire quel che pensa della religione senza ipocrisie ed equilibrismi per timore di essere sgridato dai vescovi", alla classica definizione della "religione oppio dei popoli", alla contestazione dei dogmi che la Chiesa ha imposto ai credenti nel corso dei secoli, alle colpe storiche della Chiesa contro la libertà di pensiero in ogni campo.

Dall'altra , i credenti scandalizzati da tanto ardire, pronti a rovesciare su Veronesi l'accusa di arroganza e presunzione con espressioni tipo "ma come si permette? ma faccia il suo mestiere e non parli di quel che non sa" ; e altri solleciti nel tentare di dimostrare le colpe e gli errori della scienza e della ragione.

http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/10_febbraio_04/veronesi-religione-ricerca_0dbc44c2-11a1-11df-806e-00144f02aabe.shtml

L'argomento non è stato trattato da altri giornali, almeno quelli che ho visto online, a parte Il Giornale della famiglia Berlusconi che vi ha dedicato subito un articolo di confutazione firmato da George Israel. Il tutto è stato riferito dal sito dell'UAAR (Unione Atei Agnostici Razionalisti), che ha raccolto gran numero di commenti in proposito (312), ovviamente, dato il tipo di lettori, quasi esclusivamente di plauso per Veronesi. L'articolo, leggibile al link

http://www.uaar.it/news/2010/02/05/veronesi-scienza-religione-sky-tg-24-polemica/

mette in evidenza come sul comunicato pubblicato dal Corriere online si sia un po' troppo sbrigativamente riferito e titolato l'intervista di Veronesi, col risultato di estremizzarne i concetti e suscitare anche critiche non meritate. Si invita quindi a sentire il video dell'intervista completa.

Chi ha tempo e voglia può documentarsi e sentire le varie voci su questo tema, che suscita tante passioni contrastanti. Io mi limito ad aggiungere alle mie considerazioni sulla laicità già espresse in altri post, alcune osservazioni riguardo ai commenti dei difensori della religione che non mi hanno convinto.

In primo luogo non trovo pertinente che si voglia negare al prof. Veronesi il diritto di criticare le religioni, come se avessero diritto di parlare di religione solo i teologi, gli ecclesiastici e i credenti. Se c'è un argomento per il quale ognuno di noi , professore o operaio, laureato o analfabeta, ha diritto di dire la sua è proprio quello della religione, che praticamente ci viene imposta appena nati col battesimo e di cui si pretenderebbe poi da ognuno l'osservanza per il resto della vita. Dove sta scritto che bisogna accettare la pratica di una religione senza obiezioni e che non si possono spiegare pubblicamente le ragioni per cui non ci si vuol sottomettere alle sue regole , contenuti e dogmi, in tutto o in parte? Non siamo forse in paese democratico? Che dire allora delle reiterate accuse e critiche sprezzanti che il papa e i vescovi muovono contro il relativismo, l'ateismo, o l'agnosticismo? Che dire dei loro quotidiani interventi per sentenziare o imporre la loro idea di come deve essere la famiglia, di come si deve nascere e di come e quando si deve morire, quando loro non hanno voluto crearsi una famiglia, non hanno figli, non sono medici, nè ginecologi? Che ne sanno di tutti questi problemi, materiali ed etici, che ognuno di noi comuni mortali deve risolvere?

Altro argomento preferito dai "fideisti" è l'affermazione della supremazia della "verità" proclamata dalla religione rispetto alla ragione e alla scienza. Si dice infatti che la scienza può solo spiegare e descrivere cose ed eventi del mondo reale, ma la religione spiega il perchè e dà un senso soprannaturale alla vita; quindi le verità di una religione sono più importanti e superiori delle verità, opinabili e variabili, che la ragione umana e la scienza possono raggiungere .

Ma qui sta invece, per me, il punto dolente. Anche le "verità rivelate" delle religioni sono opinabili e variabili, da un luogo all'altro della terra. Le risposte ai perchè della vita che le religioni offrono si basano sulla fiducia individuale, sul sentimento , sulla speranza che si realizzino le promesse. Ma sono certezze e verità solo per chi ci crede. Il "mistero della fede", l'indefinibile Dio che sta nell'alto dei cieli e lascia all'uomo il libero arbitrio di commettere qualsiasi nefandezza, ma secondo un suo disegno "imperscrutabile", non spiegano un bel nulla; danno speranze e promesse in uno sconosciuto "Regno dei cieli" nell'al di là e risposte preconfezionate e dogmatiche per il "di-qua" che il credente deve accettare per buone. Prendere o lasciare.


Ma chi non ne è convinto deve avere tutto il diritto di lasciare; e non per questo deve essere considerato inferiore, o superiore, o incapace di dare un senso morale e un altro tipo di fede e valori etici alla propria vita.
Religione e ragione per molte persone possono certamente anche convivere pacificamente, o procedere su binari paralleli che vanno nella stessa direzione. Ma ci sono molti momenti nella vita in cui le risposte della religione, e dei suoi portavoce istituzionali, non collimano con quelle della ragione, della scienza e della propria coscienza, e ognuno di noi ha diritto di poter scegliere se far prevalere le une o le altre.

mercoledì 3 febbraio 2010

Illegittimo impedimento e impunità garantita per legge

Oggi un altro passo è stato compiuto verso la degenerazione della nostra democrazia. La Camera ha approvato una proposta del governo definita elegantemente e ipocritamente del "legittimo impedimento". In realtà si tratta di un provvedimento che rende il capo del governo e i suoi ministri intoccabili, qualunque cosa facciano, anche se avessero compiuto reati gravi, perchè potranno rifiutarsi di presentarsi in tribunale per rispondere ad eventuali imputazioni ed essere processati per 18 mesi, o quasi fino alla fine del loro mandato. Assenti dunque "giustificati" dal "legittimo impedimento" di dover occuparsi del loro ministero. Come se fossero solo loro necessari e insostituibili nelle loro funzioni e come se fosse un beneficio per il Paese lasciare che continuino a governare anche se dovesse risultare che sono delinquenti!
Forse che non è indispensabile e insostituibile ogni padre che lavora o madre di famiglia che si occupa dei figli, o il medico, l'imprenditore, lo scienziato o chiunque renda un servizio alla comunità? Non dovremmo allora astenerci dal giudicare e processare o arrestare nessuno di costoro , anche se compiono reati, perchè hanno altro fare , per il bene della loro famiglia e della comunità? Forse che la magistratura può aspettare che vadano in pensione e i figli siano cresciuti per incriminarli? E non gli viene in mente ai poco onorevoli legislatori che hanno approvato questa legge che se i ministri, a cominciare dal primo, sono disonesti e corrotti, possono usare del tempo di dilazione e dei rinvii per reiterare i reati o usare del loro potere e influenza per nascondere o inquinare prove, condizionare testimoni, ecc ..?
E' ovvio ed evidente che i signori ministri del nostro governo, con il compatto e solidale sostegno dei partiti di maggioranza, PDL e Lega, ricordiamocelo per i posteri e la storia, si sono ritagliati un privilegio che li esonera dal rispetto della Costituzione che aveva sancito l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.

Questa è solo l'ultima , anzi la più recente perchè non resterà l'ultima, delle innumerevoli leggi ad personam che il nostro disonorevole capo del governo Berlusconi si è fatte approvare in precedenza; dopo il tentativo fallito del cosiddetto Lodo Alfano e mentre si porta avanti il progetto di legge per il "processo breve", che cancellerà migliaia di processi, inclusi ovviamente quelli in sospeso per lui e i suoi amici. E tutto questo si compie "in nome del popolo", legittimato dal consenso del popolo che ha votato questi personaggi e continua a sostenerli. Il leghista Roberto Cota se ne è fatto vanto in TV, sbandierando la sua cravatta verde da "padano" che vuol disfare l'Italia
Se non è degenerazione della democrazia questa.....
E intanto si riversano sulle strade migliaia di disoccupati, i problemi del Paese crescono e non si tenta nemmeno di porvi qualche serio rimedio, aspettando sempre la soluzione dalla italica buona stella della fortuna.

Altre elezioni sono alle porte, quelle regionali di marzo, e il maggior partito di opposizione, il PD, si è impantanato in figuracce che gli hanno fatto perdere credibilità come alternativa. Le tante incertezze e compromissioni compiute nel passato lontano e recente dai suoi leader, ne hanno rovinato l'immagine e tolto la forza morale necessaria per contrastare adeguatamente l'azione di questo governo, vanificando i pochi momenti e atti di chiara opposizione come quelli sostenuti ieri in Parlamento.
Anche qui si spera ormai solo nella buona stella .
Ma le stelle stanno a guardare; e se il "popolo", che sia di destra, di sinistra o di centro, non apre gli occhi e non impara a scegliersi le proprie guide e i propri rappresentanti tra gli onesti e i capaci, finiremo annegati in fondo al fiume come i topi trascinati dal pifferaio magico di Hamelin.