venerdì 20 marzo 2015

Dio non lo vuole!


I  "Crociati" cristiani  del Medioevo  provocarono guerre e stragi di "infedeli" musulmani al grido di "Dio lo vuole", anche se il Gesù a cui dicevano di ispirarsi non aveva mai  preso un'arma in mano.
Adesso i  nuovi Jihadisti, crociati-terroristi  in versione musulmana,  uccidono e fanno stragi di "infedeli" in chiese, mercati, redazioni di  giornali, cristiani o di altra setta musulmana, o comunque di chiunque capiti a tiro sulla loro strada,  al grido di "Allah akbar" (Allah è grande) dimenticando che  l'Allah nel cui nome combattono è definito "clemente e misericordioso"  all'inizio di ogni sura del suo Corano.
Nel corso  del primo e del secondo millennio dopo Cristo non si contano le guerre di religione tra popoli cristiani e  le cruente conquiste di nuove terre fatte "in nome di Dio", un Dio che non è mai intervenuto a smentirli o rinnegarli, nonostante abbiano fatto tante vittime (non c'era, o se c'era dormiva, o così voleva!!??).
I seguaci Arabi  (e Turchi) di Maometto e Allah pure non furono da meno, dal 622 in poi, estendendosi con i loro eserciti nel Medio Oriente, nord Africa e in parte anche in Europa (Spagna, Sicilia... finchè qui non furono fermati o cacciati da  eserciti cristiani). Ma hanno continuato ad espandersi dovunque possibile.

Ma non è ora che gli uomini pacifici, razionali e giusti, credenti e non credenti di ogni luogo, si stanchino  di essere usati, martoriati e strumentalizzati  dai fanatici di ogni credo e proclamino una nuova crociata ideologica, senza croci, nè mezze lune, nè armi nè spargimento di sangue, al grido di   "DIO NON LO VUOLE!!"? (meglio sarebbe appellarsi alla ragione ma avrebbe meno seguito...)

Come? Non lo so, ma credo che non bastino più le  marce  pacifiste  di Assisi o le prediche bonarie di Papa Francesco o gli incontri interreligiosi  dove ogni tanto si incontrano capi delle diverse religioni, ognuno con il suo copricapo distintivo d'ordinanza, per simulare un  benevolo "dialogo " tra sordi, ad uso stampa (e foto) propagandistica, quando poi ognuno di loro torna a casa a predicare quel che ha sempre predicato, ritenendosi infallibile portavoce del suo Dio e della sua verità unica e  indiscutibile.

Se questi capi religiosi non  fanno un onesto esame di coscienza e non hanno l'intelligenza, la volontà e il coraggio per mettere in discussione le loro arcaiche e immutabili credenze, le loro rispettive e contrastanti "sacre scritture" millenarie e i rituali e le tradizioni superate  dall'evoluzione del pensiero e della scienza umana sviluppatasi  nel corso di secoli,  ci saranno sempre  nuove guerre di religione, e fanatici o esaltati che li prendono troppo sul serio e alla lettera.
Ma se i capi, come temo,  non vorranno mettere in discussione i loro dogmi (e il loro potere di condizionamento e influenza sulle masse), bisogna che siano i "fedeli" ad allontanarsi, ad essere sempre meno fedeli e osservanti, a liberarsi e uscire dalle gabbie mentali in cui sono stati rinchiusi fin dall'infanzia nel loro ambiente sociale e impegnarsi per la laicità delle istituzioni, la secolarizzazione dei costumi e la libertà di pensiero.
So che è impossibile  pensare ad un mondo senza religioni, e che anche senza queste gli uomini troverebbero ugualmente pretesti per  fare guerre  e ammazzarsi a vicenda.
Ma sarebbe già un successo  e un passo avanti,  togliere di mezzo almeno una delle cause di problemi  e confitti che più hanno provocato danni nella storia: la pretesa di agire in nome di Dio, quando si uccide o mortifica l'uomo e la donna.
Sarebbe già un successo  far capire a tutti che il mondo e la specie umana non sono cominciati con la partenza di Abramo dalla città di Ur verso la "terra promessa" agli ebrei in Palestina, o nell'anno zero della presunta nascita di Cristo, nè con la data dell'egira, o fuga di Maometto dalla Mecca a Medina, anche se si son voluti impostare i rispettivi calendari da quegli anni.
Il cammino degli uomini è cominciato molto prima e in tanti altri luoghi, con credenze e culti diversi, scritture e civiltà. In nome di quei culti e religioni sono state compiute tante opere buone e tante opere cattive. Si conservi quanto di buono e costruttivo è stato fatto nei secoli, nella cultura, nell'arte e nealla scienza, e si rigettino i messaggi distruttivi e nefasti per la convivenza civile.

Diciamo pure con chiarezza che oggi l'unica religione che non riesce, o non vuole, trattenere  i suoi fedeli entro un ambito  di convivenza pacifica, è l'Islam.  Inutile che  tanti musulmani, che si definiscono moderati, pur in buona fede, credano di poter tirarsi fuori dalle responsabilità limitandosi a dire che "l'islam è una religione  di pace".  Bisogna che lo dimostrino coi fatti.
Nel Corano, come nella Bibbia, ci sono tanti messaggi contraddittori, versetti e sure che invitano all'amore e alla pace e altri che inducono  ad una sottomissione che  mortifica la libertà di pensiero, e che incitano alla lotta contro "gli infedeli".  Comunque sia, se si ha fede e si crede in un Dio creatore, bisogna in primo luogo amare e rispettare il suo creato e le sue creature.
Se non si dice chiaramente che questi testi "sacri" non sono "parole di Dio" da prendere alla lettera, ma parole di uomini, patriarchi, profeti o divulgatori, espressione della mentalità del loro tempo, che vanno letti  e reinterpretati alla luce delle conoscenze attuali, e delle nuove esigenze umane, non si toglierà mai  quel consenso sociale che dà alimento e copertura e giustificazioni religiose ai terroristi che sparano  a innocenti turisti e passanti in nome di Allah (ma usando strumenti modernissimi, non previsti dal Corano, come mitra, giubbotti esplosivi, spostandosi in aereo e usando petrodollari, telefonini e computer....).

- Per analogia, ricordo che il fenomeno, gravissimo, del terrorismo e brigatismo detto "rosso" in Italia negli anni '70/80, fu debellato grazie ad un deciso intervento di polizia e magistratura  contro i gruppi armati ("rossi" e "neri"), e grazie anche alla chiara ( e forse un po' tardiva) presa di distanza ideale e concreta da parte delle forze democratiche di sinistra, che agli inizi, al loro interno avevano manifestato una qualche condiscendenza e comprensione per quella che veniva presentata come una lotta ideologica per "abbattere il sistema" di potere vigente (prevalentemente democristiano), ritenuto ingiusto; come se sparando contro magistrati, poliziotti, giornalisti, o dirigenti di fabbrica, o politici come Aldo Moro, e facendo esplodere bombe su folle inermi, si potesse realizzare una nuova "Resistenza" e costruire un sistema e una società migliore....

- Un'altra cosa che Dio, o Allah, non vogliono (se davvero si crede che siano clementi e misericordiosi) è che gli uomini si accapiglino e litighino per difendere o imporre a tutti i costi ai rispettivi "fedeli" modi di mangiare o vestire attribuendoli a precetti divini. Ma vogliamo proprio continuare a credere in un Dio, così potente e illuminato da aver creato cielo e terra e tutto l'universo, che  avrebbe perso tempo a  dettare (sempre in sogno o tramite angeli....) ora a un popolo ora a un altro, in secoli  e luoghi diversi, regole e precetti diversi su quali animali mangiare o quali non mangiare, e come ucciderli e cucinarli, se mangiarli di venerdì o di sabato, e su come ingraziarsi il suo favore con vestiti, riti e cerimonie prefissate?
Non è un'offesa a Dio attribuirgli mansioni di cuoco e maestro di cerimonie? Quanto sarebbe più facile convivere se  lasciassimo che ognuno mangi come vuole e quel che gli piace, anche secondo le sue abitudini e tradizioni, ma senza pretese e veti da tabù religioso che rendono quasi impossibile gestire le mense scolastiche e le macellerie ....

- E credo anche che non sia Allah a volere che le donne  musulmane  si coprano per forza il capo o addirittura il volto quando escono di casa. Sono gli uomini che lo pretendono per dimostrare agli altri che le "loro" donne  sono buone e fedeli musulmane, sottomesse e osservanti . E mi spiace che le donne, anche quelle  emigrate in Occidente, dove sarebbero libere di scoprirsi, continuino a mortificarsi con quegli arcaici e tristi fazzolettoni e camicioni "per scelta spontanea", come dicono ingenuamente (o ipocritamente, per timore del marito o per compiacerlo),  anche quando sono intelligenti.
Tanto si capisce benissimo che quel fazzoletto è per i musulmani,  uomini e donne, una bandiera religiosa da ostentare per distinguersi e "contro" le religioni altrui, e una barriera, simbolica e reale, che non consentirà mai una vera emancipazione e integrazione.
Continuare ad indossarlo è  ancora un segno di sottomissione pubblica e privata ad una visione fondamentalista dei "precetti" religiosi. Smettere di indossarlo sarebbe un  già una bella risposta ai fondamentalisti, un gesto liberatorio, una nuova "primavera araba" o rivoluzione incruenta che le donne potrebbero e dovrebbero combattere in prima fila, e gli uomini capire e sostenere, se davvero vogliono  liberarsi dalle imposizioni delle teocrazie  e costruire una società moderna e democratica.

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