mercoledì 21 maggio 2014

Anche Grillo solletica il punto G


Il leader del Movimento interviene sul suo blog e redarguisce la consigliera comunale di Bologna presente al programma di Floris: “Il solito quarto d'ora di celebrità descritto da Warhol che dà l'orgasmo ai parenti che guardano da casa..... A casa gli amici, i parenti applaudono commossi nel condividere l’emozione di un’effimera celebrità, sorridenti, beati della tua giusta e finalmente raggiunta visibilità”. Poi i toni si fanno più duri: “Seduto in poltroncine a schiera, accomunato ai falsari della verità, agli imbonitori di partito, ai diffamatori di professione, devastato dagli applausi a comando di claque prezzolate. Soggetto, bersaglio consapevole ben pettinato alla bisogna che porge il lato migliore del proprio profilo alla morbosa attenzione di cameraman che ti inquadrano implacabili se annuisci quando enuncia le sue soluzioni un qualunquemente stronzo”.
Questo ed altro riferiva il servizievole Fatto quotidiano il 31 ottobre 2012 sotto il titolo Grillo attacca Federica Salsi: “La tv è il vostro punto G” riferendosi alla giovane consigliera bolognese che fu cacciata dal M5S per quella sua pur dignitosa e rispettosa apparizione in TV.

Ma l'altro ieri il futuro capo del Tribunale del popolo grillino, contravvenendo al divieto inizialmente imposto ai “suoi eletti, si è voluto godere il suo punto G e far godere il suo popolo di beati fan, partecipando, con gran strombazzamento di preparazione mediatica dell'evento, alla trasmissione Porta a Porta, gran salotto politico televisivo gestito da Bruno Vespa, che, per fare audience e compiacere i potenti di turno, ospiterebbe anche il diavolo con il plastico dell'inferno.
Del resto si sa, la regole di ogni capo-popolo che si rispetti è sempre stata quella del “fate quel che dico ma non quel che faccio”; “perchè io sono io e voi non siete un c...” , come diceva, guarda il caso dell'omonimia, il marchese del Grillo.

Su questa plateale contraddizione e inversione di rotta per convenienza propagandistica, non sto a ripetere quanto tanti hanno scritto. Aggiungo solo un paio di annotazioni che mi sono venute in mente osservando la campagna elettorale di Grillo per il M5S, tutta concentrata su se stesso che non è candidato né candidabile, con l'aggiunta, in questi ultimi tempi di alcuni parlamentari grillini evidentemente promossi e graditi al capo, che si sono mostrati più abili e capaci nel ripetere le sue parole d'ordine con un movimento che sta diventando sempre più simile ai partiti della vecchia scuola.
Ma i candidati grillini per andare in Europa a rappresentare il M5S chi li ha visti e sentiti?
Nessuno, a quel che mi risulta dalle pur frequenti letture di stampa, TV e blog vari.
La tanto reclamizzata democrazia dal basso, partorita da una fantomatica e striminzita Rete che li ha scelti (!?) con qualche veloce clic, porta dunque a questo risultato?
Che la linea politica la detta, anzi la urla, Beppe Grillo, con il supporto di un paio di funeree interviste del socio Casaleggio. Loro, i futuri eletti, non contano e non conteranno niente, come persone e come parlamentari.

Si preparino solo a decurtarsi lo stipendio per far fare bella figura al loro capo-padrone che si farà fotografare sventolando il mega- assegno, frutto del loro “spontaneo” sacrificio ( e quello degli italiani che comunque li mantengono), per devolverlo a qualche iniziativa benefica di facciata. Metodo simile a quello della Chiesa della pubblicità televisiva, che sbandiera la beneficenza fatta dalle caritas, dai volontari e dai fedeli attribuendo il merito dei loro sacrifici alla Chiesa del cardinal Bertone, che sta in un appartamento di 700 metri quadri ristrutturato a spese di chi non è chiaro... come non è chiaro da dove vengono i soldi IOR che finanziano la società produttrice di ricorrenti polpettoni televisivi agiografici, tra il dolciastro e il miracolistico, quando non di smaccato proselitismo religioso cattolico.
Nel suo piccolo, anche il blog di Grillo ha i suoi lati oscuri, sia sul piano finanziario che ideologico. Ma basta avere fede in lui e nella sua onestà e trasparenza e il consenso è assicurato. Poi chi vivrà vedrà.

Altro aspetto della politica di Beppe Grillo che mi tiene lontano dal “suo” Movimento è il suo atteggiarsi a giustiziere di tutti. Dopo l'anteprima negli studi di Porta a Porta, Beppe Grillo è tornato oggi a presentare il plastico del castello di Lerici; una versione particolare della fortezza ligure dalle cui segrete spuntano i volti di politici e imprenditori o giornalisti, ivi reclusi. Grillo , con toni ora aggressivi ora falsamente bonari e paternalistici, annuncia il prossimo processo che il M5S sottoporrà al popolo del web, per punire, "chi ha depredato migliaia di italiani in questi anni". Il leader M5s poi precisa: "Sarà una cosa virtuale. Se poi magistratura o finanza vorranno intervenire, potranno farlo. Non sarà niente di violento o aggressivo".
Ci sarebbe da inorridire, di fronte ad affermazioni di questo genere. Ma chi gli dà il diritto a lui e ai suoi fan di ergersi a giudici in un improvvisato “Tribunale del popolo “ sia pur virtuale ma assolutamente fuori da ogni regola democratica e foriero di ogni abuso e prevaricazione? Non sono bastati i nefasti esiti di tutti i tribunali del popolo del passsato per prendere le distanze da chiunque usi argomenti e minacce del genere?
Ma perchè tanta parte del popolo, dimentica o inconsapevole della storia, ogni due o tre generazioni si lascia irretire da simili personaggi? Quanti di quelli che  ricopiano o ripetono come un mantra  consolatorio, o di incitamento o grido di guerra, l'hashtag "Vinciamo noi", sanno che  il motto più ripetuto da Mussolini e dai fascisti era lo stesso "Vincere!" o "Vinceremo!"? E pure le parole d'ordine "boia chi molla", "non ci arrenderemo", "con noi o contro di noi" e simili?

Mi riconosco parecchio in quanto scrive oggi Angelo D'Orsi su MicroMega sotto il titolo Lo smarrimento pre-elettorale di un cittadino”.
“….. Certo sarebbero e saranno volti nuovi anche quelli degli eletti (e saranno tanti) del M5S, ma non sono volti (perlopiù) che mi piacciono, anche se tanti militanti sono ottime persone che hanno fatto battaglie giuste che ho condiviso, talora lottando al loro fianco. Ma non mi piace il loro fanatismo, non mi piace la loro fede nel capo, non mi piace l’ignoranza di troppi e la volgarità di tutti, specie quando si aggiungono all’intolleranza e quando si esprimono nel turpiloquio indecente, e soprattutto superfluo. O forse no: forse il turpiloquio, come l’urlo, come il gestaccio, come le battute a raffica, come i paragoni storici privi di fondamento ma eclatanti, sono tutte armi funzionali alla cattura della folla: non della massa, ma della folla, insieme di individui atomizzati, che, per disperazione o per noia, si sono disgustati e allontanati dai partiti, dalle convinzioni ideali, dallo stesso raziocinio dell’analisi e della scelta, e si sono affidati, nel senso più ampio, fideisticamente, appunto, al capo: il capo pensa, il capo sa, il capo decide, per loro. Per tutti. Per il Paese. Per l’Europa. Dopodomani per il mondo. E il capo, sia detto una volta per tutte, fa paura: il suo straparlare, il suo urlo scomposto, il suo gesticolare da forsennato, sono la forma dietro cui ci sono contenuti a volte condivisibili, ma nell’insieme, indigeribili: la politica estera, le politiche migratorie, la scuola, l’economia, sono terreni su cui il dissenso verso il signor Grillo e il signor Casaleggio, per quanto mi riguarda, è totale. E, malgrado le lodevoli battaglie in Parlamento contro gli stravolgimenti istituzionali, non posso accettare la pseudodemocrazia della Rete, di cui il Movimento è portatore, sulla base, sempre, degli orientamenti del capo e del suo ideologo: i quali, a ben vedere, interpretano bene i ruoli dello sbirro cattivo (“Beppe”) e di quello buono (“Gianroberto”)....”

Sbirri che già oggi, tra una intervista registrata e una successiva non credibile smentita, si autopropongono come futuri ministri....
Non bastava aver subito Berlusconi, Scajola &C!!!

sabato 10 maggio 2014

Di compromesso in compromesso... si finisce così

A me  il termine "compromesso" in politica non è mai piaciuto. Non perchè voglia essere una integralista o idealista "dura e pura", che si spezza ma non si piega;  anzi,  mi sento una moderata, e mi accontento quasi sempre di risultati modesti e non all'altezza di quello che avrei voluto, se le circostanze non permettono di ottenere di più.
Ma  l'esperienza  mi ha convinto che i compromessi in politica non portano mai niente di buono, ma quasi sempre alla rinuncia  di  valori e ideali che  dovrebbero essere fondamentali e irrinunciabili se si vuol mantener fede all'impegno  per cui si è scelto di battersi o per cui si è stati eletti .

Non voglio andare troppo lontano nella storia, ma  comincio col ricordare l'infelice esito del "compromesso storico" tra DC e PCI,  nato pur con buone intenzioni collaborative e pacificatorie nel pensiero di personaggi come Moro e Berlinguer, e naufragato e travolto tra estremismi e stragi di brigate rosse e nere, irretito ad opera di maestri di oscure trame come Andreotti e Cossiga e infine impelagato in quella che fu poi  una sorta di spartizione  consensuale di cariche e di tangenti tra tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione. Pratica compromissoria che inquinò e infangò tutti, favorì un sempre maggior malgoverno  e un indebolimento ideale  di chi  avrebbe dovuto svolgere funzioni di  controllo e opposizione.

A poco  servì la bufera giudiziaria di "Mani pulite", perchè ormai la malattia si era propagata  in ogni  anfratto della società, politica e civile, come dimostrano  i ricorrenti e sempre nuovi   casi di corruzione emersi anche nelle ultime settimane.
Già nel 1992-1994, mentre i giudici indagavano e arrestavano corrotti e corruttori, emissari  o rappresentanti dello Stato intessevano trattative compromissorie  con esponenti della Mafia.
Della crisi delle forze politiche di quegli anni fu lesto ad approfittarne   un personaggio già ambiguo e discutibile fin dal suo esordio, dalle fortune misteriose, come Silvio Berlusconi, sul cui carro  da vincitore, guidato insieme a lui  da tal Marcello dell'Utri, oggi definitivamente condannato per le sue compromissioni con la mafia, salirono in tanti, riciclati di  ogni provenienza politica.
In tanti hanno chiuso gli occhi e non hanno voluto vedere  le tante infrazioni alle leggi che il Berlusconi compiva, in tanti nel suo partito (Alfano, per dirne uno) si sono prodigati per costruirgli le leggi ad personam . Mentre chi doveva far opposizione si lasciava  irretire in  pasticci compromissori come la bicamerale di D'Alema. 
Poi abbiamo assistito per decenni a esponenti del PDL e ex AN, maschi e soprattutto femmine, che  gridavano ogni giorno che Berlusconi era un "perseguitato dalla giustizia"  quando veniva inquisito e condannato. Ed erano quindi i giudici "di sinistra" da  condannare; si infangava quindi  tutto il sistema giudiziario per difendere il condannato eccellente e potente. E in tanti facevano buon viso, compreso in tante circostanze il Capo dello Stato Napolitano (ex PCI); che anzi di suo contribuiva a fare la guerra ai giudici che indagavano sulla trattativa Stato-mafia per far sparire le sue telefonate con l'ex DC Mancino  in cerca, pure lui , di un aiutino compromissorio che lo liberasse da indagini..
Poi abbiamo dovuto accettare che il ministro della giustizia Anna Maria Cancellieri intervenisse per  aiutare  a far scarcerare gli amici Ligresti.
Abbiamo sopportato un ministro dell'interno come Alfano che  chiudeva occhi e orecchi e lasciava che fosse  sequestrata e  portata in  Azerbaijan la Shalabaieva  con figlioletta, per compiacere  il satrapo  padrone dello Stato e del petrolio che  importiamo.
Abbiamo ancora assistito con disgusto alla sceneggiata dei poliziotti del SAP che applaudivano a lungo  come fossero eroi, i poliziotti condannati per l'omicidio di un ragazzo  arrestato, Stefano Aldrovandi.

A compimento  di tale discesa agli inferi del degrado compromissorio politico-morale italiano, abbiamo dovuto assistere alla performance di tal "Genny 'a carogna " facinoroso capo ultras della curva A del Napoli, che a Roma spadroneggiava una situazione tragica,  e dall'alto della transenna  dello stadio dava il via alla partita Fiorentina- Napoli, fino allora sospesa a causa di incidenti gravissimi  accaduti fuori dallo stadio, con spari e pestaggi culminati nel ferimento di un giovane  tifoso per mano di un altro facinoroso.
Il bellimbusto, arbitro e garante delle tifoserie  preso sul serio da dirigenti sportivi, politici e polizia, ostentava una maglietta con scritta "Speziale libero", che  inneggiava ad un altro omicida (uccisore del  poliziotto Raciti).

Il cerchio si chiude con gli ultimi arresti per corruzione intorno agli appalti dell'Expo e della Sanità di Milano, che vede tra gli arrestati lo storico inquisito ex PCI Primo Greganti e l'altro indagato storico ex DC Gian Stefano Frigerio, di nuovo con le mani in pasta a lucrare e spartirsi appalti come niente fosse.
Senza dimenticare il caso  abominevole di Claudio Scajola,  già noto alle cronache anche come lo smemorato di Imperia e altre vicende poco edificanti, in politica da sempre, prima come esponente  e boss ligure della DC, poi in Forza Italia, come uomo di fiducia di Berlusconi che lo ha fatto Ministro dell'Interno (!!!) tra 2001 e 2002, distintosi per la non esemplare gestione del G8 di Genova e del caso Biagi; poi sempre nelle alte sfere in altri ministeri berlusconiani e pure nella direzione del COPASIR (Comitato per la sicurezza nazionale!!!!). E oggi  in carcere per aver favorito la latitanza  di un'altra perla di ex deputato  berlusconiano, Amedeo Matacena già condannato per associazione mafiosa e latitante a Dubai; mentre è finita in carcere ora anche e la bella moglie di costui, protagonista di jet set e illeciti  maneggi milionari.


Non ci sono più parole per esprimere amarezza e sconforto  per un cittadino onesto che vorrebbe credere nella legalità, ma vede trionfare  ancora, dopo 20 anni (e, forse, qualche secolo...) i 3 vizi capitali del nostro tempo:

1) La "solidarietà" di casta, o clan, o partito, o gruppo, o categoria,  che, coprendo, giustificando  e avvallando reati  di un proprio consocio diventa complicità e omertà. Nella  serie  vanno comprese anche le autorità religiose che coprirono e coprono i preti pedofili. E, ovviamente , i parlamentari che  votano quasi sempre  per il non luogo a procedere contro un collega indagato, specie se dei "nostri".


2) La pratica dell'essere forti con i deboli e deboli con i forti, o comunque quelli che gridano più forte e fanno paura. Esempi ce ne sono a iosa, fino al caso non isolato  di Genny 'a carogna e dei suoi compari padroni incotrastati degli stadi,  spesso affratellati con clan camorristici e gruppi politici estremisti di destra.

3) La diffusione quasi universale, in ogni componente della società del ricorso alla corruzione, alla "mazzetta" o "tangente" o lucro extra legem che dir si voglia, praticato nella gestione degli appalti da politici,  imprenditori, dirigenti della Sanità; cui si aggiunge il sistema dei baroni universitari per gestire  e pilotare i concorsi. Il dio denaro è riverito da tutti, credenti e no

A prima vista uno potrebbe concludere che allora ha ragione Grillo a voler mandare tutti a casa. Il guaio è che nemmeno lui e le sue truppe improvvisate  potranno mai riuscirci, anche se raggiungessero il 51% dei voti (dio ce ne scampi, dopo aver subito per 20 anni Berlusconi  trovarci con l'Italia governata da Beppe Grillo!!), perchè già hanno in casa propria i germi delle stesse malattie che dicono di voler combattere in casa d'altri: nei metodi  e nei contenuti di movimento  dai caratteri settari, assolutistici, ideologicamente confusionari, dipendenti da un solo capo piuttosto paranoico, con l'unica idea fissa del mandare gli altri "affanc..." (e guarda caso pure lui pregiudicato per omicidio colposo di 3 persone..), che grida più forte  e minaccia sfracelli per incutere paura, con diritto di decidere per tutti e su tutti, per contratto fatto sottoscrivere agli ingenui o opportunisti adepti, persone spesso senza arte nè parte o merito o idee proprie, animate prevalentemente  da rancori e volontà  punitiva generalizzata, senza  sapere o volere distinguere  gli onesti dai disonesti, i meritevoli  dai fanatici, i valori  socialmente utili  e le proposte ragionevoli ed efficaci dalle teorie più sballate.
Grillo e il M5S non possono essere la soluzione dei problemi, ma ne sono l'effetto o il prodotto, che  si aggiunge e aggrava il processo di degradazione della società fino a darle il colpo di grazia.