lunedì 31 gennaio 2011

Donne "verticali" della storia

Per reagire  al degradante spettacolo offerto in questi ultimi tempi dalle donne-immagine del ciarpame televisivo e giornalistico ( e politico di casa PDL), ho accolto l'invito di un gruppo di ragazze  di ricordare e valorizzare donne  che nella storia hanno svolto un ruolo importante e si sono distinte per i loro meriti professionali e umani. Donne forti, coraggiose, intelligenti, "verticali", di cui essere orgogliose.
Ho scelto quindi la foto e una mini-biografia di:
Maria Skłodowska, meglio nota come Marie Curie (1867 - 1934). Nata a Varsavia, figlia di Wladyslaw Skłodowski (1832-1902) e di Bronislawa Boguska (1834-1879); in Polonia, iniziò gli studi con il padre, da autodidatta, proseguendoli poi a Varsavia ed infine all'Università della Sorbona di Parigi, laureandosi in chimica e fisica. Maria fu la prima donna ad insegnare nell'università parigina. Alla Sorbona incontrò un altro docente, Pierre Curie che poi sposò.
Insieme al marito Pierre Curie e ad Antoine Henri Becquerel, Maria Sklodowska-Curie ricevette - prima donna della storia - il premio Nobel per la fisica nel 1903:
in riconoscimento dei servizi straordinari che essi hanno reso nella loro ricerca sui fenomeni radioattivi
Otto anni dopo, nel 1911, fu insignita di un altro premio Nobel, questa volta per la chimica:
in riconoscimento dei suoi servizi all'avanzamento della chimica tramite la scoperta del radio e del polonio, dall'isolamento del radio e dallo studio della natura e dei componenti di questo notevole elemento. “
Durante la prima guerra mondiale, Maria Sklodowska-Curie sostenne l'uso delle unità mobili di radiografia come mezzo di diagnosi per i soldati feriti. Nel 1921 effettuò un viaggio negli Stati Uniti per raccogliere i fondi monetari necessari a continuare le ricerche sul radio; ovunque fu accolta in modo trionfale.
Fondò l'Istituto del Radio, oggi noto come Istituto Curie, dapprima a Parigi e successivamente a Varsavia.
Gli ultimi suoi anni di vita furono turbati dall'uso improprio e privo di precauzioni del materiale radioattivo attorno al quale aveva molto lavorato. Morì nel sanatorio di Sancellemoz di Passy (Alta Savoia), nel 1934; la causa fu quasi certamente la leucemia, molto probabilmente dovuta all'esposizione massiccia alle radiazioni durante i suoi lunghi anni di lavoro.
La figlia maggiore, Irène Joliot-Curie, vinse anch'essa un premio Nobel per la chimica nel 1935, l'anno successivo la morte della madre.
La secondogenita, Eve Denise Curie, scrittrice, fu tra l'altro, consigliere speciale del Segretariato delle Nazioni Unite e ambasciatrice dell'UNICEF in Grecia.
(*) Foto e  biografia in sintesi da Wikipedia

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