giovedì 14 giugno 2012

Chi è stato "strangolato"? Cicchitto, Monti, o noi?

La nuda cronaca parlamentare del Corriere della sera online di ieri  ci riferisce che
"Il ddl anticorruzione è passato con una maggioranza risicata di 354 sì e con un alto numero di astenuti: 102. Tra questi, oltre alla Lega, hanno deciso di astenersi anche 38 esponenti del Pdl.
Il sì definitivo è arrivato dopo che mercoledì alla Camera erano passate le tre fiducie sugli articoli «caldi» del ddl. Dunque maggioranza che si sbriciola sul voto finale al ddl sulla corruzione. Mancano più di cento voti, infatti, a quelli che sostengono il governo Monti. Assenti al voto anche il leader del Pdl, Angelino Alfano e il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani anche se, viene chiarito, solo perchè impegnato in altri appuntamenti. Tra i leader dunque solo Pier Ferdinando Casini era presente e ha votato a favore. Hanno votato contro Idv, i pidiellini Luca D'Alessandro e Lucio Barani, Santo Versace, due deputati di Popolo e Territorio, due di Nps. Si sono astenuti invece tra le opposizioni la Lega Nord, i restanti deputati del gruppo Pt, mentre nella maggioranza 38 del Pdl tra i quali Renato Brunetta, Guido Crosetto, Alfredo Mantovano, Mario Landolfi, Gaetano Pecorella, Giorgio Stracquadanio, Aldo Brancher. Astenuti anche i 6 deputati Radicali eletti nelle liste del Pd. Assenti al momento del voto oltre a Bersani altri 11 deputati del Pd e oltre ad Alfano altri 59 deputati del Pdl, 4 gli assenti dell'Udc.

L'AVVERTIMENTO DI CICCHITTO - «Al Senato sosterremo la responsabilità civile dei giudici e le diamo, signor Ministro, un elemento di riflessione: non ci venga a proporre emendamenti con l'esercizio da parte del governo di quello che è avvenuto qua, perché noi in questo caso non voteremo la fiducia su questo punto, perché non vorremmo essere ulteriormente strangolati» avverte il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, concludendo la dichiarazione finale di voto al Ddl anticorruzione, riferendosi in particolare alla norma prevista dal Ddl comunitario 2011 al'esame di Palazzo Madama. E avverte: «Come dice il proverbio: uomo o donna avvisata è mezzo salvata». Cicchitto ribadisce, inoltre, l'intenzione del Pdl di modificare il disegno di legge contro la corruzione, nella terza lettura al Senato, nelle parti relative al reato di concussione e alla nuova fattispecie «traffico di influenze».

E con questo chiarissimo e duro "avvertimento" il governo Monti è servito.
Chi avesse coltivato ancora qualche ingenua illusione che  Monti e il suo governo di "tecnici" più o meno bravi e coraggiosi, fossero liberi e autonomi  nelle loro scelte, credo debba svegliarsi e prendere atto della realtà.
Non è Cicchitto ad essere stato "strangolato" o "ammanettato", come il piduista ex socialista cane da guardia di Berlusconi ha  affermato con toni perentori e drammatici.
Ammanettato e strangolato è Monti  che deve fare i conti con questa parte di maggioranza che lo sostiene: il PDL (ma anche certi settori del PD...), che pretende una riforma della giustizia  e un decreto anticorruzione che innanzitutto garantisca l'impunità  reale e sostanziale del suo padre-padrone e poi anche  di tutti i corrotti grandi e piccoli che militano nelle sue fila o che lo sostengono.
E per proteggere  le pendenze pregresse e anche quelle eventuali future delle bande di delinquenti che ci opprimono si pretende una norma detta eufemisticamente della "responsabilità civile dei giudici", ma che di fatto  vuole ammanettare i giudici, collocandoli sotto una spada di Damocle di penalizzazioni personali e ritorsioni milionarie nel caso si azzardino ad inquisire e condannare i delinquenti danarosi e potenti.

Tutto questo mentre  il Paese si trova in una situazione economica disastrosa, per di più aggravata dalle conseguenze  di un terremoto altrettanto disastroso che ha messo in ginocchio una delle Regioni, l'Emilia Romagna, finora più floride e produttive.
Invece di spremersi le meningi e impegnarsi per  tentare di affrontare e risolvere questi  enormi problemi, questi figuri che tengono Parlamento e Governo in ostaggio si preoccupano di  perpetuare le corruzione, salvare i corrotti e punire i giudici scomodi.
Chi è lo strangolatore, e chi lo strangolato, signor Cicchitto?