Cito da Wikipedia: "La formula utile idiota, nel gergo politico, veniva usata per stigmatizzare l'atteggiamento di chi, all'interno dei paesi occidentali, simpatizzava per il sistema politico sovietico,
e per definire l'atteggiamento del governo Sovietico nei loro
confronti... che in realtà li teneva in scarsa considerazione e li sfruttava cinicamente.
....
Lo scrittore Edvard Radzinsky, nel suo libro "Stalin" attribuisce l'espressione all'artista Jurij Pavlovic Annenkov,
che riferì di averlo visto in alcune carte lasciate da Lenin... e congetturava trattarsi di una parte del testo completo del
testamento originale di Lenin, che questi avrebbe deliberatamente
nascosto.....
« I
cosiddetti elementi culturali dell'Europa Occidentale e degli USA sono
incapaci di comprendere lo stato attuale dei fatti [internazionali] e il
reale equilibrio delle forze, perciò devono essere considerati come
sordomuti e trattati di conseguenza... » .......
« Dobbiamo per tener buoni i sordomuti, proclamare la fittizia
separazione del nostro governo.. dal Comintern [la Internazionale
Comunista],.... dichiarando che questa agenzia è un gruppo
politico indipendente. I sordomuti lo crederanno Esprimere il
desiderio di riannodare subito le relazioni diplomatico con i paesi
capitalisti, sulla base della completa non' interferenza con i loro
problemi politici interni. Ancora una volta, i sordomuti lo crederanno.
Anzi, ne saranno entusiasti ed apriranno poco a poco le porte,
attraverso le quali gli emissari del Comintern e le agenzie di
spionaggio del Partito si infiltreranno rapidamente in questi paesi, camuffati come
personale diplomatico, culturale e come rappresentanti di commercio. I
capitalisti di tutto il mondo e i loro governi, nel loro desiderio di
conquistare il [potenzialmente grande] mercato sovietico, chiuderanno
gli occhi di fronte alle attività summenzionate e si tramuteranno in
ciechi e sordomuti. [Per questo] ci daranno credito che sarà un mezzo
[indiretto] di appoggiare i partiti comunisti nei loro stessi paesi, e,
nel passarlo a noi, sarà un mezzo per ricostruire la nostra industria
bellica, che sarà essenziale per [realizzare] attacchi futuri contro i
nostri fornitori. In altre parole loro lavoreranno per il loro stesso suicidio »......
Chi eccelleva in prima fila in Italia a svolgere il ruolo di "utili idioti" cari a Lenin e ai suoi successori? I cosiddetti "intellettuali di sinistra" o "organici al PCI" soprattutto nel dopoguerra, che, grazie al prestigio e alla pubblicità di cui godevano, si trascinavano dietro folle di ignari ammiratori del presunto paradiso sovietico e firmavano in continuazione appelli per la pace e il disarmo unilaterale, sempre accompagnati da una severa critica per il bieco regime imperialista USA, guerrafondaio e responsabile di tutti i mali del mondo.
Poi il sistema sovietico mostrò il suo vero volto repressivo e tutt'altro che paradisiaco e non fu più possibile nasconderlo anche al popolo, il blocco si sgretolò al suo interno, cortine di ferro e muri di Berlino caddero, e qualcuno tra gli ex utili idioti cominciò a prendere le distanze. Ma non tutti, anzi alcuni intellettuali o professori sempre convinti di dover liberare il popolo dei lavoratori con le loro idee "rivoluzionarie", si riciclarono come "cattivi maestri", pronti a dare giustificazioni sociologiche e alibi politico-morali ai brigatisti "rossi" che dal 1968 in poi si erano esaltati all'idea di poter "abbattere il sistema capitalistico" occidentale, ammazzando personalità politiche, giudici, giornalisti e dirigenti di fabbrica, poliziotti e carabinieri in attentati terroristici.
Fortunatamente anche questa ondata di follia si sgonfiò, grazie ad un deciso intervento di polizia e magistratura per reprimere gli ingiustificabili crimini commessi a danno di innocenti vittime, e grazie anche alla presa di distanza della parte più saggia della sinistra che cominciò a condannare pubblicamente il terrorismo e si schierò apertamente per sostenere la via democratica nella lotta politica e sindacale.
Ora i nostri instancabili intellettuali di presunta sinistra (termine ormai obsoleto che non si sa più a chi affibbiare...), si stanno prodigando per prendere l'ennesima cantonata e svolgere di nuovo il ruolo di "utili idioti" nei confronti dell'Islam, fornendo, con grande convinzione e sicumera, giustificazioni e alibi politico- sociali al terrorismo di matrice islamica che sta minacciando e mietendo vittime in Occidente ("è colpa nostra, li abbiamo armati e pagati noi"...). Non solo, ma si sta tenendo un atteggiamento di condiscedenza e accettazione supina e acritica nei confronti della religione islamica che pure si sta diffondendo enormemente nei paesi dell'Occidente, attraverso una massiccia immigrazione forzata in atto da alcuni anni e grazie ad una strategia comunicativa e di infiltrazione culturale e psicologica che fa leva e sfrutta i nostri principi di libertà di pensiero e rispetto per tutte le religioni, per occupare spazi e acquisire diritti per loro che si ritorceranno contro di noi, perchè da questa religione-politica, per sua stessa natura e ferree regole dettate dal Corano e dai suoi imam o califfi, non può venire che una limitazione delle nostre libertà e diritti acquisiti.
In fondo basta sostituire il termine "Islam" al termine "regime sovietico" e "fratellanza islamica" alla "Internazionale comunista", nella succitata teoria leninista degli "utili idioti" inconsapevoli, usati come arma strategica di infiltrazione nell'Occidente, per capire cosa sta avvenendo oggi grazie alla compiacenza di intellettuali, giornalisti, e pure magistrati, che scambiano per libertà d'opinione il favoreggiamento materiale o culturale del terrorismo e di una religione totalitaria e arcaica.
Di questa nuova ondata di follia masochistica e autodistruttiva ne noto con sofferenza le manifestazioni ripetute in ogni trasmissione televisiva, talk show e interviste giornalistiche, da tempo e in particolare dopo gli attentati terroristici di islamici a Parigi del 13 novembre scorso, dove i nostri "cervelloni", politici e giornalisti, invece di accusare gli esecutori materiali degli attentati e i loro ispiratori e mandanti islamici, non sanno far altro che recitare mea culpa per gli errori dell'Occidente, facendo di ogni erba un fascio, cittadini incolpevoli e governanti ottusi, Bush e cultura millenaria, e non hanno il coraggio dire una parola in difesa del nostro sistema di vita, e contro il sistema di vita, le colpe e le mire espansionistiche e guerresche del mondo islamico; mentre si dà ampio spazio e soddisfazione a donne islamiche, magari carine e ben truccate, ma con la testa rigorosamente fasciata dal fazzolettone d'ordinanza e imbevuta di solo Corano, opportunamente istruite a recitare le lodi dell'Islam " religione di pace" e protettore dei diritti delle donne...
Lo strazio mio si completa quando, a difesa dei valori di libertà e democrazia e di una cultura e un progresso economico e sociale che sono il patrimonio e il vanto del mondo occidentale di prevalente (per ora) religione cristiana e istituzioni laicizzate, si devono sentire solo Salvini, la Santanchè, Gasparri, o altri leghisti o estremisti destrorsi che lo fanno in maniera becera e offensiva, per pura strumentalizzazione di partito, con punte di razzismo e xenofobia generalizzata, senza reali e credibili contenuti ideali. Anche questi quindi finiscono per svolgere la funzione di "utili idioti" e "cattivi maestri", di segno opposto ma di identico risultato, che regala argomenti ai fondamentalisti islamici e alimenta il loro interessato vittimismo.
Anche in Europa, e comunque in Occidente e mondo non islamico, USA, Russia, Cina e ONU tutta, tra i leader politici la confusione regna sovrana, tra chi pensa che serva solo la risposta armata di bombe sui territori dominati dalle bande di Isis e fanatici alleati, chi erige muri per impedire l'immigrazione, e chi predica l'accoglienza indiscriminata, senza peraltro avere i mezzi per sostenerla economicamente e dignitosamente e per contenere e prevenire possibili infiltrazioni eversive e destabilizzanti dell'equilibrio sociale.
Quindi ognuno si muove per conto suo, magari solo per puri interessi nazionalistici o opportunistiche convenienze economiche particolari.
Su chi potrà mai contare la gente onesta e desiderosa di continuare a vivere in un paese libero, convivendo pacificamente con altri immigrati anche di diversa religione che però non vengano qui per riportarci al Medioevo o farci saltare in aria?? Chi saprà e vorrà convincere gli immigrati islamici che è anche nel loro interesse accettare le nostre regole di vita, le leggi e le istituzioni laiche, la libertà di pensiero, stampa e religione, la supremazia dello Stato laico sulle credenze religiose che ne siano in contrasto, l'uguaglianza dei diritti civili di tutti e delle donne in particolare?? Chi avrà la forza di persuasione e il coraggio (e ne basterebbe poco...) di far capire alle donne islamiche quanto sarebbero più belle, libere e ben accette e integrate nella società se si liberassero di quella arcaica e ingiustificabile fasciatura intorno alla testa che le discrimina e le ghettizza?? Perchè gli islamici "moderati" , se sono venuti qui veramente solo per migliorare le loro condizioni di vita e integrarsi, non vogliono dare il buon esempio incoraggiando le donne delle loro famiglie a non sentirsi socialmente e culturalmente obbligate a ostentare un simbolo di appartenenza e sottomissione alla loro religione (o al maschio?), cosa che nessun'altra fedele di nessuna altra religione ostenta (a parte le suore...)??
Ai posteri l'ardua sentenza...
sabato 26 dicembre 2015
martedì 8 dicembre 2015
Giubileo della misericordia e del perdono. Per chi? A quando il Giubileo della Responsabilità?
Tutto bello, in teoria, e sicuramente sarà di conforto e sollievo per i credenti, vedere ogni giorno in Tv (per un anno ?!...), o seguire di persona, Messe, processioni, cerimonie e riti vari guidati da questo bonario e sorridente capo religioso vestito di bianco che parla a nome di un Dio incarnato in Gesù, mentre mezzo mondo è sotto la minaccia di uomini vestiti di nero, che brandiscono bandiere nere e armi micidiali per seminare il terrore e uccidere in nome di un altro Dio, chiamato Allah.
Se non si può parlare di "guerra di religione", si potrà almeno parlare di "confronto" tra religioni; e, nel confronto, il ruolo che in questo momento rappresenta il cristianesimo di Papa Francesco è molto più positivo e utile alla pacifica convivenza umana di quello svolto dall'Islam del Califfo Al Baghdadi e dai suoi complici, seguaci e "fratelli musulmani" sostenitori, amici, o silenziosi e dormienti che tacciono e consentono (salvo poi, in qualche caso e in qualche luogo, svegliarsi all'improvviso e impugnare un mitra o un coltello per uccidere "infedeli"...).
Ma non si puo' dire, per carita', che la religione cristiana e la civilta' occidentale che ne e' scaturita, evolvendosi e riformandosi anche attraverso lotte e rivoluzioni laiche, e' migliore o superiore di quella del mondo musulmano; o questi si offendono; e si arrabbiano pure i nostri intellettuali di (ormai ex) sinistra e cattolici, paladini della pace che pensano si possa ottenere con il disarmo unilaterale, sia quello militare che quello culturale...
Che sia possibile un "dialogo" costruttivo e pacificatore tra questi due mondi, quello cristiano che ostenta Messe e preghiere, e quello musulmano dell'ISIS, o degli stati teocratici sunniti e sciiti, o delle comunita' islamiche insediate in Occidente, che praticano o sognano la "sharia" su tutto il mondo, ho i miei dubbi.
Staremo a vedere...
Non so se il Papa, nelle sue meditazioni e intenzioni, si sia ispirato al modello di quel Papa Leone I che, secondo la leggenda, vestito di bianco in una suggestiva scenografia, fermò sul Mincio le orde degli Unni guidati da un impressionabile Attila ex "flagello di Dio", nel 452. Certo è che poi lo stesso papa non riuscì a fermare, tre anni dopo, Genserico e i suoi Vandali che saccheggiarono brutalmente Roma e ne determinarono una disastrosa e lunga decadenza.
O forse il nostro papa si è ricordato del Pier Capponi, Gonfaloniere di giustizia di Firenze che nel 1494 per non cedere alle minacce di saccheggio della città da parte dell' invasore Re di Francia Carlo VIII, pronunciò la famosa frase "Voi date fiato alle vostre trombe e noi suoneremo le nostre campane!". nel senso che le campane avrebbero richiamato il popolo di Firenze alla rivolta per cacciarlo dalla citta'.
Ma forse il modello piu' a lui caro e' sempre il San Francesco che nel 1220 si reco' nella Palestina occupata dai Saraceni per convertire il loro capo, il "feroce" sultano detto Saladino. E' bene ricordare pero' che non ci riusci'; ebbe salva la sua vita e pote' tornare in Italia, ma non salvo' il breve Regno di Gerusalemme e i Crociati, che furono sterminati e dovettero abbandonare per sempre la "terra santa" in mano ai musulmani.
Se dunque la storia vera non e' di conforto al papa, vedremo nei fatti del presente in che cosa si concretizzera' il Giubileo della misericordia del 2015-2016.
Misericordia e perdono per chi? Per i peccatori, corrotti, mafiosi, terroristi e assassini a vario titolo che passeranno sotto qualche "porta santa" chiedendo indulgenza, a pagamento o gratis che sia?
Ma e' di questi perdoni e indulgenze che abbiamo bisogno in un tempo in cui imperversano e minano la societa' proprio tanti corrotti, mafiosi e assassini in nome del denaro o di un dio? si crede davvero ad un loro pentimento e conversione sincera con la visita ad un santuario e la benedizione papale o sacerdotale?
Ha ancora senso che la chiesa cattolica si rifugi in queste arcaiche simbologie ereditate dalla Bibbia-Vecchio Testamento ebraico, e malamente utilizzate in passato per fare un proselitismo basato su una religione-spettacolo e su un poco cristiano "mercato delle indulgenze"?
Siamo ancora fermi ad una religione--lavanderia delle coscienze che, attribuendo tutto alla volonta' di Dio, deresponsabilizza l'opera degli uomini e cerca di tenere legati a se' i fedeli promettendo Paradisi ultraterreni e la "remissione dei peccati" attraverso un rito e la ripetizione di preghiere (piu' o meno come i musulmani)?
Ma cosi' non si favoriscono i peccatori e si scoraggiano gli onesti e i giusti che si sono sempre sforzati di ben operare e hanno subito il danno di aggressioni, ingiustizie e corruzioni?
E non si corre il rischio che il perdono per i peccati si trasformi in pretesa del perdono o condono per i reati?
A quando la proclamazione di un "Giubileo della responsabilita' e della giustizia" che inviti gli uomini, credenti e non credenti, cristiani e musulmani, ad assumersi la responsabilita' personale e sociale delle proprie azioni e delle relative conseguenze nei confronti del prossimo e dell'umanita' intera, nel bene e nel male?
giovedì 12 novembre 2015
"Sottomissione" e Islam a Parigi: 2 campanelli d'allarme
Due cattive (per me) notizie da Parigi su "la Repubblica" di ieri 11 novembre 2015:
1) "Come nel libro di Houellebecq,una lista musulmana si presenta alle amministrative e sfida i valori laici della République"
1) "Come nel libro di Houellebecq,una lista musulmana si presenta alle amministrative e sfida i valori laici della République"
2) "Gaffe
diplomatica per il menù: Rohani non vuole vino a tavola, Hollande
annulla la cena all'Eliseo".
Quanto alla prima notizia, parte dunque da Parigi, in occasione delle prossime elezioni regionali del 6 - 13 dicembre, il primo passo per tentare di entrare nell'agone politico e dare la scalata agli organi di governo, sia pur solo amministrativi, per ora. Il nuovo partito si intitola "Union des Démocrates Musulmans de France" (Udmf) ed è stato fondato qualche anno fa da un franco-marocchino, ma finora non si era presentato ad elezioni per mancanza di candidati o perchè non si riteneva ancora il clima propizio.
Ora i candidati sono stati trovati e il programma formulato prevede, manco a dirlo, la diffusione del menù halal e dell'insegnamento dell'arabo nelle scuole francesi e l'uso del velo per le alunne musulmane, finora vietato per legge.
Che c'è di strano o pericoloso? tutto o niente in apparenza, o forse no. La Francia, antesignana e campione della laicità pubblica, per la prima volta ammette la partecipazione alle elezioni ad un partito che si ispira esplicitamente ad una religione ed ha un programma con richieste dettate da precetti religiosi.
Sintomo di liberalità e apertura e riconoscimento di un diritto non negabile in una democrazia?
In teoria, sì. Ma attenzione, che con i musulmani non si può scherzare, nè sottovalutare le implicazioni di queste aperture.
La questione di fondo resta sempre la stessa: può un partito musulmano essere compatibile con la democrazia? Se antepone il credo religioso e i dettami del Corano a principi e norme di una consolidata e legittima Costituzione laica e democratica, come può rappresentare i diritti di tutti i cittadini, musulmani e d'altre religioni o non credenti, nelle sedi di governo?
Sia che si trovi in minoranza che si trovi ad arrivare ad ottenere la maggioranza, sarà impossibile, poichè è un fatto che dovunque gli islamici hanno raggiunto il potere le Costituzioni vengono adattate ai dettami del Corano. E non vengono riconosciuti ad altri i diritti alla libertà di pensiero, stampa, religione, critica a chi detiene il potere.
E' dunque saggio e opportuno che in un paese democratico si dia la possibilità di raggiungere il potere a qualcuno che si sa già in partenza che , appena potrà, lo priverà di libertà e democrazia?
Qualcuno potrà obiettare che anche in Europa ci sono partiti che portano l'etichetta di "cristiani" e quindi per par condicio anche i musulmani hanno il diritto di farsi un partito a denominazione e programma a base religiosa.
Ma l'esperienza e la storia dimostrano che i partiti "cristiani" europei del '900 hanno comunque sempre agito nell'ambito di Costituzioni democratiche e hanno consentito (o accettato obtorto collo...) che si facessero leggi laiche anche contro i dettami delle gerarchie ecclesiastiche, nel rispetto di diritti ed esigenze di tutti senza discriminazioni.
Per quanto io resto sempre del parere che sarebbe molto meglio non vi fossero partiti basati sui dettami di una religione, di maggioranza o minoranza che sia, cristiano, musulmano o induista, perchè sono sempre, poco o molto, fonte di contrasti, problemi, tentativi di limitare le libertà altrui e di prevaricazioni, con pretese di imposizione di credenze fideistiche come fossero verità indiscutibili per tutti.
Un piccolo ma significativo segnale di come intendono i rapporti politici-religiosi i musulmani, Sunniti o Sciiti che siano, ce lo ha offerto proprio nei giorni scorsi Rohani, presidente della Repubblica islamica, sciita. dell'Iran, con la sua pretesa di togliere il vino dalla tavola del pranzo o cena che si doveva tenere all'Eliseo, a Parigi, in occasione di un incontro tra massime cariche di Francia e Iran.
Scrive "la Repubblica": Una spinosa questione di protocollo complica la prima visita in
Francia del presidente iraniano, Hassan Rohani, atteso a Parigi il 16
e 17 novembre. A raccontarla è la radio francese 'Rtl' che rivela i
dettagli dell'annullamento della cena ufficiale prevista all'Eliseo
tra Rohani, e il suo omologo francese, François Hollande. La
delegazione della Repubblica islamica avrebbe chiesto un menù halal
e, soprattutto, che non fosse presente vino in tavola durante il
pasto, come accade ogni volta che Rohani va all'estero. In Iran,
infatti, il consumo di alcolici è severamente vietato.
La
Francia avrebbe respinto la richiesta, per non rinunciare alle sue
tradizioni laiche. Per salvare quello che poteva trasformarsi in una
piccola visita (o gaffe) diplomatica, l'Eliseo ha proposto di annullare la cena
e di sostituirla con una colazione. Ma Teheran avrebbe rifiutato,
spiegando che si trattava di una soluzione troppo spartana. Alla fine
è stato trovato un accordo: Rohani e Hollande si incontreranno per
due ore a Parigi per discutere di Siria.
Alcuni
consiglieri dell'Eliseo non hanno nascosto la loro irritazione per
diffusione la notizia definendo la polemica "ridicola". La
polemica riporta alla memoria quanto successo anche in occasione
della visita a Parigi di un altro presidente iraniano, Mohammad
Khatami. Prevista nell'aprile 1999, venne rinviata perché l'Iran
aveva chiesto di togliere i liquori dai ricevimenti ufficiali. La
visita si tenne alla fine il 27 ottobre 1999: il presidente Chirac
ricevette il suo ospite all'Eliseo, ma non mangiarono insieme....
Conclusione mia: che un musulmano, qualunque o potente, non voglia personalmente mangiar carne di maiale e bere vino, padronissimo; e chi lo ospita fa bene a dargliene la possibilità e rispettare i suoi gusti. Ma che pretenda che nessuno beva vino o mangi carne in sua presenza, mi sembra decisamente troppo. Ed è qui che sta la differenza tra un musulmano integralista e un fedele di qualsiasi altra religione. E non è poco.
Se acconsentiamo oggi a queste pretese assurde anche in Occidente e in casa nostra, presto non si acconteranno di vedere le loro donne col velo, ma pretenderanno che anche le altre si coprano, per "rispetto" dei loro dettami religiosi, o dei loro turbamenti maschili...
* A conferma di quanto sopra ho appena visto l'intervista allo stesso Rohani (che verrà in Italia il 16) da parte di una giornalista italiana di RAI News24, molto rispettosamente coperta da mantello e cappuccio nero . Ma perchè il "rispetto " per la loro religione e "cultura" dobbiamo averlo solo noi e loro non ne hanno nessuno per la nostra?
Forse che nei pranzi ufficiali in Iran si servono agli ospiti occidentali tortellini e cotolette e le donne possono stare a capo scoperto "per rispetto" della loro religione e cultura religioso-gastronomica?
**E dobbiamo pure "rispettare" l'altra faccia, o frutto velenoso e sanguinario, della "cultura" islamica? Nella stessa giornata del 12 novembre leggiamo:
* A conferma di quanto sopra ho appena visto l'intervista allo stesso Rohani (che verrà in Italia il 16) da parte di una giornalista italiana di RAI News24, molto rispettosamente coperta da mantello e cappuccio nero . Ma perchè il "rispetto " per la loro religione e "cultura" dobbiamo averlo solo noi e loro non ne hanno nessuno per la nostra?
Forse che nei pranzi ufficiali in Iran si servono agli ospiti occidentali tortellini e cotolette e le donne possono stare a capo scoperto "per rispetto" della loro religione e cultura religioso-gastronomica?
**E dobbiamo pure "rispettare" l'altra faccia, o frutto velenoso e sanguinario, della "cultura" islamica? Nella stessa giornata del 12 novembre leggiamo:
- Libano, kamikaze
in azione nella Beirut di Hezbollah (partito di Dio). Almeno 37 morti
Gli
attentatori sarebbero due e si sono fatti esplodere in un centro
commerciale nella periferia sud della città, roccaforte del
movimento sciita. L'Isis rivendica. Croce Rossa: 181 i feriti.
- Terrorismo, 17
arresti: "Piani di attentati in Europa e in Medio Oriente". Pm: Merano
crocevia di aspiranti jihadisti. I verbali Il mullah curdo che sognava l'Is
Operazione Jweb,
conversazioni Skype dei terroristi: "E' buono morire per Allah".
****AGGIORNAMENTO DEL 14 NOVEMBRE
Ieri sera, proprio a Parigi, alcuni terroristi islamici hanno scatenato una vera e propria guerra con 7 attacchi armati in contemporanea in punti diversi della città, sparando a raffica contro cittadini inermi che stavano al ristorante, al bar o allo stadio, uccidendo almeno 130 persone e ferendone altrettante o forse più.
Altro che "campanelli d'allarme" come avevo scritto! Stanno suonando campane a morto per ognuno di noi in Occidente, se i nostri governanti non si svegliano e non trovano una strategia comune ed efficace per fronteggiare la situazione e difendere la nostra civiltà e la nostra gente da questi pazzi scatenati,e da chi li anima e arma, e dalla cultura di esaltazione della morte in nome di Allah che l'Islam sta diffondendo nel mondo.
****AGGIORNAMENTO DEL 14 NOVEMBRE
Ieri sera, proprio a Parigi, alcuni terroristi islamici hanno scatenato una vera e propria guerra con 7 attacchi armati in contemporanea in punti diversi della città, sparando a raffica contro cittadini inermi che stavano al ristorante, al bar o allo stadio, uccidendo almeno 130 persone e ferendone altrettante o forse più.
Altro che "campanelli d'allarme" come avevo scritto! Stanno suonando campane a morto per ognuno di noi in Occidente, se i nostri governanti non si svegliano e non trovano una strategia comune ed efficace per fronteggiare la situazione e difendere la nostra civiltà e la nostra gente da questi pazzi scatenati,e da chi li anima e arma, e dalla cultura di esaltazione della morte in nome di Allah che l'Islam sta diffondendo nel mondo.
mercoledì 30 settembre 2015
L'Islam è religione di pace? Dipende...
Sarò forse eccessivamente pessimista e troppo concentrata sui vari aspetti dell'Islam, ma non posso fare a meno di pensarci e scriverne ogni tanto perchè credo che sul rapporto dell'Occidente con il mondo islamico si stia giocando una partita difficilissima e decisiva da cui dipenderà il futuro dei nostri figli e nipoti.
Ho annotato e raccolto qui solo alcuni dei titoli e stralci di articoli di giornale e commenti miei o altrui sui fatti più recenti, partendo dalla disamina di alcuni luoghi comuni su cui gli islamici, più o meno moderati, si appoggiano e che cercano di diffondere e difendere.
L'ISLAM È' UNA RELIGIONE DI PACE. Sarà.... ma dipende da come si comportano i suoi fedeli, e da come e quali sure del Corano mettono in pratica, visto che il loro libro "sacro" contiene auspici di pace insieme a messaggi di guerra (come la Bibbia, del resto...). Pertanto al netto dei buoni propositi dichiarati e delle chiacchere, l'Islam può essere definita religione di pace solo se i suoi fedeli e i capi che la rappresentano vogliono la pace e agiscono di conseguenza per mantenerla.
Ma se gli islamici promuovono guerre, tra diverse fazioni della loro stessa fede (sunniti contro sciiti e altri...), o contro altri popoli definiti "infedeli", se provocano attentati terroristici nei nostri Paesi con stragi di innocenti al grido di "Allah akbar!", se anche nei loro paesi dove detengono il potere uccidono, torturano, imprigionano semplici dissidenti cui è proibita la libertà di parola, di pensiero e di religione, l'Islam non è religione di pace ma di guerra; religione che non merita il rispetto che pretende, ma la critica più severa da parte nostra e una legittima difesa dalle sue invadenze terroristiche e non solo.
Solo un riassuntino di alcuni fatti degli ultimi mesi:
Credo che basti per oggi come campionario degli orrori islamici.
Ma adesso qualcuno obbietterà:
PERÒ ANCHE I CRISTIANI HANNO FATTO COSE SIMILI
Sì, è vero, anche i cristiani hanno fatto guerre, stragi, torture e ogni genere di violenze e privazioni della libertà di pensiero, parola e religione. E' evidente che la crudeltà e la volontà di prevaricazione sugli altri non è prerogativa del musulmano o del mediorientale, ma è insita nella natura umana se e quando non è controllata dalla ragione, dalle regole o leggi, e da un contesto sociale evoluto in civiltà, che sia africano, asiatico, europeo o americano, cristiano o induista o d'altro credo.
Ma noi viviamo nel presente e, al presente il pericolo viene dal mondo degli islamici, perchè sono gli unici che continuano a basare le loro regole di vita e le loro leggi su un testo fideistico religioso scritto 1400 anni fa, che si pretende intoccabile e immutabile e imposto senza alcun diritto di diversa interpretazione e applicazione che non sia quella di imam, o califfi, o sceicchi o sultani che detengono il potere politico e religioso insieme nei vari stati da loro governati.
A titolo di pro-memoria, ricordiamo che i Crociati cristiani e i Templari, cavalieri che brandivano la spada e la croce, e ai quali sembra che i terroristi dello Stato Islamico vogliano ispirarsi, hanno imperversato circa un millennio fa, tra 1100 e 1300. L'Inquisizione dei tribunali ecclesiastici, che fosse quella spagnola, o portoghese o romana, vergogna imperitura della storia del Cristianesimo ( e ora dell'Islamismo), è stata abolita in tutti gli stati europei agli inizi del 1800. I Cardinali Mazzarino e Richelieu, potenti primi ministri al servizio di re di Francia assolutisti, sono vissuti, morti e sepolti nel secolo 1600. E la Rivoluzione del 1789 ha spazzato via l'idea che ci potessero essere altri governanti in tonaca e zuccotto e croce d'oro sul petto (anche se qualcuno ci spera e ci prova ancora...).
I bersaglieri di Porta Pia, Cavour, Mazzini e Garibaldi (con l'aiuto di truppe francesi) a metà 1800 hanno ridotto lo Stato Pontificio ad un isolotto chiuso nei suoi palazzi,e contrastato e vanificato il Sillabo di Pio IX che condannava tutta la modernità. Il Concilio Vaticano II, ha cambiato molte regole e molti dei rigidi anatemi e dettami dei Concili del Vaticano I (1863) e di Trento (1540-60).
Oggi, pur avendo la religione cattolica , e quella protestante, ancora tanto peso e influenza su fedeli e nelle scelte civili, a nessuno verrebbe in mente di imporre la Bibbia, o il Vangelo, o le lettere di S. Paolo come legge base dello Stato.
Pur tra mille difficoltà e ostilità e con dure lotte, i credenti cattolici e protestanti e i non credenti sono riusciti a liberarsi del giogo di una religione imposta per forza e obbligo, e hanno accettato il principio della laicità delle istituzioni e della libertà di pensiero, parola, stampa, religione.
Finchè gli islamici non vorranno e sapranno fare altrettanto a casa loro, e ci manderanno qui come immigrati milioni di fedeli catechizzati a modo loro, per cui l'essere "buon musulmano" sottomesso e obbediente alle loro leggi è più importante che accettare le nostre, non sarà possibile pace e integrazione.
Ho annotato e raccolto qui solo alcuni dei titoli e stralci di articoli di giornale e commenti miei o altrui sui fatti più recenti, partendo dalla disamina di alcuni luoghi comuni su cui gli islamici, più o meno moderati, si appoggiano e che cercano di diffondere e difendere.
L'ISLAM È' UNA RELIGIONE DI PACE. Sarà.... ma dipende da come si comportano i suoi fedeli, e da come e quali sure del Corano mettono in pratica, visto che il loro libro "sacro" contiene auspici di pace insieme a messaggi di guerra (come la Bibbia, del resto...). Pertanto al netto dei buoni propositi dichiarati e delle chiacchere, l'Islam può essere definita religione di pace solo se i suoi fedeli e i capi che la rappresentano vogliono la pace e agiscono di conseguenza per mantenerla.
Ma se gli islamici promuovono guerre, tra diverse fazioni della loro stessa fede (sunniti contro sciiti e altri...), o contro altri popoli definiti "infedeli", se provocano attentati terroristici nei nostri Paesi con stragi di innocenti al grido di "Allah akbar!", se anche nei loro paesi dove detengono il potere uccidono, torturano, imprigionano semplici dissidenti cui è proibita la libertà di parola, di pensiero e di religione, l'Islam non è religione di pace ma di guerra; religione che non merita il rispetto che pretende, ma la critica più severa da parte nostra e una legittima difesa dalle sue invadenze terroristiche e non solo.
Solo un riassuntino di alcuni fatti degli ultimi mesi:
In
Iran esecuzioni a ritmo record : L’allarme di Amnesty: già 700 nel
2015
- 3 luglio2015 |
di Monica Ricci Sargentini
Pena
di morte | Le esecuzioni avvengono a ritmo serrato nella repubblica
islamica dell’Iran: sono già 649 le persone uccise fino al 15
luglio del 2015, più o meno tre al giorno. La denuncia è di Amnesty
International che parla di “informazioni credibili” che
smentiscono i dati ufficiali forniti da Teheran di 246 persone salite
sul patibolo.....
- 14
agosto 2015
terrorismo
La
minaccia del figlio di Bin Laden: «Spostate la guerra in occidente»
Hamza, 24 anni, si appella ai
combattenti per colpire il cuore dell’America e dell’Europa
- 20
agosto 2015
Siria:
l’ex capo del sito archeologico di Palmira decapitato e appeso ad
una colonna dai militanti dell’Isis
Khaled Asaad aveva custodito per
oltre 50 anni le rovine e aveva nascosto centinaia di statue prima
dell’arrivo degli integralisti islamici. L’archeologo aveva 82 anni
- 30
agosto 2015
Isis
a Sirte, consegnateci le figlie.Al
Karami, andranno in spose a combattenti. Decapiteremo chi si ribella
"Decapiteremo
i ribelli dell'opposizione dopo la preghiera del venerdì, gli
abitanti di Sirte consegnino le loro figlie ai combattenti che le
sposeranno". E' il minaccioso proclama lanciato ieri dal leader
spirituale dell'Isis, Hassan al Karami, in un sermone nella moschea
al Rabat, dove ha proclamato l'emirato di Sirte.- 19 settembre 2015
Il blogger saudita: «Io, vivo dopo 50 frustate in nome di Allah»
Il blogger saudita: «Io, vivo dopo 50 frustate in nome di Allah»
Il racconto dell’uomo condannato a 10 anni per apostasia
dell’Islam: «Mi batto solo contro l’ignoranza» di
Raif Badawi -
- 26 settembre 2015. Arabia
Saudita, record di esecuzioni ma è a “capo” del Consiglio
diritti umani Onu. Ecco perché
A Riyad sono state 114 le pene capitali eseguite nei primi otto mesi
dell’anno, ma nonostante questo l'ambasciatore saudita, Faisal bin
Hassan Trad, sarà al vertice dell'organismo nel 2016. Al centro la
partita dei conflitti in Medio Oriente, tra Siria, Yemen e Iran
- 27 sett. 2015 L ’Arabia Saudita sta per decapitare un ragazzo di 21 anni, per poi crocifiggerlo e esporre il suo corpo in piazza. La stessa Arabia Saudita a cui hanno appena affidato il coordinamento della commissione ONU sui diritti umani! Una follia!
Ali Mohammed al-Nimr è stato arrestato a 17 anni per aver preso parte a
una manifestazione contro il governo. La reazione è stata durissima,
l’hanno torturato e condannato a morte. Ma è un trattamento del tutto
normale in Arabia Saudita...Credo che basti per oggi come campionario degli orrori islamici.
Ma adesso qualcuno obbietterà:
PERÒ ANCHE I CRISTIANI HANNO FATTO COSE SIMILI
Sì, è vero, anche i cristiani hanno fatto guerre, stragi, torture e ogni genere di violenze e privazioni della libertà di pensiero, parola e religione. E' evidente che la crudeltà e la volontà di prevaricazione sugli altri non è prerogativa del musulmano o del mediorientale, ma è insita nella natura umana se e quando non è controllata dalla ragione, dalle regole o leggi, e da un contesto sociale evoluto in civiltà, che sia africano, asiatico, europeo o americano, cristiano o induista o d'altro credo.
Ma noi viviamo nel presente e, al presente il pericolo viene dal mondo degli islamici, perchè sono gli unici che continuano a basare le loro regole di vita e le loro leggi su un testo fideistico religioso scritto 1400 anni fa, che si pretende intoccabile e immutabile e imposto senza alcun diritto di diversa interpretazione e applicazione che non sia quella di imam, o califfi, o sceicchi o sultani che detengono il potere politico e religioso insieme nei vari stati da loro governati.
A titolo di pro-memoria, ricordiamo che i Crociati cristiani e i Templari, cavalieri che brandivano la spada e la croce, e ai quali sembra che i terroristi dello Stato Islamico vogliano ispirarsi, hanno imperversato circa un millennio fa, tra 1100 e 1300. L'Inquisizione dei tribunali ecclesiastici, che fosse quella spagnola, o portoghese o romana, vergogna imperitura della storia del Cristianesimo ( e ora dell'Islamismo), è stata abolita in tutti gli stati europei agli inizi del 1800. I Cardinali Mazzarino e Richelieu, potenti primi ministri al servizio di re di Francia assolutisti, sono vissuti, morti e sepolti nel secolo 1600. E la Rivoluzione del 1789 ha spazzato via l'idea che ci potessero essere altri governanti in tonaca e zuccotto e croce d'oro sul petto (anche se qualcuno ci spera e ci prova ancora...).
I bersaglieri di Porta Pia, Cavour, Mazzini e Garibaldi (con l'aiuto di truppe francesi) a metà 1800 hanno ridotto lo Stato Pontificio ad un isolotto chiuso nei suoi palazzi,e contrastato e vanificato il Sillabo di Pio IX che condannava tutta la modernità. Il Concilio Vaticano II, ha cambiato molte regole e molti dei rigidi anatemi e dettami dei Concili del Vaticano I (1863) e di Trento (1540-60).
Oggi, pur avendo la religione cattolica , e quella protestante, ancora tanto peso e influenza su fedeli e nelle scelte civili, a nessuno verrebbe in mente di imporre la Bibbia, o il Vangelo, o le lettere di S. Paolo come legge base dello Stato.
Pur tra mille difficoltà e ostilità e con dure lotte, i credenti cattolici e protestanti e i non credenti sono riusciti a liberarsi del giogo di una religione imposta per forza e obbligo, e hanno accettato il principio della laicità delle istituzioni e della libertà di pensiero, parola, stampa, religione.
Finchè gli islamici non vorranno e sapranno fare altrettanto a casa loro, e ci manderanno qui come immigrati milioni di fedeli catechizzati a modo loro, per cui l'essere "buon musulmano" sottomesso e obbediente alle loro leggi è più importante che accettare le nostre, non sarà possibile pace e integrazione.
mercoledì 5 agosto 2015
Paure e censure
Non è la prima volta che succede e non sarà l'ultima (e con vari giornali) perchè sono spesso piuttosto drastica e severa nell'esprimere certe mie convinzioni e valutazioni su politica, politici e religione, e questo evidentemente non piace ai moderatori dei forum dei giornali, che spesso censurano i commenti che saltuariamente e incautamente invio.
Eppure mi pare di non essere offensiva o usare il turpiloquio come tanti altri i cui commenti vengono pur pubblicati; anzi pare che questi ultimi vengano prediletti, forse perchè innescano repliche a catena dello stesso "stile" che fanno aumentare i clic sul sito, pittosto che favorire una sana discussione...
Ultimo esempio di censura da me subita è questo commento che ho inviato l'altro ieri al FQ a margine di un articolo dedicato all'approvazione di un bando per la futura costruzione di 2 moschee a Milano.
Avevo scritto:
Eppure mi pare di non essere offensiva o usare il turpiloquio come tanti altri i cui commenti vengono pur pubblicati; anzi pare che questi ultimi vengano prediletti, forse perchè innescano repliche a catena dello stesso "stile" che fanno aumentare i clic sul sito, pittosto che favorire una sana discussione...
Ultimo esempio di censura da me subita è questo commento che ho inviato l'altro ieri al FQ a margine di un articolo dedicato all'approvazione di un bando per la futura costruzione di 2 moschee a Milano.
Avevo scritto:
In teoria la
scelta di Milano di aprire due moschee appare giusta e in linea con
il principio della libertà di religione, che deve essere garantita
in uno Stato democratico. Ma in pratica si traduce in una porta
aperta e un regalo a chi viene qui non per integrarsi e convivere
pacificamente con la nostra cultura, principi e leggi, ma per
conservare e diffondere i suoi, che mettono in primo luogo la
"sottomissione" al Corano e ad una religione che non è
come le altre, perchè non si concilia con la democrazia e dovunque
regna vieta la libertà di pensiero e religione e calpesta i diritti
civili, in primo luogo quelli delle donne. Non so come, ma credo che
i paesi democratici debbano trovare il modo di mettere dei paletti
difensivi che impediscano l'uso politico della religione musulmana
(non solo a fini terroristici) a chi chiede e ottiene la
cittadinanza: in primo luogo il rispetto e la "sottomissione"
alle nostre leggi democratiche, prima che a quelle dettate dalla loro
religione che, se applicata alla lettera delle sue "sure" è
totalizzante e totalitaria, e divide gli uomini in "fedeli"
e "infedeli" da combattere con tutti i mezzi, leciti e
illeciti. Cito a mo' di esempio il fatto che la nostra Costituzione,
pur garantendo la libertà di pensiero e associazione, vieta la
ricostituzione del partito fascista, perchè antidemocratico e
responsabile di efferatezze passate. Sono in grado, e vogliono, i
musulmani cosiddetti "moderati" e pacifici, garantirci che
accetteranno di non fare della loro religione un'arma politica per la
conquista di un potere con regole che ci riporterebbero al Medioevo?
Valutazioni, le mie, opinabili, come tutte, ma non -mi pare- scandalose o basate su falsità, che volevano semplicemente evidenziare un problema, e ponevano degli interrogativi su cui riflettere; valutazioni che un giornale, che aveva fatto della difesa della libertà di pensiero e di stampa a fianco di Charlie Hebdo una bandiera distintiva, avrebbe dovuto o potuto pubblicare, per semplice riconoscimento del diritto di un lettore di esprimere un suo parere, giusto o sbagliato che fosse, senza che questo comportasse una condivisione o la linea del giornale sull'argomento.
Ma non è stato pubblicato, nonostante abbia ritentato più volte e con una formulazione diversa. D'accordo che ognuno in casa sua può far entrare, o non entrare, chi gli pare; ma stupisce questa discrezionalità e contradditorietà, a mio parere non giustificata dall'applicazione esatta dei criteri di moderazione. Evidentemente sto antipatica ai moderatori, forse perchè mi firmo Cassandra, e le Cassandre, per millenaria e mitologica tradizione, nessuno le vuole ascoltare, nè chi sta al governo nè chi sta all'opposizione, anche se le loro funeste previsioni sui "cavalli di Troia" di ogni tempo spesso si avverano.
O forse mi hanno censurata perchè anche il Fatto Quotidiano, come tanti altri giornali ed esponenti politici in fondo hanno paura delle reazioni che possono venire dal mondo musulmano, che non accetta critiche e al minimo appiglio grida all'offesa per il Profeta e si atteggia a vittima dell'antislamismo (come ad ogni minima critica per il governo di Israele gli ebrei si atteggiano a vittime dell'antisemitismo....e questo succede sempre quando una religione si identifica col potere temporale, e viceversa).
Quando non si arriva a sparare o a sgozzare "l'infedele"o "l'eretico"....
Ebbene, mi censurino pure, e chi legge mi giudichi pure "politicamente scorretta", o non in linea con le opinioni correnti a sinistra, ma quasi coincidenti con quelle di certa destra, dalla Santanchè a Salvini; ma io lo dico e lo ripeto, senza essere leghista o di destra: molti aspetti dell'islamismo non li condivido e mi fanno paura, per me e per il futuro del mio paese e pure per il resto del mondo, in Occidente dove si sta espandendo, e in Oriente dove governa molti Stati;per non parlare del caos e delle tragedie e stragi provocate da gruppi di fanatici islamici in Africa.
E voglio poterlo dire e scrivere; come critico, in altre circostanze, i comportamenti e le ideee di politici italiani o esteri non musulmani e i ministri, vescovi e papi, e i seguaci del cristianesimo o di altre religioni.
Si può, e si deve, discutere di tutto in un paese democratico; e si possono criticare politici, filosofi, scienziati e confutare qualsiasi teoria, senza temere ritorsioni o condanne, se non legittime repliche e controdeduzioni.
Perchè non si deve poter criticare e confutare i contenuti di una religione, e in particolare l'Islam, che non è solo una religione, ma un sistema di potere che, dove regna, è incompatibile con la democrazia e non lascia spazio alla libertà di pensiero e di religioni o credenze diverse, e calpesta a tuttoggi i diritti civili di uomini e donne (soprattutto), imponendo regole che risalgono a 1.400 anni fa??
Perchè ci dobbiamo autocensurare e tacere sui pericoli che la crescente diffusione dell'islamismo, compresa la sua eversiva componente fondamentalista e terroristica, comporta per la nostra civiltà?
Perchè bisogna rispettare tutte le religioni - dicono certi benpensanti poco accorti. Ma la critica e la corretta segnalazione di comportamenti e situazioni reali non è mancanza di rispetto; inoltre è legittima difesa nei confronti di chi può rappresentare una minaccia o un pericolo; e l'Islam, dove ne ha il potere, non rispetta nessuno se non si sottomette integralmente alle "sure" che l'arcangelo Gabriele, fattosi messaggero di Allah, avrebbe "rivelato" in sogno al Profeta Maometto 14 secoli fa, con la pretesa che gli si creda e lo si ritenga infallibile e indiscutibile in eterno.
Perchè dobbiamo lasciare a Salvini e alla Santanchè e alle loro discutibili, strumentali e controproducenti estremistiche espressioni e manifestazioni di piazza a soli fini elettoralistici, la difesa di valori di libertà e democrazia che invece sono patrimonio di tutti?
Sarebbe più utile rileggersi e riflettere su quanto ha scritto in proposito dell'Islam, Oriana Fallaci nel libro "La rabbia e l'orgoglio", a suo tempo incompresa da sinistra e strumentalizzata da destra.
Certo bisogna fare i conti col fatto che una bella fetta di mondo è in mano a sovrani teocratici islamici, e in Paesi con i quali coltiviamo una serie di affari di natura economica; ed è probabilmente anche per questo che i nostri politici sono così timidi, ossequienti, confusionari e pasticcioni nei loro confronti, per paura di perdere commesse per le nostre aziende.
Si deve dunque chiudere gli occhi davanti a violazioni di diritti civili per mero interesse? Si deve accettare e accogliere senza alcun filtro la sempre crescente e sospetta invasione di immigrati, clandestini e richiedenti asilo, provenienti non solo da paesi in guerra, ma da paesi islamici o comunque oppressivi in cui la povertà è diffusa, e cercano - guarda caso- qui da noi cattivi infedeli occidentali condizioni di vita migliori? Paesi che scaricano su di noi l'onere del loro mantenimento e della difesa dei loro diritti, mentre nelle patrie d'origine non si fa nulla per trattenerli migliorando le loro regole e condizioni di vita sul piano economico e dei diritti, ma perpetuando ingiustizie e oppressioni in Oriente, Asia e Africa, e indebolendo e mettendo in difficoltà Italia, Europa e l'Occidente tutto, confuso e incerto tra respingimenti indiscriminati e disumani e accoglienze indiscriminate, improvvide e prive dei necessari mezzi di supporto e mantenimento.
Molti tra noi, forse un po' ingenuamente, sembrano oggi pronti ad arrendersi e autoflaggellarsi facendo mea culpa per gli errori compiuti dalle potenze occidentali nei decenni scorsi con le loro politiche di "esportazione della democrazia" a suon di bombe. Ma si dimentica che comunque, anche prima degli errori di Bush e altri, quei paesi d'Oriente e d'Africa non erano certo pacifici, giusti e floridi e i loro popoli non stavano, e non stanno, certo bene; e non per colpa nostra.
Se quella è stata una strategia di intervento sbagliata, se ne trovi un'altra, con interventi di natura diplomatica, economica e di intelligence attenta, con accordi e anche forme di do ut des fissate da organismi internazionali autorevoli, decisi ed efficaci, in grado di proporre e imporre soluzioni condivise ai problemi, nell'interesse di tutti e di una pacifica convivenza.
Purtroppo finora questi organismi internazionali hanno fallito e non abbiamo leader politici di alta statura, saggezza e lungimiranza.
E' dunque più che giustificata la mia paura.
L'ho già scritto e lo ripeto: se gli immigrati islamici di prima o ultima generazione avessero veramente e sinceramente solo l'intenzione di inserirsi pacificamente e integrarsi con la nostra comunità per migliorare le loro condizioni di vita, e non per trasferire qui e portarsi dietro tutti gli usi e i costumi , e gli influenti imam, che hanno reso la vita difficile nei paesi d'origine, potrebbero fare autonomamente un bel gesto che non costa nulla, consentendo alle loro donne di togliersi quel goffo fazzolettone in testa che le mortifica e le distingue per appartenza religiosa ostentata; tantopiù che non è nemmeno letteralmente voluta dal Corano, ma è una arcaica tradizione imposta nei secoli da società maschiliste che consideravano la donna proprietà del maschio.
Invece i fazzolettoni si stanno moltiplicando dovunque e ogni piccolo mercato di paese italiano sta somigliando sempre più a un suk mediorientale (con conseguenti reazioni di diffidenza e manifestazioni ostili o di intolleranza di stampo razzista da parte dei "nostri" concittadini...). Le donne islamiche evidentemente non hanno la forza e la volontà per fare autonomamente questo passo, che significherebbe tanto per cominciare a far valere i propri diritti di uguaglianza e libertà, liberandosi di quegli aspetti della loro "cultura" d'origine che sono ingiustificati e superati in un mondo moderno ed evoluto. E gli uomini non vi vogliono rinunciare perchè evidentemente vogliono ricreare qui gli stessi condizionamenti famigliari e sociali che hanno mortificato e impedito il progresso e l'emancipazione delle donne (ma anche quello degli uomini...) nei loro paesi d'origine.
Eppure sono tanto pronti nell'accettare o pretendere l'uso di telefonini, antenne satellitari, aerei, auto, armi modernissime e perfino centrali atomiche, non certo previsti dal Corano.
Quando non si arriva a sparare o a sgozzare "l'infedele"o "l'eretico"....
Ebbene, mi censurino pure, e chi legge mi giudichi pure "politicamente scorretta", o non in linea con le opinioni correnti a sinistra, ma quasi coincidenti con quelle di certa destra, dalla Santanchè a Salvini; ma io lo dico e lo ripeto, senza essere leghista o di destra: molti aspetti dell'islamismo non li condivido e mi fanno paura, per me e per il futuro del mio paese e pure per il resto del mondo, in Occidente dove si sta espandendo, e in Oriente dove governa molti Stati;per non parlare del caos e delle tragedie e stragi provocate da gruppi di fanatici islamici in Africa.
E voglio poterlo dire e scrivere; come critico, in altre circostanze, i comportamenti e le ideee di politici italiani o esteri non musulmani e i ministri, vescovi e papi, e i seguaci del cristianesimo o di altre religioni.
Si può, e si deve, discutere di tutto in un paese democratico; e si possono criticare politici, filosofi, scienziati e confutare qualsiasi teoria, senza temere ritorsioni o condanne, se non legittime repliche e controdeduzioni.
Perchè non si deve poter criticare e confutare i contenuti di una religione, e in particolare l'Islam, che non è solo una religione, ma un sistema di potere che, dove regna, è incompatibile con la democrazia e non lascia spazio alla libertà di pensiero e di religioni o credenze diverse, e calpesta a tuttoggi i diritti civili di uomini e donne (soprattutto), imponendo regole che risalgono a 1.400 anni fa??
Perchè ci dobbiamo autocensurare e tacere sui pericoli che la crescente diffusione dell'islamismo, compresa la sua eversiva componente fondamentalista e terroristica, comporta per la nostra civiltà?
Perchè bisogna rispettare tutte le religioni - dicono certi benpensanti poco accorti. Ma la critica e la corretta segnalazione di comportamenti e situazioni reali non è mancanza di rispetto; inoltre è legittima difesa nei confronti di chi può rappresentare una minaccia o un pericolo; e l'Islam, dove ne ha il potere, non rispetta nessuno se non si sottomette integralmente alle "sure" che l'arcangelo Gabriele, fattosi messaggero di Allah, avrebbe "rivelato" in sogno al Profeta Maometto 14 secoli fa, con la pretesa che gli si creda e lo si ritenga infallibile e indiscutibile in eterno.
Perchè dobbiamo lasciare a Salvini e alla Santanchè e alle loro discutibili, strumentali e controproducenti estremistiche espressioni e manifestazioni di piazza a soli fini elettoralistici, la difesa di valori di libertà e democrazia che invece sono patrimonio di tutti?
Sarebbe più utile rileggersi e riflettere su quanto ha scritto in proposito dell'Islam, Oriana Fallaci nel libro "La rabbia e l'orgoglio", a suo tempo incompresa da sinistra e strumentalizzata da destra.
Certo bisogna fare i conti col fatto che una bella fetta di mondo è in mano a sovrani teocratici islamici, e in Paesi con i quali coltiviamo una serie di affari di natura economica; ed è probabilmente anche per questo che i nostri politici sono così timidi, ossequienti, confusionari e pasticcioni nei loro confronti, per paura di perdere commesse per le nostre aziende.
Si deve dunque chiudere gli occhi davanti a violazioni di diritti civili per mero interesse? Si deve accettare e accogliere senza alcun filtro la sempre crescente e sospetta invasione di immigrati, clandestini e richiedenti asilo, provenienti non solo da paesi in guerra, ma da paesi islamici o comunque oppressivi in cui la povertà è diffusa, e cercano - guarda caso- qui da noi cattivi infedeli occidentali condizioni di vita migliori? Paesi che scaricano su di noi l'onere del loro mantenimento e della difesa dei loro diritti, mentre nelle patrie d'origine non si fa nulla per trattenerli migliorando le loro regole e condizioni di vita sul piano economico e dei diritti, ma perpetuando ingiustizie e oppressioni in Oriente, Asia e Africa, e indebolendo e mettendo in difficoltà Italia, Europa e l'Occidente tutto, confuso e incerto tra respingimenti indiscriminati e disumani e accoglienze indiscriminate, improvvide e prive dei necessari mezzi di supporto e mantenimento.
Molti tra noi, forse un po' ingenuamente, sembrano oggi pronti ad arrendersi e autoflaggellarsi facendo mea culpa per gli errori compiuti dalle potenze occidentali nei decenni scorsi con le loro politiche di "esportazione della democrazia" a suon di bombe. Ma si dimentica che comunque, anche prima degli errori di Bush e altri, quei paesi d'Oriente e d'Africa non erano certo pacifici, giusti e floridi e i loro popoli non stavano, e non stanno, certo bene; e non per colpa nostra.
Se quella è stata una strategia di intervento sbagliata, se ne trovi un'altra, con interventi di natura diplomatica, economica e di intelligence attenta, con accordi e anche forme di do ut des fissate da organismi internazionali autorevoli, decisi ed efficaci, in grado di proporre e imporre soluzioni condivise ai problemi, nell'interesse di tutti e di una pacifica convivenza.
Purtroppo finora questi organismi internazionali hanno fallito e non abbiamo leader politici di alta statura, saggezza e lungimiranza.
E' dunque più che giustificata la mia paura.
Invece i fazzolettoni si stanno moltiplicando dovunque e ogni piccolo mercato di paese italiano sta somigliando sempre più a un suk mediorientale (con conseguenti reazioni di diffidenza e manifestazioni ostili o di intolleranza di stampo razzista da parte dei "nostri" concittadini...). Le donne islamiche evidentemente non hanno la forza e la volontà per fare autonomamente questo passo, che significherebbe tanto per cominciare a far valere i propri diritti di uguaglianza e libertà, liberandosi di quegli aspetti della loro "cultura" d'origine che sono ingiustificati e superati in un mondo moderno ed evoluto. E gli uomini non vi vogliono rinunciare perchè evidentemente vogliono ricreare qui gli stessi condizionamenti famigliari e sociali che hanno mortificato e impedito il progresso e l'emancipazione delle donne (ma anche quello degli uomini...) nei loro paesi d'origine.
Eppure sono tanto pronti nell'accettare o pretendere l'uso di telefonini, antenne satellitari, aerei, auto, armi modernissime e perfino centrali atomiche, non certo previsti dal Corano.
mercoledì 10 giugno 2015
Povero papa Francesco, tra Medjugorje e Vito Mancuso
Mentre imperversano le polemiche tra politici e amministratori
nazionali e locali sul che fare per affrontare una immigrazione
quotidiana che ha assunto ormai le dimensioni di una invasione
organizzata, da tempo premeditata e tutt’altro che disinteressata, sia
“a monte” che “a valle”, dall’Africa e dai paesi islamici all’Italia,
non sapendo sinceramente a chi dare ragione o torto, tra facili
strumentalizzazioni di parte, parole e solidarismi a vuoto, e problemi
reali che nessuno sa bene come risolvere in modo equo e saggio, sia a livello nazionale che internazionale, io oggi
preferisco soffermarmi a commentare l’ultimo discorso di papa Francesco, pronunciato ieri nel corso di una messa e ripreso dai giornali.
Discorso un po’ sibillino secondo il mio punto di vista, nel quale ha assemblato tante affermazioni di carattere generale, di significato diverso, con destinatari specifici sottintesi, accostate con un equilibrismo che non so se definire di stile gesuitico, o, detto in parole povere, in politichese, o, meglio, secondo il detto “parlo a nuora perchè suocera intenda “.
E le “suocere” da ammonire, anche se non nominate espressamente dal papa, secondo me, erano due: da una parte i fedeli e i prelati che prosperano da decenni intorno ai presunti “veggenti” di Medjugorje che da 34 anni fanno i portavoce della Madonna a ore fisse attirando milioni di fedeli (e offerte), e, dall’altra, il teologo Vito Mancuso che era intervenuto qualche giorno prima a Genova ad un convegno – dibattito filosofico promosso dal quotidiano La Repubblica, ed aveva fatto un interessante discorso nel quale il punto centrale era l’invito a riformulare la prima preghiera cristiana con questo incipit: “Padre nostro che sei in terra” (invece di Padre nostro che sei nei cieli), suggerendo quindi un modo nuovo di intendere Dio.
Dal passato remoto (tuttora presente) della fede intesa così come la intendono e vivono quelli che credono alle “apparizioni” della Madonna, qua e là e a “veggenti” di vocazione o di mestiere, al salto nel possibile futuro di una nuova fede religiosa che travalichi le indicazioni e le formulazioni dogmatiche tramandate dalla Chiesa, e dalla Bibbia, per secoli e millenni, se non rispondono più al sentimento, alla ragione, alle esigenze e ai bisogni degli uomini.
Mi pare che il pontefice stia tra due fuochi che, qualunque posizione prenda, possono bruciarlo (come ci si è bruciato, fino alle rivoluzionarie dimissioni, papa Ratzinger). Forse è per questo che è stato così “soft”, nonostante non gli piaccia questo termine.I
giornali hanno riportato e interpretato il suo discorso solo come una
anticipazione di un possibile pronunciamento critico nei confronti del
fenomeno fideistico che si è così fortemente radicato nel popolo dei
fedeli più credenti ( o creduloni….) mentre tutti aspettano una presa
di posizione chiara e autorevole da parte della massima autorità della
Chiesa, promessa dal papa dopo anni di incertezza e pareri contrastanti
di prelati di vario livello e la crescita abnorme di un contorno
mercenario-turistico fiorito intorno alla cittadina bosniaca. Il fatto
che papa Francesco abbia comunque già affermato che “la Madonna non manda emissari” e ironizzato sui “veggenti delle 4 del pomeriggio“,
fa presumere quale sia il suo pensiero a proposito di Medjugorje. Ma
se la sentenza ufficiale finale della apposita commissione sarà di
sconfessione delle “apparizioni“, scoppierà il finimondo,
perchè c’è ancora tanta parte di fedeli che di queste forme di
devozione, più superstiziose, idolatriche e pagane che cristiane, ha
bisogno; o così crede, perchè ne è stata educata fin dall’infanzia da un
catechismo e da una consuetudine clericale che di questi aspetti ha
fatto un punto di forza e ne è stata fortemente nutrita e influenzata.
Quel bell’esemplare di superzelante convertito che è diventato Paolo
Brosio ha già scritto al papa per testimoniargli tutti i benefici
spirituali e i miracoli e le guarigioni di tumori e Sla che -secondo lui - i
pellegrinaggi a Medjugorie avrebbero regalato all’umanità. E lo implora di
darne riconoscimento ufficiale.
E poi, se si mette in discussione Medjugorje, prima o poi per coerenza bisognerà ripensare alla veridicità di apparizioni e miracoli di Fatima e Lourdes, e alla “sacra sindone” e a tutto l’armamentario e reliquario miracolistico che sta intorno a mille Santuari e ha fatto peregrinare milioni di fedeli per l’Italia e per il mondo; per non parlare del senso (spirituale o turistico-commerciale??!!) che si dovrebbe dare al prossimo Giubileo…
Va be’ , problemi loro - posso dirlo - perchè io a miracoli, apparizioni e reliquie non ci ho mai creduto, anzi mi hanno allontanato dalla religione. Ma mi piacerebbe vedere più gente (prelati e fedeli) che si affida alla ragione e alla pratica di opere buone, oneste e giuste piuttosto che a questo tipo di fede e devozione, basata su culti esteriori, riti, processioni, pellegrinaggi e genuflessioni davanti a statue e pose ieratiche a mani giunte e con gli occhi rivolti al cielo, come se fosse questa l’essenza e il valore del cristianesimo.
Per questo ho letto con interesse l’intervento del teologo Vito Mancuso che finalmente ha avuto il coraggio di mettere in discussione anche l’idea di un Dio che “sta nell’alto dei cieli”, con un “Gesù seduto alla destra del Padre“; idea , anche a mio parere, arcaica, che ci è stata inculcata dalla Chiesa e dalla Bibbia, con i suoi racconti che presentano un Dio a immagine e somiglianza di uomo (come il Giove pagano stava sul monte Olimpo) e che era ora di mettere in discussione. Del resto Mancuso non è nuovo a prese di posizione che la Chiesa non ha ancora ufficialmente definito “eretiche” (oggi non sarebbe molto popolare riesumare medioevali espressioni e scomuniche), ma che in molti nel mondo cattolico hanno criticato.
Cito solo qualche cenno da http://it.wikipedia.org/wiki/Vito_Mancuso
………
“Il pensiero di Vito Mancuso si può connotare come evoluzionismo teologico…...segue la corrente dell’emergentismo che ha una visione evoluzionista dell’essere…
…Per la rivista dei gesuiti La Civiltà Cattolica Vito Mancuso arriva “a negare o perlomeno svuotare di significato circa una dozzina di dogmi della Chiesa cattolica”, finendo così per alimentare la confusione. …..
Don Gianni Baget Bozzo ha parlato della teologia mancusiana in termini di “destino gnostico”. A tale proposito occorre segnalare anche un intervento su Famiglia Cristiana da parte di Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose, che pure ha attribuito al pensiero di Mancuso la qualifica di gnosticismo…."
Dunque, anche se nessuno dei commentatori finora lo ha notato, la seconda parte del monito di papa Francesco era proprio diretto a Mancuso quando ha detto, tra l’altro…. “l’identità «può indebolirsi e può perdersi». «La croce – ha continuato – è uno scandalo» e quindi c’è chi cerca Dio «con queste spiritualità cristiane un po’ eteree», gli «gnostici moderni» (e gnostici moderni non possono certo essere definiti i fan delle apparizioni...).
E’ evidente che il buon Francesco non condivide affatto il balzo in avanti di Vito Mancuso, ed è ancorato ad una religiosità che non può permettersi di mettere in discussione dogmi e rituali consolidati, nel timore che crolli tutto l’impianto teologico.
Anche a costo di perdere comunque un’altra parte di fedeli o ex fedeli a cui di questi dogmi non importa più nulla.
** Intanto la cronaca di oggi 10 giugno 2015 ci segnala questi fatti poco edificanti per la sua Chiesa che il papa deve affrontare:
– Affidati alla Congregazione della dottrina della Fede i giudizi sui prelati che non hanno dato seguito adeguato alle denunce di abusi compiuti su minori….
– Cliniche del Vaticano – Dieci arresti (tre in carcere e sette ai domiciliari, tra cui 2 suore ) per il crac della Casa Divina Provvidenza di Bisceglie,…“Siamo grati al Vaticano – ha detto il pubblico ministero – perché siamo stati tra le prime autorità giudiziarie a beneficiare del nuovo corso di trasparenza e collaborazione della banca vaticana voluto dal santo padre”.
Collaborazione e trasparenza – è sottinteso ma chiaro- che finora sono sempre mancate, su gravi fatti reiterati nel tempo e che, questi sì, hanno generato tanta "confusione" nei fedeli….
Discorso un po’ sibillino secondo il mio punto di vista, nel quale ha assemblato tante affermazioni di carattere generale, di significato diverso, con destinatari specifici sottintesi, accostate con un equilibrismo che non so se definire di stile gesuitico, o, detto in parole povere, in politichese, o, meglio, secondo il detto “parlo a nuora perchè suocera intenda “.
E le “suocere” da ammonire, anche se non nominate espressamente dal papa, secondo me, erano due: da una parte i fedeli e i prelati che prosperano da decenni intorno ai presunti “veggenti” di Medjugorje che da 34 anni fanno i portavoce della Madonna a ore fisse attirando milioni di fedeli (e offerte), e, dall’altra, il teologo Vito Mancuso che era intervenuto qualche giorno prima a Genova ad un convegno – dibattito filosofico promosso dal quotidiano La Repubblica, ed aveva fatto un interessante discorso nel quale il punto centrale era l’invito a riformulare la prima preghiera cristiana con questo incipit: “Padre nostro che sei in terra” (invece di Padre nostro che sei nei cieli), suggerendo quindi un modo nuovo di intendere Dio.
Dal passato remoto (tuttora presente) della fede intesa così come la intendono e vivono quelli che credono alle “apparizioni” della Madonna, qua e là e a “veggenti” di vocazione o di mestiere, al salto nel possibile futuro di una nuova fede religiosa che travalichi le indicazioni e le formulazioni dogmatiche tramandate dalla Chiesa, e dalla Bibbia, per secoli e millenni, se non rispondono più al sentimento, alla ragione, alle esigenze e ai bisogni degli uomini.

E poi, se si mette in discussione Medjugorje, prima o poi per coerenza bisognerà ripensare alla veridicità di apparizioni e miracoli di Fatima e Lourdes, e alla “sacra sindone” e a tutto l’armamentario e reliquario miracolistico che sta intorno a mille Santuari e ha fatto peregrinare milioni di fedeli per l’Italia e per il mondo; per non parlare del senso (spirituale o turistico-commerciale??!!) che si dovrebbe dare al prossimo Giubileo…
Va be’ , problemi loro - posso dirlo - perchè io a miracoli, apparizioni e reliquie non ci ho mai creduto, anzi mi hanno allontanato dalla religione. Ma mi piacerebbe vedere più gente (prelati e fedeli) che si affida alla ragione e alla pratica di opere buone, oneste e giuste piuttosto che a questo tipo di fede e devozione, basata su culti esteriori, riti, processioni, pellegrinaggi e genuflessioni davanti a statue e pose ieratiche a mani giunte e con gli occhi rivolti al cielo, come se fosse questa l’essenza e il valore del cristianesimo.
Per questo ho letto con interesse l’intervento del teologo Vito Mancuso che finalmente ha avuto il coraggio di mettere in discussione anche l’idea di un Dio che “sta nell’alto dei cieli”, con un “Gesù seduto alla destra del Padre“; idea , anche a mio parere, arcaica, che ci è stata inculcata dalla Chiesa e dalla Bibbia, con i suoi racconti che presentano un Dio a immagine e somiglianza di uomo (come il Giove pagano stava sul monte Olimpo) e che era ora di mettere in discussione. Del resto Mancuso non è nuovo a prese di posizione che la Chiesa non ha ancora ufficialmente definito “eretiche” (oggi non sarebbe molto popolare riesumare medioevali espressioni e scomuniche), ma che in molti nel mondo cattolico hanno criticato.
Cito solo qualche cenno da http://it.wikipedia.org/wiki/Vito_Mancuso
………
“Il pensiero di Vito Mancuso si può connotare come evoluzionismo teologico…...segue la corrente dell’emergentismo che ha una visione evoluzionista dell’essere…
…Per la rivista dei gesuiti La Civiltà Cattolica Vito Mancuso arriva “a negare o perlomeno svuotare di significato circa una dozzina di dogmi della Chiesa cattolica”, finendo così per alimentare la confusione. …..
Don Gianni Baget Bozzo ha parlato della teologia mancusiana in termini di “destino gnostico”. A tale proposito occorre segnalare anche un intervento su Famiglia Cristiana da parte di Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose, che pure ha attribuito al pensiero di Mancuso la qualifica di gnosticismo…."
Dunque, anche se nessuno dei commentatori finora lo ha notato, la seconda parte del monito di papa Francesco era proprio diretto a Mancuso quando ha detto, tra l’altro…. “l’identità «può indebolirsi e può perdersi». «La croce – ha continuato – è uno scandalo» e quindi c’è chi cerca Dio «con queste spiritualità cristiane un po’ eteree», gli «gnostici moderni» (e gnostici moderni non possono certo essere definiti i fan delle apparizioni...).
E’ evidente che il buon Francesco non condivide affatto il balzo in avanti di Vito Mancuso, ed è ancorato ad una religiosità che non può permettersi di mettere in discussione dogmi e rituali consolidati, nel timore che crolli tutto l’impianto teologico.
Anche a costo di perdere comunque un’altra parte di fedeli o ex fedeli a cui di questi dogmi non importa più nulla.
** Intanto la cronaca di oggi 10 giugno 2015 ci segnala questi fatti poco edificanti per la sua Chiesa che il papa deve affrontare:
– Affidati alla Congregazione della dottrina della Fede i giudizi sui prelati che non hanno dato seguito adeguato alle denunce di abusi compiuti su minori….
– Cliniche del Vaticano – Dieci arresti (tre in carcere e sette ai domiciliari, tra cui 2 suore ) per il crac della Casa Divina Provvidenza di Bisceglie,…“Siamo grati al Vaticano – ha detto il pubblico ministero – perché siamo stati tra le prime autorità giudiziarie a beneficiare del nuovo corso di trasparenza e collaborazione della banca vaticana voluto dal santo padre”.
Collaborazione e trasparenza – è sottinteso ma chiaro- che finora sono sempre mancate, su gravi fatti reiterati nel tempo e che, questi sì, hanno generato tanta "confusione" nei fedeli….
lunedì 1 giugno 2015
Un'altra vittoria di Pirro per il PD
E' in pieno svolgimento l'ultimo atto del penoso teatrino della politica italiana, con i commenti a caldo sui risultati delle elezioni di ieri in 7 Regioni. E ci aggiungo il mio.
Ho appena ascoltato, con sofferenza, le dichiarazioni ufficiali in rappresentanza del PD della vicesegretaria Debora Serracchiani, del Presidente del PD Matteo Orfini (ex "giovane turco" pienamente convertito alla causa renziana e mansueto come un agnellino da quando ha ricevuto la carica) e di renziani di ferro come Guerini o Carbone e altre. Chi in vecchio stile politichese-dalemiano, chi in stile Biancofiore (nel senso di amazzone veteroberlusconiana in versione pro-Renzi) e chi più aggressivo, ma tutti col dente avvelenato contro la minoranza "di sinistra", e tutti pronti nel definire quella del PD una "vittoria ", perchè i suoi candidati hanno avuto la maggioranza in 5 regioni su 7. In apparenza, se ci si ferma a questo dato, potrebbero avere ragione.
Ma di dati ne sono emersi anche altri, e molto preoccupanti, tanto che per il PD, e per Renzi, segretario del partito oltre che capo del governo, questa può essere considerata una dolorosa "vittoria di Pirro", per le perdite che ha subito. Tanto da far sembrare la sua tempestiva trasferta in Afghanistan, in orribile giacca mimetica su jeans, una fuga da una realtà che non sa come affrontare.
Naturalmente di un cenno di autocritica o di riflessione su eventuali proprie responsabilità per i dati negativi emersi, pur evidenti, neanche l'ombra. Si parla invece di "resa dei conti" e di punizione dei presunti "colpevoli" (gli altri, quelli in minoranza, ovviamente...)
- ASTENSIONE primo partito, di maggioranza quasi assoluta.
Un altro calo di votanti del 10% rispetto alle elezioni precedenti (già molto disertate) ha portato la percentuale dei votanti a poco più del 50%. Checchè ne dicano Renzi e il suo plotone di fedelissimi, questo è un dato di fatto che testimonia un'ulteriore disaffezione e sfiducia degli italiani per tutta la classe politica in carica e candidata, e anche una manifestazione di sfiducia in particolare per Renzi e per il suo governo.
Le sue "riforme" e il suo tenace proposito di "cambiare l'Italia", visti i modi e i contenuti imposti finora, non sono piaciuti a metà degli italiani. A torto o a ragione, e secondo me, a ragione. In ogni caso, chi governa, deve tener conto dell'espressione di malcontento e sfiducia nei suoi riguardi, da parte dei cittadini elettori. Le elezioni in democrazia servono a questo.
Invece, secondo il suo stile, Renzi dirà, anzi l'ha già detto, che non è cambiato nulla e che lui "non molla" e "va avanti a cambiare l'Italia" a modo suo ovviamente, come niente fosse successo; ma sbaglia. Errare è umano, perseverare è diabolico.
Purtroppo gli uomini di potere, che amano il potere fine a se stesso, non fanno mai autocritiche, non cambiano metodo e non si dimettono mai, ma portano le loro sfide e prove di forza fino all'estremo limite, finchè la corda non si spezza, o qualcuno più forte di loro li batte.
- CALO DEL PD come partito.
Renzi finora ha campato di rendita su un precedente 41% di voti ottenuti dai candidati PD alle elezioni europee, sorvolando sul fatto che quelli non erano stati voti per lui e per il suo governo di "larghe intese" e "patto del Nazareno" con Berlusconi, se non indirettamente e in parte. Ora però da queste elezioni regionali, dopo oltre un anno di gestione sua, emerge che il PD nelle liste di partito ha avuto percentuali molto basse, intorno al 22% in media, quindi il consenso per il partito di cui è segretario è calato di molto. Si parla di 2 milioni di voti in meno rispetto a qualche anno fa e alla gestione Bersani. E lui come segretario non può non tenerne conto e se ne deve assumere la responsabilità.
Quantomeno dovrebbe dimettersi da questa carica, visto anche come ha gestito malamente le candidature, sia quelle vincenti che quelle perdenti, e soprattutto come ha gestito i rapporti con le minoranze, "di sinistra" o comunque dissenzienti su tante riforme istituzionali importanti, esaperando sempre i toni, sfidando sindacati, lavoratori e vecchi militanti e sbeffeggiando ogni giorno con battute sprezzanti come "gufi" e menagramo chiunque non condividesse le sue scelte, portando figure storiche del PD come Cofferati e giovani dissidenti come Civati e altri, fuori dal partito o sul limite di rotture e scissioni.
Dare oggi la colpa alla "sinistra" della lista Pastorino se ha perso la maggioranza in Liguria, regalandola al centrodestra di Giovanni Toti, portavoce quasi maggiodomo di Berlusconi, è il colmo dell'assurdo se non del ridicolo. E' tutta la gestione del potere PD in Liguria, passata e recente, che ha portato ad una candidatura sbagliata, nel modo sbagliato (primarie concordate con frange di destra...) e quindi ad una rottura e divisione e disaffezione degli elettori di sinistra che non si sono sentiti rappresentati dalla Paita.
L'accusa contro la sinistra dissidente di aver favorito Berlusconi, pronunciata da chi, come Renzi, sull'alleanza con Berlusconi ha costruito il suo successo, la sua linea politica, il programma di riforme e la sua scalata a capo del governo di "larghe intese", è un ulteriore segno di arroganza e di ribaltamento delle carte.
I governatori del PD che hanno vinto, come Emiliano in Puglia e Rossi in Toscana, sono figure quasi "storiche" di un PD di mezza età, poco renziane e più uliviste, con forte radicamento personale sul loro territorio e alleate con la vituperata (da Renzi) "sinistra".
L'unica "giovane" renziana (sia pur di penultima ora), Alessandra Moretti, ha perso sonoramente, e non c'era una lista Pastorino a toglierle voti, anzi c'era un centrodestra diviso che ciò nonostante ha stravinto con Zaia...
Insomma, per dirla spiccia, il poco illuminato disegno renziano di cambiare il PD, modificandolo geneticamente per disfarsi della vecchia e nuova sinistra e per imbarcare elettori e politiche di destra, si è rivelato un flop.
Perchè ha perso voti a sinistra, favorendo una buona affermazione generale del M5S, ma non ha conquistato quelli di destra o di centro, che sono in parte tornati all'ovile dietro il bonario Toti o Zaia, o dietro l'estremista leghista Salvini; o, pure loro in tanti, non sono andati a votare.
La "vittoria" dell'inquisito De Luca in Campania e il linciaggio della Bindi
Un caso a parte, ma comunque molto significativo del dramma del Pd in Campania, con pesanti riflessi nazionali, è quello emerso con la forzata candidatura di Vincenzo De Luca. Con la sua ossessiva convinzione di volere e dovere vincere a tutti i costi anche in Campania, non importa come e con chi, Renzi ha accettato e poi sostenuto la candidatura di un personaggio potente, popolare ma ambiguo, vincente alle primarie con il concorso di elementi di destra fascista e del clan cosentiniano, e gravato da un paio di imputazioni che lo rendevano politicamente inopportuno, "impresentabile" e non eleggibile secondo la legge Severino.
Forzatura politicamente molto gravosa per l'immagine di un PD "pulito" che dovrebbe essere difensore della legalità e della legge uguale per tutti. Forzatura aggravata nell'ultimo giorno di campagna elettorale con il linciaggio mediatico e dichiarazioni da codice penale di alcuni esponenti PD, De Luca in testa, contro la Bindi, presidente della Commissione Antimafia che, nell'esercizio, legittimo, delle sue funzioni, unanimemente accettate e condivise fino a qualche ora prima, aveva reso pubblico un elenco di candidati con pendenze giudiziarie, tra cui, appunto, De Luca.
Poi De Luca, come prevedibile, ha vinto lo stesso (e i cosentiniani esultano); ma adesso si dovrebbe sospenderlo in applicazione della legge Severino, e tocca proprio a Renzi (ancora in giacca mimetica!?) firmare l'atto. Se non lo firmerà e troverà un escamotage per salvare De Luca e la sua "vittoria", un'ombra molto scura graverà sulla credibilità del Pd come partito della legalità e dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.
Ho ascoltato l'intervento minaccioso e vendicativo di De Luca contro la Bindi, e ho ascoltato le ragioni espresse dalla Bindi.
Io sto, ancora una volta, con la Bindi.
Un partito che "rottama" a senso unico solo chi non piace o non ubbidisce al capo, e che sostiene invece un De Luca non è il mio partito.
Conclusione
Hanno "vinto" tutti i partiti, a sentir loro, ognuno secondo il suo punto di vista; ma si naviga a vista nella confusione ideologica e programmatica più totale, a destra, come a sinistra o al centro.
Così hanno perso un'altra occasione tutti gli italiani, soprattutto quelli che vorrebbero essere rappresentati e votare per candidati che si battano per una precisa e chiara linea politica e un'idea di società a cui si aspira.
Hanno perso tutti gli italiani che aspettano ancora dagli eletti che vengano risolti problemi gravissimi come il debito pubblico che cresce, la disoccupazione, la corruzione e le mafie sempre potenti e dilaganti, i ritardi su una legislazione laica che tuteli i diritti civili, l'immigrazione incontrollabile, l'espansione dell'estremismo islamico e le relative complicazioni internazionali, ecc. ecc..
Ho appena ascoltato, con sofferenza, le dichiarazioni ufficiali in rappresentanza del PD della vicesegretaria Debora Serracchiani, del Presidente del PD Matteo Orfini (ex "giovane turco" pienamente convertito alla causa renziana e mansueto come un agnellino da quando ha ricevuto la carica) e di renziani di ferro come Guerini o Carbone e altre. Chi in vecchio stile politichese-dalemiano, chi in stile Biancofiore (nel senso di amazzone veteroberlusconiana in versione pro-Renzi) e chi più aggressivo, ma tutti col dente avvelenato contro la minoranza "di sinistra", e tutti pronti nel definire quella del PD una "vittoria ", perchè i suoi candidati hanno avuto la maggioranza in 5 regioni su 7. In apparenza, se ci si ferma a questo dato, potrebbero avere ragione.
Ma di dati ne sono emersi anche altri, e molto preoccupanti, tanto che per il PD, e per Renzi, segretario del partito oltre che capo del governo, questa può essere considerata una dolorosa "vittoria di Pirro", per le perdite che ha subito. Tanto da far sembrare la sua tempestiva trasferta in Afghanistan, in orribile giacca mimetica su jeans, una fuga da una realtà che non sa come affrontare.
Naturalmente di un cenno di autocritica o di riflessione su eventuali proprie responsabilità per i dati negativi emersi, pur evidenti, neanche l'ombra. Si parla invece di "resa dei conti" e di punizione dei presunti "colpevoli" (gli altri, quelli in minoranza, ovviamente...)
- ASTENSIONE primo partito, di maggioranza quasi assoluta.
Un altro calo di votanti del 10% rispetto alle elezioni precedenti (già molto disertate) ha portato la percentuale dei votanti a poco più del 50%. Checchè ne dicano Renzi e il suo plotone di fedelissimi, questo è un dato di fatto che testimonia un'ulteriore disaffezione e sfiducia degli italiani per tutta la classe politica in carica e candidata, e anche una manifestazione di sfiducia in particolare per Renzi e per il suo governo.
Le sue "riforme" e il suo tenace proposito di "cambiare l'Italia", visti i modi e i contenuti imposti finora, non sono piaciuti a metà degli italiani. A torto o a ragione, e secondo me, a ragione. In ogni caso, chi governa, deve tener conto dell'espressione di malcontento e sfiducia nei suoi riguardi, da parte dei cittadini elettori. Le elezioni in democrazia servono a questo.
Invece, secondo il suo stile, Renzi dirà, anzi l'ha già detto, che non è cambiato nulla e che lui "non molla" e "va avanti a cambiare l'Italia" a modo suo ovviamente, come niente fosse successo; ma sbaglia. Errare è umano, perseverare è diabolico.
Purtroppo gli uomini di potere, che amano il potere fine a se stesso, non fanno mai autocritiche, non cambiano metodo e non si dimettono mai, ma portano le loro sfide e prove di forza fino all'estremo limite, finchè la corda non si spezza, o qualcuno più forte di loro li batte.
- CALO DEL PD come partito.
Renzi finora ha campato di rendita su un precedente 41% di voti ottenuti dai candidati PD alle elezioni europee, sorvolando sul fatto che quelli non erano stati voti per lui e per il suo governo di "larghe intese" e "patto del Nazareno" con Berlusconi, se non indirettamente e in parte. Ora però da queste elezioni regionali, dopo oltre un anno di gestione sua, emerge che il PD nelle liste di partito ha avuto percentuali molto basse, intorno al 22% in media, quindi il consenso per il partito di cui è segretario è calato di molto. Si parla di 2 milioni di voti in meno rispetto a qualche anno fa e alla gestione Bersani. E lui come segretario non può non tenerne conto e se ne deve assumere la responsabilità.
Quantomeno dovrebbe dimettersi da questa carica, visto anche come ha gestito malamente le candidature, sia quelle vincenti che quelle perdenti, e soprattutto come ha gestito i rapporti con le minoranze, "di sinistra" o comunque dissenzienti su tante riforme istituzionali importanti, esaperando sempre i toni, sfidando sindacati, lavoratori e vecchi militanti e sbeffeggiando ogni giorno con battute sprezzanti come "gufi" e menagramo chiunque non condividesse le sue scelte, portando figure storiche del PD come Cofferati e giovani dissidenti come Civati e altri, fuori dal partito o sul limite di rotture e scissioni.
Dare oggi la colpa alla "sinistra" della lista Pastorino se ha perso la maggioranza in Liguria, regalandola al centrodestra di Giovanni Toti, portavoce quasi maggiodomo di Berlusconi, è il colmo dell'assurdo se non del ridicolo. E' tutta la gestione del potere PD in Liguria, passata e recente, che ha portato ad una candidatura sbagliata, nel modo sbagliato (primarie concordate con frange di destra...) e quindi ad una rottura e divisione e disaffezione degli elettori di sinistra che non si sono sentiti rappresentati dalla Paita.
L'accusa contro la sinistra dissidente di aver favorito Berlusconi, pronunciata da chi, come Renzi, sull'alleanza con Berlusconi ha costruito il suo successo, la sua linea politica, il programma di riforme e la sua scalata a capo del governo di "larghe intese", è un ulteriore segno di arroganza e di ribaltamento delle carte.
I governatori del PD che hanno vinto, come Emiliano in Puglia e Rossi in Toscana, sono figure quasi "storiche" di un PD di mezza età, poco renziane e più uliviste, con forte radicamento personale sul loro territorio e alleate con la vituperata (da Renzi) "sinistra".
L'unica "giovane" renziana (sia pur di penultima ora), Alessandra Moretti, ha perso sonoramente, e non c'era una lista Pastorino a toglierle voti, anzi c'era un centrodestra diviso che ciò nonostante ha stravinto con Zaia...
Insomma, per dirla spiccia, il poco illuminato disegno renziano di cambiare il PD, modificandolo geneticamente per disfarsi della vecchia e nuova sinistra e per imbarcare elettori e politiche di destra, si è rivelato un flop.
Perchè ha perso voti a sinistra, favorendo una buona affermazione generale del M5S, ma non ha conquistato quelli di destra o di centro, che sono in parte tornati all'ovile dietro il bonario Toti o Zaia, o dietro l'estremista leghista Salvini; o, pure loro in tanti, non sono andati a votare.
La "vittoria" dell'inquisito De Luca in Campania e il linciaggio della Bindi
Un caso a parte, ma comunque molto significativo del dramma del Pd in Campania, con pesanti riflessi nazionali, è quello emerso con la forzata candidatura di Vincenzo De Luca. Con la sua ossessiva convinzione di volere e dovere vincere a tutti i costi anche in Campania, non importa come e con chi, Renzi ha accettato e poi sostenuto la candidatura di un personaggio potente, popolare ma ambiguo, vincente alle primarie con il concorso di elementi di destra fascista e del clan cosentiniano, e gravato da un paio di imputazioni che lo rendevano politicamente inopportuno, "impresentabile" e non eleggibile secondo la legge Severino.
Forzatura politicamente molto gravosa per l'immagine di un PD "pulito" che dovrebbe essere difensore della legalità e della legge uguale per tutti. Forzatura aggravata nell'ultimo giorno di campagna elettorale con il linciaggio mediatico e dichiarazioni da codice penale di alcuni esponenti PD, De Luca in testa, contro la Bindi, presidente della Commissione Antimafia che, nell'esercizio, legittimo, delle sue funzioni, unanimemente accettate e condivise fino a qualche ora prima, aveva reso pubblico un elenco di candidati con pendenze giudiziarie, tra cui, appunto, De Luca.
Poi De Luca, come prevedibile, ha vinto lo stesso (e i cosentiniani esultano); ma adesso si dovrebbe sospenderlo in applicazione della legge Severino, e tocca proprio a Renzi (ancora in giacca mimetica!?) firmare l'atto. Se non lo firmerà e troverà un escamotage per salvare De Luca e la sua "vittoria", un'ombra molto scura graverà sulla credibilità del Pd come partito della legalità e dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.
Ho ascoltato l'intervento minaccioso e vendicativo di De Luca contro la Bindi, e ho ascoltato le ragioni espresse dalla Bindi.
Io sto, ancora una volta, con la Bindi.
Un partito che "rottama" a senso unico solo chi non piace o non ubbidisce al capo, e che sostiene invece un De Luca non è il mio partito.
Conclusione
Hanno "vinto" tutti i partiti, a sentir loro, ognuno secondo il suo punto di vista; ma si naviga a vista nella confusione ideologica e programmatica più totale, a destra, come a sinistra o al centro.
Così hanno perso un'altra occasione tutti gli italiani, soprattutto quelli che vorrebbero essere rappresentati e votare per candidati che si battano per una precisa e chiara linea politica e un'idea di società a cui si aspira.
Hanno perso tutti gli italiani che aspettano ancora dagli eletti che vengano risolti problemi gravissimi come il debito pubblico che cresce, la disoccupazione, la corruzione e le mafie sempre potenti e dilaganti, i ritardi su una legislazione laica che tuteli i diritti civili, l'immigrazione incontrollabile, l'espansione dell'estremismo islamico e le relative complicazioni internazionali, ecc. ecc..
mercoledì 29 aprile 2015
O mangiare la sua minestra o saltare dalla finestra
Mi spiace dovermi ripetere. Ma il metodo Renzi proprio non mi va giù. Ho provato per un po' di tempo ad avere fiducia, ad aspettare, a sperare che maturasse alla prova dei fatti . Ma lui proprio non cambia, anzi persevera e spinge forzature e ricatti all'estremo.
Ho sempre disapprovato i capi dei partiti personali, i "decisionisti" arroganti e presuntuosi, i ducetti di ogni colore o sfumatura di grigio dittatoriale convinti di essere semidei infallibili e intoccabili, del passato remoto e del passato prossimo (Craxi, Berlusconi, e Grillo nel presente...), perchè ho visto i guai che combinano e le macerie che lasciano dietro di loro, prima o poi. E Renzi si è buttato a capofitto proprio in questa nefasta categoria, e io non posso che dissociarmi da lui e da chi nel PD lo segue e approva, consolidandone il potere personale e favorendone gli errori.
Se già non bastassero le brutte riforme che ha fatto finora in materia istituzionale (Senato, Aree metropolitane) ed economica (Jobs act e altro...), per i miei parametri di giudizio basta vedere come si sta comportando ora per imporre a tutti i costi la "sua " riforma elettorale, nata da un patto con Berlusconi (che ora rinnega), più o meno rabberciata con qualche emendamento che non la rendono certo appetibile e augurabile.
Ma anche se fosse una riforma perfetta, quando la si vuole imporre con la forza di un ricatto nei confronti del proprio partito, del Parlamento e dell'Italia tutta, e si dice "o mangiate questa mia minestra o vi buttate dalla finestra", si esce dal seminato della buona politica e da quello che dovrebbe essere un metodo democratico da statista serio e si entra in un campo minato da cui per bene che vada qualcuno esce mutilato.
Subordinare la tenuta del governo, tra l'altro in una fase di crisi economica e conflitti sociali persistenti, all'approvazione di questa legge elettorale detta Italicum, legando indissolubilmente l'uno all'altra, e dicendo che, se non verrà approvata, Governo e Parlamento dovranno andarsene tutti a casa, è una pessima mossa. A molti, e a me per prima, viene voglia di replicare "e andatevene, che non perdiamo niente, visto quello che fate!!! Se insistete a voler "cambiare l'Italia" in questo modo, ovvero in peggio, se ve ne andate a casa ci fate un favore..."
Pessima idea anche quella di precettare via messaggino i parlamentari del PD intimando loro di votare la legge elettorale così com'è ora, e legandola al voto "di fiducia", pretendendo di definire questo improprio richiamo all'obbedienza e alla disciplina di partito un atto di "dignità", come se chi non l'approva fosse "indegno". Non mi pare questo un comportamento dignitoso per un capo di partito che è anche capo del governo, che vuol imporre a tutti i costi la sua volontà all'uno e agli altri, incurante delle conseguenze che il suo atto di forza può avere sul suo partito e sul Paese intero.
Vale la pena giocarsi tutto per far approvare questa legge?
E' coraggio o alterigia nel voler sempre dichiarare che lui "ci mette la faccia"? O è solo "faccia tosta" e sfida continua?
Quanto si può durare procedendo così?
Ho sempre disapprovato i capi dei partiti personali, i "decisionisti" arroganti e presuntuosi, i ducetti di ogni colore o sfumatura di grigio dittatoriale convinti di essere semidei infallibili e intoccabili, del passato remoto e del passato prossimo (Craxi, Berlusconi, e Grillo nel presente...), perchè ho visto i guai che combinano e le macerie che lasciano dietro di loro, prima o poi. E Renzi si è buttato a capofitto proprio in questa nefasta categoria, e io non posso che dissociarmi da lui e da chi nel PD lo segue e approva, consolidandone il potere personale e favorendone gli errori.
Se già non bastassero le brutte riforme che ha fatto finora in materia istituzionale (Senato, Aree metropolitane) ed economica (Jobs act e altro...), per i miei parametri di giudizio basta vedere come si sta comportando ora per imporre a tutti i costi la "sua " riforma elettorale, nata da un patto con Berlusconi (che ora rinnega), più o meno rabberciata con qualche emendamento che non la rendono certo appetibile e augurabile.
Ma anche se fosse una riforma perfetta, quando la si vuole imporre con la forza di un ricatto nei confronti del proprio partito, del Parlamento e dell'Italia tutta, e si dice "o mangiate questa mia minestra o vi buttate dalla finestra", si esce dal seminato della buona politica e da quello che dovrebbe essere un metodo democratico da statista serio e si entra in un campo minato da cui per bene che vada qualcuno esce mutilato.
Subordinare la tenuta del governo, tra l'altro in una fase di crisi economica e conflitti sociali persistenti, all'approvazione di questa legge elettorale detta Italicum, legando indissolubilmente l'uno all'altra, e dicendo che, se non verrà approvata, Governo e Parlamento dovranno andarsene tutti a casa, è una pessima mossa. A molti, e a me per prima, viene voglia di replicare "e andatevene, che non perdiamo niente, visto quello che fate!!! Se insistete a voler "cambiare l'Italia" in questo modo, ovvero in peggio, se ve ne andate a casa ci fate un favore..."
Pessima idea anche quella di precettare via messaggino i parlamentari del PD intimando loro di votare la legge elettorale così com'è ora, e legandola al voto "di fiducia", pretendendo di definire questo improprio richiamo all'obbedienza e alla disciplina di partito un atto di "dignità", come se chi non l'approva fosse "indegno". Non mi pare questo un comportamento dignitoso per un capo di partito che è anche capo del governo, che vuol imporre a tutti i costi la sua volontà all'uno e agli altri, incurante delle conseguenze che il suo atto di forza può avere sul suo partito e sul Paese intero.
Vale la pena giocarsi tutto per far approvare questa legge?
E' coraggio o alterigia nel voler sempre dichiarare che lui "ci mette la faccia"? O è solo "faccia tosta" e sfida continua?
Quanto si può durare procedendo così?
domenica 29 marzo 2015
Tutto è relativo, anche la giustizia....
Non sono una fan dei processi mediatici che voltano e rivoltano per anni i casi di cronaca nera, spiattellando pareri (interessati) di avvocati delle parti, esperti tuttologi a gettone di presenza, testimoni veri e presunti, amici, parenti e vicini di casa e quant'altro possa servire a inzuppare il pane della curiosità morbosa di certo pubblico.
Ho sempre cercato di conoscere e di capire distinguendo il giornalismo di informazione presumibilmente seria, dal giornalismo-spettacolo dei talk show televisivi. Ma non posso esimermi dal commentare quest'ultima sentenza della corte di Cassazione che ha assolto Raffaele Sollecito e Amanda Knox dall'accusa di aver ucciso la studentessa inglese Meredith Khercher 8 anni fa, per le implicazioni e conseguenze che comporta.
Sentenza sconcertante e preoccupante perchè arriva a ribaltare precedenti sentenze e dopo 5 processi, dai quali sono scaturite per 3 volte condanne e per 2 volte assoluzioni.
Caso emblematico ma comunque non raro, frutto della complessità e delle contraddizioni del nostro sistema giudiziario e dei suoi tre gradi di giudizio, oltre che dei margini di discrezionalità di cui sembrano godere i giudici nei vari livelli di indagine e giudizio.
Il commento più appropriato a questo punto mi sembra quello della madre della vittima "... Adesso siamo delusi. Perché non c’è una soluzione del delitto. Finisce tutto così, con un punto interrogativo. E allora questo verdetto è una sconfitta del sistema giudiziario italiano..."
Sistema garantista, pensato per dare ad ogni imputato la possibilità di difendersi da eventuali condanne in primo grado ritenute ingiuste, quando si trovino nuove prove o testimoni che possano dimostrarne l'innocenza. O viceversa dare la possibilità alla pubblica accusa di riaprire il processo contro un imputato assolto, quando nuovi elementi possano metterne in dubbio l'innocenza e quindi assicurare alla giustizia e alla dovuta pena un colpevole.
Tutto giusto, in teoria. Ma in pratica il nostro sistema offre anche l'occasione per il prolungamento di indagini e processi per decenni o fino alla tagliola della prescrizione, tanto più quando l'imputato ha mezzi economici e avvocati abili che sanno sfruttare tutti i possibili cavilli e codicilli di una complicatissima legislazione con conseguenti rinvii e ribaltamenti di sentenze.
Quando i casi giudiziari hanno protagonisti noti o molto seguiti dalla stampa si sa che l'opinione pubblica si divide tra colpevolisti e innocentisti e ognuno si improvvisa giudice per conto suo. Poi, a sentenza pronunciata, gli uni gongolano e gli altri si indignano a seconda che la sentenza coincida col loro giudizio. E fin qui direi niente di male, è normale, fin che c'è libertà di pensiero.
Non è normale invece, anzi è perniciosa, la strumentalizzazione delle sentenze che viene praticata da politici e giornali legati agli interessi di inquisiti che non perdono occasione per mettere in cattiva luce la magistratura tutta, facendo di ogni erba un fascio per avvalorare la comoda tesi che i giudici, quando condannano, "sbagliano", hanno torto e devono "pagare", e gli inquisiti hanno sempre ragione e sono vittime di persecuzione ingiusta.
C'è chi si diverte poi a "sbattere il mostro in prima pagina", specie se il "mostro" gli sta antipatico, o è di pelle scura, o è exatracomunitario, o di un partito avverso, o è un giudice....
Il caso delle controverse sentenze con assoluzione finale per l'omicidio di Meredith è dunque occasione ghiotta per i detrattori della magistratura, anche perchè cade ora che si è in procinto di varare una "riforma" della giustizia che vuole imporre un certo tipo di responsabilità e di penalizzazione dei magistrati che "sbagliano".
E l'ex imputato assolto in via definitiva Sollecito, col supporto della sua illustre avvocatessa Giulia Bongiorno, è già lì che reclama un risarcimento milionario ( ma oggi l'avvocatessa in conferenza stampa ha corretto un po' il tiro con un "vedremo...").
Anche questa sarebbe cosa giusta in teoria, ma in pratica si aprono molti interrogativi.
Intanto, checchè ne dica l'avvocatessa, il dubbio può sempre persistere, perchè anche se un imputato per sentenza definitiva è stato legalmente riconosciuto innocente, potrebbe non esserlo affatto, ma aver beneficiato del fatto che non si sono trovate prove sufficienti a condannarlo e i giudici nel valutare il caso hanno ritenuto che, nel dubbio, fosse meglio lasciar libero un presunto colpevole piuttosto che rischiare di condannare un innocente.
E il dubbio è più che giustificato quando ci si ritrova davanti a casi controversi come questo, che hanno visto tre precedenti sentenze di condanna e la condanna definitiva di un terzo imputato (Rudy Guede, di pelle scura...) "in concorso con altri". Ed è rimasto accertato e punito il fatto che "l'innocente" Amanda tentò di incolpare un tale che fortunatamente aveva un alibi.... Si può onestamente sostenere che i giudici che si pronunciarono per la condanna agirono in mala fede, con dolo o con imperizia? O semplicemente diedero in buona fede una interpretazione diversa delle prove e delle testimonianze raccolte a quel tempo? Come e chi può valutare se si trattò di errore giudiziario meritevole di punizione personale del giudice e dello Stato che rappresentava, o se si trattò invece di legittima e giustificabile valutazione?
Se il sistema giudiziario prevede tre gradi di giudizio è ovvio che si possano avere sentenze di segno diverso; ma questo comporta sempre che le sentenze precedenti siano passibili di condanna e penalizzazione personale dei giudici e obbligo per lo Stato di risarcimento?
Se si arriverà ad avvalorare questa tesi, quale giudice si azzarderà più ad emettere sentenze di condanna in primo grado (specie se di un imputato potente e ricco...), sapendo che se poi questo verrà assolto in appello dovrà risponderne in prima persona ed essere condannato lui?
Avremo più o meno "errori giudiziari"? Avremo meno innocenti in carcere e/o più colpevoli liberi e impuniti? Sarà più garantito l'individuo onesto o il disonesto, e la società tutta?
Ai posteri l'ardua sentenza (definitiva?).
Ho sempre cercato di conoscere e di capire distinguendo il giornalismo di informazione presumibilmente seria, dal giornalismo-spettacolo dei talk show televisivi. Ma non posso esimermi dal commentare quest'ultima sentenza della corte di Cassazione che ha assolto Raffaele Sollecito e Amanda Knox dall'accusa di aver ucciso la studentessa inglese Meredith Khercher 8 anni fa, per le implicazioni e conseguenze che comporta.
Sentenza sconcertante e preoccupante perchè arriva a ribaltare precedenti sentenze e dopo 5 processi, dai quali sono scaturite per 3 volte condanne e per 2 volte assoluzioni.
Caso emblematico ma comunque non raro, frutto della complessità e delle contraddizioni del nostro sistema giudiziario e dei suoi tre gradi di giudizio, oltre che dei margini di discrezionalità di cui sembrano godere i giudici nei vari livelli di indagine e giudizio.
Il commento più appropriato a questo punto mi sembra quello della madre della vittima "... Adesso siamo delusi. Perché non c’è una soluzione del delitto. Finisce tutto così, con un punto interrogativo. E allora questo verdetto è una sconfitta del sistema giudiziario italiano..."
Sistema garantista, pensato per dare ad ogni imputato la possibilità di difendersi da eventuali condanne in primo grado ritenute ingiuste, quando si trovino nuove prove o testimoni che possano dimostrarne l'innocenza. O viceversa dare la possibilità alla pubblica accusa di riaprire il processo contro un imputato assolto, quando nuovi elementi possano metterne in dubbio l'innocenza e quindi assicurare alla giustizia e alla dovuta pena un colpevole.
Tutto giusto, in teoria. Ma in pratica il nostro sistema offre anche l'occasione per il prolungamento di indagini e processi per decenni o fino alla tagliola della prescrizione, tanto più quando l'imputato ha mezzi economici e avvocati abili che sanno sfruttare tutti i possibili cavilli e codicilli di una complicatissima legislazione con conseguenti rinvii e ribaltamenti di sentenze.
Quando i casi giudiziari hanno protagonisti noti o molto seguiti dalla stampa si sa che l'opinione pubblica si divide tra colpevolisti e innocentisti e ognuno si improvvisa giudice per conto suo. Poi, a sentenza pronunciata, gli uni gongolano e gli altri si indignano a seconda che la sentenza coincida col loro giudizio. E fin qui direi niente di male, è normale, fin che c'è libertà di pensiero.
Non è normale invece, anzi è perniciosa, la strumentalizzazione delle sentenze che viene praticata da politici e giornali legati agli interessi di inquisiti che non perdono occasione per mettere in cattiva luce la magistratura tutta, facendo di ogni erba un fascio per avvalorare la comoda tesi che i giudici, quando condannano, "sbagliano", hanno torto e devono "pagare", e gli inquisiti hanno sempre ragione e sono vittime di persecuzione ingiusta.
C'è chi si diverte poi a "sbattere il mostro in prima pagina", specie se il "mostro" gli sta antipatico, o è di pelle scura, o è exatracomunitario, o di un partito avverso, o è un giudice....
Il caso delle controverse sentenze con assoluzione finale per l'omicidio di Meredith è dunque occasione ghiotta per i detrattori della magistratura, anche perchè cade ora che si è in procinto di varare una "riforma" della giustizia che vuole imporre un certo tipo di responsabilità e di penalizzazione dei magistrati che "sbagliano".
E l'ex imputato assolto in via definitiva Sollecito, col supporto della sua illustre avvocatessa Giulia Bongiorno, è già lì che reclama un risarcimento milionario ( ma oggi l'avvocatessa in conferenza stampa ha corretto un po' il tiro con un "vedremo...").
Anche questa sarebbe cosa giusta in teoria, ma in pratica si aprono molti interrogativi.
Intanto, checchè ne dica l'avvocatessa, il dubbio può sempre persistere, perchè anche se un imputato per sentenza definitiva è stato legalmente riconosciuto innocente, potrebbe non esserlo affatto, ma aver beneficiato del fatto che non si sono trovate prove sufficienti a condannarlo e i giudici nel valutare il caso hanno ritenuto che, nel dubbio, fosse meglio lasciar libero un presunto colpevole piuttosto che rischiare di condannare un innocente.
E il dubbio è più che giustificato quando ci si ritrova davanti a casi controversi come questo, che hanno visto tre precedenti sentenze di condanna e la condanna definitiva di un terzo imputato (Rudy Guede, di pelle scura...) "in concorso con altri". Ed è rimasto accertato e punito il fatto che "l'innocente" Amanda tentò di incolpare un tale che fortunatamente aveva un alibi.... Si può onestamente sostenere che i giudici che si pronunciarono per la condanna agirono in mala fede, con dolo o con imperizia? O semplicemente diedero in buona fede una interpretazione diversa delle prove e delle testimonianze raccolte a quel tempo? Come e chi può valutare se si trattò di errore giudiziario meritevole di punizione personale del giudice e dello Stato che rappresentava, o se si trattò invece di legittima e giustificabile valutazione?
Se il sistema giudiziario prevede tre gradi di giudizio è ovvio che si possano avere sentenze di segno diverso; ma questo comporta sempre che le sentenze precedenti siano passibili di condanna e penalizzazione personale dei giudici e obbligo per lo Stato di risarcimento?
Se si arriverà ad avvalorare questa tesi, quale giudice si azzarderà più ad emettere sentenze di condanna in primo grado (specie se di un imputato potente e ricco...), sapendo che se poi questo verrà assolto in appello dovrà risponderne in prima persona ed essere condannato lui?
Avremo più o meno "errori giudiziari"? Avremo meno innocenti in carcere e/o più colpevoli liberi e impuniti? Sarà più garantito l'individuo onesto o il disonesto, e la società tutta?
Ai posteri l'ardua sentenza (definitiva?).
venerdì 20 marzo 2015
Dio non lo vuole!

I "Crociati" cristiani del Medioevo provocarono guerre e stragi di "infedeli" musulmani al grido di "Dio lo vuole", anche se il Gesù a cui dicevano di ispirarsi non aveva mai preso un'arma in mano.
Adesso i nuovi Jihadisti, crociati-terroristi in versione musulmana, uccidono e fanno stragi di "infedeli" in chiese, mercati, redazioni di giornali, cristiani o di altra setta musulmana, o comunque di chiunque capiti a tiro sulla loro strada, al grido di "Allah akbar" (Allah è grande) dimenticando che l'Allah nel cui nome combattono è definito "clemente e misericordioso" all'inizio di ogni sura del suo Corano.
Nel corso del primo e del secondo millennio dopo Cristo non si contano le guerre di religione tra popoli cristiani e le cruente conquiste di nuove terre fatte "in nome di Dio", un Dio che non è mai intervenuto a smentirli o rinnegarli, nonostante abbiano fatto tante vittime (non c'era, o se c'era dormiva, o così voleva!!??).
I seguaci Arabi (e Turchi) di Maometto e Allah pure non furono da meno, dal 622 in poi, estendendosi con i loro eserciti nel Medio Oriente, nord Africa e in parte anche in Europa (Spagna, Sicilia... finchè qui non furono fermati o cacciati da eserciti cristiani). Ma hanno continuato ad espandersi dovunque possibile.
Ma non è ora che gli uomini pacifici, razionali e giusti, credenti e non credenti di ogni luogo, si stanchino di essere usati, martoriati e strumentalizzati dai fanatici di ogni credo e proclamino una nuova crociata ideologica, senza croci, nè mezze lune, nè armi nè spargimento di sangue, al grido di "DIO NON LO VUOLE!!"? (meglio sarebbe appellarsi alla ragione ma avrebbe meno seguito...)
Come? Non lo so, ma credo che non bastino più le marce pacifiste di Assisi o le prediche bonarie di Papa Francesco o gli incontri interreligiosi dove ogni tanto si incontrano capi delle diverse religioni, ognuno con il suo copricapo distintivo d'ordinanza, per simulare un benevolo "dialogo " tra sordi, ad uso stampa (e foto) propagandistica, quando poi ognuno di loro torna a casa a predicare quel che ha sempre predicato, ritenendosi infallibile portavoce del suo Dio e della sua verità unica e indiscutibile.
Se questi capi religiosi non fanno un onesto esame di coscienza e non hanno l'intelligenza, la volontà e il coraggio per mettere in discussione le loro arcaiche e immutabili credenze, le loro rispettive e contrastanti "sacre scritture" millenarie e i rituali e le tradizioni superate dall'evoluzione del pensiero e della scienza umana sviluppatasi nel corso di secoli, ci saranno sempre nuove guerre di religione, e fanatici o esaltati che li prendono troppo sul serio e alla lettera.
Ma se i capi, come temo, non vorranno mettere in discussione i loro dogmi (e il loro potere di condizionamento e influenza sulle masse), bisogna che siano i "fedeli" ad allontanarsi, ad essere sempre meno fedeli e osservanti, a liberarsi e uscire dalle gabbie mentali in cui sono stati rinchiusi fin dall'infanzia nel loro ambiente sociale e impegnarsi per la laicità delle istituzioni, la secolarizzazione dei costumi e la libertà di pensiero.
So che è impossibile pensare ad un mondo senza religioni, e che anche senza queste gli uomini troverebbero ugualmente pretesti per fare guerre e ammazzarsi a vicenda.
Ma sarebbe già un successo e un passo avanti, togliere di mezzo almeno una delle cause di problemi e confitti che più hanno provocato danni nella storia: la pretesa di agire in nome di Dio, quando si uccide o mortifica l'uomo e la donna.
Sarebbe già un successo far capire a tutti che il mondo e la specie umana non sono cominciati con la partenza di Abramo dalla città di Ur verso la "terra promessa" agli ebrei in Palestina, o nell'anno zero della presunta nascita di Cristo, nè con la data dell'egira, o fuga di Maometto dalla Mecca a Medina, anche se si son voluti impostare i rispettivi calendari da quegli anni.
Il cammino degli uomini è cominciato molto prima e in tanti altri luoghi, con credenze e culti diversi, scritture e civiltà. In nome di quei culti e religioni sono state compiute tante opere buone e tante opere cattive. Si conservi quanto di buono e costruttivo è stato fatto nei secoli, nella cultura, nell'arte e nealla scienza, e si rigettino i messaggi distruttivi e nefasti per la convivenza civile.
Diciamo pure con chiarezza che oggi l'unica religione che non riesce, o non vuole, trattenere i suoi fedeli entro un ambito di convivenza pacifica, è l'Islam. Inutile che tanti musulmani, che si definiscono moderati, pur in buona fede, credano di poter tirarsi fuori dalle responsabilità limitandosi a dire che "l'islam è una religione di pace". Bisogna che lo dimostrino coi fatti.
Nel Corano, come nella Bibbia, ci sono tanti messaggi contraddittori, versetti e sure che invitano all'amore e alla pace e altri che inducono ad una sottomissione che mortifica la libertà di pensiero, e che incitano alla lotta contro "gli infedeli". Comunque sia, se si ha fede e si crede in un Dio creatore, bisogna in primo luogo amare e rispettare il suo creato e le sue creature.
Se non si dice chiaramente che questi testi "sacri" non sono "parole di Dio" da prendere alla lettera, ma parole di uomini, patriarchi, profeti o divulgatori, espressione della mentalità del loro tempo, che vanno letti e reinterpretati alla luce delle conoscenze attuali, e delle nuove esigenze umane, non si toglierà mai quel consenso sociale che dà alimento e copertura e giustificazioni religiose ai terroristi che sparano a innocenti turisti e passanti in nome di Allah (ma usando strumenti modernissimi, non previsti dal Corano, come mitra, giubbotti esplosivi, spostandosi in aereo e usando petrodollari, telefonini e computer....).
- Per analogia, ricordo che il fenomeno, gravissimo, del terrorismo e brigatismo detto "rosso" in Italia negli anni '70/80, fu debellato grazie ad un deciso intervento di polizia e magistratura contro i gruppi armati ("rossi" e "neri"), e grazie anche alla chiara ( e forse un po' tardiva) presa di distanza ideale e concreta da parte delle forze democratiche di sinistra, che agli inizi, al loro interno avevano manifestato una qualche condiscendenza e comprensione per quella che veniva presentata come una lotta ideologica per "abbattere il sistema" di potere vigente (prevalentemente democristiano), ritenuto ingiusto; come se sparando contro magistrati, poliziotti, giornalisti, o dirigenti di fabbrica, o politici come Aldo Moro, e facendo esplodere bombe su folle inermi, si potesse realizzare una nuova "Resistenza" e costruire un sistema e una società migliore....
- Un'altra cosa che Dio, o Allah, non vogliono (se davvero si crede che siano clementi e misericordiosi) è che gli uomini si accapiglino e litighino per difendere o imporre a tutti i costi ai rispettivi "fedeli" modi di mangiare o vestire attribuendoli a precetti divini. Ma vogliamo proprio continuare a credere in un Dio, così potente e illuminato da aver creato cielo e terra e tutto l'universo, che avrebbe perso tempo a dettare (sempre in sogno o tramite angeli....) ora a un popolo ora a un altro, in secoli e luoghi diversi, regole e precetti diversi su quali animali mangiare o quali non mangiare, e come ucciderli e cucinarli, se mangiarli di venerdì o di sabato, e su come ingraziarsi il suo favore con vestiti, riti e cerimonie prefissate?
Non è un'offesa a Dio attribuirgli mansioni di cuoco e maestro di cerimonie? Quanto sarebbe più facile convivere se lasciassimo che ognuno mangi come vuole e quel che gli piace, anche secondo le sue abitudini e tradizioni, ma senza pretese e veti da tabù religioso che rendono quasi impossibile gestire le mense scolastiche e le macellerie ....
- E credo anche che non sia Allah a volere che le donne musulmane si coprano per forza il capo o addirittura il volto quando escono di casa. Sono gli uomini che lo pretendono per dimostrare agli altri che le "loro" donne sono buone e fedeli musulmane, sottomesse e osservanti . E mi spiace che le donne, anche quelle emigrate in Occidente, dove sarebbero libere di scoprirsi, continuino a mortificarsi con quegli arcaici e tristi fazzolettoni e camicioni "per scelta spontanea", come dicono ingenuamente (o ipocritamente, per timore del marito o per compiacerlo), anche quando sono intelligenti.
Tanto si capisce benissimo che quel fazzoletto è per i musulmani, uomini e donne, una bandiera religiosa da ostentare per distinguersi e "contro" le religioni altrui, e una barriera, simbolica e reale, che non consentirà mai una vera emancipazione e integrazione.
Continuare ad indossarlo è ancora un segno di sottomissione pubblica e privata ad una visione fondamentalista dei "precetti" religiosi. Smettere di indossarlo sarebbe un già una bella risposta ai fondamentalisti, un gesto liberatorio, una nuova "primavera araba" o rivoluzione incruenta che le donne potrebbero e dovrebbero combattere in prima fila, e gli uomini capire e sostenere, se davvero vogliono liberarsi dalle imposizioni delle teocrazie e costruire una società moderna e democratica.
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