lunedì 31 gennaio 2011

Donne "verticali" della storia

Per reagire  al degradante spettacolo offerto in questi ultimi tempi dalle donne-immagine del ciarpame televisivo e giornalistico ( e politico di casa PDL), ho accolto l'invito di un gruppo di ragazze  di ricordare e valorizzare donne  che nella storia hanno svolto un ruolo importante e si sono distinte per i loro meriti professionali e umani. Donne forti, coraggiose, intelligenti, "verticali", di cui essere orgogliose.
Ho scelto quindi la foto e una mini-biografia di:
Maria Skłodowska, meglio nota come Marie Curie (1867 - 1934). Nata a Varsavia, figlia di Wladyslaw Skłodowski (1832-1902) e di Bronislawa Boguska (1834-1879); in Polonia, iniziò gli studi con il padre, da autodidatta, proseguendoli poi a Varsavia ed infine all'Università della Sorbona di Parigi, laureandosi in chimica e fisica. Maria fu la prima donna ad insegnare nell'università parigina. Alla Sorbona incontrò un altro docente, Pierre Curie che poi sposò.
Insieme al marito Pierre Curie e ad Antoine Henri Becquerel, Maria Sklodowska-Curie ricevette - prima donna della storia - il premio Nobel per la fisica nel 1903:
in riconoscimento dei servizi straordinari che essi hanno reso nella loro ricerca sui fenomeni radioattivi
Otto anni dopo, nel 1911, fu insignita di un altro premio Nobel, questa volta per la chimica:
in riconoscimento dei suoi servizi all'avanzamento della chimica tramite la scoperta del radio e del polonio, dall'isolamento del radio e dallo studio della natura e dei componenti di questo notevole elemento. “
Durante la prima guerra mondiale, Maria Sklodowska-Curie sostenne l'uso delle unità mobili di radiografia come mezzo di diagnosi per i soldati feriti. Nel 1921 effettuò un viaggio negli Stati Uniti per raccogliere i fondi monetari necessari a continuare le ricerche sul radio; ovunque fu accolta in modo trionfale.
Fondò l'Istituto del Radio, oggi noto come Istituto Curie, dapprima a Parigi e successivamente a Varsavia.
Gli ultimi suoi anni di vita furono turbati dall'uso improprio e privo di precauzioni del materiale radioattivo attorno al quale aveva molto lavorato. Morì nel sanatorio di Sancellemoz di Passy (Alta Savoia), nel 1934; la causa fu quasi certamente la leucemia, molto probabilmente dovuta all'esposizione massiccia alle radiazioni durante i suoi lunghi anni di lavoro.
La figlia maggiore, Irène Joliot-Curie, vinse anch'essa un premio Nobel per la chimica nel 1935, l'anno successivo la morte della madre.
La secondogenita, Eve Denise Curie, scrittrice, fu tra l'altro, consigliere speciale del Segretariato delle Nazioni Unite e ambasciatrice dell'UNICEF in Grecia.
(*) Foto e  biografia in sintesi da Wikipedia

mercoledì 26 gennaio 2011

Tutte le "donne del presidente", orizzontali con il corpo o con la mente

Se c'è una categoria di persone che esce male da questa ultima vicenda della ex minorenne Ruby ospite beneficiata dal Presidente del Consiglio, sono le donne, mi spiace dirlo, ma proprio tutte le donne, le cosiddette "escort" o partecipanti alle "cene" di Arcore, e le esponenti del centrodestra   di cui abbiamo sentito  testimonianze e interviste.
Si era tanto  sperato nella emancipazione femminile, nella conquista di pari dignità e opportunità, nel ruolo positivo che le donne avrebbero potuto svolgere anche in politica.
E invece ecco il frutto del ventennio berlusconiano: legioni di giovani belle ragazze disposte a tutto per raggranellare un po' di soldi in fretta o aspirare ad una particina in uno show televisivo, e deputate, ministre , consigliere regionali del PDL (quasi sempre scelte per la loro "telegenicità"...) votate al solo ruolo di  amazzoni a difesa del sultano.
Se appare  vera la ormai famosa definizione della Santanchè (di un paio d'anni fa in momentanea fase antiberlusconiana) che " le donne Berlusconi le apprezza solo in posizione orizzontale", si può aggiungere che  oltre alla posizione orizzontale in senso fisico, il presidente pretende anche la sudditanza intellettuale o mentale che dir si voglia. E quest'ultima ha una valenza e una conseguenza anche peggiore della prima.
E' stupefacente per me, e demoralizzante,  sentire che Ministre dello Stato italiano, come la Carfagna e la Prestigiacomo, un giorno minacciano le dimissioni  accusando il loro partito di commistioni con  i corrotti e di non tenere in considerazione il loro ruolo, e il giorno dopo, previo colloquio con Berlusconi,  rimangiarsi le critiche e ritornare zitte e obbedienti come pecorelle all'ovile.  Quali argomentazioni misteriose abbia il premier per ottenere sì repentina sottomissione  è per me, e per tanti osservatori, un mistero.

Troppo ci sarebbe da dire su Daniela Santanchè, diventata in tempi fulminei esponente di spicco del PDL  mandata ad  occupare tutti gli spazi televisivi possibili con il compito  di aggredire verbalmente chiunque esprima una critica al suo capo, non lasciando parlare gli avversari politici,  attaccandoli con diversivi sul piano personale, negare l'evidenza dei fatti addebitati a Berlusconi, esponendo il dito medio e infine lasciando platealmente  la trasmissione per dimostrare la sua indignazione  e disprezzo per i conduttori e tutti gli altri presenti che hanno osato "attaccare vergognosamente" e "fare un processo mediatico" all'incolpevole presidente del Consiglio.
Sulla stessa falsariga si sono mosse tutte le altre donne del PDL o "del presidente", dalla Bernini alla Mussolini, dalla Ravetto alla Minetti, alla finta suorina Gelmini, per finire con la Zanicchi, disposte a giurare sull'innocenza delle serate del presidente allietate da decine di "ragazze immagine", sulle sue  buone e filantropiche intenzioni  nel cercare di sottrarre alle forze dell'ordine la minorenne Ruby,  straconvinte delle sue grandi capacità di uomo di governo che avrebbe fatto tanto per il Paese. Se i risultati non si vedono, o non tutti li vedono, non è colpa sua, poverino, perchè è vittima da vent'anni dell'assedio dei giudici "comunisti".
Tutte, come un sol uomo, a ripetere "spontaneamente", s'intende, le parole d'ordine  confezionate dal Comitato Centrale di Arcore, costituito dal Presidente e dai suoi legali.
Esemplare il caso della Iva Zanicchi, già  conduttrice televisiva Mediaset, che l'altra sera  nella trasmissione  di Gad Lerner su La 7, dopo aver per tutta la sera  difeso a spada tratta il suo ex padrone che l'ha elevata al rango di deputata europea, ha dovuto assistere  impietrita all'irruzione telefonica in diretta di Berlusconi, che ha definito un " bordello ripugnante" la trasmissione e le ha intimato, come a uno scolaretto , di alzarsi e abbandonare la trasmissione.
E' vero che la Zanicchi ha resistito eroicamente all'ordine e non si è alzata. Ma il giorno dopo si è prodigata in interviste  a difendere ancora "il mio presidente", dicendo "che  ha una forza fisica incredibile", "è ancora abbastanza lucido", quello che fa alla sera "sono affaracci suoi". Spiegando che "il disagio" provato non era tanto per le dure parole del presidente contro il conduttore e  la trasmissione, ma perchè si era sentita sola tra tanti che lo avevano accusato ingiustamente
Se le donne in politica devono "servire" solo a questo, è meglio, almeno dal punto di vista morale,  far le casalinghe e servire la cena al marito... Anche se , per la verità,  a servire il presidente si guadagna molto di più.
Pare che tutte le suddette signore si sentano animate  dal sacro fuoco dell'amore e dalla gratitudine per chi le ha elevate al rango (spesso immeritato) delle cariche pubbliche che ricoprono.
Dimenticando che lo stipendio da deputato o ministro in realtà non glielo paga il presidente del consiglio (che certo le ha raccomandate o imposte), ma i cittadini italiani. Cittadini ai quali dovrebbero sentire in primo luogo gratitudine e dovere di buona e corretta informazione e amministrazione.
** In foto, Rosy Bindi che , vivaddio, non è a disposizione del Presidente del Consiglio, e nemmeno, credo, ai dopocena di Bersani.

martedì 25 gennaio 2011

L'orrore di Saviano, l'orrore di Marina Berlusconi e "l'onore" di Cuffaro

Marina Berlusconi, figlia di cotanto padre, l'altro ieri si è scagliata come una vipera  calpestata contro lo scrittore Roberto Saviano, colpevole di aver dedicato la sua  nuova laurea honoris causa in  giurisprudenza ai tre  magistrati di Milano che stanno indagando  sul presidente del Consiglio sulla base di accuse per concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile (caso Ruby).
"Provo orrore" ha detto la Berlusconi figlia, e via con una filippica contro lo scrittore che finora ha pubblicato le sue opere proprio con la Mondadori, da lei presieduta. Subito sono seguite sulle pagine dei forum di giornale da parte dei fedelissimi  schierati, commenti che  ripetevano  le parole d'ordine del Comitato Centrale di Arcore: tutti contro Saviano,  declassato a scribacchino al servizio della solita "sinistra", ingrato perchè arricchito per merito della casa editrice berlusconiana.

Quando l'indagato eccellente e potente Berlusconi può permettersi di diffondere la sua autodifesa a tutta l'Italia e al mondo a reti unificate su TV e giornali ogni giorno, e può permettersi ogni giorno di insultare i magistrati che indagano su di lui pretendendo addirittura la loro condanna, se uno scrittore del livello di Saviano  dalla cattedra di un'università italiana dedica la sua laurea honoris causa a questi giudici, mi sembra una legittima risposta della società civile contro uno strapotere personale anomalo.
Che poi la figlia di questo indagato potente, a sua volta potente, dichiari il suo "orrore" per chi ha osato legittimamente toccare chi si ritiene intoccabile, è abbastanza ovvio e scontato e significativo di una mentalità di casta e arroganza personale e di famiglia. 
Bene ha fatto Saviano ha risponderle il giorno dopo che "Orrore mi fa chi sta colpevolmente e coscientemente cercando di delegittimare e isolare coloro che in questi anni hanno contrastato più di ogni altro le mafie»; e  ha poi deciso di lasciare la Mondadori e pubblicare il prossimo libro con la Feltrinelli. Ormai il rapporto  era diventato insostenibile. Si vedrà se a rimetterci sul piano economico sarà l'editore o lo scrittore.

** Altro argomento che ha tenuto banco sulla stampa nei giorni scorsi, l'entrata in carcere a Palermo di  Totò Cuffaro, subito dopo la pronuncia della sentenza della Cassazione che ha confermato la sua condanna a 7 anni per favoreggiamento della mafia. Subito la stampa ha riportato una dichiarazione congiunta di Casini e di Follini a nome dell'UDC (il partito di Cuffaro) in cui si esprimeva "solidarietà" e incredulità  riguardo alla sua colpevolezza. Altri si sono aggiunti a  elogiare la "dignità"  di Cuffaro perchè si è presentato "spontaneamente" al carcere, dichiarando di accettare la sentenza.
Capirai che mossa! Certo il suo comportamento è più corretto (e più furbo) di quello di Berlusconi che  pretende  di essere lui a condannare i suoi giudici e lo grida ai quattro venti. 

Ma non cadiamo però nella trappola del vittimismo e della presunta "dignità" "dell'uomo d'onore". Cuffaro si è presentato "spontaneamente" in caserma perchè tanto sapeva che l'arresto era inevitabile e ha voluto evitare che avvenisse sotto l'occhio dei fotografi. E, guarda caso, è arrivata alla stampa, e pubblicata, solo  la sua foto mentre prega in chiesa, sotto la statua di una Madonna. Quale immagine più commovente e "sbiancante" di un uomo che prega la Madonna?
Se poi ci aggiungiamo le repentine dichiarazioni di solidarietà e comprensione umana e cristiana dei compagni di partito o colleghi vari che dicono pure di non credere alla sua colpevolezza, ecco che l'opera di salvataggio dell'immagine "dell'uomo d'onore", mafiosamente intesa, mostra tutta la sua efficacia, nonostante una condanna confermata da 3 gradi di giudizio. 
E si avvalla anche così un ulteriore messaggio di delegittimazione della magistratura.
Ma è proprio così difficile per i politici nostrani prendere posizioni chiare di distanza e di condanna anche morale e politica di chi si è macchiato con questo genere di reati?
Non è con queste ambigue dichiarazioni di solidarietà personale che si dimostra di voler combattere davvero la mafiosità.

*** Dulcis in fundo, è arrivata la dichiarazione  del cardinale Bagnasco all'ultimo consesso della CEI. Gran rilievo sulla stampa  perchè ha raccomandato più "sobrietà e moralità" a chi ha responsabilità pubbliche. Ma in realtà non ha detto nulla di nuovo, anzi ha dato il solito colpo al cerchio e uno alla botte.
Il richiamo di Bagnasco è scontato e ovvio e lascia il tempo che trova, perchè ognuno lo interpreta a modo suo. Non c'era bisogno ce lo dicesse il cardinale che chi ricopre cariche pubbliche ha il dovere di svolgere le sue funzioni con sobrietà, anzi con "disciplina e onore", come prescrive l'art. 54 della Costituzione. Ognuno ci dovrebbe arrivare da solo a capirlo, cattolico o no che sia. Ma in questo Paese dove c'è un 30% della popolazione investito dalla follia berlusconiana , anche coloro che si proclamano cattolici non vogliono sentir critiche o prediche. Se c'è da scegliere tra papa e "papi" scelgono "papi" qualunque cosa faccia. 
Fini, Casini, Montezemolo, Marcegaglia, personaggi fino all'altro ieri stimati, corteggiati e lodati dal centrodestra, appena hanno espresso critiche, esplicite o appena velate, contro Berlusconi, sono diventati "traditori", inetti ecc..
E infatti subito lo staff dei fedelissimi si è scatenato ad attaccare anche  la Chiesa e a ricordare le malefatte dei preti pedofili, Marchinkus e i vari affari vaticani.
Tutti hanno notato poi  l'accenno di Bagnasco alla "ingente mole" di indagini nei confronti del presidente del Consiglio (peraltro mai citato espressamente), sembrando così dare una mano alle tesi difensiva berlusconiana. Sarebbe facile replicare che
la "ingente mole" di indagini  dipende dalla ingente mole di affari poco chiari del presidente del Consiglio.
Ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire



sabato 22 gennaio 2011

L'alleanza tra Trono e Altare vacilla? Forse

Sembrerebbe di sì, ma non ci conterei troppo visti i precedenti balletti  e scaramucce finite sempre con la "Conciliazione" tra il  "Trono" e l'"Altare" dei giorni nostri, ovvero tra Berlusconi e Vaticano. La tempesta scatenata dalla incriminazione del capo del governo Berlusconi per "concussione e sfruttamento della prostituzione minorile", con conseguente pubblicazione di intercettazioni  disposte dalla Procura di Milano che ha formulato le accuse per le vicenda Ruby, ha costretto le gerarchie ecclesiastiche (Bertone, CEI e altri) e la stampa cattolica (Avvenire e Famiglia Cristiana) a venire   allo scoperto con moniti e ramanzine, talvolta vaghe e sfumate e talvolta più severe ed esplicite, per  rispondere allo sconcerto di tanti cattolici di base.

Ma se questi interventi e richiami al rispetto di moralità e legalità hanno soddisfatto, forse, i cattolici  più genuini e non legati al PDL e a Berlusconi, non sembrano aver scalfito la fiducia dei berluscones, che anzi si sono rivoltati come vipere calpestate, contro la stessa Chiesa.
Ho notato infatti in questi ultimi due giorni nelle pagine dei commenti dei lettori su Quotidiano.net, e anche su altri giornali, che, per difendere il loro idolo i beluscones sono diventati tutti anticlericali, più laicisti e relativisti di Odifreddi e si affannano a mandare post in cui  elencano le malefatte storiche e recenti della Chiesa, del Vaticano, dei preti pedofili ecc. ecc.
In fondo così viene fuori quanto fosse strumentale e strumentalizzato, insincero e reciprocamente interessato il rapporto di collaborazione tra Berlusconi e il Vaticano. Finchè lui non l’ha fatta troppo grossa e non si può più tenerla coperta, e per salvare la faccia almeno di fronte ai fedeli più genuini una qualche condanna la devono pur pronunciare.

Ho notato anche l’intervento dell’ultras catto-berlusconiano Vittorio Messori, che è arrivato a scrivere “è meglio un presidente puttaniere” che faccia leggi gradite al Papa in materia di “valori non negoziabili”, piuttosto che un “notabile cattolicissimo che faccia leggi contrarie alla Chiesa”! (articolo da http://www.labussolaquotidiana.it riproposto da Massimo Pandolfi nel suo blog su QN).
Non si è accorto lo zelante  Messori che nell'elencare le approvazioni e le connivenze storiche della Chiesa con re e tiranni corrotti, libertini, quando non anche assassini, ha fatto un ritratto di una Chiesa lontana le mille miglia dal Vangelo e dai millantati "valori cristiani", corresponsabile delle nefandezze dei sovrani e politici con cui si è alleata nel corso dei secoli in un patto di potere e collaborazione. Patto che evidentemente  a lui stava e sta tuttora benissimo.
E, naturalmente, non lo sfiora  l'idea che  non è detto che la scelta debba essere ristretta a questi due "modelli" (per giustificare Berlusconi e dileggiare Prodi?);
poi che è tutto da  discutere quali valori siano "non negoziabili" per un seguace di Cristo; e, infine, perchè in uno Stato laico, come dovrebbe essere il nostro, le leggi non devono essere gradite al Papa o alla Chiesa, ma devono garantire i diritti di tutti i cittadini, credenti e no. Ma da questo orecchio i papa-boys non ci sentono.

La  rivolta più evidente e significativa contro le critiche ecclesiastiche è venuta poi dall'ateo devoto Giuliano Ferrara e da Il Giornale di famiglia di Berlusconi.
Ferrara ha ridato fiato ad una campagna, attivata già da tempo, contro quello che lui definisce "moralismo ipocrita"dei critici dello stile di vita di Berlusconi.
"Ma di che cosa dovrebbe farsi perdonare? E quali italiani potrebbero sventolare il diritto di perdonarlo? Deve forse farsi perdonare di preferire il suo stile di vita a quello dei suoi critici e avversari?... " è scritto in uno degli articoli pubblicati ieri sul suo  "Il Foglio" online. E ancora
"Galante, intrepido e un po’ vieux style, il Cav. non ha nulla da farsi perdonare
Ai pm spetta l’accusa, al Cav. la difesa spericolata, a noi la domanda: perché il paese se ne fotte?"
Ma su "Il Giornale" di oggi sabato 22 rincara la dose su un articolo a sua firma
intitolato "QUEI SERMONI SENZA DECENZA" in cui bacchetta tutti  i critici del capo del governo, a cominciare dagli ecclesiastici, per continuare con l'opposizione di sinistra e finire con la stampa

"Da Repubblica e La Stampa - scrive Ferrara- dovrebbero essere risparmiati sermoni sulla decenza di vivere e sulla lussuria. Nessuna norma pubblica di morale o diritto vieta di amare le ragazze.....
far loro dei regali, e convocarle per feste private in cui la messinscena del piacere, e scampoli di piacere anch’essi privati, rivestono un ruolo esteticamente grottesco ma moralmente iscritto nella sfera personale dell’Autore del copione ...... 
** Il Giornale completa poi l'opera di dileggio con un  
sondaggio  così ironicamente presentato.
Caso Ruby: e tu ti senti angosciato?
Sì, non dormo la notte
No, ma per fortuna si angoscia Famiglia Cristiana
Sì, Famiglia Cristiana ha ragione
Spicca al centro la superiorità della  seconda risposta (61,50%), seguita dalla terza (32,11%, da non sottovalutare, considerata la base di lettori) e la scarsa adesione alla prima (6,36%, chiaramente da presa in giro)











venerdì 14 gennaio 2011

Il relativismo dei titoli, e dell'informazione

Stamattina mi sono "divertita" (si fa per dire) ad annotare i titoli dei giornali in stampa, di qualcuno online e  di qualche telegiornale a proposito della notizia del giorno ( o meglio della mattina, perchè al pomeriggio ce n'è stata un' altra, vedi l'imputazione per il caso Ruby): il  pronunciamento  del Consiglio Superiore della Magistratura riguardo alla possibile illegittimità della legge che consentiva a premier e ministri di non presentarsi in Tribunale, se accusati di qualsiasi reato, adducendo a giustificazione il "legittimo impedimento"  degli impegni di governo. Legge che il Governo Berlusconi aveva proposto e il Parlamento approvato a maggioranza, con firma del Capo dello Stato.
Tutti i titoli erano in prima pagina e al centro, a grossi caratteri
- Il corriere della sera: "Legittimo impedimento. Valuterà il giudice"
Nel sito web: "Lo scudo al premier bocciato in parte"
- La Repubblica: "Berlusconi, scudo dimezzato"
- La Stampa: "Scudo. Deciderà il giudice"
- QN. Il Resto del Carlino "Mezzo scudo"
- Il Messaggero: "Scudo. No parziale". Nel sito web "Ridimensionato il legittimo impedimento"
- L'Unità: "E ora l'imputato Berlusconi può tornare in aula"
- Il Fatto Quotidiano: " E' di nuovo imputato" e in pagina seguente "Scudo bucato"
- La Sicilia: "Lo scudo diventa fragile"
- Il Foglio (online): "Sotto le apparenze la sentenza della Corte stabilizza il Palazzo"
- Il Giornale: "Non si va a votare. Consulta azzoppa il legittimo impedimento"
- Libero: "Silvio consegnato al giudice"
I giornali dunque oscillano fra la imparziale  traduzione in sintesi  della sentenza da parte di alcuni e l'evidente speranza che la sentenza si traduca presto in concrete imputazioni, da parte di altri ; con l'evidente eccezione dei giornali di proprietà  o influenza determinante del premier, che sembrano voler spingere sull'acceleratore della mobilitazione permanente dei propri lettori contro i giudici.
Tra i commenti riferiti , spicca il grido di dolore e l'ira del fido Bondi che ha visto nella sentenza "il rovesciamento  dell'ordine democratico"; la Lega si appoggia ancora sulla teoria dei "giudici ostili" e il Quirinale pare abbia parlato di  "sentenza equilibrata".

I più preoccupati di  non spaventare il popolo delle casalinghe sveglie  al mattino presto sono stati  i redattori del TG5 delle ore 6 che hanno proclamato: "La Consulta giudica valida la legge del legittimo impedimento, con alcune limitazioni. Soddisfazione dei legali di Berlusconi...." rivoltando bellamente la frittata, facendola sembrare un vittoria del premier.
Quelli del TG1 delle 8 sono  stati un po' più neutri inizialmente, affermando che "La Consulta boccia in parte la legge del legittimo impedimento"; ma poi si sono  sbilanciati subito dopo per dire che però "la Consulta ha confermato l'impianto della legge" e tra i commentatori "prevale la cautela".
Dunque, cari telespettatori, tutti tranquilli, non è successo niente.
E poi in mattinata è intervenuti subito Lui a rassicurare il popolo.

Silvio parla in tv: "La consulta non ha demolito la legge Non oseranno condannarmi" titola un articolo su QN online

Il premier telefona a Canale 5: "Migliorata la situazione preesistente ma non sarà facile per i miei avvocati ottenere un atteggiamento benevolo da parte dei magistrati". "Elezioni? Sono lontane".........
Dalla sua  autodifesa si è desunto che:

I fatti a lui attribuiti in vari processi per corruzione e frode (e nel caso Mills ampiamente documentati, e oggetto di condanna in 1° e 2° grado) "non esistono” perchè lui "l'ha giurato su figli e nipoti" (argomentazione a difesa agghiacciante!). I "giudici non oseranno condannarlo". E ha detto tutto.
Da rilevare il termine "osare", che sottintende una non tanto velata minaccia, poichè , secondo il suo modo di pensare,  neanche i giudici "comunisti"  potranno  azzardarsi a condannare lui (perchè se osano che gli può  succedere?).
 
** "Non esiste", naturalmente, anche il suo intervento per sottrarre la procace minorenne Ruby, sua protetta, alle normali procedure di polizia del caso. Nonostante la telefonata alla Questura che lui stesso non ha potuto smentire, e nonostante siano venute fuori testimonianze, tabulati e foto che hanno  permesso ai tre PM , tra cui Ilda Boccassini, di incriminarlo con l'imputazione di favoreggiamento della prostituzione minorile;  e pure di concussione per il tentativo, riuscito, abusando della sua carica di capo del governo, di indurre i funzionari di polizia ad affidarla all'amica Minetti e sottrarre così all'arresto la sconsiderata fanciulla che sapeva troppe cose, millantando  addirittura una parentela con Mubarak.
Complici nella squallida vicenda: Lele Mora (dimmi con chi vai e ti dirò chi sei...), l'ineffabile "ruffiano di corte" (si può dire, in senso metaforico?) Emilio Fede, e quella  siliconata Nicole  Minetti " igienista dentale" del premier, assurta alla carica di consigliera regionale PDL per meriti che forse hanno poco a che fare con la politica.
Ma  per lui si tratta solo di una "vergognosa intrusione nella sua vita privata", e "non vede l'ora di potersi presentare ai giudici  (!!!) per difendersi da accuse assurde"
Al già complicato corpus legislativo italiano, ora aggiungeremo un nuovo capitolo: quello della "interpretazione personale, sovrana e indiscutibile" delle leggi, ad opera di Silvio Berlusconi, fine giurista.
*** Forza Ilda e colleghi! Osate! che non se ne può più  di costui.
Se aspettiamo che  ce lo levino di torno le opposizioni, con  i loro fumosi programmi, le diatribe interne  e le improbabili alleanze  e strategie politiche, stiamo freschi....
Come disse Moretti?



mercoledì 12 gennaio 2011

L'Italia sono io

Chiedo scusa ai miei 4 lettori (nazionali e internazionali), se la mia può sembrare un fissazione  antiberlusconiana,  ma il "nostro signore e padrone" tutti i giorni ne dice o ne fa una che suscita la mia  indignazione o repulsione, e io non posso fare a meno di registrarla.
L'ultima è di ieri, quando ha cominciato a circolare sulla stampa ( prima fonte, pare, l'Agenzia Dire) online e cartacea, la proposta del nuovo simbolo che dovrebbe subentrare  per indicare il partito  di Berlusconi, dal momento che il PDL, Popolo delle  (troppe) Libertà (per il capo e i suoi cortigiani), nato su un predellino e vissuto poco più di un anno, ora è da considerarsi defunto dopo l'uscita del cofondatore Fini e del suo  gruppo denominato "Futuro e Libertà".

Ebbene, che non ti va a pensare questo genio della politica-immagine e dei messaggi sopra e sub-liminali? Poichè a lui la parola "partito" sta stretta, perchè indica l'apparteneza di una sola parte, ha pensato bene di  appropriarsi del tutto, cioè l'Italia intera, mettendo  chiaro e netto e nudo il nome ITALIA  associato al  vecchio slogan-invito BERLUSCONI  PRESIDENTE.
Alla faccia della modestia.
Come non pensare, per analogia, al famoso detto del Re Sole "l'Etat c'è moi" (lo Stato sono io)?
Il nostro reuccio, nel perdurare della sua  megalomania  e bramosia di potere personale assoluto e all'infinito,  lancia quindi un ulteriore  e definitivo   messaggio totalizzante "L'Italia sono io", presidente a vita natural durante.
Che sia legittimo appropriarsi del nome di una nazione per   rappresentare un partito, è da discutere. Ma della legittimità delle sue azioni il "nostro" non si è mai preoccupato più di tanto.

- Intanto il CSM è riunito per decidere se la legge del "legittimo impedimento" varata dal governo Berlusconi sia o meno costituzionale; e domani renderà pubblico il suo verdetto.
Sia nell'ambito della maggioranza che  tra gli esponenti dell'opposizione la febbre e la tensione sono alte e tutti  sono mobilitati per "salvare il soldato Ryan". Solo che invece di un bravo soldato  i cui fratelli sono morti in guerra, ci si sta preoccupando di  salvare un personaggio che da 17 anni tiene inchiodata la vita pubblica italiana per salvare se stesso, da processi a cui meritatamente dovrebbe sottoporsi come ogni normale cittadino italiano.
Uno che si è dato alla politica proprio per sfuggire alla giustizia per sua stessa ammissione, che non ha fatto nulla di positivo per il paese, che ha pure danneggiato l'immagine dell'istituzione da lui presieduta (e dell'intera ITALIA) con comportamenti privati e pubblici di cui ci sarebbe da  vergognarsi, che ha offeso ogni giorno la magistratura tutta, la stampa e chiunque abbia osato criticarlo, usando tutti i mezzi di comunicazione pubblici e privati di cui può disporre, ecc. ecc.
Ma secondo alcuni (o tanti?) "bisogna salvarlo", se no pare che dopo di lui, o senza di lui, se dovesse essere processato e condannato, l'Italia debba essere travolta dal diluvio universale (o forse c'è una gran paura che si debba andare a votare, con buona probabilità di perdere il seggio e relativi emolumenti e privilegi). 
E quindi ecco fior di teste giornalistiche e spalle togate e politici sopraffini tutti intenti ad affannarsi per trovare una mediazione, un compromesso, un altro pasticcetto, un mezzo scudo, un lodino, qualsiasi azzeccagarbuglio possa consentire al " nostro" premier di non presentarsi in tribunale e continuare a far finta di governare l'Italia, magari con "appoggi esterni" vagamente mascherati,  saltellanti deputati "responsabili" per gli uni e "traditori" per gli altri.
La Germania è sopravvissuta alla perdita o al ritiro di statisti come Adenauer o Kohl, o Willy Brandt; la Francia  è sopravvissuta al ritiro di De Gaulle, Mitterand e altri forse un po' meno illustri e capaci; l'Italia è sopravvissuta, e cresciuta, pur cambiando governanti  (buoni e cattivi) anche due volte all'anno. 
Ma sembra che solo Berlusconi sia insostituibile, pur non avendo alcun merito e tante colpe. Questa idea, nefasta per la democrazia (che si basa sull'alternanza e sulla possibilità di cambiamento dei governanti)  è stata abilmente inculcata nelle menti italiche grazie a pluriennali  campagne mediatiche,  e grazie anche all'incapacità, o alla paura,  di presentare leader nuovi  alternativi, sia nell'ambito della destra, che del centro, che della sinistra.
Se anche il CSM acconsentirà a questa deriva, siamo proprio un paese senza speranza, di giustizia e di una corretta e normale vita politica.
* Aggiornamento del 13 gennaio, ore 17.
Il CSM   ha bocciato a metà  la legge sul "legittimo impedimento", con una maggioranza di 13 voti   e solo 3 contrari, dichiarandone l'incostituzionalità di alcuni commi. Rimane dunque a Berlusconi solo un "mezzo scudo" per evitare si presentarsi in tribunale, dal momento che  ora sarà di nuovo nel potere dei PM valutare se  le giustificazioni da lui addotte per non presentarsi siano accettabili o no.
Il "popolo viola", che  sostava  presso la sede del CSM, ha  festeggiato questa sentenza come una vittoria della Costituzione. Io credo sia una vittoria a metà. comunque è sempre meglio di niente o di una sconfitta netta. In alternativa c'è poi sullo sfondo il referendum abrogativo che è stato ieri dichiarato ammissibile da altra commissione del CSM.
Berlusconi aveva detto sprezzantemente già ieri di non essere preoccupato della eventuale bocciatura del legittimo impedimento, "che  lui non ha chiesto" (!!!), e perchè tanto i processi contro di lui sono "ridicoli"
** Altra annotazione a margine sul reale gradimento della ultima pensata berlusconiana viene da un sondaggio  attivato su Quotidiano net due giorni fa, col quesito :
Ti piace il nome ''Italia'' scelto da Berlusconi per il nuovo Pdl?
Ebbene, su 1308 lettori che hanno risposto finora, il 64 % ha risposto NO, il 34% ha risposto  SI,  e il  resto NON SO.

*** C'è ancora una parte di italiani che non si lascia incantare da Berlusconi; peccato non trovi una degna ed efficace rappresentanza. Non potendo contare sugli ondivaghi leader del centrodestra , Fini e Casini, nè sulla sinistra, ancora  travagliata da nuove divisioni.




giovedì 6 gennaio 2011

Cominciamo bene...

Mi riesce difficile  fare  un "pezzo"  di bilancio o di valutazioni di fine anno  2010, perchè in sostanza dovrei ripetere  più o meno le stesse cose scritte  all'inizio, il 5 gennaio, nel post intitolato "Pensieri sotto l'albero" (di Natale n. d. r.). Infatti, nulla di importante  è cambiato e i fatti e fatterelli  annotati  negli ultimi giorni dell'anno vecchio  e in questo inizio d'anno 2011 mi fanno solo commentare, con amara ironia sottintesa, "cominciamo bene...", così come abbiamo "finito bene...." il 2010.
Di fine dicembre in particolare ricordo la repentina e  come sempre arcigna e lapidaria presa di posizione della senatrice Binetti a commento di una iniziativa del presidente degli Stati Uniti, Obama, che ha osato inserire nel nuovo
regolamento di Medicare (il programma di assistenza medica pubblica statunitense per gli over 65 che entrerà in vigore da gennaio),  finanziamenti per i dottori che forniranno indicazioni terapeutiche ai pazienti. Saranno quindi coperti i costi della pianificazione volontaria anticipata delle cure e gli anziani potranno avere informazioni dai loro medici su quali trattamenti ricevere o rifiutare, concordandoli in anticipo nel caso non potessero esprimere una decisione sul momento.
La Binetti ha subito definito questa scelta una  strategia dei “burocrati della morte” per tagliare i costi dell’assistenza sanitaria. A suo dire, le direttive Usa sarebbero “un altro passo avanti di quella cultura che fa della morte una nuova proposta sociale di avanguardia”, “quasi uno status symbol di chi è padrone di sè e del suo destino, mentre in realtà è solo vittima dell’indifferenza delle istituzioni e dello spaesamento delle famiglie”, “vittima fortemente condizionata da un circuito mediatico che rifiuta valori come la solidarietà, il sacrificio, la fede”.
Non credevo esistessero le streghe, finchè non ho scoperto l’esistenza di questa signora, fervente cattolica e adepta dell'Opus Dei  che si vanta di infliggersi le pene del cilicio e pretende di infliggere altre pene a tutta l'umanità in nome delle sue convinzioni religiose.
Quelle che una volta erano definite “streghe” erano solo personaggi da favola, o povere donne ignoranti e pasticcione, scelte spesso come capri espiatori da popolazioni di villaggio altrettanto ignoranti e superstiziose.
Credo che la Binetti sia invece una strega reale, scientifica, un’invasata (o indemoniata?), con il culto della sofferenza volontaria, e imposta, che vuol darsi motivazioni etiche per nascondere una reale propensione al sadismo e un sottofondo di odio per chi è felice e vorrebbe  star bene o almeno non soffrire inutilmente, per nascere, vivere e morire.
In questo mio giudizio, lo so, posso sembrare cattiva anch’io. Ma i tipi alla Binetti proprio non li sopporto, perchè credo abbiano un’influenza nefasta in tutto ciò che fanno, a danno del prossimo. La manzoniana donna Prassede che voleva far del bene per forza a della gente che non lo voleva e lo faceva pure nella maniera sbagliata”, al confronto era una innocua santa donna, che in fondo brigava solo tra due case e tre conventi dove aveva collocato le figlie.
Il guaio è che la nostra moderna strega può pontificare in Senato, condizionare il suo e altri partiti, e c’è gente che la vota o le sta dietro, forse per convinzione o forse più per opportunismo, ipocrisia o paura per ingraziarsi il vaticano e i voti che può  condizionare.

- Altra "sparata" di fine anno è venuta dal solito Berlusconi che  ha promesso per l'ennesima volta di "scendere in campo", e con le sue "attività personali", per far sparire i rifiuti da Napoli "per Capodanno". Non s'è capito bene cosa intendesse fare: se si sarebbe recato di persona con ramazza e pala  a raccogliere personalmente la spazzatura o se avrebbe messo in campo le sue  doti di imprenditore-venditore, specializzato particolarmente nell'arte  di vendere "balle"; di rifiuti questa volta. Più veritiera la seconda ipotesi, visto che poi è stato mandato l'esercito a spalare e spostare i rifiuti, portati non si sa dove. Nè si sa per quanto tempo potrà durare questo eccezionale servizio alla Patria prestato dai militari per compiacere un governo  del "fare finta di fare" e una amministrazione locale inetta.

- E tanto per non cambiare, nei giorni scorsi il nostro premier, in un'intervesta radiofonica al servile servitore Signorini (Direttore del settimanale di gossip  Mondadori "Chi")  ha dichiarato, udite udite, che i comunisti esistono ancora, anche se vestono cachemire e frequentano salotti, ma sono sempre gli stessi che provocarono 100 milioni di morti (??!!) e adesso vogliono "far fuori lui servendosi dei pm"
Che possiamo commentare ormai. Il disco del suo cervello si è inceppato, gracchia e ripete sempre le stesse frasi.
I suoi amici più cari, Putin e Bondi , Giuliano Ferrara e altri ex comunisti che lo circondano e adorano se ne faranno una ragione.
Di solito i dischi rotti si buttano, o si mettono in soffitta, anche senza l'intervento dei comunisti. Ma se a tanti italiani , e a Bossi, piace ancora sentire questo inutile gracidio ripetitivo, lo dovremo sopportare, purtroppo per noi.
Ed è una gran fortuna per lui che invece del diabolico "Baffone" (alias Stalin) agitato come spauracchio dai comunisti di un tempo, oggi ci sia un anemico "baffino"  (alias D'Alema) che pasteggia a caviale e champagne e tra una virata di barca nell'oceano e un passeggiata tra le nevi di Saint Moritz,  si diverte a mettere fuori gioco solo i suoi compagni di partito.
- A Natale in un chiesa  di Alessandria d'Egitto  terroristi islamici hanno provocato una strage di fedeli cristiani copti, con decine di morti e feriti. Il papa ha  ovviamente espresso  il proprio dolore e rammarico per l'accaduto, lamentando le persecuzioni che sempre più di frequente devono subire i cristiani in paesi a maggioranza musulmana e chiedendo quindi a gran voce il rispetto della libertà di religione. E fin qui  tutto  giusto.
Peccato però che nell'occasione il papa abbia voluto anche accostare e mettere sullo stesso piano nella condanna l'incolpevole "laicismo" insieme al fondamentalismo religioso islamico estremista ed assassino. E questo non sta proprio bene. Non è corretto nè onesto. Non sono i laici,  gli atei, gli agnostici e i razionalisti relativisti a mettere  bombe e uccidere  religiosi e fedeli di qualsivoglia religione, cristiana o d'altro credo.
Il papa, come  tanti ayatollah e imam, non vuol capire o accettare l'idea che solo la consapevolezza della relatività e dei limiti delle opinabili "verità di fede" delle religioni e la laicità delle istituzioni possono garantire la pace sociale e la serena convivenza tra religioni e credenze diverse. 
La pace e le guerre sono opera degli uomini e della loro buona o cattiva volontà e capacità, e non derivano dalla presenza o assenza di fede in un Dio;  anzi spesso le guerre peggiori sono state, e sono tuttora, quelle attuate da uomini che credevano, o credono, di essere ispirati o protetti da  Dio o pensano di servire Allah (per non parlare di quanti hanno combattuto in passato proprio in nome di un incolpevole e disarmato Cristo…).

Ma anche il papa, come Berlusconi ha le sue idee fisse: quest'ultimo vede pericoli comunisti dappertutto, il primo vede nemici laicisti in ogni angolo. E sì che mai come ora comunismo e laicità sono stati così deboli e impotenti.

- Bossi  ha dato l'ennesima dimostrazione di confusione mentale, e di dispregio delle istituzioni di cui è rappresentante titolato, rivelando che già due mesi fa aveva scoperto "cimici- spia" in casa sua e nel suo ufficio al Ministero a Roma.
Ma non ha denunciato il reato alle forze dell'ordine, perchè, ha detto, "non sarebbe servito a niente" ;  si è fatto invece mandare dal ministro dell'Interno Maroni , amico e compagno di partito, un gruppetto di "uomini suoi " (???) per togliere le misteriose "cimici" messe da chissachi e perchè. Senza richiedere indagini agli organi preposti. Quindi abbiamo un ministro che ha giurato fedeltà alla Costituzione ma si amministra la giustizia  col fai da te.
Per non parlare poi del senso di giustizia e legalità ad uso personalizzato manifestato dal premier e dagli stessi Maroni e Bossi nel caso di Ruby, la giovane e procace finta "nipote di Mubarak",  sottratta alle forze dell'ordine e salvata da guai giudiziari da Berlusconi con una telefonata personale subito giustificata da Maroni ( fatto già dimenticato e digerito dai fedeli elettori che perdonano tutto).

- Come ultimo fatto, non certo ultimo per importanza, voglio ricordare la difficilissima situazione del mondo del lavoro, con le recenti polemiche per il nuovo contratto di lavoro che Marchionne, Amministratore Delegato della Fiat vuol imporre ai lavoratori per mantenere aperte e  attive le fabbriche di Pomigliano e di Mirafiori. Un contratto che pone notevoli limitazioni a diritti sindacali  acquisiti riguardo alle condizioni di lavoro e alle retribuzioni, e pone un sostanziale aut aut: o lo si accetta e si firma, o la fabbrica chiude. I sindacati sono già da tempo divisi; quasi tutti hanno, pur obtorto collo, accettato; solo la Fiom-CGIL si oppone. A giorni ci sarà un referendum tra i lavoratori, decisivo.
Ma anche per questa vicenda, qualunque risulti la posizione "vincente" sarà comunque una sconfitta. Come trovarsi davanti  a qualcuno che ti punta una pistola contro e ti intima: o la borsa o la vita.

O perdi l'una o perdi l'altra.
Anche per questo dobbiamo dire  che "cominciamo bene..."