venerdì 24 luglio 2009

Solo per adulti consenzienti e spiritosi

La pubblicità era l'anima del commercio anche negli anni '30, quando tale "sora Gemma" poteva esibire su un volantino, probabilmente semiclandestino ma con il beneplacito delle autorità, tariffe ed elenco di prestazioni fruibili nella sua rinomata "Casa del piacere".
Il tutto sotto le insegne del Regno: lo stemma di Casa Savoia e l'emblema del Fascio nel suo XV anno di Era Fascista.
Ogni accostamento a fatti e persone dell'attualità è ovviamente puramente casuale. Anche se a qualcuno potrebbe venire in mente di utilizzare il volantino (trovato in un mercatino di robivecchi), aggiornandolo e riadattandolo con nuova intestazione , ad esempio "Palazzo G...", o "Villa C...",.
Naturalmente bisognerebbe anche modificare un po' le prestazioni e la durata, mettendo a carico dell'"utilizzatore finale", se non più "di primo pelo", non solo gli asciugamani, la doccia e l'acqua di colonia , ma anche qualche regalino più consistente per le signore compiacenti e i loro protettori: come un gioiellino, una busta con mille euro, ed eventualmente qualche favore per risolvere qualche affare che sta loro a cuore.
Ovviamente, è il caso di sorvolare anche sulla eventuale commistione e confusione di ruoli tra utilizzatore, padrone di casa, caratteristica e configurazione istituzionale della "casa di piacere" e altre quisquilie del genere.
Ma per scherzo si può fare tutto , non siamo mica obbligati ad essere santi. Come insegna il nostro tanto umano e tanto amato capo del governo.

giovedì 23 luglio 2009

E' Unto del Signore, ma non è santo

Questa non me la voglio perdere. E' la foto del giorno, che compare in bella evidenza su "Il Messaggero" online, ma anche in panoramica più estesa su tanti altri giornali su carta. E' associata ad articoli che riportano la frase di Berlusconi "Non sono un santo". Frase, pronunciata ad una inaugurazione di strada futura, che ha già fatto il giro del mondo, ripresa dalla stampa internazionale. Gli articoli dedicati all'argomento hanno richiamato commenti di lettori online a centinaia, in gran parte di divertito sarcasmo sul nostro capo di governo, ravvivato dalla pubblicazione delle registrazioni dei colloqui da postribolo di infimo ordine tra lui e la "escort" D'Addario.
Ovviamente non ho potuto resistere all'invito della pagina dei commenti e ne ho mandato uno anch'io, più o meno così formulato:

Bella la foto!

Di commenti di critica contro Berlusconi ne ho già scritti tanti che mi sono stancata, perchè non mi piace ripetere le stesse cose. Che Berlusconi "non è santo" l'avevano capito anche i sassi, ma i suoi innamorati, supporter e ruffiani assortiti, non lo avrebbero ammesso neanche sotto tortura. Adesso che lo dice lui , sarà la santità a diventare un vizio da cui guardarsi quando si governa; e essere peccatori diventerà un merito. I "giornalisti" (si fa per dire, giusto perchè sono iscritti all'Ordine..) che scrivono sui suoi giornali sono già all'opera (leggere Giordano, Facci, Maglie, Feltri, Ferrara e altri per credere) per avvallare questa nuova linea politica , accantonando velocemente il family day e i "valori della morale cristiana.". Bando ai "moralisti bacchettoni", e rivalutiamo "il Principe" di Machiavelli e i luminosi esempi degli imperatori romani e dei signorotti medievali corrotti, dei papi con mogli, figli e concubine varie, e via dicendo. Si scomoda persino Benedetto Croce per estrapolare una sua frase che dovrebbe legittimare l'immoralita della politica (*).

Bella e significativa la foto in alto a corredo dell'articolo. Un peccatore che si fa il segno della croce davanti a un crocefisso con aria contrita (anche se impunito, recidivo e non pentito) è il più bell'esemplare di uomo che piace alla Chiesa e a certo cattolicesimo all'italiana. Ci manca solo il pellegrinaggio alla tomba di Padre Pio e il gradimento del premier guadagnerà altri 10 punti.


Da rilevare anche l'altra frase pronunciata per la circostanza: "Non ho ospitato solo veline, ma anche capi di Stato...". Ed è qui che "casca l'asino", cioè che si rivela la natura e la dimensione intellettuale e morale del nostro capo di governo. Non ha capito che uno "statista" vero e degno di questo nome non riceve nella stessa dimora ufficiale capi di Stato e prostitute , e non usa i regali ricevuti dai capi di Stato per le sue orgette, in compagnia di gente che partecipa e organizza le sue feste per ottenere vantaggi, favori per loro interessi particolari , buste con denaro e gioiellini ricordo.

Ma quando una sera si va a cena e ci si fa consolare dalla giovanissima figlia di un misterioso "caro amico" che è stato accusato di 24 fatti di concussione (prescritti per dimenticanza del tribunale di Napoli) e un'altra sera si cena con i giudici costituzionali che si devono pronunciare sulle sue leggi ad personam, è evidente che il confine tra il lecito e l'illecito e il senso dello Stato per lui non esistono. E' lecito quello che gli fa comodo, e "destabilizza le istituzioni" (!!!) tutto ciò che lo disturba e lo contrasta
.
(*) Aggiornamento di domenica 26 luglio
Come volevasi dimostrare. Sulla scia della nuova filosofia politico-morale berlusconiana, inaugurata ed esaltata da giornali e Tv di famiglia, il primo canale della Tv pubblica minzoliniana ha sfornato stamattina alle 9, nel corso della trasmissione "Sabato e domenica Estate", una bella lezione sul sesso libero, intitolata " Sesso Estate che passione!". Ospiti: una nuova giovane sessuologa che in chiusura ha raccomandato di fare sesso "con libertà, serenità, gioia" e l'immancabile Vittorio Sgarbi che ha colto la ghiotta occasione per citare come esempio di quanto fa bene alla salute e al proprio lavoro fare sesso - indovinate chi?- il presidente Berlusconi , la cui buona attività di governo ha sicuramente tratto giovamento dalla sua intensa attività sessuale. E ha fatto capire che l'Italia ci rimetterà se Berlusconi sarà costretto a ridurre le sue prestazioni sessuali e a trovarsi in una Villa Certosa triste e grigia, ridotta a convento popolato solo da suore.
Con buona pace delle pie casalinghe in attesa della messa, di "Avvenire" e dei nostri cardinali (ma vedrete che si convertiranno presto anche loro...).

Del resto, non siamo forse il popolo (e relativa Chiesa) che perdonò tutto a Mussolini, anzi lo ammirò anche per la sua intensa attività extraconiugale? E ci vollero 20 anni per capire che non aveva governato bene l'Italia, avendo usato più la parti basse del corpo invece della testa.




mercoledì 22 luglio 2009

La Costituzione e "l'infallibilità" del Presidente Napolitano

Avevo già scritto un paio di commenti per esprimere le mie forti perplessità sui comportamenti del presidente delle Repubblica Giorgio Napolitano e sul vicepresidente del CSM Nicola Mancino, così formulati.

L'enigma Mancino e l'enigma Napolitano
E' veramente singolare e dà da pensare il fatto che siano arrivati alle massime cariche dello Stato due figure come Napolitano e Mancino, con un curriculum vitae da politici di lungo corso, tutto costruito abilmente e pazientemente in salita, l'uno dentro al vecchio PCI e l'altro dentro la vecchia DC. Apparentemente uomini dell'area di centrosinistra, che di fatto sembrano stati messi lì, negli alti scranni, al posto giusto perchè intervengano al momento giusto per "salvare" questo governo , il suo capo e i suoi discutibili provvedimenti, ogni volta che si affaccia all'orizzonte il pericolo di una seria contestazione. Neutralità dovuta alla carica istituzionale e necessaria autonomia dai partiti di origine? Sarebbe bello se così fosse! Dopotutto anche il presidente della Camera Fini si smarca spesso dalle posizioni del suo partito. Purtroppo io, da cittadino sospettoso, vedo anche in quest'ultima uscita del vicepresidente Mancino
la volontà di bacchettare e frenare i colleghi del CSM che hanno espresso un legittimo e motivato parere contro il ddl sulla giustizia, per favorire l'approvazione di una legge Alfano-Berlusconi che evidentemente a lui sta bene.
E l'altrettanto enigmatico Napolitano intanto firma il decreto sicurezza, scrivendo che però è una schifezza, giusto per tirare un colpo al cerchio e uno alla botte. E' interesse dell'Italia che questo avvenga?
E' così che si difendono verità e giustizia? O si difendono interessi particolari dei potenti? (16 luglio)

A quando il dogma dell'infallibilità del Presidente?

Dopo aver firmato seduta stante il lodo Alfano, che rende immuni da qualsiasi imputazione i "magnifici 4" che ricoprono le più alte cariche dello Stato (compreso lui), ci manca solo che proponga un'altra "riforma condivisa" per aggiungere una postilla alla Costituzione che stabilisca il dogma dell'infallibilità del Presidente della Repubblica. Mica può essere da meno del papa, diamine. E criticare Napolitano, per cittadini, politici (Di Pietro in particolare) e giornalisti, diventerà reato. Aveva ragione Andreotti a dire che il potere logora chi non ce l'ha; e io aggiungo che quasi sempre, in Italia, monta un po' la testa di chi ce l'ha e finisce per credersi infallibile, onnipotente e intoccabile. (21 luglio)

Volevo aggiungere altre considerazioni sull'argomento, ma poi ho letto l'ultimo intervento (21 luglio) di Marco Travaglio sul suo blog Voglio scendere e ho pensato che meglio di così non si poteva esprimere ciò che anch'io penso .
Ne riporto una parte, invitando ovviamente a leggere l'intero pezzo sul sito originale.

La mosca tzè tzè - da L'Antefatto.it

Giorgio Ponzio Napolitano

"Noi che, poveri ignoranti, non conosciamo la Costituzione, pensavamo che i poteri e i doveri del Presidente della Repubblica fossero quelli indicati dalla Costituzione. E cioè:
- rappresentare l'unità nazionale
- inviare messaggi alle Camere

..............

"Noi che, poveri ignoranti, non conosciamo la Costituzione non riusciamo a trovare un solo rigo nella medesima che autorizzi il capo dello Stato a chiedere notizie di un’indagine che non gli garba (come fece Napolitano nel dicembre scorso con quella della Procura di Salerno sui magistrati corrotti di Catanzaro); o a promulgare una legge facendo sapere per lettera che non gli piace per niente (come ha appena fatto col pacchetto sicurezza); o ad anticipare al governo che non firmerà un decreto (come ha fatto col decreto Englaro) o che non promulgherà una legge se non sarà modificata (come ha fatto con la legge-bavaglio sulle intercettazioni).

Noi che, poveri ignoranti, non conosciamo la Costituzione non vi abbiamo trovato alcun articolo che consenta al capo dello Stato ad auspicare “una revisioni di regole e di comportamenti” in materia di intercettazioni e cronaca giudiziaria, a parlare di “abusi”, a invocare “soluzioni appropriate e il più possibile condivise” (come se una porcata votata da molti fosse meglio di una porcata votata da pochi). Né abbiamo trovato un solo articolo che gli permetta di invocare “tregue” nell’attività di opposizione e di informazione sul capo del governo coinvolto in scandali (sui quali il rappresentante dell’unità nazionale non ha mai proferito una sillaba). Ma forse, non volendo neppure immaginare che stia sbagliando lui, il problema è nostro: evidentemente abbiamo, della Costituzione, un testo vecchio e superato.

Ignoranti come siamo, poi, non abbiamo capito nemmeno a quali indagini egli si riferisca quando, per l’ennesima volta, invita misteriose entità a “non indulgere alla spettacolarizzazione delle vicende giudiziarie e dei processi”. Visto che le nomina il capo dello Stato, sappiamo invece che le Autorità indipendenti sono anche affar suo, e da mesi speravamo che si accorgesse di un paio di presenze inquietanti al loro interno. L’Autorità Garante della Privacy è vicepresieduta da un certo Giuseppe Chiaravalloti, plurinquisito in Calabria per gravissimi reati e sorpreso al telefono con la sua segretaria a invocare l’eliminazione fisica, a opera della “camorra”, del magistrato Luigi De Magistris. Dell’Autorità Garante delle Comunicazioni fa parte il forzista Giancarlo Innocenzi, sorpreso a trafficare con il premier Berlusconi (che lui chiama “Grande Capo”) per acquistare senatori del centrosinistra e per procacciare lucrosi contratti a un produttore berlusconiano impegnato nella compravendita dei senatori medesimi (vedi intercettazioni riportate nel nostro libro “Papi”). Purtroppo, il capo dello Stato ha citato quest’ultima Autorità per raccomandare ai giornalisti di attenersi all’«importante codice di autoregolamentazione» da essa fissato per censurare le notizie scomode al potere.

Ignoranti come siamo, pensavamo anche che gli uomini delle istituzioni fossero soggetti a critiche, tantopiù legittime quanto più alti sono i loro scranni. Invece abbiamo ieri appreso dall’Augusta Favella che “chi mi critica non conosce la Costituzione”. Insomma ogni critica alla sua Intoccabile Persona è lesa maestà, come nei regimi sovietici a lui tanto cari fino agli anni 50 (memorabile il suo elogio nel 1956, davanti al Comitato centrale del Pci, della repressione sovietica dei moti di Ungheria).

Pensavamo anche che il capo dello Stato non dovesse scendere nell’agone politico, per bacchettare questo o quello come un Capezzone o un Cicchitto o un Quagliariello qualsiasi. Invece l’ha fatto con Antonio Di Pietro, reo addirittura di avergli chiesto di non promulgare leggi palesemente incostituzionali anziché chiosarle con la piuma d’oca. Mal gliene incolse: Napolitano l’ha chiamato sarcasticamente “guerriero” accusandolo di “vano rotear di scimitarra”. Era dai tempi di Cossiga che un capo dello Stato non se la prendeva frontalmente con un leader dell’opposizione (fra l’altro isolatissimo e solitario, dinanzi a un governo strapotente e strafottente e a un’opposizione inesistente): solo che, contro Cossiga, il Pci di Napolitano chiese l’impeachment trattandolo da golpista. Sui “guerrieri” alla Berlusconi & C. che roteano scimitarre tutt’altro che vane contro i magistrati e i giornalisti liberi, mai un sospiro dal Quirinale. Sui guerrieri alla Bossi & C., che ogni due per tre minacciano di “tirar fuori i fucili e i mitra” o di “oliare i kalashnikov”, ora contro i “comunisti” ora contro i “terroni” ora contro i “negri”, mai una parola dal Quirinale: un conto sono i fucili, i mitra e i kalashnikov, un altro le scimitarre.

Ignoranti come siamo, pensavamo che non rientrasse fra i compiti del capo dello Stato giudicare l’attendibilità di testimoni d’accusa in questo o quel processo: invece, ieri, Napolitano ha deciso che le nuove rivelazioni di Spatuzza, Riina, Ciancimino jr. e altri sui mandanti esterni delle stragi di mafia & Stato “vengono da soggetti per lo meno discutibili” e comunque non bisogna parlarne: secondo Napolitano quelle rivelazioni, totalmente ignorate da gran parte dei telegiornali di regime, “sono state accolte da un clamore un po’ eccessivo”. In effetti, ne ha financo parlato qualche quotidiano. La prossima volta, per favore, silenzio. Il Presidente riposa."

domenica 19 luglio 2009

La Sicilia, come l'Italia, così è, se vi pare

Leggo da "Il Messaggero.it", come su altri giornali di oggi 19 luglio:

"Poca gente in strada e momenti di tensione a Palermo a ricordare Paolo Borsellino, definito dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, «un eroe in difesa dello Stato», dal presidente del Senato, Renato Schifani, «un eroe della legalità» e dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, un perenne simbolo di eroismo......Intanto, nel giorno in cui ricorre il 17° anniversario della morte del giudice e di cinque uomini della scorta, avvenuta il 19 luglio del 1992, Totò Riina decide di parlare di stragi mafiose: «L'hanno ammazzato loro - ha detto al suo legale, l'avvocato Luca Cianferoni -. Lo può dire tranquillamente a tutti, anche ai giornalisti. Io sono stanco di fare il parafulmine d'Italia».....................
La deposizione di una corona di fiori, nella caserma della polizia Lungaro, a Palermo, ha dato il via alle commemorazioni istituzionali. Alla cerimonia, disertata dalla cittadinanza, hanno partecipato, tra gli altri, il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Presenti anche il figlio e la moglie di Borsellino e la sorella di Giovanni Falcone, magistrato assassinato due mesi prima dell'eccidio di via D'Amelio.

Il fratello: Palermo lo ha tradito. «Speravo che i palermitani almeno oggi si svegliassero. Al di là del comitato organizzatore delle commemorazioni, in via D'Amelio, non c'è nessuno». È l'amaro sfogo di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo. Borsellino, a margine delle manifestazioni, disertate dai cittadini, che si stanno svolgendo sul luogo della strage, ha aggiunto: «Palermo ha dimenticato la promessa che aveva fatto a Paolo il giorno del suo funerale». «Il male - ha proseguito - è l'indifferenza. C'è una reazione limitata: spero solo nella fiaccolata di stasera, quando l'attrattiva di una giornata al mare non dovrebbe più distrarre la gente». «Purtroppo - ha concluso - molti dei condomini di via D'Amelio il 19 luglio chiudono casa e si trasferiscono altrove, infastiditi dalla "confusione" che le commemorazioni creano».........
............

Nessuna meraviglia: la Sicilia, come l'Italia, così è, se vi pare

Mi dispiace sinceramente per la delusione dei promotori della commemorazione , nonchè parenti dei due grandi giudici uccisi insieme agli uomini e alle donne delle loro scorte per la loro onestà e amore della giustizia. Ma io non mi meraviglio affatto che i palermitani non si siano mossi per rendere loro onore, oggi a 17 anni di distanza. Certo molti si mobilitarono e si indignarono subito dopo la tragedia, e quasi certamente erano in gran parte sinceri e ben intenzionati. Ma poi che ne è stato dell'amministrazione della giustizia e della gestione della vita politica in Sicilia e in Italia? Abbiamo a capo del governo uno "statista" che considera tra i suoi più grandi amici e benefattori politici un certo Dell'Utri condannato per mafia ed eletto in Parlamento, che considera il defunto stalliere Mangano un eroe, che è vecchio amico e va alla festa di compleanno della figlia di un tale al quale sono state generosamente prescritte le accuse per 24 casi di concussione. Questo popolare "statista" pare che goda ancora della cieca fiducia del 62% o forse più degli italiani. Siciliani e palermitani in stragrande maggioranza ad ogni tipo di elezione hanno votato per gli uomini e il partito che esprime questo governo , compreso un ministro siciliano che per prima cosa ha firmato il famoso lodo salvaberlusconi e ora sta varando leggi sulla giustizia che legheranno le mani ai giudici e alle forze dell'ordine. E voi speravate che i palermitani scendessero in piazza a viso scoperto per onorare la memoria di un eroe morto ammazzato?




giovedì 16 luglio 2009

L'enigma Napolitano

E' opinione corrente che non sta bene criticare il Capo dello Stato (e il papa...); non è educato , né “politicamente corretto” , secondo i canoni di bon ton un po' ipocriti vigenti soprattutto in casa PD, e , quando fa loro comodo, in casa PDL. Ma questo Napolitano le critiche se le tira proprio addosso come una calamita, un giorno sì e l'altro pure, con le sue quotidiane esternazioni parlate e scritte . Io non so se paragonarlo a una misteriosa mitologica Sfinge egizia , al classico dio latino Giano bifronte , ad un alto prelato di scuola Gesuita, ad un alto funzionario del komintern di osservanza togliattiana, o, più volgarmente e modernamente, ad un italico “cerchiobottista” (nel senso che tira un colpo al cerchio e uno alla botte) per dirla in dipietrese.

Esemplare nella lunga lista di comportamenti contradditori che io come cittadino gli addebito, è quest'ultima uscita di firmare una legge (il Decreto sulla sicurezza) e poi accompagnarla con una lettera al Governo ( e ai presidenti delle Camere solo "per conoscenza", se ho ben capito) che contiene una sfilza di critiche da far vergognare chi quella legge l'ha scritta. Ma non sarebbe stato più semplice e chiaro nei confronti dell'opinione pubblica , e corretto secondo il dettame costituzionale, non firmarla quella legge e rimandarla al Parlamento che l'ha approvata perché vi apportasse le opportune modifiche?

Che senso ha criticare e al tempo stesso firmare? Il nostro enigmatico capo dello Stato pensa così di accontentare contemporaneamente la maggioranza e l'opposizione? chi quella legge la vuole a tutti i costi (e la promulgazione l'ha già così ottenuta) e chi la considera una sciagura (e gli si dà il contentino del riconoscimento verbale della fondatezza delle critiche) ?

Personalmente credo che così scontenti tutti, e non renda un buon servizio all'Italia.


lunedì 13 luglio 2009

Fuoco a volontà su Ignazio Marino

C'era da aspettarselo che la presentazione della candidatura del dottor Ignazio Marino avrebbe scompigliato equilibri, suscitato ire, gelosie e critiche da parte degli altri candidati e dei loro fan prima ancora che aprisse bocca per annunciare programma e proposte. Ma una tempesta così furiosa e immediata per una frase detta in un'intervista,non me l'aspettavo nemmeno io che pure ho una certa propensione per il pessimismo.
Mi sembrano tutti impazziti. Come si potrà costruire una alternativa unitaria e credibile al centrodestra se i risentimenti reciproci tra dirigenti, e aspiranti tali, sono questi, e se il metodo di competizione politica interna ad un partito è quello emerso in questi giorni dalle interviste sui giornali? Si fa così il democratico e civile confronto di idee e di programmi per preparare proposte e mozioni? Che pena e che rabbia per un cittadino elettore!
Che ci fosse aria di forte nervosismo all'interno della dirigenza e fra tutti i titolati , eletti e nominati, onorevoli, segretari di qualcosa e portaborse, lo si era già visto e sentito a proposito della famosa e vituperata frase della Serracchiani sulla simpatia di Franceschini. Adesso la tensione è salita alle stelle e si è scatenata sull'"intruso" o terzo incomodo dottore che si è avventurato in politica forse con una visione troppo ottimistica della modalità della competizione politica all'interno di un partito.
Mi dispiace profondamente che in questa raffica di frecce avvelenate contro di lui si siano esibiti autorevoli esponenti del PD che pure io stimavo. Che bisogno c'era di manifestare alla stampa tanta acredine contro di lui perchè, prendendo spunto da un grave fatto particolare di un presidente di Circolo PD romano accusato di stupro e recidivo, aveva espresso una critica di carattere generale sull'organizzazione dei Circoli e sulle modalità di scelta di coordinatori e incaricati vari.
Critiche del genere ne sono state fatte più volte, anche dai personaggi che si sono scandalizzati tanto l'altro ieri, compreso D'Alema che ha detto che lo Statuto del partito sarebbe da rifare.
Purtroppo, con il solito perfido sistema di attribuire all'avversario che si vuol delegittimare e squalificare moralmente, intenzioni e contenuti deformati, che vanno ben oltre lo spirito e la lettera di quel che effettivamente è stato detto, si è accusato il dottor Marino di aver offeso tutti i coordinatori di Circoli, gli attivisti e i volontari PD dell' Italia intera.
Qualcuno potrebbe replicare allora che chi adesso offende Marino offende le migliaia di elettori che lo hanno votato ed eletto senatore, i centomila che hanno sottoscritto la sua petizione per il testamento biologico, la stessa dirigenza PD che lo ha candidato .
Si è arrivati a dire che Marino "non ha cuore nè intelligenza" (Bindi !!?) , che ha diffamato il PD, quando andava detto con forza che a gettare fango sul PD è stato invece il giovanotto accusato degli stupri, e, sia pur con le cautele dovute in questa prima fase delle indagini , si doveva subito prenderne le distanze. Il fatto che costui fosse coordinatore di un circolo romano sicuramente è, e sarà in futuro, pretesto strumentale forte per attacchi, derisioni e sberleffi contro il PD da parte degli altri partiti del centrodestra.
Come si può farsi paladini dell'etica privata e pubblica e criticare lo stile di vita del nostro presidente del Consiglio, se poi non si vigila anche sui comportamenti dei propri rappresentanti? Per reati gravissimi come in questo caso, ma anche per gli altrettanto gravi casi di corruzione nella pubblica amministrazione che sono emersi da varie parti d'Italia.
Ma la "vigilanza" e la critica feroce dei nostri leader si esercita ahimè solo sulle battute e sulle frasi più o meno felici dette dagli avversari di corrente, ignorando, calpestando e offuscando tutti i loro meriti personali e professionali, con un "accanimento terapeutico" che se continua così porterà ad un ulteriore calo del numero degli elettori.

Dulcis in fundo: l'integralista Binetti ha sentenziato che se il dottor Marino dovesse diventare segretario del PD lei uscirebbe dal partito.
Che sia questa l'occasione buona? fa venire voglia di sostenere Marino.



domenica 12 luglio 2009

Scherzi da premier 2

O tempora, o mores! Declamò in Senato Cicerone, famoso oratore e fustigatore di pessimi costumi pubblici e privati al tempo dei Romani. Ma si può ripetere tristemente anche oggi , sicuri che la definizione è giustificata.
E' bastato un po' di fotografie dei cosiddetti "grandi della terra", sorridenti e ben allineati , compiaciuti di poter poi dire, appena rientrati a casa, a figli e nipoti ed elettori "io c'ero"; è bastato che si facessero un po' di annunci e di promesse di governare meglio il mondo e mandare un po' di aiuti per riedificare qualche monumento storico in Abruzzo, e il vertice de L'Aquila è diventato un successo , un fatto storico da celebrare 10 volte al giorno e per giorni su ogni telegiornale pubblico e privato e su ogni trasmissione televisiva accessoria dove ogni conduttore o velina avesse spazio per infilare un elogio al presidente del Consiglio.
E pure la stampa nazionale ed estera, che fino al giorno prima aveva rovesciato critiche e ironie sul nostro premier, colpita da repentina folgore come S. Paolo sulla via di Damasco, si è convertita all'elogio del "rinato", incipriato ex libertino sessuomane pericoloso per la democrazia, diventato "statista" in 3 giorni per aver degnamente organizzato il summit nella città terremotata 4 mesi fa.
Persino " La Repubblica", quotidiano considerato dal premier nemico numero 1, insultato e strapazzato pubblicamente anche in conferenza stampa ufficiale , gli ha dedicato un titolo benevolo, "Il meritato successo di un abile Anfitrione" anche se poi nel contesto dell'articolo Eugenio Scalfari spiega che il successo non trasforma l' "anfitrione" in uno statista. E il giornale continua con la riproposizione delle 10 domande al premier rimaste senza risposta e con gli articoli che narrano le notti libertine del capo del governo.

Naturalmente "passata la festa, gabbato lo santo". Tutti i problemi nazionali e internazionali, enormi, sono ancora lì, aperti, e in perenne attesa di soluzione. La terra a L'Aquila, che aveva generosamente sospeso i suoi sussulti nei giorni del summit, ha ripreso a tremare, e la gente che vive sotto le tende continua a soffrire, tenuta in vita col sondino nasogastrico della speranza e delle promesse che il 15 settembre i primi aquilani potranno entrare nella nuove case che si stanno costruendo - a tempo di record - dice "lui". Un "lui" redento che passerà le prossime vacanze in una villa nei pressi della città terremotata, invece che nella peccaminosa Villa Certosa, perchè "l'occhio del padrone" (significativa la definizione di se stesso come "padrone") sicuramente servirà a far procedere i lavori più celermente.
Pienamente assolto quindi per aver fatto il bravo per tre giorni, e per meriti mediatici, favorito dagli elogi degli illustri ospiti, a cominciare da Obama, vuoi per la cortesia che si deve al padrone di casa , vuoi per le necessità della realpolitik, vuoi per sincera gratitudine per l'interessante esperienza fatta e per l'occasione propagandistica da spendere poi a casa propria. Favorito immensamente dall'atteggiamento del nostro presidente della Repubblica che sta facendo di tutto per salvarlo, il nostro premier si è fatto, ancora una volta, gioco di tutti noi.

Infatti, intanto, passavano quasi sotto silenzio alcuni fatti che per un paese democratico sarebbero di una gravità estrema: la cena, insieme al ministro Alfano, in casa del giudice costituzionale che dovrà decidere sulla costituzionalità del Lodo Alfano; la concessione della prescrizione a Elio Letizia , carissimo amico del premier e padre della carissima Noemi, per l'accusa di ben 24 episodi di concussione, compiuti nei primi anni '90 e dimenticati in un cassetto del tribunale di Napoli per 16 anni; la pubblicazione (anche questa con ritardo di anni dalla reale scoperta) di una lettera della mafia diretta a Berlusconi, tramite Dell'Utri, scritta anche questa agli inizi della sua discesa in campo, lettera che getta ombre inquietanti sui rapporti di reciproco condizionamento innescati a quel tempo.
Intanto procedono gli iter per la approvazione delle leggi sulle intercettazioni e sul fasullo testamento biologico, i discutibilissimi provvedimenti sulla sicurezza, sulla stampa, sulla scuola, su tanti aspetti della gestione della giustizia.

E non bastasse la protervia e la determinazione dei governanti, decisi a imporre queste leggi con la forza dei numeri che li sostengono in Parlamento, il capo dello Stato tende a sopire e addormentare ogni contestazione. Trovo questa situazione estremamente preoccupante.

Se poi volgiamo l'occhio sulla preparazione del futuro congresso (o si dice convenzione?) del PD, viene da piangere. Candidati, e loro supporter, alla segreteria si stanno scannando tra loro, con denti avvelenati come vipere, prendendo a pretesto una frase ora dell'uno ora dell'altro.

lunedì 6 luglio 2009

Scherzi da premier 1

Qualcuno forse pensava che l'idea di far svolgere il G8 a L'Aquila fosse venuta al premier per mostrare ai potenti del mondo la tragedia che aveva colpito l'Italia e ottenerne quindi in qualche modo la benevolenza, dopo tante figuracce che lo avevano squalificato in campo internazionale.
Io invece ho sempre pensato che il motivo recondito che ha spinto la luciferina mente del nostro capo di governo fosse quello di fare un ennesimo "scherzo" per vendicarsi contro i suoi colleghi .
Dopo le corna nelle foto, il cucù alla Merkel, le battute infelici su Obama, i ritardi e quant'altro, ecco l'idea luminosa: invece di ospitare i capi di Stato e la stampa internazionale in un lussuoso yacht, come era nelle sue intenzioni iniziali per fare un figurone, metterli tutti in castigo e in possibile pericolo ospitandoli in una caserma velocemente riadattata e in altri locali raccattati qua e là e forse poco sicuri, su una terra che tutti gli esperti sapevano avrebbe tremato ancora per mesi ( e infatti trema ancora).

Ve lo immaginate come riderà ( e farà cucù) il "nostro" illuminato premier a veder scappare fuori dalla caserma di notte in pigiama, scarmigliati e impauriti, i grandi del mondo, se si verificherà una scossa anche piccola? E sicuramente ci sarà pronta una schiera di fotografi a immortalarli. Tanto sulla strada si può.

Poi, con scenografia da "arrivano i nostri", interverrà Bertolaso che caricherà tutti in elicottero per portarli in salvo, grazie al Piano B.

Quanto piacerà o gioverà tutto ciò ai terremotati veri accampati in tenda da tre mesi , tra afa e allagamenti, chi mai lo saprà.

venerdì 3 luglio 2009

Debora e la simpatia scandalosa

Oddio che scandalo! Debora Serracchiani, in una breve intervista a "La Repubblica" di quelle sintetiche con le righe contate, dopo aver annunciato saggiamente la sua rinuncia a candidarsi per la segreteria, ha detto in una battuta che appoggia Franceschini perchè è " più simpatico". Non l'avesse mai fatto!! E giù tutti a darle addosso come se avesse già rovinato l'Italia in un colpo solo. Naturalmente le critiche più feroci sono venute dal "fuoco amico" dell'"intellighenzia" del PD, specializzata in questo genere di attività distruttiva del concorrente a qualche carica o influenza nel partito. Ma forse quell'aggettivo ha dato tanto fastidio soprattutto ai dalemiani perchè il loro nume tutelare , D'Alema, è notoriamente considerato " il più antipatico". E se ne sono avuti a male, poverini.
Certo se il problema della leadership del PD stesse solo nella simpatia, si potrebbe sorriderne (e comunque D'Alema ne uscirebbe sconfitto). Ma è tutto il resto che non va e la Serracchiani, pur in poche parole e in varie circostanze, ha già provato a dirlo. E se ha puntato il dito contro D'Alema i motivi ci sono e di sostanza; e stanno nelle responsabilità e negli errori da lui compiuti nella sua lunga e importante militanza, come uomo di partito e uomo di governo.
Mi spiace per Bersani, e per altri esponenti pur autorevoli che continuano ad essere a lui legati e che, evidentemente, non vogliono fare un esame di coscienza e accettare l'idea che la responsabilità della crisi del PDS-DS e dell'Ulivo prima, e il mancato successo del PD ora , con la fuga di tanti elettori, sta proprio nella linea politica sfuggente, ondivaga, contradditoria, compromissoria, priva di una vera passione e convinzione , determinata soprattutto dalla presenza e dall'influenza esercitata da D'Alema e dai suoi protetti.
Siamo seri, signori cinquantenni-sessantenni dirigenti del PD. Il partito non ha perso voti e credibilità a causa della Serracchiani o di Franceschini! Se tanta parte della base vi ha abbandonato è perchè li avete delusi e disorientati tutti voi con i vostri comportamenti.
Perchè Bersani, pupillo di D'Alema, si candida solo adesso, dopo aver lasciato andare avanti allo sbaraglio Veltroni e Franceschini col PD in caduta libera e senza linea politica? Di chi è la colpa di questo sfascio? Non è forse di tutta la dirigenza che ha avuto i massimi incarichi?
Non serve, non è credibile ed anzi è controproducente, che negli ultimi giorni D'Alema si sia messo a fare dell'antiberlusconismo dell'ultima ora sparando contro il conflitto di interessi di Berlusconi; proprio adesso, alle soglie del congresso in cui vuol ancora mettere lo zampino per favorire la sua supercorrente, mentre i suoi amici pugliesi sono sotto inchiesta e lui stesso è oggetto di serrate critiche di parte della base.
E' troppo tardi ormai. Nessuno può dimenticare che proprio lui ha legittimato e aiutato Berlusconi per 15 anni con inciuci vari e ha sempre sprezzantemente criticato e ridicolizzato chi segnalava il pericolo che il conflitto di interessi e lo strapotere mediatico ed economico del premier rappresentava per la democrazia in Italia.
E' su questo che "lor signori" devono fare un esame di coscienza e non sollevare polveroni per un innocuo aggettivo pronunciato da una neo parlamentare europea che ha saputo interpretare ed esprimere i convincimenti e le aspirazioni di tanti elettori.
Per una volta devo condividere le osservazioni fatte dal vicedirettore de "Il corriere della Sera", Pierluigi Battista, (ripreso nel blog di Debora) che ha ironizzato sul vecchio vizio della sinistra autolesionista e fratricida, e devo invece rimbeccare Beppino Caldarola che su "Il Riformista" si è esibito in un ennesimo esercizio di cattiveria con un articoletto intitolato "Le prime bugie di Debora". Da che pulpito viene la frecciata contro la Serracchiani ! da un uomo per tutte le stagioni, una vera e propria "escort" della politica, passato da l'Unità" a "il Giornale" di Berlusconi, vecchio dentro e vecchio fuori, esempio vivente della decadenza della sinistra che continua a far danno al suo interno, distruggendo sul nascere ogni speranza di nuovo.
Se mi mancava un altro motivo per stare dalla parte della Serracchiani, questo articoletto di Caldarola me l'ha fornito.

* La foto in alto è tratta dal sito della Provincia di Udine di cui Debora è Consigliere.
Il disegno è tratto dal suo blog.