venerdì 12 giugno 2009

Politica estera italiana: da bordo piscina a tenda beduina


"E' ben curiosa la politica estera fatta dal nostro capo del governo, con il beneplacito di un elettorato fedele e contento e di ministri e dirigenti di partiti di centrodestra consenzienti. L'avesse fatta Prodi una politica estera così e l'avrebbero crocifisso! Va bene il realismo e la diplomazia, che rendono necessario mantenere contatti e relazioni anche con paesi che non rispettano gli stessi nostri ideali e parametri di legalità e democrazia. Ma c'è modo e modo. Che le relazioni internazionali debbano essere tenute dal premier in feste private a bordo piscina con contorno boccaccesco, e ora anche in tende beduine e in sedi istituzionali dove il dittatore ospite ci viene a fare lezioni di storia distorta e tutta pro domo sua, e lezioni di politica attuale che sono un insulto alla nostra Costituzione, mi sembra un po' troppo. E' così che il centrodestra, i liberali, i moderati, conservatori, difendono la nostra "Patria" adesso? Era proprio necessario scendere così in basso per avere ancora petrolio e gas libico (che comunque anche la Libia ha bisogno di vendere) e per tenere lontano qualche barcone di immigrati (che comunque ritorneranno, state certi)?
Non vi viene il dubbio che a costui più gli si dà e più alza il prezzo?"

La sai l'ultima? Gheddafi difensore delle donne nel mondo arabo islamico
"Potrebbe essere il soggetto di una delle prossime barzellette di Berlusconi , da raccontare ai colleghi del G8: Gheddafi che , ammaliato dai begli occhi della Carfagna, si fa paladino delle povere donne trattate come soprammobili nei paesi arabo-islamici! Ma perchè il Colonnello ce lo viene a dire a noi, davanti a una platea di 700 donne libere e realizzate che naturalmente lo applaudono? Perchè queste cose non le va a dire nelle riunioni dei capi religiosi e politici d'Africa e del MedioOriente, visto l'importante ruolo che ricopre? A me sembra una bella presa in giro questa sceneggiata recitata da Berlusconi e Gheddafi, ad uso propagandistico delle rispettive tribù di sudditi. E stavolta la figura dei colonizzati l'abbiamo fatta noi. Esemplare poi il comizietto finale del dittatore, ex socialista, inizialmente amato dalle sinistre, che viene a dire agli industriali che "con la sinistra farebbero meno affari". Il furbetto ha capito che in Italia ora il "dagli addosso alla sinistra", colpevole di tutti i mali da Spartaco in poi, è lo slogan che giustifica tutto e strappa applausi ovunque, anche a sinistra".

E' quanto avevo scritto ieri mattina 12 giugno in due commenti inviati a "Il corriere" online a seguito di due articoli che davano notizia dei diversi momenti della visita di Gheddafi in Italia.
Poi alla sera è scoppiato il botto: Fini ha perso la pazienza e ha annullato il previsto incontro alla Camera, dopo aver aspettato invano Gheddafi per due ore.
Penosa la figura fatta da D'Alema, che prima si associa al gran rifiuto di Fini, poi si precipita a far visita in tenda, insieme a Pisanu, a Gheddafi, perché , a loro dire, "stava poco bene" (forse si era stressato per i troppi cambi di costume). Giustificazione non richiesta dall'interessato e smentita dal successivo comunicato libico , che invece mascherava il ritardo del bizzoso Colonnello con l'esigenza di recitare la "preghiera del venerdì".

Da riflettere anche sull'entusiasmo manifestato dalle massime donne imprenditrici d'Italia, Todini e Marcegaglia in testa, per il satrapo libico, perchè ha promesso petrolio e gas in esclusiva all'Italia ( a caro prezzo pagato da tutti noi) e di fare della Libia una "zona franca" per le imprese italiane, cioè costruire là senza pagare tasse. Ad un richiamo così chi può resistere? Si passa su tutto e si ingoia tutto, anche le balle sulla difesa delle donne e le offese alla democrazia e al nostro Parlamento.
Per fortuna che c'è Fini a difendere il barlume di dignità che è rimasto all'Italia.
Ma lo sbraneranno presto.

Sul leader libico: «intelligentissimo, se è stato al potere per 40 anni è perché ci sa fare»
«Minorenni, veline, Mills e voli di Stato: c'è stato un piano eversivo contro di me»
Berlusconi, intervento-fiume all'assemblea dei giovani industriali. «Non date pubblicità a media disfattisti
»
Questo il titolo dell'articolo de Il corriere.it del 13 giugno che riferiva dell'ultima uscita di Berlusconi. Al che mi sono sentita in dovere di obbiettare:

C'è poco da ridere, il "piano eversivo" c'è : il suo

"Signori, c'è poco da ridere. Il "piano eversivo" c'è, eccome; ed è quello che sta portando avanti con indistruttibile volontà il nostro presidente del Consiglio. Tutti gli atti di governo, compiuti finora, a colpi di decreti legge e voti di fiducia, vanno in una sola direzione: più potere a se stesso e impedire a chiunque altro di contrastarlo, anche con il solo strumento democratico della critica. Immunità garantita per lui, impedimenti per la magistratura e la stampa, disinformazione massicciamente diffusa fra i cittadini attraverso i suoi mezzi istituzionali e privati. Per mantenere il consenso dell'opinione pubblica, quella colta e quella incolta, promesse di benefici economici ogni giorno (che poi non si realizzano mai), e negare, negare sempre, di fronte a qualsiasi critica o accusa pur circostanziata; anzi, rovesciare le accuse sugli accusatori, attaccandosi a qualsiasi appiglio per screditarli con qualsiasi mezzo. Esemplari e significativi: l'ultima legge contro le intercettazioni e l'invito agli imprenditori di Confindustria a togliere la pubblicità ai giornali che lo criticano. Se non è eversione questa.... è usare del suo potere di condizionamento per togliere i mezzi di sussistenza a chi può dargli fastidio.

Adesso bisognerà pure che la nostra classe imprenditoriale, gli editori, la borghesia, ci pensino su prima di commettere gli errori che commisero i loro predecessori del ventennio, favorendo il fascismo. Non dategli altra corda, o ci impiccherà tutti".

E aggiungo che se il metro di misura del nostro primo ministro per valutare positivamente l'intelligenza di un capo di governo è la durata della sua permanenza al potere, non c'è che l'imbarazzo della scelta degli esempi "positivi". La lista deve pur comprendere, oltre a Gheddafi, anche Stalin, Mao, Hitler, Franco, Somoza, Mussolini, Fidel Castro , Papà Doc, Pol Pot, almeno mezza dozzina di dittatori africani e asiatici; tutti così "intelligenti " da riuscire a restare attaccati al loro trono per decenni, e fino alla morte. Naturalmente per il nostro "capo" è cosa secondaria che i suddetti accompagnassero all'intelligenza metodi di repressione feroci e sanguinari.

Insomma al nostro presidente del Consiglio, immaginaria vittima di una "complotto eversivo della sinistra"(che in altri interventi ha definito "alla frutta" o allo sbando) è scappata detta un'altra cavolata, indicativa però del suo pensiero e della sua concezione del potere.

Ai giovani industriali rampanti che l'hanno applaudito, attirati come mosche sul miele della promessa di affari in Libia senza pagare le odiate tasse, bisognerebbe che qualcuno ricordasse di quanti italiani furono attirati in Libia dalle promesse di ricchezza della colonizzazione. Quanti ci lavorarono, costruirono, si arricchirono, e poi furono cacciati con i soli vestiti che avevano addosso dal buon Gheddafi.



mercoledì 10 giugno 2009

D'Alema, rieccolo il guastatore!

Non ne sentivamo la mancanza, e neppure il bisogno, a pochi giorni da un esito elettorale non certo esaltante per il PD, e in attesa di prossimi ballottaggi importantissimi per le elezioni amministrative in città e province che stanno per passare dal centrosinistra al centrodestra.
Ma lui, D'Alema, l'ineffabile e furbissimo stratega delle più importanti sconfitte del centrosinistra, non ha saputo resistere alla tentazione di infliggere una nuova pugnalata al PD e al segretario reggente Franceschini, che in 3 mesi si era moltiplicato per 4 per tentare di dare una scossa ad un partito in caduta libera.
L'occasione per la sua ennesima presa di posizione personale, da ex premier ed ex leader "che non deve chiedere mai" , nè preoccuparsi se il resto del partito e gli elettori sono d'accordo con le sue sopraffine pensate, l'ha trovata in Gheddafi, personaggio agli antipodi con le più elementari regole della democrazia, e per questo accolto con onori spropositati dal nostro capo di governo Berlusconi.
Il PD vuol protestare contro il programmato intervento di Gheddafi al Senato? Ma per carità, ecco lui che salta su a dire pubblicamente che va benissimo, non c'è niente di male a far parlare un dittatore nel luogo simbolo della democrazia. Così il PD ha dovuto mostrare per l'ennesima volta il suo male oscuro, le sue divisioni interne; e il principale protagonista e artefice di queste divisioni è lui, sempre lui.
Nel frattempo "il Riformista", giornale nato e cresciuto per sua iniziativa e sostenuto dalla sua Fondazione, che ha recentemente eletto Berlusconi "politico dell'anno", se ne esce già con sondaggi online per cercare il nuovo segretario del PD e chiede ai suoi lettori (prevalentemente di destra....), di formulare proposte per il futuro programma del partito, attivando un pasticcio di idee confusionarie , in cui si mescolano democratici sinceri e infiltrati provocatori.
Nonostante tale premessa , anzi proprio per questo, alcune cose gliele ho volute scrivere anch'io e le ripeto qui.

Sono d'accordo con chi sostiene che Franceschini va ringraziato e valorizzato per aver salvato il salvabile di un PD in caduta libera dalle primarie in poi. Ma adesso viene il difficile, perchè la frana potrebbe riaprirsi, in quanto all'interno del PD restano tutte le contraddizioni e le tare che hanno causato la progressiva perdita di voti,inizialmente raccolti sulla base di una speranza che fu subito delusa.

Ritengo che la prima cosa da fare dopo una sconfitta, prima di impostare i programmi futuri, sia una seria analisi degli errori del passato e non ripeterli. Suggerisco quindi ai dirigenti del PD di andare a rileggere le critiche dei lettori e degli elettori fin da quando iniziò la fuga. Fu davvero saggia la decisione di "correre da soli", annunciata improvvisamente alla vigilia di una elezione, senza adeguata preparazione politica? Fu saggia, o suicida, la sbandierata ricerca del "dialogo" con chi aveva vinto le elezioni, cercando e imbastendo compromessi su questioni in cui il PD avrebbe dovuto invece avere e difendere sue posizioni contrarie (giustizia, lodo Alfano, intercettazioni, laicità...)?

Ricordate il moto di rigetto della base, inascoltato al vertice, di fronte al caso Villari, al "pizzino" di Latorre, alla corruzione emersa tra esponenti del centrosinistra in Abruzzo e in Campania, alla delusione per la sostituzione di Ignazio Marino con Dorina Bianchi? Ricordate lo scarso impegno del PD a tenere la regione Abruzzo e la stessa Sardegna? A che livello erano scesi i voti dopo quelle elezioni? Qualcuno si è preoccupato di capire dove erano andati a finire i voti (con di Pietro e nell'astensione) e perchè?

Qualcuno in direzione li legge gli articoli di Caldarola e di Polito su "Il Riformista" e (pure su "Il giornale" di Berlusconi) ? Qualcuno mi spiega a che, e a chi, serve questo giornale, fintamente progressista e riformista e di area PD, ma di fatto quinta colonna di Berlusconi? Quale ruolo vi ha quell'eminenza grigia che grava da sempre sul centrosinistra e ora sul PD, il finissimo stratega delle battaglie perdute D'Alema? Chi decide che a rappresentare il PD nei dibattiti televisivi vadano ancora i Latorre, Velardi, Caldarola e Polito?. Li candiderete ancora alle prossime elezioni?
E gli ex PPI e il quotidiano "Europa" che intenzioni hanno? Sono "democratici" convinti ( e quindi "laici") o sognano ancora di rifare la Democrazia cristiana (che poi, tutto sommato, era più laica della Binetti)?

Se è vero che abbiamo tirato tutti un sospiro di sollievo perché anche a destra c'erano dei delusi che si sono astenuti alle europee e quindi hanno frenato un po' le esuberanze libertine e liberticide di Berlusconi, dobbiamo considerare però che poi il centrodestra ha votato compatto per le amministrative e sta conquistando una a una tutte le ex roccaforti della sinistra. Questo significa che loro si stanno radicando sul territorio, e noi il radicamento lo stiamo perdendo, a furia di piazzare segretari provinciali e regionali, coordinatori di circoli, candidati in liste di ogni ordine e grado elettorale, per cooptazione o imposizione dall'alto. Così non siamo più credibili nemmeno come buoni amministratori, dopo aver dimostrato di essere politici senza identità.

O si cambia rotta e si rifonda il partito su basi veramente democratiche e si valorizzano persone nuove, coerenti, oneste e disposte a impegnarsi a battersi per la difesa della democrazia e i basilari principi costituzionali, o di voti se ne perderanno ancora tanti. Questo è il primo punto di qualsiasi programma.