sabato 24 novembre 2012

Quale Centrosinistra con Renzi vincente?

Sul candidato Matteo Renzi  si stanno puntando le speranze di tanti giovani, che vedono in lui  l'uomo nuovo  che dovrebbe avere la forza e la capacità di rinnovare il PD e il Parlamento mandando a casa tutti i "veterani", bravi o meno bravi che siano, onesti o disonesti, se hanno  già  una esperienza che superi i 3 mandati; e comunque  ne vuole dimezzare il numero, gli stipendi e i privilegi, abolire vitalizi e finanziamento pubblico dei partiti.
Con un  grido di battaglia così, e all'insegna della "rottamazione" dei vecchi esponenti di partito presenti e attivi da decenni, è facile conquistare consensi oggi,  vista la generale sfiducia e ostilità  che si sono meritati i parlamentari e i partiti soprattutto in questi ultimi anni, tra scandali, ruberie, corruzione e incapacità a risolvere i problemi.
Ma c'è un ma; non è tutto oro quello che luccica anche nell'uomo nuovo che sfida e contende il primato nel PD al segretario Bersani esponente esemplare della "vecchia scuola" del partito, nel bene e nel male.
Certo Matteo Renzi è abile, se alla giovane età di 37 anni è riuscito a percorrere una così rapida carriera che, da  presidente della Provincia di Firenze, l'ha portato a diventare sindaco della città  e ora aspira addirittura a  diventare capo del governo italiano se  vincesse le primarie e se il centrosinistra dovesse vincere le elezioni  politiche nazionali del 2013.
Ma è questa sua fretta di salire i  gradini della scala  politica e istituzionale che mi lascia molto dubbiosa,  perchè mi sembra che non abbia la maturità e la saggezza necessarie per ricoprire tale carica. Ma soprattutto non mi convince  il suo modo di far politica che lo fa somigliare  ad un Berlusconi in miniatura, più identificabile nel centrodestra che nel centrosinistra.
Non basta proclamarsi  paladini del nuovo per garantire che il nuovo sia poi migliore del vecchio; troppe volte  innovatori e rivoluzionari che promettevano di  rivoltare tutto  e di  affossare la "vecchia" politica, hanno tradito le aspettative degli elettori e  arrecato gravi danni al Paese. Basti pensare  agli ultimi casi di Bossi e Berlusconi, presentatisi anche loro come rottamatori della partitocrazia e abbiamo visto cosa hanno combinato.
Certo è bravo a parlare, e parla così in fretta che ti può convincere di tutto e del contrario di tutto senza che ti accorgi della differenza.
E anche questo mi fa paura e mi fa temere incoerenza e superficialità, così  come l'eccessivo ricorso ai mezzi di comunicazione per apparire  sempre e dovunque attaccando gli altri  per attirare su di sè l'attenzione. Non è un caso che il suo primo successo sia  stato in TV vincendo alla Ruota della fortuna. Come non può essere un caso che la stampa quotidiana e periodica di varie padronanze gli dedichi articoli e interviste, facendogli  tanta pubblicità.
Il suo protagonismo e presenzialismo, più che il suo operato concreto,
è stato incoraggiato ed elogiato fin dal suo apparire  da quella stampa di destra e finto- indipendente che ha  difeso Berlusconi fino all'ultimo ma che, nel frattempo, consapevole che il crollo  del centrodestra sarebbe presto arrivato, si è voluta premunire dalla possibile futura vittoria del centrosinistra, incoraggiando la scalata  al suo interno di un  personaggio ambizioso e  bramoso di emergere che più si mostrava affine ai loro interessi.
Ricordo citazioni  elogiative e commenti di lettori ai relativi articoli in favore di Renzi, in particolare su QN, il quotidiano online del Gruppo Monti-Rifferser  che comprende Il resto del Carlino, Il Giorno e La Nazione; poi ho saputo che Renzi  curava il servizio vendite  de La Nazione nel territorio fiorentino. 
Che Matteo Renzi fosse il candidato del centrosinistra più amato dalla destra lo si è capito  da almeno un paio d'anni, da quando, nel 2010 appena eletto sindaco di Firenze ha indetto quella prima convention dei rottamatatori alla Leopolda
Poi il suo misterioso pranzo ad Arcore in casa Berlusconi, e la furbata di Berlusconi che dichiarò "Renzi porta avanti le nostre idee sotto le insegne del PD". Furbata confermata col titolo de Il Giornale di oggi "Il PD ha un senso solo se vince Renzi"
Provocazione? Tentativo di spaccare il PD? Outing sfacciato? Ai posteri l'ardua sentenza
Poi la scelta di Giorgio Gori, uomo di punta di Mediaset , che improvvisamente abbandonò per diventare spin doctor di Renzi. Poi la cena , a porte chiuse, coi finanzieri  arruolati dal Davide Serra specialista in società con sede alle Cayman e  beneficiario di una compartecipazione societaria del Comune di Firenze.
E stupisce il fatto che uno che dichiara uno stipendio di 4.000 euro possa permettersi una lunghissima e dispendiosa campagna elettorale, cominciata praticamente due anni fa, prima ancora di avere la certezza che le primarie si facessero.
Insomma, saranno solo indizi, ma con quello che abbiamo visto finora, a pensar male si farà peccato ma spesso ci si indovina...
 La sua difesa di Marchionne, solo tardivamente  ritirata, la scelta di consiglieri economici  come Ichino e altri più  sensibili alle ragioni  di un neoliberalismo che a quelli delle classi più deboli.
La sua vicinanza al mondo della gerarchia cattolica che lo ha portato finora a compiacerla sui temi etici: vedi il rifiuto della cittadinanza onoraria a Peppino Englaro e la proposta di  istituzionalizzare  la sepoltura dei feti   abortiti  -->
https://www.facebook.com/notes/la-rete-delle-reti-femminili/renzi-laborto-e-il-cimitero-dei-non-nati/381099908640184  

 Renzi è convinto di poter vincere le future elezioni portando a votare per il centrosinistra, se da lui guidato,  almeno un 10% di elettori in più provenienti  dal centrodestra. Detto in sintesi: con Bersani si arriverebbe al 30%, con Renzi al 40% e oltre, quindi....
Ammesso e non concesso che questo si avverasse, a che prezzo? è lecito chiedersi. Intanto un centrosinistra guidato da Renzi potrebbe allontanare tanti elettori di sinistra (e forse lo stesso Vendola, a lui incompatibile): e poi è tutto da dimostrare che elettori che hanno sempre votato per il centro o la destra, o Berlusconi,  sarebbero disposti a trovarsi in compagnia degli aborriti "sinistrati" disprezzati fino a ieri.
Infine, conviene al centrosinistra  cambiare identità fino al punto di assomigliare ad una nuova"Forza Italia", misto liberal-social-democristiana? O non corre il rischio di implodere   per l'impossibilità di conciliare le due anime, quella ex diessina e quella renziana?
Insomma, la vittoria  del nuovo, non rottamerebbe solo il vecchio, ma rischia di far franare l'impianto di un centrosinistra che, pur con tante colpe ed errori commessi, ha retto e mantenuto una base elettorale che in questo momento è la più forte; ed è quindi un pilastro necessario e utile per la sopravvivenza della democrazia, a fronte della disaffezione generale, del montante ma ancora indistinto "grillismo", lo sfacelo  del centrodestra e il moltiplicarsi dei "centrini". Con l'ombra incombente di un Monti-bis  sine die.   .
E Renzi, consapevole o no, potrebbe rivelarsi un "cavallo di Troia".
Spero ovviamente di sbagliarmi. Ma in questo momento mi sento abbastanza vicina  alla Cassandra della mitologia greca.

mercoledì 14 novembre 2012

Le 5 "stelle " del centrosinistra.

Non avevo nessuna voglia e intenzione quest'anno di andare a votare per le primarie del centrosinistra. Troppo deludente era stato  l'esito delle consultazioni precedenti, non tanto perchè il mio candidato preferito in passato (es. Prodi o  Marino) avesse perso o vinto, ma perchè poi  le esperienze di governo che ne erano scaturite, prima la  coalizione dell'Ulivo e poi il PD,  sono implosi per i contrasti interni e i comportamenti contraddittori, incerti,  autolesionisti di certi leader che hanno deluso ogni aspettativa.
Ma poichè la speranza è sempre l'ultima a morire, e per tutta la vita ho coltivato la convinzione  che gli assenti hanno sempre torto, e la partecipazione è doverosa e indispensabile per la sopravvivenza della democrazia, ci sono ricascata. Ed eccomi quindi a spulciare tra i curriculum dei candidati. Finchè sembrava che a "correre" fossero solo Bersani e Renzi, il mio  interesse alla partecipazione era pari a zero; infatti  vedo Bersani come un "usato sicuro", sicuro che nulla cambierà  perchè da sempre ostaggio di D'Alema , e lo sfidante rampante Renzi, come ho già scritto, è troppo bramoso di salire su poltrone sempre più alte, senza avere peraltro l'autorevolezza, lo spessore morale  e la coerenza necessari per ricoprire la carica di Presidente del Consiglio.

Vendola è un abile affabulatore  e promotore dei suoi sogni ma non mi convince e Tabacci è persona valida ma non può rappresentare  il centrosinistra.
Poi ho scoperto l'esistenza di una nuova candidata, Laura Puppato, e mi sono tirata un po' su il morale. Vista la sua figura di donna seria, determinata e capace, con un curriculum politico non troppo importante ma sufficiente per poter esibire una buona esperienza, come sindaco e consigliere regionale del Veneto, mi sono detta: perchè  non appoggiare proprio lei?
Naturalmente, la prima obiezione che mi è venuta in mente, e che altri mi hanno fatto osservare, è che questa outsider è praticamente sconosciuta e non ha alcuna possibilità di vincere, a fronte di concorrenti noti da decenni attraverso stampa e Tv,  con migliaia di sostenitori organizzati ed esperti.

Ma questo non mi ferma, perchè un voto non è mai inutile, anche se è per una persona o una parte che prevedibilmente potrà essere in minoranza; perchè è sempre l'espressione di una volontà,  di un indirizzo, di una testimonianza, e può servire ad aprirsi a nuove idee e contributi. Non è buona politica ritirare fuori il refrain del "voto inutile" o "sprecato", che viene regolarmente usato come argomento dai 2 candidati più forti, conosciuti e organizzati, perchè ognuno teme che si "portino via" i voti a lui.
Se le primarie devono essere solo una corsa a due, tra Coppi e Bartali, guelfi e ghibellini, o Milan-Inter, lo si metta come regola e si accettino solo due candidati (scelti dalla gerarchia del partito?) con turno unico. Ma così si snatura il senso e lo spirito delle primarie aperte a doppio turno, e soprattutto non si dà la possibilità di mettersi in gioco e farsi conoscere a forze nuove e diverse.

E intanto siamo arrivati alla prima esibizione pubblica di tutti e 5 i candidati con un confronto sulla TV di Sky , e  tutti gli spettatori hanno potuto così conoscere dal vivo anche la Puppato,"donna invisibile" tenuta finora in quarantena e ignorata dagli organi di stampa e dallo stesso Pd di cui pure è esponente a livello di direzione nazionale.
Adesso imperversano su tutti i maggiori giornali  le pagelle e le classifiche dei "vincitori" del confronto, in cui la mia candiadta occupa naturalmente il penultimo posto, con percentuali che vanno da un minimo di 3 ad un massimo di 12. In cima alle classifiche ci stanno ovviamente i più noti: Bersani (per l'Unità), Renzi (per il Corriere), Vendola (per Il Fatto), con posizioni e percentuali diverse.
Ma io credo sia più corretto dire che non ha"vinto" nessuno, ma ognuno dei candidati ha mostrato una sua ottica e un diverso aspetto della galassia del centrosinistra. A suo modo anche il centrosinistra si è dimostrato un "movimento a 5 stelle", con "stelle" più o meno brillanti, nuove o meno nuove, ma comunque in grado di fornire una dignitosa prospettiva politica. Non darei troppo peso alle classifiche compilate da vari giornali. E' evidente che ognuno dei lettori ha votato per il candidato che gli era già più congeniale o vicino alle sue idee, a prescindere dalla prestazione televisiva. 
Io tifavo, e tifo, per la Puppato e nonostante la difficoltà di un dibattito rigido e ingessato a colpi di domande e risposte ingabbiate in tempi stretti, mi sembra abbia superato bene l'esame e sia risultata convincente e possa ben rappresentare una figura nuova di donna in politica capace e autorevole. Parte svantaggiatissima a fronte della popolarità degli altri candidati. Ma proprio per questo andrebbe incoraggiata e sostenuta da chi aspira a realizzare un'idea diversa e migliore di Paese

Non so se anche i fan del rottamatore Renzi siano teleguidati (come pare sia lui , via sms...), ma è evidente che sono già tutti mobilitati e all'opera per rottamare da subito per prima l'outsider Laura Puppato. Non sia mai che questa, sconosciuta fino a ieri, si sia guadagnata qualche consenso con la sua prima prova di confronto televisivo e porti via qualche voto che potrebbe servire per la marcia trionfale del rottamatore verso la vittoria!
 Dunque all'opera "compagni" renziani e prendiamo il primo pretesto che ci capita; è  bastata una osservazione della Puppato nel dopopartita di critica contro il nuovo idolo (appunto per l'uso  del telefonino in trasmissione), enfatizzata dalla stampa, e da subito è partita la macchina del fango da scagliare addosso alla malcapitata, in perfetto stile veteroberlusconiano. Rilevati ieri sera sul Corriere sotto l'articolo a lei dedicato, questi complimenti : "pupo", "bambocciona che dice bischerate", "vada a far torte","figura miserabile", "banalità da comare", "ignorante tecnologica", "vecchia dentro", "ritirati", cercatrice di poltrone... e via dicendo. E guarda caso il sondaggio del Corriere vede una grande prevalenza di voti per Renzi.
Sul sito della stessa Puppato altra tattica, ci si presenta come un quasi simpatizzante, poi si tira la frecciata, magari più soft ma sempre nella stessa direzione. Già Renzi non mi piaceva da prima, adesso che vedo all'opera i suoi fan, o il suo tecnologico staff, stravedo per la Puppato.
Se questi sono i "moderati" i cui voti Renzi si porterebbe dietro da destra al centrosinistra, quelli che tacevano o  approvavano Minetti, Carfagna, Brambilla e Santanchè e ora insultano una candidata come la Puppato, la prospettiva per la futura "identità" del centrosinistra e del PD la vedo buia.