mercoledì 10 giugno 2009

D'Alema, rieccolo il guastatore!

Non ne sentivamo la mancanza, e neppure il bisogno, a pochi giorni da un esito elettorale non certo esaltante per il PD, e in attesa di prossimi ballottaggi importantissimi per le elezioni amministrative in città e province che stanno per passare dal centrosinistra al centrodestra.
Ma lui, D'Alema, l'ineffabile e furbissimo stratega delle più importanti sconfitte del centrosinistra, non ha saputo resistere alla tentazione di infliggere una nuova pugnalata al PD e al segretario reggente Franceschini, che in 3 mesi si era moltiplicato per 4 per tentare di dare una scossa ad un partito in caduta libera.
L'occasione per la sua ennesima presa di posizione personale, da ex premier ed ex leader "che non deve chiedere mai" , nè preoccuparsi se il resto del partito e gli elettori sono d'accordo con le sue sopraffine pensate, l'ha trovata in Gheddafi, personaggio agli antipodi con le più elementari regole della democrazia, e per questo accolto con onori spropositati dal nostro capo di governo Berlusconi.
Il PD vuol protestare contro il programmato intervento di Gheddafi al Senato? Ma per carità, ecco lui che salta su a dire pubblicamente che va benissimo, non c'è niente di male a far parlare un dittatore nel luogo simbolo della democrazia. Così il PD ha dovuto mostrare per l'ennesima volta il suo male oscuro, le sue divisioni interne; e il principale protagonista e artefice di queste divisioni è lui, sempre lui.
Nel frattempo "il Riformista", giornale nato e cresciuto per sua iniziativa e sostenuto dalla sua Fondazione, che ha recentemente eletto Berlusconi "politico dell'anno", se ne esce già con sondaggi online per cercare il nuovo segretario del PD e chiede ai suoi lettori (prevalentemente di destra....), di formulare proposte per il futuro programma del partito, attivando un pasticcio di idee confusionarie , in cui si mescolano democratici sinceri e infiltrati provocatori.
Nonostante tale premessa , anzi proprio per questo, alcune cose gliele ho volute scrivere anch'io e le ripeto qui.

Sono d'accordo con chi sostiene che Franceschini va ringraziato e valorizzato per aver salvato il salvabile di un PD in caduta libera dalle primarie in poi. Ma adesso viene il difficile, perchè la frana potrebbe riaprirsi, in quanto all'interno del PD restano tutte le contraddizioni e le tare che hanno causato la progressiva perdita di voti,inizialmente raccolti sulla base di una speranza che fu subito delusa.

Ritengo che la prima cosa da fare dopo una sconfitta, prima di impostare i programmi futuri, sia una seria analisi degli errori del passato e non ripeterli. Suggerisco quindi ai dirigenti del PD di andare a rileggere le critiche dei lettori e degli elettori fin da quando iniziò la fuga. Fu davvero saggia la decisione di "correre da soli", annunciata improvvisamente alla vigilia di una elezione, senza adeguata preparazione politica? Fu saggia, o suicida, la sbandierata ricerca del "dialogo" con chi aveva vinto le elezioni, cercando e imbastendo compromessi su questioni in cui il PD avrebbe dovuto invece avere e difendere sue posizioni contrarie (giustizia, lodo Alfano, intercettazioni, laicità...)?

Ricordate il moto di rigetto della base, inascoltato al vertice, di fronte al caso Villari, al "pizzino" di Latorre, alla corruzione emersa tra esponenti del centrosinistra in Abruzzo e in Campania, alla delusione per la sostituzione di Ignazio Marino con Dorina Bianchi? Ricordate lo scarso impegno del PD a tenere la regione Abruzzo e la stessa Sardegna? A che livello erano scesi i voti dopo quelle elezioni? Qualcuno si è preoccupato di capire dove erano andati a finire i voti (con di Pietro e nell'astensione) e perchè?

Qualcuno in direzione li legge gli articoli di Caldarola e di Polito su "Il Riformista" e (pure su "Il giornale" di Berlusconi) ? Qualcuno mi spiega a che, e a chi, serve questo giornale, fintamente progressista e riformista e di area PD, ma di fatto quinta colonna di Berlusconi? Quale ruolo vi ha quell'eminenza grigia che grava da sempre sul centrosinistra e ora sul PD, il finissimo stratega delle battaglie perdute D'Alema? Chi decide che a rappresentare il PD nei dibattiti televisivi vadano ancora i Latorre, Velardi, Caldarola e Polito?. Li candiderete ancora alle prossime elezioni?
E gli ex PPI e il quotidiano "Europa" che intenzioni hanno? Sono "democratici" convinti ( e quindi "laici") o sognano ancora di rifare la Democrazia cristiana (che poi, tutto sommato, era più laica della Binetti)?

Se è vero che abbiamo tirato tutti un sospiro di sollievo perché anche a destra c'erano dei delusi che si sono astenuti alle europee e quindi hanno frenato un po' le esuberanze libertine e liberticide di Berlusconi, dobbiamo considerare però che poi il centrodestra ha votato compatto per le amministrative e sta conquistando una a una tutte le ex roccaforti della sinistra. Questo significa che loro si stanno radicando sul territorio, e noi il radicamento lo stiamo perdendo, a furia di piazzare segretari provinciali e regionali, coordinatori di circoli, candidati in liste di ogni ordine e grado elettorale, per cooptazione o imposizione dall'alto. Così non siamo più credibili nemmeno come buoni amministratori, dopo aver dimostrato di essere politici senza identità.

O si cambia rotta e si rifonda il partito su basi veramente democratiche e si valorizzano persone nuove, coerenti, oneste e disposte a impegnarsi a battersi per la difesa della democrazia e i basilari principi costituzionali, o di voti se ne perderanno ancora tanti. Questo è il primo punto di qualsiasi programma.



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