lunedì 7 novembre 2011

Ultima prova di forza

"Non mi dimetto". E' ancora la parola d'ordine ripetuta fino all'ossessione dal nostro capo del governo, nonostante gli inviti e le pressioni che gli vengono  da ogni categoria sociale, mondo economico italiano ed estero, stampa internazionale, avversari politici e anche parecchi ex sostenitori e alleati.
Ostinato fino all'irragionevolezza, incollato alla poltrona di comando come un re medievale,  gioca l'ultima carta e ingaggia l'ultima sfida a testa bassa, fosse pur solo contro tutti. 
E la chiama pure "battaglia di civiltà"!!!! La sua spudoratezza, non ha limiti. E' una suprema dimostrazione di arroganza e disprezzo per il popolo italiano, dei cui problemi non si interessa e non si cura, anzi li ignora. Vede solo i ristoranti pieni e ignora le 9.000 aziende che hanno chiuso i battenti nel 2010.  Disposto a mandare in bancarotta l'Italia, già ridotta al livello zero di credibilità in gran parte per causa sua, ha evidentemente nostalgia del suo modello ideale, il Duce, imitato in tante circostanze, che diceva "Chi si ferma è perduto"; infatti non si fermò in tempo e finì come finì, dopo aver mandato l'Italia in rovina.


Purtroppo quest'uomo è stato abituato male, a procedere sempre a colpi di prove di forza che vinceva grazie all'arrendevolezza, alla paura, agli opportunismi, alle incertezze e alle divisioni degli altri, amici e avversari. 
Perciò è ancora convinto di potercela fare anche stavolta, tirando una corda ormai logora, sfoderando le solite armi per intimorire e condizionare gli altri.
"Voglio  guardare in faccia i Giuda, i traditori", grida ancora minaccioso; perchè sa che i suoi sostenitori sono di fatto suoi dipendenti, parlamentari che devono candidatura ed elezione a lui e devono quindi sentirsi in obbligo di fedeltà a lui, non al popolo italiano  che pure paga loro lo stipendio e i cui interessi dovrebbero  difendere in primo luogo e come primo dovere.
Adesso però tocca agli altri non lasciarsi intimorire, spezzare la corda che li lega e portarlo finalmente ad una meritata sconfitta.

Ne saranno capaci le opposizioni, il capo dello Stato, gli scontenti che l'hanno sostenuto finora e  si stanno defilando? In queste giornate cruciali, decisive, io nutro ancora forti timori che ancora una volta  non si abbia il coraggio di staccare la spina  a questo governo di incapaci, guidato da un capo indegno.
La cosiddetta "seconda Repubblica" si è trasformata di fatto in una monarchia inchiodata  e condannata ai voleri di un sovrano  sempre più fuori di testa.
Gli appelli stile Oliver Cromwell "In nome di Dio se ne vada" non funzionano con il nostro reuccio. Anche perchè oltre agli appelli verbali, per seguire l'esempio di Cromwell, bisognerebbe  essere disposti a guidare una guerra civile e arrivare a imprigionare e  decapitare il sovrano, come si faceva nel 1600.
Ma oggi non c'è bisogno di arrivare a tanto. Così come  gli eventuali "traditori", berlusconiani   pentiti, non rischiano la fucilazione che dovettero subire  i firmatari dell'ordine del giorno Grandi che esautorava Mussolini il 25 luglio 1943.
O gli tolgono sostegno e fiducia in Parlamento o lui spontanemente non se ne andrà mai; anzi farà nuove leggi ad personam che gli consentano  di ricandidarsi  o comunque continuare ad occupare posizioni di potere.

Ma è proprio così difficile una semplice, democratica  e opportuna operazione di sfiducia parlamentare, seguita da nuove elezioni, con o senza intermezzo di un governo di tecnici seri e onesti per gestire e magari fare una nuova legge elettorale meno "porcata" della attuale?
Si ha paura del dopo Berlusconi , ed è vero che non sarà facile gestire questa straordinaria situazione di crisi. Eppure bisogna provarci. 

Sappiamo bene tutti che questa crisi non è attribuibile alle sole responsabilità di Berlusconi e che le "malattie" dell'Italia vengono anche da altri e da lontano. Ma quando uno è ammalato e deve prendere una medicina amara, pesante e anche con implicazioni dolorose, vorrebbe che a prescriverla fosse un medico serio, lucido, competente, affidabile, equo e coerente nelle sue scelte; perchè penso che i sacrifici li accetterebbe più volentieri, con la consapevolezza della necessità, la fiducia e una speranza di guarigione. E' molto difficile accettare prescrizioni amare da un medico incompetente, poco lucido, poco serio, che oltre ad essersi occupato solo dei suoi casi giudiziari e personali, si è reso ridicolo agli occhi del mondo. 
Oltre ai problemi gravi di tutti gli altri Stati, noi ne abbiamo uno in più e grosso: Berlusconi (più Bossi), che ci impedisce di scegliere un altro medico e affrontare la cura.
**AGGIORNAMENTO DEL 9 NOVEMBRE
Udite udite!! Ieri, dopo aver constatato che in Parlamento non ha più la maggioranza necessaria, Berlusconi ha promesso al Capo dello Stato che si dimetterà. Ma non subito; lo farà dopo che il Parlamento avrà approvato il maxi-emendamento o legge di stabilità che dir si voglia. E' dura da mollare la sedia, non si vuol staccare. 
Prevedibile il prolungamento dell'agonia del governo per 2/4 settimane, con possibili  trucchetti e sorprese sgradevoli nel contenuto dell'emendamento da approvare. Mentre il famigerato spread ci fa perdere ancora una montagna di soldi.

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