giovedì 12 novembre 2015

"Sottomissione" e Islam a Parigi: 2 campanelli d'allarme

Due cattive (per me) notizie  da Parigi su "la Repubblica" di ieri 11 novembre 2015:
1) "Come nel libro di Houellebecq,una lista musulmana si presenta alle amministrative e sfida i valori laici della République"
2) "Gaffe diplomatica per il menù: Rohani non vuole vino a tavola, Hollande annulla la cena all'Eliseo".
Quanto alla prima notizia, parte dunque  da Parigi, in occasione delle prossime elezioni regionali del 6 - 13 dicembre, il primo passo  per tentare di entrare nell'agone politico e dare la scalata agli organi di governo, sia pur solo amministrativi, per ora. Il nuovo partito si intitola "Union des Démocrates Musulmans de France" (Udmf) ed è stato fondato qualche anno fa da un franco-marocchino, ma finora non si era presentato ad elezioni per mancanza di candidati  o perchè non si riteneva ancora il clima propizio.
Ora i candidati sono stati trovati e il programma formulato prevede, manco a dirlo, la diffusione del menù halal e dell'insegnamento dell'arabo nelle scuole francesi e l'uso del velo per le alunne musulmane, finora vietato per legge.
Che c'è di strano o pericoloso? tutto o niente in apparenza, o forse no. La Francia, antesignana e campione della laicità pubblica, per la prima volta  ammette  la partecipazione  alle elezioni ad un partito che si ispira esplicitamente ad una religione ed ha un programma  con richieste dettate da precetti religiosi.  
Sintomo di liberalità e apertura e riconoscimento di un diritto non negabile in una democrazia?
In teoria, sì. Ma attenzione, che con i musulmani non si può scherzare, nè sottovalutare le implicazioni di queste aperture. 
La questione di fondo resta sempre la stessa: può un partito musulmano essere compatibile con la democrazia? Se  antepone  il credo religioso e i dettami del Corano a principi e norme  di una consolidata e legittima Costituzione laica e democratica, come può rappresentare i diritti di tutti i cittadini, musulmani e d'altre religioni o non credenti, nelle sedi di governo? 
Sia che si trovi in minoranza che si trovi ad arrivare ad ottenere la maggioranza, sarà impossibile, poichè è un fatto  che dovunque gli islamici hanno raggiunto il potere  le Costituzioni vengono adattate ai dettami del Corano. E non vengono riconosciuti ad altri i diritti alla libertà di pensiero, stampa, religione, critica a chi detiene il potere.
E' dunque saggio e opportuno che in un paese democratico si  dia la possibilità  di raggiungere il potere a qualcuno che si sa già in partenza che , appena potrà, lo priverà di libertà e democrazia?
Qualcuno potrà obiettare che anche in Europa ci sono partiti che portano l'etichetta di "cristiani" e quindi per par condicio anche i musulmani hanno il diritto di  farsi un partito a  denominazione e programma a base religiosa.
 Ma l'esperienza e la storia dimostrano che i partiti "cristiani" europei del '900 hanno comunque sempre agito nell'ambito di Costituzioni democratiche e hanno consentito  (o accettato obtorto collo...) che si facessero leggi laiche anche contro i dettami delle gerarchie ecclesiastiche, nel rispetto di diritti ed esigenze di tutti senza discriminazioni. 
Per quanto io resto sempre del parere che sarebbe molto meglio non vi fossero partiti basati sui dettami di una religione, di maggioranza o minoranza che sia, cristiano, musulmano o induista, perchè sono sempre, poco o molto, fonte di contrasti, problemi, tentativi di limitare le  libertà altrui e di prevaricazioni, con pretese di imposizione di credenze fideistiche come fossero verità indiscutibili per tutti.
Un piccolo ma significativo segnale di come intendono i rapporti politici-religiosi i musulmani, Sunniti o Sciiti che siano, ce lo ha offerto proprio nei giorni scorsi Rohani, presidente della Repubblica islamica, sciita. dell'Iran, con la sua pretesa di togliere il vino dalla tavola del pranzo o cena che si doveva tenere all'Eliseo, a Parigi, in occasione di un incontro tra  massime cariche di Francia e Iran.
Scrive "la Repubblica": Una spinosa questione di protocollo complica la prima visita in Francia del presidente iraniano, Hassan Rohani, atteso a Parigi il 16 e 17 novembre. A raccontarla è la radio francese 'Rtl' che rivela i dettagli dell'annullamento della cena ufficiale prevista all'Eliseo tra Rohani, e il suo omologo francese, François Hollande. La delegazione della Repubblica islamica avrebbe chiesto un menù halal e, soprattutto, che non fosse presente vino in tavola durante il pasto, come accade ogni volta che Rohani va all'estero. In Iran, infatti, il consumo di alcolici è severamente vietato.
La Francia avrebbe respinto la richiesta, per non rinunciare alle sue tradizioni laiche. Per salvare quello che poteva trasformarsi in una piccola visita (o gaffe) diplomatica, l'Eliseo ha proposto di annullare la cena e di sostituirla con una colazione. Ma Teheran avrebbe rifiutato, spiegando che si trattava di una soluzione troppo spartana. Alla fine è stato trovato un accordo: Rohani e Hollande si incontreranno per due ore a Parigi per discutere di Siria.
Alcuni consiglieri dell'Eliseo non hanno nascosto la loro irritazione per diffusione la notizia definendo la polemica "ridicola". La polemica riporta alla memoria quanto successo anche in occasione della visita a Parigi di un altro presidente iraniano, Mohammad Khatami. Prevista nell'aprile 1999, venne rinviata perché l'Iran aveva chiesto di togliere i liquori dai ricevimenti ufficiali. La visita si tenne alla fine il 27 ottobre 1999: il presidente Chirac ricevette il suo ospite all'Eliseo, ma non mangiarono insieme....
Conclusione mia:  che un musulmano, qualunque o potente, non voglia personalmente mangiar carne di maiale e bere vino, padronissimo; e chi lo ospita fa bene a dargliene la possibilità e rispettare i suoi gusti. Ma che pretenda  che nessuno beva vino o  mangi carne in sua presenza, mi sembra decisamente troppo. Ed è qui che sta la differenza tra un musulmano integralista e un fedele di qualsiasi altra religione. E non è poco. 
Se acconsentiamo oggi a queste pretese assurde anche in Occidente e in casa nostra,  presto non si acconteranno di  vedere le loro donne col velo, ma pretenderanno che anche le altre si coprano, per "rispetto" dei loro dettami religiosi, o dei loro turbamenti maschili...
* A conferma di quanto sopra  ho appena visto  l'intervista allo stesso Rohani (che verrà in Italia il 16) da parte di una giornalista italiana di RAI News24, molto rispettosamente  coperta da mantello e cappuccio nero . Ma perchè il "rispetto " per la loro religione e "cultura" dobbiamo averlo solo noi e loro non ne hanno nessuno per la nostra?
Forse che nei pranzi ufficiali in Iran si servono agli ospiti occidentali tortellini e cotolette e le donne possono stare a capo scoperto "per rispetto" della loro religione e cultura religioso-gastronomica?
**E dobbiamo pure "rispettare" l'altra faccia, o frutto velenoso e sanguinario, della "cultura" islamica? Nella stessa giornata del 12 novembre leggiamo:
- Libano, kamikaze in azione nella Beirut di Hezbollah (partito di Dio). Almeno 37 morti

Gli attentatori sarebbero due e si sono fatti esplodere in un centro commerciale nella periferia sud della città, roccaforte del movimento sciita. L'Isis rivendica. Croce Rossa: 181 i feriti.
Terrorismo, 17 arresti: "Piani di attentati in Europa e in Medio Oriente". Pm: Merano crocevia di aspiranti jihadisti. I verbali Il mullah curdo che sognava l'Is

Operazione Jweb, conversazioni Skype dei terroristi: "E' buono morire per Allah".

****AGGIORNAMENTO DEL 14 NOVEMBRE
Ieri sera, proprio a Parigi, alcuni terroristi islamici hanno scatenato una vera e propria guerra con 7 attacchi armati  in contemporanea in punti diversi della città, sparando a raffica contro cittadini inermi che stavano al ristorante, al bar o allo stadio, uccidendo almeno 130 persone e ferendone altrettante o forse più.
Altro che "campanelli d'allarme" come avevo scritto! Stanno suonando campane a morto per ognuno di noi in Occidente, se i nostri governanti non si svegliano e non trovano una strategia comune ed efficace per fronteggiare la situazione e difendere la nostra civiltà e la nostra gente da questi pazzi scatenati,e da chi li anima e arma, e dalla cultura di esaltazione della morte in nome di Allah che l'Islam sta diffondendo nel mondo.