giovedì 27 maggio 2010

Rieccolo il "picconatore" Cossiga

Non ne sentivamo la mancanza, ma lui non chiede certo il beneplacito di nessuno prima di fare un'esternazione, rilasciare un'intervista o scrivere un libro. "Lui" è l'ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga (settennato 1985-1992), "emerito" per decreto, nonchè Senatore a vita dimissionario (sì, no, forse, secondo l'umore). Il libro, annunciato ieri, porta la firma di Andrea Cangini, giornalista de "Il Resto del Carlino" che ne ha raccolto in una lunga intervista la sua ennesima versione di fatti e misfatti accaduti in Italia nella seconda metà del 1900, vissuti e interpretati da protagonista, conditi da paterni consigli e perle di saggezza (si fa per dire...). Il titolo è naturalmente provocatorio, figuriamoci, e suona così: "Fotti il Potere, gli arcana della politica e dell’umana natura", titolo che, dati i contenuti anticipati, sarebbe stato forse più corretto sostituire con "Fotti il popolo che gli sta pure bene, e noi col potere ce la godiamo e ridiamo". Infatti , con la sua solita aria di quello che la sa lunga, ci viene a dire che "tra politica e denaro ci sarà sempre un legame indissolubile» e non bastano «le logiche moraliste tipicamente italiane a cancellarlo". E questo è poco, perchè dice ancora "i politici sono ormai marionette nelle mani dei banchieri», e «sul fiume di denaro frutto della corruzione navigano le carriere e le fortune personali di molti di loro"; e ancora "è meglio il politico che ruba un po’ ma sa governare bene, di uno onesto ma incapace "; "L’Italia è l’Italia: l’Italia della mafia, della camorra e della ‘ndrangheta. E, purtroppo, sarà sempre così. Dobbiamo rassegnarci perché i poteri mafioso, camorrista e ‘ndranghetista non ci sono estranei: sono espressione del carattere della gente cui si rivolgono e corrispondono ad un sentimento radicato in alcuni popoli italiani".
Mi pare che basti come assaggio e come messaggio.

A me, che mi interesso di politica da quando avevo 15 anni (nel 1955...), e che ho ancora un po' di memoria, viene da dire:

Ma questo Grande Vecchio del Giurassik park non ce la fa proprio a stare zitto una buona volta e a smetterla di spargere il suo veleno sull'Italia? Già abbiamo dovuto sopportarlo come "Kossiga", presidente del Consiglio, ministro dell'Interno e d'altro, segretario della DC e regista neanche tanto occulto delle Gladio e di tanti fatti oscuri degli anni di piombo e del terrorismo rosso e nero. Poi abbiamo subito le sue esternazioni da presidente della Repubblica che si divertiva a "picconare" tutti gli amici ed ex amici DC della Prima Repubblica dall'alto della sua carica, per fatti e misfatti di un "sistema" di potere di cui lui stesso era stato corresponsabile, facendo perdere al Paese ogni credibilità, al limite dell'impeachement (chiesto dal PCI che pur l'aveva eletto). Poi, a giorni alterni, da anni si fa intervistare qua e là per sparare mezze verità avvolte nel fumo, con l'aria di quello furbo che sa tutto ma dice e non dice o manda a dire, sparigliando i giochi altrui e prendendo a bersaglio ora questo ora quello.

Adesso ci viene a regalare anche l'ennesimo libro con questa bella lezione di immoralità pubblica e di invito alla rassegnazione e alla resa alla criminalità, alle mafie e alla corruzione.

Grazie "Presidente emerito", i giovani d'Italia e tutti gli uomini che si sforzano di essere onesti e di battersi per un'Italia migliore gliene sono grati!!!. Ne sentivamo proprio il bisogno di un incoraggiamento del genere....

E' vero che denunciare un malcostume non significa arrendervisi, anzi potrebbe, o dovrebbe essere un mezzo per combatterlo. Però, stando alle frasi riportate da Andrea Cangini nella presentazione su Quotidiano.net e stando anche a quelle che ho letto su "Il fatto quotidiano" di oggi, mi sembra si possa cogliere non una condanna del "sistema" o un pentimento, ma anzi un compiacimento e un preciso intento di autoassolversi e giustificare il suo (e di tanti altri) modo intrigante e scorretto di far politica per oltre un cinquantennio. L'invito alla "rassegnazione" di fronte al radicamento e al forte potere della mafie mi sembra abbastanza esplicito e certo poco incoraggiante per magistrati e poliziotti che rischiano la vita per combatterle.

Altre frasi come "Il bravo politico manipola e falsifica" o "L'unico criterio per interpretare la legge è la forza" o " La democrazia non esiste, decidono solo le élites", a me non suonano bene e mi sento di definirle un ulteriore spruzzata di veleno sulla nostra già inquinata società. Quando ci sarebbe bisogno di disinfettante.
Un cenno va fatto anche sulla famosa "Gladio"(*) tardivamente rivelata da Andreotti (altro Grande Vecchio con le mani in pasta dappertutto), sostenuta e difesa da Cossiga come fosse nata e vissuta in ambito NATO solo per essere pronti contro un presunto piano di invasione dell'Italia da parte dell'URSS di allora.
Penso che questo "piano" avesse la consistenza delle armi di distruzione di massa attribuite dai servizi segreti USA a Saddam Hussein, e comunque non era con quel tipo di associazione clandestina che si sarebbe potuto fronteggiarlo...
Ma Cossiga con i servizi segreti, deviati e no, americani e nazionali , prima coperti e aiutati, poi scoperti e criticati, ci ha sempre sguazzato.

Come ci ha sguazzato a togliersi sassolini dalle scarpe e lanciarli contro Ciampi e Prodi; e, dulcis in fundo, come si è divertito a imbastire quella specie di congiura di Catilina con Bertinotti, Marini e D'Alema che defenestrò Prodi e il suo governo, che pur aveva ben operato per tre anni, per far posto a D'Alema e farlo re per un anno. Col bel risultato che abbiamo visto: togliere al centro sinistra la possibilità di rappresentare, da allora, una credibile alternativa di governo.

In compenso ora abbiamo proprio D'Alema, beniamino di Cossiga, come presidente del COPASIR ("Comitato Parlamentare per la sicurezza della Repubblica" con funzioni di controllo sui servizi segreti), guarda caso, eletto all'unanimità dai colleghi. Prima di lui c'è stato Rutelli, e prima ancora Scajola.

(*) APPENDICE DI APPROFONDIMENTO

Ai miei commenti di critica all'operato di Cossiga e con accenno alla struttura Gladio, ha replicato subito un lettore del blog di Quotidiano.net che si firma Silendo (www.iGladio.it) per difendere a spada tratta, anzi a gladio sguainato, la legalità e i meriti di quella organizzazione clandestina, segnalando anche il sito www.stay-behind.it di una associazione fondata dagli ex gladiatori reduci di quella disciolta nel 1990 dopo indagini e critiche. Al che ho replicato:

Se lo dice l'oste che il suo vino è buono dobbiamo credergli. Peccato che in tanti quel vino l'abbiano sentito emanare cattivo odore. Che la Stay-Behind, detta Gladio in Italia, nata nel contesto di un'iniziativa NATO degli anni '50 (in piena Guerra fredda), e sciolta nel 1990, fosse gestita direttamente dai nostri Servizi Segreti come struttura clandestina sotto il controllo del Ministero della Difesa, non è di per sè una garanzia di limpidezza nell'operare, sapendo quante "ristrutturazioni" di quel Servizio sono state fatte, in seguito alla scoperta di elementi deviati e strane commistioni nel periodo del terrorismo e delle stragi.

Ringrazio comunque il lettore Silendo per averci fatto sapere che i reduci di quella Gladio sono tuttora attivi e, dal 1994, costituiti in Associazione volontaria "patriottica, morale ed educativa", con Cossiga primo socio onorario, come pure lo era il defunto Edgardo Sogno. Cosa faccia e a cosa serva tale legittima associazione, non l'ho ben capito (**).

Mi ha solo un po' preoccupato la "Preghiera del volontario del silenzio", scritta nel 1974 da tal P. Silverio e tuttora in bella mostra nel sito degli ex gladiatori:

" Eterno, onnipotente e onniscente Iddio, fonte di misericordia e di amore, proteggi questi tuoi figli, proteggi noi volontari del silenzio, posti al servizio della Patria. .... Siamo sentinelle vigili nel difficile compito assegnatoci. Aiutaci a sventare le tenebrose insidie del nemico, le trame e le macchinazioni dei suoi complici. Noi lottiamo per la concordia, per la pace, per l'unione, per il bene della Patria adorata. Se sangue dobbiamo spargere, sia seme di speranza e di luce....."

A me questo stile poetico non mi suona per niente bene.

Ma per approfondire meglio la conoscenza sull'argomento suggerisco di leggere

- http://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_Gladio

- Il “golpe” vien di notte: Sono stati tre i colpi di Stato progettati nella storia della Repubblica : http://www.corriere.com/viewstory.php?storyid=93018
Articolo del 2009-10-26 da Toronto- Corriere canadese

- Sì, preparammo il golpe L' ultima verità di Sogno , di Giovanni Maria Bellu Repubblica — 02 dicembre 2000 pagina 8 sezione: POLITICA INTERNA


(**) Simbolo in cima al sito e sede morale della “nuova” associazione di ex gladiatori è la Malga Porzus, di Faedis in provincia di Udine, che fu teatro della strage di Porzus, nella quale i partigiani comunisti uccisero 17 partigiani cattolici o laici – socialisti della Brigata Osoppo, da essi accusati di tradimento. Evidentemente si vuole onorare e perpetuare la memoria di quelle vittime dell'eccidio, in altrettanto evidente condanna dell'ideologia professata dai colpevoli, sulla scia di quell'impronta fortemente caratterizzata dall'anticomunismo che ebbero la Gladio e i tre tentativi di colpo di stato falliti del 1964, 1970, 1974, con agganci anche con uomini della P2.
Non si capisce che senso abbia oggi tenere in vita un sentimento, o un risentimento, del genere.

- Un recente Decreto del Ministro della cultura, Sandro Bondi, ha dichiarato la malga di Porzus «bene di interesse nazionale».


mercoledì 26 maggio 2010

Santoro e l'informazione RAI, brutta vicenda

Brutta vicenda questa di Santoro, comunque finisca. E personalmente spero finisca presto con la sua riconferma alla RAI e alla conduzione di Anno Zero. Ma è stata una vicenda - spia di tanti brutti segnali. Primo: l'abile e subdolo tentativo di squalificare moralmente l'immagine di Santoro con una cospicua offerta in denaro perchè se ne andasse, diffondendo subito la notizia prima ancora che il contratto fosse concluso. Bella mossa, perchè non c'è " colpa" più infamante per un giornalista "di sinistra" (definizione impropria perchè Santoro è scomodo anche per i partiti di sinistra) che guadagnare molto, anche se meritatamente. Non te lo perdonano, nè quelli di destra nè quelli di sinistra e soprattutto i colleghi giornalisti.
Infatti non avevo mai visto tanto livore, tanta sprezzante ironia, oltre che da parte di politici e commentatori di blog e forum, da parte di tanti giornalisti contro un collega di fama e di successo. Temo che la più o meno sottintesa invidia, o gelosia, abbia giocato un ruolo forte. Tutti, o quasi, a sogghignare sulla entità consolatoria della "buonuscita" e nessuno, o quasi, a sforzarsi di capire le cause e gli effetti che avrebbe avuto sulla libertà e sulla completezza di informazione questa buonuscita milionaria ad un collega scomodo a tanti potenti e inviso al capo del governo.

Tra i tanti modi che un regime può usare per togliersi dai piedi un oppositore, non volendo ricorrere ai più cruenti e controproducenti mezzi dell'eliminazione fisica e del licenziamento in tronco, quello di intaccarne moralmente la credibilità, e quindi isolarlo, è il più efficace. E Santoro ha dato l'impressione di cascarci, fermandosi in tempo - pare - sull'orlo del precipizio. Il suo lungo monologo in diretta, contro tutto e contro tutti, pur appassionato, motivato ed efficace, ha dato però anche il pretesto per aggiungere benzina al fuoco acceso dai suoi detrattori. Credo che le reazioni negative ricevute abbiano fatto capire a Santoro, che in questa Italia così congegnata, meglio non tirare troppo la corda.

Santoro è Santoro, con i suoi pregi professionali e anche con i suoi difetti caratteriali; talvolta esagera, o gigioneggia, è egocentrico e fors'anche antipatico, ma "buca lo schermo" e se non fosse così probabilmente non riuscirebbe tanto efficace e pungente nel condurre trasmissioni di denuncia, informazione e inchiesta sui problemi più gravi del paese; problemi che l'informazione, o la disinformazione, ufficiale, edulcorata alla Minzolini e Vespa, nasconde o travisa.

I Santoro, Travaglio, Gabanelli, Iacona , i loro staff e pochi altri, con le loro personalità, i loro caratteri e stili diversi, ma bravi e indipendenti, sono una componente indispensabile per mantenere in equilibrio la bilancia dell'informazione, già purtroppo così squilibrata a favore del berlusconismo dominante nei mezzi e nei canali televisivi principali e più seguiti della comunicazione.

Peccato che tanti lettori e telespettatori (e giornalisti) non se ne rendano conto.


giovedì 20 maggio 2010

La vendetta degli intercettati intoccabili


Lavorano solo due giorni alla settimana i nostri parlamentari, ma per arrivare in tempo ad approvare questo ddl (*) infame hanno lavorato pure di notte. Tanta era l'urgenza di "salvare la nostra privacy"!!! Che faccia tosta!! Ci prendono pure in giro.
Ma chi gliel'ha mai chiesto?! Quanti comuni cittadini sono stati danneggiati finora dalle intercettazioni legali della magistratura? Quanti e quali cittadini sono stati danneggiati dalla pubblicazione delle intercettazioni legali e secretate della magistratura? Risulta che magistrati e giornalisti si siano profusi a intercettare e pubblicare le telefonate con le amiche della signora Maria che sta la quinto piano del condominio o quelle dello sconosciuto e incensurato pensionato della porta accanto?
Mi sembra che invece intercettazioni e pubblicazioni siano servite a scoprire un bel po' di gravi reati e , se non a mandare in galera i responsabili perchè protetti da leggine fatte apposta, almeno a rivelare tanti malaffari e a togliere credibilità e smascherare personaggi che ricoprono alte cariche pubbliche.

Questo ddl che si vuol approvare in fretta e a tutti i costi è un grande inganno, una squallida mistificazione per legare le mani alla magistratura e mettere il bavaglio alla stampa. E' la vendetta , tremenda vendetta, dei potenti che sono stati smascherati pubblicamente proprio grazie a intercettazioni e pubblicazioni, e sono stati costretti a rendere conto dei loro atti alla giustizia alla opinione pubblica. E ora , grazie al consenso e ai poteri che il voto del "popolo delle libertà" ha loro dato, per assicurare la libertà e l'impunità a se stessi e ai loro protetti (dalla galera quando la meritano) , tolgono la libertà di operare ai magistrati, la libertà di informare ai giornalisti e la libertà e il diritto ad essere informati ai cittadini.
Con grande sollievo per tutti i delinquenti grandi e piccoli, politici e no.

Ciliegina sulla torta di questo indecente decreto: è previsto un comma che sancisce l'obbligo per i magistrati inquirenti di informare i superiori di grado prima di indagare o intercettare un religioso.
Chissà che risate si faranno i preti pedofili.... oltre a quelli laici ovviamente.


Vediamo se la minoranza di Fini si smarca da questa ennesima legge ad personam o ad castam voluta dal ducetto che hanno contribuito a sdoganare e che ora pur gli pesa tanto, e se il Capo dello Stato la firma con la consueta sollecitudine o se ritrova un minimo di coraggio per tentare di opporsi e fermare questa pericolosa deriva verso un regime autoritario che pretende il consenso obbligatorio.
Non sono queste le battaglie di principio per cui ci si dovrebbe impuntare e fare "obiezione di coscienza", a difesa dell'uguaglianza dei cittadini, della giustizia, della sicurezza di tutta la società, che sono molto più importanti della presunta difesa della privacy?

(*) Una sintesi dei punti principali della legge è su http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/201005articoli/55198girata.asp

martedì 18 maggio 2010

Chi li ha visti? Berlusconi, Scajola, IOR, evasori fiscali....

Suggerisco a Federica Sciarrelli nuovi nomi di "scomparsi" da rintracciare per la sua trasmissione "Chi l'ha visto". Primo fra tutti il nostro presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che, dopo aver trascorso ben cinque ore del sabato 8 maggio negli uffici del tribunale di Milano per discutere la spartizione dei beni con l'ex moglie Veronica nella causa di divorzio, e dopo aver pranzato il lunedì successivo coi 5 figli per lo stesso motivo, è sparito dalla circolazione (*), colpito da una laringite così acuta che non gli permette di uscire di casa da una settimana.
Sarà stato lo stress da tribunale, luogo di tortura dal quale finora era sempre riuscito a restar fuori, nonostante i ripetuti inviti dei magistrati; sarà stato il maltempo arricchito da polveri vulcaniche islandesi e dalla corrente fredda creata da Fini o sarà stata la crisi economica che non è più possibile ignorare o imbellettare con qualche trucco. Il fatto è che il nostro presidente, nel momento peggiore per il Paese Italia, mentre le fabbriche chiudono, i piccoli imprenditori in fallimento si suicidano, gli operai salgono sui tetti per chiedere lavoro e salario, e mentre i suoi uomini fedelissimi di punta finiscono uno dopo l'altro sotto inchiesta per corruzione, è sparito.

E' evidente che il nostro Grande Timoniere (titolo che fu attribuito a Mao) se la sta vedendo brutta e non sapendo più cosa inventarsi per rifarsi l'immagine sua e dei suoi fedelissimi, "lordata " dal sistema di corruttele emerso, per di più in un momento di crisi economica per la quale non ha la più pallida idea di come trovare rimedio, ha pensato bene di rifugiarsi in casa con una laringite, che una volta si sarebbe detta "malattia diplomatica".

Il bello (o altro brutto segnale) è che in tutti i TG 1 che ho visto non ho mai sentito informare il popolo che il nostro Timoniere è da tanti giorni che non esce di casa, ma si è continuato a mostrarlo in immagini di repertorio mentre cammina baldanzoso tra la sua squadra di body gard o mentre interviene in affollate riunioni dove tutti lo applaudono e sventolano bandiere del PDL. Se non è TV di regime questa...
Mi fa venire in mente Mussolini che teneva la luce accesa nel suo studio anche di notte perchè il popolo pensasse che lui stava lavorando, e Mao ottantenne che si faceva fotografare mentre fingeva di nuotare in un profondo fiume, sorretto da due sommozzatori nascosti sott'acqua.

"Quand la và ben tòt i la san cunduser, l'è quand la và mèl c'a s ved cu sti bon ed fer" dicevano i nostri nonni bolognesi; che tradotto significa: "Quando va bene tutti la sanno condurre; è quando va male che si vede cosa sei capace di fare", soprattutto se a quell'andar male si è dato un grosso contributo, per cui è quasi impossibile rimediare.


* Un altro scomparso dalla circolazione, dopo le quasi forzate dimissioni, è il ministro dello Sviluppo economico (soprattutto il suo) Scajola, riemerso l'altro ieri solo con un comunicato stampa per prendere le distanze e smentire la moglie che aveva rilasciato un'intervista al quotidiano La Repubblica (!?) per dire che il marito tace e non si difende per coprire le colpe di qualcuno che sta più in alto.

Non ho la più pallida idea di quali siano i rapporti amorosi nella coppia Scajola. Ma che la moglie abbia rilasciato quell'intervista a Repubblica "all'insaputa", o in disaccordo, col marito ci credo poco. Va bene che se si crede che Scajola si sia ritrovato con una casa pagata a "sua insaputa" da un munifico imprenditore edile, si può credere a tutto. Ma ci sono un po' troppe "insapute" in casa dello smemorato di Albenga.
Io invece che pensare ad un moglie che si prende iniziative ardimentose per giustificare e salvare il marito, penso ad una moglie mandata avanti a lanciare un messaggio a qualcuno che sta più in alto, lasciando intendere che il marito sa più cose di quelle che ha detto (o non ha detto) finora, e che, se non arriva un aiutino, potrebbe cedere alle amorevoli pressioni di moglie e figli e "scoprire" chi sta più in alto.
A pensar male si fa peccato, ma qualche volta ci si indovina ....


** Un altro scomparso di grande peso e importanza, che sarebbe bene rintracciare, è il mitico IOR, ovvero il pio "Istituto delle Opere di Religione", altresì noto come Banca del Vaticano, storica e misteriosa banca divenuta celebre al tempo in cui era presieduta dal disinvolto monsignor Marcinkus, ritornata periodicamente alla ribalta delle cronache in occasione di tanti scandali finanziari, anche collegati a fatti di cronaca nera (morte del banchiere Calvi e assassinio dell'avvocato- commissario Ambrosoli) riemerso come collettore di fondi dei gran giri di denaro nero del "gentiluomo di sua Santità" Angelo Balducci.

Con il nome che porta questo Istituto dovrebbe essere una casa di vetro, linda e pulita, aperta e disponibile a qualsiasi ispezione delle forze dell'ordine italiane; e invece nessun giudice è mai riuscito a veder approvata una sua rogatoria e ad entrarci per dare una controllatina ai conti dei personaggi inquisiti.

Insomma questa modernissima banca funziona ancora grazie al diritto di asilo e di immunità che nei secoli antichi avevano Chiese, conventi e feudi, per cui qualunque assassino, ladro o delinquente in fuga vi entrasse, trovava protezione, ed era sottoposto eventualmente solo alla giurisdizione della Chiesa o del feudatario.
Sistema che talvolta poteva salvare dalle persecuzioni qualche povero malcapitato innocente inseguito dai "birri", ma che ben più spesso serviva a garantire l'impunità ai potenti (come oggi, appunto).


*** Ultimi per elencazione tra gli scomparsi da trovare, gli evasori fiscali, quelli che, come la bella Cecilia, "tutti li vogliono e nessuno li piglia".

Adesso, per l'ennesima volta, il Ministro Tremonti promette che li prenderà per torchiarli a dovere e far pagare a loro il salatissimo conto della manovra finanziaria che incombe. Gli dobbiamo credere?

Visti i provvedimenti adottati finora, condoni , abolizione del reato di falso in bilancio, scudi fiscali ecc. ecc,, e vista la tendenza all'evasione proprio da parte di alte cariche ministeriali e alti funzionari, compresi generali della Guardia di Finanza (Pittorru...), forse conviene che la ricerca sia affidata alla troupe di Federica Sciarrelli.


(*) Aggiornamento della sera. Il premier è ricomparso in pubblico oggi per incontrarsi con il premier egiziano Mubarak. Pare non abbia raccontato barzellette in conferenza stampa. Ma, forse perchè non si era ancora svegliato bene dal letargo, ha confuso Google con Gogol (il che è ancora peggio di una barzelletta).

Il papa e le folle, tra consenso e propaganda ingannevole

Mah! Io questa manifestazione di domenica 16 maggio a Roma in piazza S. Pietro non la capisco, anzi la interpreto come una iniziativa di taglio propagandistico, forse non del tutto spontanea, per ridare autorevolezza all'immagine del papa intaccata forse più dall'interno della gerarchia ecclesiastica che dall'esterno. Ma come - mi chiedo io - viene fuori una sequela infinita di abusi sessuali su bambini commessi da religiosi, spesso protetti da silenzi e complicità delle autorità superiori, e si corre a manifestare solidarietà al papa, come se gli abusi fossero stati commessi su di lui!? Strano anche che la frase "Preghiamo per le vittime di abuso ....", stando alla cronaca di un autorevole vaticanista, sia stata fatta pronunciare da un anonimo "lettore", mentre il cardinale Bagnasco si è profuso prima in preghiere per il papa e poi in raccomandazioni di preghiera più generica per tutti quelli "che sono nel dolore" ecc. ecc... Se questa è la risposta della Chiesa, dalla base ai vertici, a quanto è successo, credo che la ricerca della verità e il compimento della giustizia per punire chi ha compiuto abusi e omissioni, siano ancora molto lontani e su una strada tutta in salita, nascosta da grandi nuvole di polvere.

"Le piu' profonde attese del mondo e le grandi certezze del Vangelo si incrociano nell'irrecusabile missione che ci compete, poiche' senza Dio l'uomo non sa dove andare e non riesce nemmeno a comprendere chi egli sia", ha rilevato papa Ratzinger nell'omelia della messa celebrata a Porto (il 15 maggio) per 120 mila fedeli (la seconda citta' del Paese e' stata il teatro di un ennesimo bagno di folla per questo Pontefice anziano che sembra quasi meravigliato di suscitare tanto calore e entusiasmo)....... Così riferiva il vaticanista Giacomo Galeazzi de La Stampa in un articolo intitolato "Ricetta etica anticrisi"".

Con tutto il rispetto per chi l'ha scritta, mi sembra che la ricetta etica del papa per la crisi economica sia un po' troppo debole e velleitaria. E non può essere diversamente perchè si vuol attribuire a Dio e a quanti si sono autoproclamati suoi portavoce sulla terra, compiti che sono di Cesare e degli uomini tutti, credenti e no.

Le preghiere del papa e dei fedeli per il mondo intero faranno anche sentire loro stessi più buoni ma non risolvono i problemi della fame e le ingiustizie sociali nel mondo, non danno lavoro onesto e non fermano le guerre. La carità può dar sollievo a una parte dei poveri, ma occorre però che ci sia chi produce ricchezza e chi la sa e la vuole distribuire. L'amore è un gran bel sentimento che aiuta a vivere meglio i rapporti umani. Ma se una società non è capace di organizzarsi in modo corretto e giusto e lascia imperversare corrotti e corruttori, nel cuore di molti l'odio può prendere il posto dell'amore.
E non si dica che la società di oggi ha tanti problemi perchè ha dimenticato o cacciato Dio. Ma quando mai Dio ha governato o influito sui governi? Come se nel Medioevo, o 3 o 4 secoli fa, prima del diffondersi del tanto deprecato illuminismo e dei principi di libertà di coscienza e laicità, le nazioni governate da Papi e principi assolutisti cristiani, cattolici o protestanti, ci fosse più pace, benessere, giustizia, amore e felicità!!!..

Sarò anche piena di pregiudizi, e appartengo alla categoria che un altro cronista di altro giornale ha definito sprezzantemente "degli osservatori intellettualoidi delle cose di Chiesa"; ma io mi ritengo in diritto di osservare e obiettare, essendo stata battezzata e inserita d'autorità fin da neonata nel popolo dei cattolici ed essendoci rimasta per motivazioni che diventano sempre più deboli.

Che il papa attuale sia più o meno popolare di quello precedente e riesca a far riempire le piazze, non mi importa un gran che, anzi è ininfluente. Quello che io mi ritengo in diritto di giudicare è se il papa e tutto il complesso delle gerarchie ecclesiastiche che pretendono di rappresentare Gesù Cristo, si comportano in modo coerente con la sua vita e il messaggio che ci è stato trasmesso attraverso i vangeli. E qui mi si permetta di avere grossi dubbi.
A chi accusa di pregiudizio gli osservatori critici come me, io replico che le traveggole del pregiudizio mi sembra le abbia chi non vuol vedere gli errori e le contraddizioni che ci sono nella Chiesa istituzionale e si accontenta di inebriarsi nella contemplazione del "Mistero"; che non mi sembra una gran risposta alle pressanti domande e ai perchè che nascono nelle nostre coscienze di fronte al male imperante.

Nè mi convincono le argomentazioni che si basano sulla "semplicità della gente comune" che accorre ad affollare le processioni e le adunate religiose. Dovremmo sapere tutti quanto sia ingannevole affidarsi al consenso delle folle, sapendo quante volte le folle hanno sbagliato ad accorrere e ad applaudire personaggi carismatici che hanno fatto tanti danni.

So bene che la maggior parte dei fedeli che accorrono alle cerimonie dei papi sono persone in buona fede e animate da buone intenzioni, ma diffido dell'uso che poi i papi vogliono fare di questo consenso e di questa fiducia.

Già mi sembra pericoloso affermare che quella rappresentata dai papi cattolici "vestiti di bianco" sia "l'unica speranza e l'unica giustizia" e "per tutti gli uomini"; o che "senza Dio l'uomo non sa dove andare e non sa nemmeno chi egli sia". Andiamoci piano. Qui la catechizzazione mi pare un po' troppo invasiva, o la si potrebbe definire "pubblicità ingannevole".
Io la speranza e la giustizia, la felicità e l'appagamento dell'umano desiderio di senso della vita vorrei restare libera di cercarli e trovarli anche altrove, senza sentirmi accusata di avere la testa indurita dal pregiudizio..

Dalla stampa di oggi, una statistica indicativa sul tema

Un’inchiesta di Demos & Pi, pubblicata oggi su Repubblica, mostra un forte calo nella fiducia che gli italiani accordano alla Chiesa cattolica. Per la prima volta da quando viene condotta la rilevazione (2000), chi dichiara di riporre “molta” o “moltissima” fiducia nella Chiesa non raggiunge la maggioranza: rappresenta infatti il 47,2% del campione, contro il 61,3% di cinque anni fa. La fiducia in Benedetto XVI si attesta sul 46,6%, contro il 77,2% raggiunto nel 2003 da Giovanni Paolo II. il 65,9% si dichiara “molto” o “abbastanza” d’accordo con la possibilità di sposarsi per i sacerdoti, mentre il 61,9% ritiene che la Chiesa abbia cercato di “minimizzare o nascondere” i casi di pedofilia tra i membri del clero: dal punto di vista della ‘fede’ politica, tale opinione è più diffusa tra gli elettori del PD (72,6%), seguiti da Lega Nord, IDV e PDL; solo la maggioranza degli elettori dell’UDC (60,1%) non è dello stesso avviso. E nell’anno orribile del Vaticano la fiducia nel Papa scende ai minimi è il commento del sociologo Ilvo Diamanti.

martedì 11 maggio 2010

L'Europa dei "miracoli" di carta, da Fatima a Bruxelles


Il papa lamenta le "sofferenze" sue e della Chiesa in mondovisione, io lamento le mie su un anonimo blog. In questi giorni a farmi soffrire , oltre alle ormai croniche e incorreggibili piaghe italiane, si sono aggiunte quelle che vengono dall'Europa. Triste e fortemente preoccupante è infatti la constatazione della crisi che le istituzioni europee stanno vivendo, con l'incubo ormai incombente di fallimento di quella moneta unica, l'euro, che fino a ieri ci era apparsa come una grande intuizione e una grande realizzazione dai benefici effetti sulle economie nazionali e sulle possibilità di prospettive unificanti anche sul piano politico.
Adesso quell'ottimistica visione è precipitata e si sta vivendo aggrappati ad un debole filo di speranza costituito dai provvedimenti di sostegno varati dagli organismi direttivi della UE, con un megaprestito alle nazioni in crisi che dovrebbe fare il miracolo di risollevarne le loro economie e frenare l'effetto domino di trascinamento di tutte le altre nel precipizio (traballante Italia compresa).
Ma è un prestito collettivo, salatissimo, che tutti i cittadini europei dovranno pagare, per le colpe di speculatori internazionali e di amministratori e politici nazionali e locali, imprevidenti, incapaci, quando non anche corrotti e bugiardi.

Nel contempo le nostre sempre più clericaleggianti TV pubbliche e private ci propinano (da un Portogallo in crisi) le immagini di folle festanti per vedere e ascoltare il Papa in visita a Lisbona e a Fatima per celebrare l'anniversario della prima "apparizione" di una "Madonna" biancovestita con tanto di fantasiosa corona in testa, in una grotta di quelle parti, a tre poveri pastorelli analfabeti il 13 maggio 1917.
"Apparizioni" e "rivelazioni" naturalmente date per certe e reali, come serie e autorevoli ci vengono raccontate le interpretazioni di quei tre "misteri" o "segreti" che la Madonna avrebbe affidato ai tre incolpevoli fanciullini insieme ad un apocalittico messaggio da diffondere al mondo intero.
Peccato che poi due dei "fortunati" beneficiati da cotanto privilegio miracoloso siano morti di malattia appena qualche anno dopo in tenerissima età (ma chi ha questo tipo di fede si consola dicendo che così hanno raggiunto la Madonna in cielo....).
La terza "veggente", Lucia, fattasi suora e vissuta fino a pochi anni fa, rese pubblici questi "misteri" solo nel 1963 attraverso un giornale, dando la stura ad una ridda di fantasiose e contorte interpretazioni postume, di quelle presunte e fumose "profezie" tenute in serbo fino ad allora (più o meno come si faceva con l'oracolo di Delfi o la profetessa Pizia dell'antica Grecia). Chi si vuol dilettare sui contenuti di quelle rivelazioni può documentarsi in vari siti internet.
A me ora viene da fare alcune osservazioni sulla prima intervista rilasciata dal papa in viaggio in aereo verso Lisbona.

Finalmente Benedetto XVI ha fatto due affermazioni che condivido: 1) Le sofferenze della Chiesa non vengono da nemici esterni, ma dal suo interno , dai suoi peccati. 2) Il perdono non sostituisce la giustizia civile che deve fare il suo corso. Bene, fin qui ci sto.
Peccato però che poi il papa si arrampichi sugli specchi delle disquisizioni teologiche per legare il presente ai presunti "segreti" rivelati ai fanciulli di Fatima, ipotizzando che in quelle rivelazioni fosse contenuta anche la previsione delle sofferenza della Chiesa per i peccati di pedofilia emersi recentemente. E qui scoppia il mio conflitto di interessi tra fede e ragione.

Si dice e si ripete da prelati e fedeli che la fede in una religione può e deve conciliarsi con la ragione. Ma la mia ragione si rifiuta di credere a queste favole e non può conciliarsi con la fede, se la religione "costruita" dalla Chiesa nei secoli mi impone di credere che la Maria madre del Gesù di Nazareth vissuta circa 2.000 anni fa, morta e sepolta non si sa esattamente quando e dove, "assunta in cielo" per dichiarazione dogmatica papale del 1950, possa riapparire qua e là ogni tanto a qualche pastorello o contadinella in mezzo ai campi o in una grotta (Fatima, Lourdes, Medjugorie...), magari a giorni e ore programmate, vestita di bianco o azzurro, con rosari in mano o assurde corone in testa, e per fare che? per raccomandare di pregare, di fare penitenza e recitare rosari e prevedere guerre, bagni di sangue e catastrofi!!!

A me tutto questo sembra un'eresia grande come una casa, anche dal punto di vista teologico, perchè intanto significa attribuire poteri soprannaturali e divini a Maria, il che è in contraddizione con il comandamento dell'unicità di Dio che solo dovrebbe avere questi poteri.

In secondo luogo, mi sembra assurdo che la Madonna usi questi presunti poteri solo per comparire in visioni personali a fanciulli e per raccomandare preghiere e costruzione di santuari, con tutto il male che c'è nel mondo e che ci resta, nonostante tutte queste apparizioni, le programmate liquefazioni di "sangue di S. Gennaro", madonnine di gesso che piangono lacrime e sangue umano, costruzione di sontuosi santuari che richiamano milioni di fedeli turisti che, obbedienti e ossequienti, recitano infinite sequele di preghiere e di rosari. Perchè è questo - ci si dice- il vero dono dei "miracoli": alimentare la fede in una religione e nei suoi simboli.

Di certo un piccolo dono concreto alle economie locali (alberghi, trasporti, fabbricanti e commercianti di souvenir...), oltre che a se stessi, i santuari nati dal racconto di apparizioni e miracoli lo hanno dato e lo danno, con l'afflusso di turisti pellegrini che si muovono in ogni parte del mondo.
Ma pare che questo non basti a dare lavoro, giustizia e pace ai popoli, visto quanto è accaduto nel passato e accade nel presente. Il miracolismo religioso non salva le economie di una nazione. come non la salvano le acrobazie dei miracolisti finanziari che maneggiano il denaro barando e pretendendo di rifare la moltiplicazione dei pani e dei pesci giocando in Borsa (ai quali non disdegnano di associarsi talvolta alti prelati e Banche Vaticane).

Pertanto, io, da bieca laicista, o diversamente credente, vorrei rivolgere una preghiera alla Madonna: invece di suggerire catastrofici messaggi a poveri e impotenti pastorelli, d'ora in poi provi ad apparire ai potenti della terra (compresi papi, vescovi, rabbini e imam) e suggerir loro qualche rimedio più concreto e saggio per governare i popoli e per favorire la pace, la giustizia e il benessere economico garantito da un onorevole e onesto lavoro.
Ma questo è un miracolo che non è riuscito finora nemmeno all'unico Dio onnipotente e onnisciente dei monoteisti e a tutta la miriade di divinità di cui sono costellati i cieli del mondo e in cui ripongono le loro speranze i popoli della Terra, figuriamoci se può riuscirci l'immagine dell'umile moglie di un falegname ebreo, madre di un profeta crocifisso per ordine dei potenti religiosi e laici del suo tempo, e per volontà di una folla scalmanata e incolta che ha preferito salvare Barabba.

Non resta quindi che sperare negli uomini di buona volontà e buone capacità di questo tempo. Se ce ne sono ancora.





mercoledì 5 maggio 2010

Match D'Alema - Sallusti: squalificati entrambi

Non porterò "vasi a Samo", ovvero non aggiungerò il mio millesimo commento alla valanga di commenti che hanno sommerso i giornali sul caso Scajola. Il caso si commenta da sè, per chi lo vuol capire e per chi non è disposto ad arrampicarsi sugli specchi scivolosissimi dei difensori d'ufficio alla Maurizio Lupi, che pretendono si creda all'ingenuità del ministro Scajola che si è fatto regalare da tal Anemone, imprenditore pluriinquisito, a sua insaputa, 900mila euro divisi in 80 assegni per pagare i due terzi della casa in cui abita a Roma, fronte Colosseo.
Il vecchio "comune senso del pudore" è ormai morto e sepolto , e un capo del governo può impunemente difendere se stesso autoassolvendosi senza comparire davanti ai giudici, e gridare al complotto se uno dei suoi ministri è scoperto come evasore fiscale, se anche uno dei tre coordinatori del suo partito, Denis Verdini, è inquisito per corruzione e se un altro dei deputati del detto partito dell'amore di cui è capo indiscusso, Giuseppe Ciarrapico, è pure inquisito per truffa aggravata ai danni dello Stato. E cito solo i fatti degli ultimi giorni.

Ma quel che mi ha più colpito dei giorni scorsi, facendomi pure sorridere, ovviamente di un riso amaro, è stato lo spettacolo di Massimo D'Alema che ha perso le staffe a Ballarò , accalorandosi e mandando il vicedirettore de il Giornale , Alessandro Sallusti, "a farsi fottere", oltre che essere "bugiardo e mascalzone" .
Non che costui non se lo meritasse, visto lo squallido ruolo di pseudo giornalista che si è assunto, pagato dai Berlusconi per disinformare e mandato nei dibattiti televisivi solo per difendere l'editore-padrone-capo del governo, aggredire verbalmente, interrompere gli interventi altrui, spesso anche a insultare o attaccare sul piano personale con insinuazioni su fatti che non c'entrano nulla col tema trattato, quanti si permettono di far legittima critica politica al premier sui giornali, in Parlamento o in TV. Ruolo in cui si alterna con grande zelo, quasi facendo a gara in perfidia con Belpietro e Feltri altri "giornalisti" da cartellino rosso.

Ma vedere D'Alema perdere le staffe è stata una novità assoluta, lui sempre così compassato , stile gentleman all'inglese, che di solito replica con sorrisetto beffardo agli interlocutori anche scomodi, senza scomporsi, con la sicurezza di chi è convinto della propria superiorità, e lo fa vedere. E di solito è anche abbastanza preparato da saper ribattere alle argomentazioni altrui.
Perchè stavolta è uscito dal seminato rivoltandosi come una vipera calpestata? Perchè il perfido Sallusti, per giustificare Scajola, e metterlo sullo stesso piano, gli ha rinfacciato il privilegio dell'affitto ad equo canone goduto anni fa da D'Alema.
Accostamento improprio, d'accordo, che D'Alema poteva rintuzzare e spiegare benissimo con l'aplomb che lo contraddistingue. E invece, con quella reazione spropositata ha dato l'impressione di essere stato toccato su un nervo scoperto, su un punto dolente non del tutto giustificabile, sul quale pretende il silenzio. Se poi ci aggiungiamo il battibecco per l'offerta dalemiana di una escort in premio per Sallusti e il rilancio di costui sulle escort che Tarantini forniva agli amici baresi di D'Alema (oltre che a Berlusconi), il quadretto che ne è uscito è da rissa in osteria dei bassifondi.
Ma un politico di lungo corso come lui, uno con la sua esperienza, doveva pur sapere quali potevano essere i punti su cui poteva essere prevedibilmente attaccato e prepararsi a rispondere con più serenità. Così ci ha fatto una pessima figura lui, tanto da dover chiedere scusa, e non ha servito bene il PD. Meglio quindi se stava a casa; ormai fa solo danni; è attaccabile, non è credibile per i passati inciuci e ha stufato. Con quest'ultima prestazione Bersani dovrebbe pur decidersi a smettere di mandarlo a rappresentare il PD in TV.

Giacchè sono in argomento, mi viene da fare una osservazione anche sull'intervento a Ballarò del giovane rampante Matteo Renzi, pur bravino, di lingua veloce e forse buon sindaco, ma che, a mio parere, non si è dimostrato buon politico. E' già la seconda volta che in queste trasmissioni si perde ad elencare le contraddizioni e gli errori del passato di Fini con accanimento inopportuno ora, facendo così un gran regalo ai Lupi presenti e ai berluscones a casa, e mettendo in difficoltà il buon Granata, attaccato da destra e da sinistra. Non era politicamente più conveniente mostrare apprezzamento per la svolta di Fini, magari puntando l'accento sul "meglio tardi che mai" (senza per questo ipotizzare improbabili alleanze alla D'Alema)? Credo che abbia ancora molto da studiare e imparare.

Ha detto bene Crozza: il PD ha mandato a rappresentarlo il "passato" (D'Alema) e il "futuro" (Renzi); ma mancava il "presente", un presente preparato, autorevole, immacolato e credibile.