lunedì 30 agosto 2010

Italia umiliata e presa in giro da due satrapi

Roba da matti! Non mi viene in mente nessun altro commento intelligente o politicamente corretto di fronte a simile sceneggiata politico- affaristico-religiosa, recitata da due satrapi, il nostro premier e "padrone di casa" Berlusconi , e Gheddafi, ospite d'onore in visita in Italia in questi giorni con codazzo di amazzoni in divisa, tende beduine, cavalli berberi da parata e fantasmagorici costumi e mises da operetta.

Vedere in Tv lo spettacolo, umiliante e deprimente, di 500 ragazze italiane , scelte solo in quanto carine ed evidentemente disoccupate, acconciate in tubino e tacchi a spillo, che, per guadagnare 50 euro (se glieli daranno), si prestano ad andare ad ascoltare lezioni di islamismo impartite da Gheddafi , con la fattiva collaborazione dei nostri governanti “cattolici”, mi ha dato la ulteriore dimostrazione di come sia ridotta la nostra gioventù, e la nostra Italia, dopo 20 anni di berlusconismo e di TV da Grande fratello.

Deprimente è stato vedere il nostro ministro degli Esteri, Frattini, usato da Berlusconi per fargli sostenere la parte dell'ossequioso maggiordomo e guida turistica per il divertito ospite, tra un incontro "privato" e l'altro di questa inqualificabile visita di Stato.

Amara constatazione anche notare le fanciulle che sbandieravano il Corano, come sberleffo o sfida alla nostra Chiesa perpetrato da Gheddafi , sicuramente con la non tanto segreta soddisfazione del Berlusca, che così si è gustato un’altra piccola vendetta per quelle critiche che ultimamente gli sono piovute addosso da parte di alcune voci di ecclesiastici..

E i nostri cardinali, così permalosi e gelosi della loro "sovranità" religiosa sull'Italia, adesso faranno finta di niente?

Ma è serio che un capo di Stato estero venga a far proselitismo religioso in Italia nel corso di una visita ufficiale, e che il governo italiano gli fornisca pure il pubblico a pagamento, di ragazze giovani e belle, come se si trattasse del mercato delle schiave di un tempo o di merce da harem?

E quali affari reali stanno dietro agli incontri "privati" , nascosti dalle folkloristiche parate pubbliche che attirano l'attenzione di popolino e stampa e distraggono dai fatti che contano?

* La foto di Gheddafi in alto è tratta da wikipedia nella pagina dedicata al capo di Stato libico

domenica 22 agosto 2010

Avanti o popolo ... sovrano o suddito?

"Avanti o popolo alla riscossa, bandiera rossa trionferà". Era il canto di incitamento e di lotta pensato e scritto per animare il popolo che credeva nell'ideologia comunista. Oggi c'è un capo di governo e di partito che chiama alla mobilitazione il "popolo sovrano" che l'ha eletto perchè continui a sostenerlo e sia pronto a rieleggerlo, nonostante le sue molte colpe, omissioni e prevaricazioni contro tutti gli altri organi dello Stato e chiunque lo abbia criticato o espresso dissenso.
Per dovere di cronaca va ricordato che c'è anche un partito di opposizione ( piuttosto deboluccia), erede ormai lontano e scolorito di quello con bandiera rossa, che a sua volta sta tentando di rianimare la sua parte di popolo con una mobilitazione, s'è detto, "porta a porta", per cercare di detronizzarlo, dopo anni di incertezze, compromessi e omissioni.
Insomma, dal governo e dall'opposizione, tutti vogliono eccitare e usare il popolo per restare (o conquistare) al potere, per poter poi dire, domani come oggi e come ieri, che quel che si fa lo si fa in nome del "popolo sovrano" che li ha eletti e quindi legittimati (anche a delinquere...). Anche se per il popolo non hanno fatto nulla di concreto e utile, ma hanno solo difeso i propri interessi personali e aziendali, o carriere politiche, non hanno mantenuto quanto promesso ai rispettivi elettori, anzi spesso hanno fatto tutto il contrario (sia chi era, ed è, al governo, che chi stava, e sta, all'opposizione).

Nei secoli passati re e imperatori, come i dittatori insediati dopo rivoluzioni e colpi di Stato, governavano "in nome di Dio e del popolo", senza che nè Dio nè il popolo li avessero mai palesemente o regolarmente autorizzati.
Adesso, che pure siamo ancora in democrazia, e il popolo i suoi capi li elegge , il popolo è "sovrano" solo per modo di dire, perchè viene usato come fosse costituito da sudditi che devono "credere, obbedire e combattere" per sostenere il capo, o il partito, e secondo quanto ordina chi ha il potere reale in mano.
Mai come in questi giorni ci si richiama al "popolo sovrano", e mai come in questi giorni ci si rende conto che quella del popolo è una sovranità limitata, limitatissima, virtuale; insomma non conta proprio nulla, se non per far numero al servizio di qualcuno.
Una legge elettorale definita "porcata" dal suo stesso ideatore, e un metodo di gestione dei partiti che non lascia nessuno spazio ad una democrazia interna reale, fanno sì che ai singoli cittadini non sia data nessuna o ben scarsa possibilità di scelta dei propri rappresentanti nelle cariche pubbliche.

Se poi osserviamo in quante e quali mani sono concentrati i mezzi di informazione più importanti e diffusi, quotidiani e settimanali di ogni genere, editoria libraria (Mondadori) e soprattutto le Tv che entrano in tutte le case, possiamo anche toccare con mano quanta influenza hanno sul "popolo" dei teleutenti che diventano in molti casi teledipendenti e quindi sostanzialmente sudditi di chi gestisce la comunicazione e l'informazione su questi mezzi.

Le opposte mobilitazioni proposte da maggioranza e minoranze partono dunque molto sbilanciate ai blocchi di partenza, con un grosso vantaggio per la prima e molti handicap per le seconde, tanto più che sono divise, e non credo che troveranno molti militanti disposti a fare propaganda "porta a porta" se non si rinnovano nei metodi, nei contenuti e soprattutto nei dirigenti. Quella sintonia ideale e quella fiducia tra base e vertici che ci fu ai tempi del PCI e poi dell'Ulivo, ora non c'è più.

Va detto anche che bisognerebbe stare molto attenti ad usare il termine "popolo", espressione generica che comprende in realtà una moltitudine di individui molto diversi tra loro per cultura, intelletto, educazione, senso civico, qualità morali, attitudini personali.
C'è il popolo che va a messa e alle processioni dietro immagini e quello che non ci va; chi pende dalle labbra di papi e cardinali e chi non li sopporta più.
C'è il popolo che frequenta le curve degli stadi per vedere la partita e quello che ci va per bastonare i tifosi avversari. C'è il popolo dei giovani che vanno nelle discoteche, chi per ballare, chi per stordirsi senza un perchè, chi per drogarsi ( e sono purtroppo tanti).
C'è il popolo degli onesti che pagano le tasse e rispettano le leggi e c'è il popolo altrettanto folto dei disonesti e degli evasori, per non parlare dei mafiosi o collusi con essi, dei camorristi e di sigle varie della criminalità organizzata, oltre a quella spicciola.
C'è il popolo dei professori di università e di altre scuole e dei medici bravi, e quello dei "baroni" e dei loro raccomandati. C'è il popolo degli studenti che studiano davvero e vogliono crearsi un posto dignitoso nella società e contribuire al progresso della società stessa, e c'è il popolo di quelli che passano il tempo a bivaccare senza una meta e a imbrattare strade e muri.
C'è il popolo dei "lavoratori" in fabbriche e uffici, preda ambita da sindacati e partiti, ma molto complessa e multiforme e sempre meno classificabile e inquadrabile. Ma c'è pure, ora più che mai, il popolo dei disoccupati e dei cassintegrati, che attendono risposte e provvedimenti, finora assolutamente carenti.
C'è il popolo dei piccoli e medi imprenditori, degli artigiani, dei bottegai e dei professionisti sempre in lotta continua con partite IVA, tasse e regolamenti comunali, che voterebbero anche per il diavolo se promette loro meno tasse.
Si sta ingrossando sempre più anche il popolo degli immigrati, regolari e clandestini, che, pur senza diritto di voto, hanno già un grosso peso nel determinare le scelte politiche, pro e contro la difesa dei loro diritti e doveri.
Insomma una miriade di "popoli", categorie e "caste" diverse, dagli interessi spesso in contrasto tra loro, difficili da conciliare. E il voto del disinformato o del disonesto, conta quanto quello dell'informato e dell'onesto.

Infine, va ricordato il "popolo della Lega" di Bossi, prodotto di una frangia della società senza cultura e senza idee, che si è lasciata convincere ad indossare una camicia verde, o a calzare un elmo celtico, a brandire bandiere crociate e partecipare a battesimi con le acque del Dio Po, nutrita da infarinature pseudostoriche su Carrocci e battaglie di Legnano. Un'incredibile armata Brancaleone partita come forza di rottura del sistema di potere dei precedenti partiti e di "Roma ladrona", che poi si è abbarbicata al potere romano grazie ad una alleanza privilegiata con Berlusconi (un tempo definito mafioso) per sostenere il quale chiude gli occhi su tutto quello che ha fatto e fa. Grazie ad un 10% di voti a livello nazionale ( con punte molto più elevate al nord), tiene sotto ricatto il Berlusconi stesso e detta legge ormai in Italia, per imporre elezioni subito perchè ritiene di avere il vento in poppa, e un federalismo che nessuno sa cosa sia o quanto costerà in termini economici e di disgregazione dello Stato.

Avanti o popolo, dunque. Ma verso dove? E quale "popolo" avrà la meglio se si ritornerà alle urne? A chi garantirà la "sovranità" reale (e la continuazione della propria sudditanza)?

lunedì 9 agosto 2010

Mobilitazione permanente contro Fini e bavagli ai blog

Ai tempi della vecchia, amata e vituperata, DC, il mese d'agosto era tempo per "governi balneari", tranquilli gestori dell'ordinaria amministrazione, o del nulla, in attesa del rimpasto o di un nuovo governo d'autunno dove ogni corrente, o partitino alleato, poteva riposizionarsi e sistemare i suoi uomini in ministeri a scelta, intercambiabili a seconda del potere d'acquisto del momento. Era uno strazio, o una commedia all'italiana, ma tanto gli italiani riuscivano ad andare avanti lo stesso con le proprie gambe, nonostante tutto, perchè le maglie del potere erano larghe, c'era posto per tanti e la libertà e la democrazia, sia pur condizionate, non erano in pericolo.
Quest'anno il mese d'agosto si preannuncia infuocato, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche, perchè il nostro premier, capo del partito dell'amore natalizio, ha dichiarato la guerra di ferragosto contro Fini e i suoi "eroici" (a questo punto è il caso di dirlo) sostenitori.
Una battaglia politica che aveva un senso e, a mio parere, anche una utilità politica, avviata dai finiani per cercare di frenare la deriva assolutista personale di Berlusconi nell'ambito del PDL, sta diventando una seria prova di forza dalle conseguenze imprevedibili e comunque non positive per la situazione politica italiana. E questo deterioramento ha trovato un pretesto incendiario nella disinvolta attività parassitaria di un quasi cognato acquisito del presidente della Camera, che rischia di infangare o vanificare la battaglia per la legalità sostenuta da Fini (sia pur con colpevole ritardo). Il pretesto è stato trovato, strombazzato e strumentalizzato nella maniera più becera dai giornali di proprietà e influenza di Berlusconi che è arrivato al punto di dichiarare la "mobilitazione permanente" dei suoi sostenitori e "Circoli della libertà" contro i personalismi nel PDL!!!. Facendo finta di non sapere che il primo a fare un politica basata sul personalismo è stato proprio lui; e usando toni simili a quelli di famosi dittatori comunisti come Mao e Castro, inventori e attuatori della "rivoluzione permanente", che diventava dittatura cronica, a vita.

Dovrebbe essere ben chiaro adesso cosa vuol dire "conflitto di interessi", e quanto sia sia stato catastrofico negli effetti l'errore di aver affidato il governo ad un imprenditore proprietario di reti televisive e giornali; mezzi che può usare a suo piacimento per difendere se stesso e accusare chiunque lo contraddica. Da ieri, Il Giornale formalmente di proprietà del fratello del premier (a proposito di parenti....) ha avviato addirittura una raccolta di firme tra i suoi lettori per chiedere le dimissioni di fini da presidente della Camera.

Il caso di Fini (dopo Di Pietro , e tanti altri) è l'ennesima conferma che chiunque voglia permettersi il lusso di criticare il premier, oltre ad essere un santo senza aver neanche preso una multa per divieto di sosta, deve avere amici e parenti illibati e santi fino almeno al terzo grado di parentela (oggi Battista sul Corriere, suggeriva una moratoria fino al quinto grado), o ne dovrà rispondere personalmente e pubblicamente, subendo massicce campagne di stampa denigratorie, fino a costringerlo a sottomettersi o dimettersi.

Chi si azzarderà d'ora innanzi, a destra come a sinistra, a far politica in alternativa o in concorrenza con questo satrapo senza scrupoli morali e con troppi mezzi? Chi può permettersi di avere una storia personale e una parentela così immacolata fino al quinto grado?

Considerando poi che se anche non ci fossero peccati o reati si possono sempre inventare e costruirci sopra una campagna di stampa.

Ma io non mi meraviglio dei lettori - elettori che si sono votati alla causa della difesa del loro idolo (o padrone) qualunque cosa faccia, pronti a gettarsi a capofitto nella denigrazione dei suoi critici e che quindi ora sparano cattiverie a tutto spiano contro Fini e magari firmano la petizione de Il Giornale diretto da quel sant'uomo di Feltri, che sta al servizio di Berlusconi come il Griso stava a Don Rodrigo. Mi meraviglio che ci siano giornalisti e persino direttori della cosiddetta stampa "indipendente" che hanno preteso a gran voce chiarezza da Fini su questa casa ex An a Montecarlo affittata al quasi cognato di Fini, o che si sono precipitati a criticare la società off shore che l'ha acquistata, e non hanno speso una riga sulle decine di società off shore di Berlusconi e famiglia, su come ha acquistato le sue case, su come ha carpito la Mondadori, su come sono gestite e da dove vengono le risorse sue e del PDL ecc. ecc.

Basta dare un’occhiata, ad esempio, a giornali “indipendenti” come il Quotidiano.net (gruppo Monti Riffeser, comprendente il Giorno, la Nazione, il Resto del Carlino) dove il Direttore Perluigi Visci negli ultimi giorni si è prodigato ad attaccare Fini, insieme a Gabriele Canè e a Giovanni Morandi, reclamando da lui, a proposito di case e società off shore, la chiarezza e le spiegazioni che si sono guardati bene dal chiedere con altrettanta sicumera a Berlusconi o allo stesso Fini o ad AN tutta prima che i finiani prendessero le distanze dalla gestione berlusconiana del PDL.

Non solo, ma da tre giorni il detto “Quotidiano.net”, ha imposto il bavaglio ai suoi blogger, anticipando la legge bavaglio. Finora ogni giornalista gestiva autonomamente il suo blog e in genere i commenti che gli pervenivano erano pubblicati automaticamente subito. Al massimo poteva capitare che il caporedattore Massimo Pandolfi nel suo blog replicasse stizzito e talvolta pure sgarbato ai commenti non graditi o non in linea con la sua fede religiosa vaticana e berlusconiana. Ma comunque i commenti venivano pubblicati.

Da sabato scorso, senza preavviso o spiegazione, tutti i commenti che vengono inviati ai singoli blog personali dei giornalisti passano al vaglio di un misterioso centro di moderazione che li pubblicherà solo se ne superano l’esame.

I miei ultimi commenti, di carattere politico sulla vicenda di Fini, in chiave critica verso Berlusconi e i suoi pretoriani, sono congelati nel freezer dei moderatori , bloccati dalla implacabile formuletta censoria "Message awaits moderator "approval", e quindi non resi pubblici; probabilmente non lo saranno mai; e quand’anche me li pubblicassero, sarebbero già fuori tempo e superati e non hanno potuto raccogliere i consensi e l’approvazione di altri lettori, come era avvenuto spesso in precedenza.

Sarà una coincidenza che questa bella rassegna di blog, finora "liberal" e aperta ad ogni genere di commento, intelligente o provocatorio, o bislacco che fosse, sia stata chiusa nella gabbia regolata da misteriosi moderatori, proprio mentre si sta scatenando una offensiva mediatica contro il presidente della Camera Fini, non solo da parte dei giornali di famiglia del premier, ma anche dei direttori di questa catena di giornali.

Anche questo è un gran brutto segnale

*** Aggiornamento del 23 agosto

Da stamattina risultano pubblicati i commenti che avevo inviato il 7 agosto scorso (17 giorni fa per la chiarezza) ad un post di Giovanni Morandi , direttore de Il giorno su Qutidiano.net. Altri miei commenti su altri articoli sono risultati pubblicati un po' alla volta nei giorni scorsi, a notevole distanza di tempo dallo stop dell'8 agosto, con svariati giorni di ritardo rispetto all'invio, e quando ormai gli articoli erano passati in archivio e anche difficili da rintracciare.

La stessa cosa è capitata agli altri commentatori. Il bavaglione preventivo ai blogger è stato giustificato da non meglio precisati problemi tecnici. Pare che ora la pubblicazione dei commenti sia ripresa , ma pian pianino, e sempre con lista d'attesa della fatidica "approvazione del moderatore" ....... che arriva ad articolo archiviato e superato da nuovi articoli e argomenti.