domenica 18 ottobre 2009

Calzini azzurri, magliette grigie e nastrini rossi


Adesso c'è la gara ad adottare abbigliamenti simbolici per dimostrare l'opposizione al capo di governo Berlusconi e al suo modo di far politica. Ha cominciato Ignazio Marino con la proposta di un nastrino rosso per manifestare sostegno alla libertà di informazione . Poi sono uscite le magliette con la scritta "Non sono una donna a sua disposizione", per manifestare solidarietà a Rosy Bindi che era stata oggetto di una battuta cafona del detto "gentiluomo", galante solo con le belle di notte e di giorno , o le "escort" pagate per essere gentili con lui.
Ora "Il Fatto quotidiano", e subito dopo Franceschini, hanno proposto di indossare calzini azzurri o turchese per manifestare solidarietà al giudice Raimondo Mesiano , quello che ha quantificato il risarcimento di 750 milioni di euro che la Fininvest (famiglia Berlusconi) deve pagare alla CIR (De Benedetti) per aver illecitamente , tramite corruzione di giudice, acquisito la Mondadori a danno di quest'ultima società.
Giudice fatto oggetto di strano pedinamento e servizio fotografico e giornalistico, trasmesso su Canale 5 con commenti allusivi e sciocchi sulle sue passeggiate mattutine di relax, e sul suo abbigliamento caratterizzato, udite lo scandalo!, da calzini color turchese.

Ora ci si può anche scherzare su e fermarsi all'aspetto folkloristico della faccenda. Invece la faccenda è molto seria. Perchè è solo l'ultima dimostrazione dei metodi che il nostro premier può permettersi di usare, attraverso i suoi mezzi personali di comunicazione, per intimidire, condizionare e "avvertire" il giudice in questione e tutti gli altri giudici che dovessero pronunciare sentenze a lui sgradite, di quel che potrebbe succedere loro: appostamenti continuati, indagini riservate sulla loro vita personale e dei famigliari fino al terzo grado, per poter poi trovare qualsiasi cavillo, multa per divieto di sosta, problema domestico, finanziario o sentimentale , vero o presunto, da sparare in prima pagina sui suoi giornali per squalificarli, delegittimarli, o almeno ridicolizzarli.

Con questo metodo è già stato punito , e costretto alle dimissioni, il direttore di Avvenire, Dino Boffo, "colpevole" di aver blandamente invitato il premier a comportamenti più dignitosi e coerenti nella sua vita privata, per le conseguenze che ne sono ricadute su quella pubblica. Ad altri suoi critici, giornalisti o politici, per aver raccontato fatti veri e documentati o formulato domande, sono già piovute addosso querele, intimidazioni, attacchi quotidiani sui giornali di famiglia per vicende, queste sì, private e irrilevanti a fini pubblici.
Al giudice Mesiano per ora hanno trovato di disdicevole solo un paio di calzini turchese. Ma vedrete che scavando e pedinando si potrebbe arrivare anche al colore delle mutande portate in lavanderia.
E non c'è nulla da ridere, per chi vuol capire.
E non si dica, come fanno i difensori ad oltranza di Berlusconi, che in fondo sono tutti uguali, tutti colpevoli, tutti con qualche scheletro nell'armadio o almeno qualche peccatuccio; quindi o si sta zitti tutti e si tace sulla vita e le opere del premier, o il premier ha diritto di "sputtanare" (parola sua) chi gli pare o gli attraversa la strada, sia la moglie , o un giudice scomodo, un rivale in politica che gli fa ombra, un giornalista o un direttore di giornale , un fotografo o un cittadino che scrive su un blog.
I livelli di responsabilità, di diritti e di doveri, sono ben diversi, e sono legati al ruolo che ognuno ricopre e alle colpe o ai reati accertati compiuti.
Il portavoce di un premier (il tanto vituperato Sircana) fotografato mentre in auto si ferma a scambiare due parole con un trans ha la stessa responsabilità di un premier che , sposato e con figli, propagandisticamente impegnato in difesa dei valori della famiglia cristiana, riceve abitualmente minorenni, ragazze a decine ed escort fornitegli da un assiduo procacciatore, inquisito per corruzione, favoreggiamento di prostituzione e spaccio di droghe ?
Una nota spese contestata ad un medico, un contratto d'affitto sottostimato di un direttore di giornale, privati cittadini che per i fatti specifici devono rispondere solo ai loro datori di lavoro o contraenti, hanno lo stesso valore giuridico e morale di accuse per falsi in bilancio ed evasioni fiscali per cifre stellari e per corruzione di giudici compiuti da un capo di governo che deve rispondere a tutti i cittadini e dare per primo l'esempio di rispetto delle leggi uguali per tutti e della Costituzione? Capo di governo che nel frattempo ha cercato in tutti i modi di far approvare leggi che lo liberassero dalle sue pendenze giudiziarie e continua con proposte vendicative di future riforme costituzionali e di leggi che limitino l'indipendenza e l'operatività della magistratura.
Si sbandierino pure calzini azzurri, magliette e nastrini antipremier, ma l'opposizione si metta d'accordo e si impegni anche in Parlamento ad esercitare un vero contrasto (non come per lo scudo fiscale) a questa pericolosa deriva autoritaria.
Il dialogo va cercato tra le forze di minoranza ora, non con questa maggioranza

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